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Autore: ev13    16/10/2013    1 recensioni
"Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere"
-Daniel Pennac
Elle è una ragazza che vive tra scuola e casa, dove passa i pomeriggi a leggere e guardare film. Alla fine della giornata, prima di addormentarsi, finge di essere la protagonista di una di quelle storie d'amore che tanto la appassionano. Non sa che ora è il suo turno di viverne una... più o meno!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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10

È passata una settimana da quando io e Gale ci siamo lasciati.
Io mi sento uno schifo ma, contrariamente ai miei principi, sono preoccupata per lui.
Non viene a scuola da quel giorno e ho paura che si sia cacciato nei guai.
Sono a casa di Ivano per la festa di Halloween con Elisa. Mi ha convinto a venire dicendo che di sicuro uno di quinta non avrebbe partecipato ad una festa in costume. Io sono in jeans e felpa (come al solito) e quando mi chiedono da cosa sono vestita rispondo «da Elisa». In effetti mi sono messa dei jeans più eleganti (tipo quelli che indosserebbe Elisa) e una felpa prestata da lei.
Ad un certo punto esco dalla casa per fare una passeggiata. Stavolta sono sicura che non verrò interrotta da nessuno (soprattutto da Gale!). Continuo a camminare fino a quando non arrivo vicino ad un bar pieno di persone. Appena sento un rumore volgo il mio sguardo verso il vicolo buio di fianco al parcheggio e, alla luca della luna, riconosco il volto di Gale mentre viene tempestato di pugni. Riconosco l’aggressore: è l’uomo che Gale ha picchiato nel parco quando ha detto che ero la sua ragazza!
«Gale!» urla una voce. Ci metto un po’ per capire che è la mia.
L’aggressore abbandona a terra il corpo di Gale e io mi accuccio vicino a lui prendendogli il viso tra le mani.
«Elle» dice Gale. Poi sembra capire dove ci troviamo e mi dice: «Vattene!»
«No! Può farci compagnia! Vero, ragazzi?» chiede l’aggressore e solo allora mi accorgo che alle sue spalle ci sono altri tre ragazzi.
I quattro iniziano ad avvicinarsi quando si sente il suono della sirena della polizia.
«Cazzo, gli sbirri!» urla uno di oro e tutti se ne vanno in fretta.
Cerco di sollevare il corpo esausto di Gale ma mi accorgo che è ubriaco e che per quanto ci provi, non riesce nemmeno a reggersi in piedi completamente.
Lo faccio aggrappare a me e lo porto a piccoli passi verso il suo appartamento. Per fortuna non è molto lontano dal bar. Mi ci aveva portato una volta quando aveva dimenticato il portafogli.
Arrivati davanti alla porta suono sperando che il padre sia in casa e, quando capisco che siamo soli, frugo nelle tasche di Gale trovando finalmente le chiavi.
Lo stendo sul letto in camera sua e gli porto un bicchiere d’acqua. Appena si riprende abbastanza da riuscire a stare seduto mi guarda negli occhi.
«Perché ti sei ubriacato?» chiedo confusa. Gale mi ha sempre detto che non si ubriacava mai, in modo da poter sempre guidare per tornare a casa. Ma, in effetti, mi ha mentito anche su altre cose.
«Elle…» mi dice guardandomi con gli occhi pieni di lacrime «Mio padre… è morto!»

Resto a guardarlo a occhi spalancati senza dire nulla.
Gale aveva solo suo padre… ora è solo!
Mi siedo accanto a lui e lo abbraccio mentre lui poggia la testa sul mio petto.
Inizio a canticchiare una canzoncina che mia madre mi aveva cantato al funerale di mia nonna.
Quando finisco la canzone sposto il mio sguardo su Gale, e scopro che si è addormentato profondamente…

Mi sveglio con la luce del sole che filtra dalle finestre aperte.
Gale sta ancora dormendo con la testa appoggiata sul mio stomaco. Sorrido e per un attimo scordo quello che è successo; il suo bacio con quel ragazzo, lui che veniva picchiato a sangue senza una minima reazione da parte sua, la morte di suo padre…
Non mi muovo, continuo a guardarlo e a pensare a come alzarmi senza svegliarlo.
Ad un certo punto il suo viso si contrae in una smorfia, apre gli occhi e lo vedo confuso quando si accorge di me.
«Come ti senti?» chiedo.
«Meglio… Grazie per essere rimasta…»
«Non c’è problema!» sorrido.
«Ma i tuoi saranno preoccupati!» continua lui senza spostarsi.
«Dovevo andare a dormire da Elisa. Le ho mandato un messaggio dicendo che sarei rimasta qui.»
Lo faccio spostare e mi alzo per preparare un the. Lui mi segue in cucina e mi guarda mentre armeggio con il suo bollitore.
«Martedì sono tornato a casa e l’ho visto a terra. Ho chiamato un ambulanza. Quando sono arrivati mi hanno detto che era morto già da ore…» dice di punto in bianco.
Martedì… il giorno che ci siamo lasciati…
«Mi dispiace tantissimo! Se avessi saputo sarei venuta prima!» gli dico.
«Avrei dovuto dirtelo» dice lui.
A quel punto mi irrigidisco. Le lacrime minacciano di scendere copiose dai miei occhi.
«Ci siamo lasciati, non eri obbligato a dirmi di tuo padre» dico io
«Parlavo del fatto che sono gay…»
A quel punto sbatto la tazza sul ripiano della cucina e lo guardo negli occhi.
«Perché?! Perché non me lo hai detto subito?!»
Lui mi guarda senza rispondermi
Lo osservo attentamente e aspetto.
Non me ne andrò da qui senza una spiegazione.
«Sto insieme a Filippo da circa due anni, ma non possiamo dirlo in giro… Sai… per noi sarebbe la fine! La gente iniziava a parlare, così abbiamo deciso di trovarci… una “copertura”, diciamo. La mia fama di Don Giovanni, l’ho ricevuta perché cambiavo ragazza una volta a settimana. Dovevo lasciarle, loro volevano di più ma io amo Filippo. Non posso tradirlo!» fa una pausa «Poi sei arrivata tu… Non volevi niente da me, almeno fino a che non mi hai chiesto se eri la mia ragazza… Mi dispiace! Mi dispiace che tu ci sia finita in mezzo! Sei una delle persone più buone che io abbia mai incontrato!»
Sono in lacrime.
«Tranquillo, non sono più arrabbiata. Solo, dovete smetterla di prendere in giro delle povere ragazze. Io non dirò niente in giro, e neanche Elisa e Gilda! Mi dispiace per tuo padre.» dico mentre cerco di asciugarmi l’oceano che esce dai miei occhi.
«Grazie Elle! Non potrò mai ringraziarti abbastanza!»
«Ora devo andare! Ci vediamo, Gale.» e detto questo, esco dal suo appartamento.






 
SPAZIO AUTRICE

Non posso più picchiare Gale! Dopo quello che aveva fatto a Elle, ero pronta con le pale e i forconi a dargli la caccia, ma dopo che lui le ha detto che ama davvero Filippo, il mio cuore si è sciolto! (Spero che sia così anche per voi!)
Siamo alla fine della storia, il prossimo sarà ufficialmente l’ultimo capitolo!
Ringrazio per aver letto fin qui, ma voglio ringraziare soprattutto chi ha messo la storia tra le preferite (Rise712, TwilightDenise, TheWayToWonderland e Ihope96), chi l’ha messa tra le ricordate (Myrtus) e chi l’ha messa tra le seguite (Mrs_Moony, pazza_azza, Haroldsbakery, apocalips, Diesis_Girl, Rihanna_Love, roxane123, elenauoo, Menni e Mary Blue Zabini)! Grazie a chi lascia recensioni! Ci tengo molto!
Come nel capitolo precedente mi metto in ginocchio e vi prego di lasciare recensioni di tutti i tipi! Per favore! Ho bisogno dei vostri consigli!
Vi prego!
Eva
   
 
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