"Vedi? Ho la linea della vita spezzata" dice. “Vuol dire che risorgerò”.

Continua ad allungare la mano destra, con il palmo rivolto verso l'alto.

“Mi è già successo” dice.

“Di rovesciarti il caffè bollente sui vestiti prima di un colloquio di lavoro?”

“Di risorgere” mi corregge.

Le cose potrebbero farsi interessanti.

“So che mi credi una vecchia pazza”

Corretto. Ora dimmi qualcosa di nuovo.

“Non sono pazza. Sono già morta cinque volte in questa vita”

Immagino che questo diminuisca le mie probabilità di sbarazzarmi di lei di un bel po'.

“La prima volta è stato quando mia madre ha cercato di assassinarmi”

Avrebbe dovuto impegnarsi di più.

“Avevo due anni. Mi ha soffocato con un cuscino. Aveva la federa dei Peanuts. Charlie Brown mi dà ancora flashback”. Sospira pesantemente, come se le mancasse l'aria.

“Disturbo post-traumatico da stress” dico istintivamente. Non è possibile che io stia seriamente dando retta a questo mucchio di stronzate dal sapore New Age.

“La seconda volta sono stata investita da un'auto. C'era sangue dappertutto. Me lo ricordo benissimo. Mi si è fermato il cuore per otto minuti e dodici secondi. Quelli dell'ospedale avevano già iniziato a chiamare l'agenzia di pompe funebri”.

“Schizofrenia?” ipotizzo.

“La terza e la quarta sono stati tentativi di suicidio” dice.

“Depressione clinica? Disturbo da personalità borderline?”. Non lascerò andare sprecati cinque anni di università. Ok, uno e mezzo. Ma voglio farlo fruttare comunque, anche se significa psicanalizzare una vecchia demente.

“La quinta volta è stata quando mi hai ucciso tu” dice.

“Disturbo dissociativo d'identità?” provo.





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Un altro esperimento creativo nonsense. Come per la mia scorsa storia, Chuck Palahniuk è la fonte d'ispirazione.