*Autore: Rota
*Titolo: Fools don't know what is beautiful
*Personaggi: Ral Petra, Bossard Auruo
*Genere: Sentimentale
*Rating: Verde
*Avvertimenti: Missing Moment, Flash fic
*Note dell'Autore: Come dire, è dedicata alla fondazione “Una Petra per Auruo” - nome che è tutto un programma, neh XD
Diciamo che il contesto è il ritiro della squadra di Rivaille al castello sperduto, dove Hanji ha cercato di studiare la trasformazione di Eren in gigante. Giusto per essere precise.
Signore, spero vi piaccia :D

Petra strinse la mano appena dolorante attorno al manico della scopa e tornò a spazzare con una certa stizza il pavimento di quella stanza lercia.

Dentro, aveva ancora la sensazione di rabbia che l'aveva portata non più di cinque minuti prima, con il mento ben alto, a voltare le spalle al proprio interlocutore e marciare verso una direzione che la potesse portare lontana da lui. Probabilmente, il peso nel petto nasceva anche dalla certezza di aver sentito su di sé il suo sguardo – e udito anche quel silenzio momentaneo che gli aveva finalmente chiuso la bocca, forse perché contrito in una sorta di dispiacere nato dallo schiaffo appena ricevuto. Ma era stato abbastanza indifferente, per lei: Auro era soltanto uno stupido se pensava che bastasse uno sguardo afflitto e una mano premuta sulla guancia arrossata per cambiare qualcosa. Specialmente dopo aver detto parole così poco educate.

Se la prese con un batuffolo di polvere con più astio del dovuto e quando se ne accorse fermò la scopa e alzò lo sguardo alla finestra che dava all'esterno. Poteva sentire, in quel momento, i propri compagni parlare, e persino Auruo criticare il giovane Eren per il poco zelo dimostrato nell'eseguire gli ordini del proprio superiore.

Si avvicinò e, restando coperta da un'anta, vide la scena svolgersi nel prato dabbasso, che consisteva in quattro uomini alle prese con le erbacce del campo. Lei avrebbe potuto scommettere che il pacco più alto fosse quello di Auruo, là sotto, con tutto l'impegno che dimostrava non tanto nelle parole eccessive ma anche nei fatti.

Lui così stupido da non capire neanche che bastava semplicemente quello, e nessuna imitazione vanesia o pavoneggiamento inutile, per essere davvero bello.

A scapito delle rughe che non tanto il tempo ma la vita aveva donato alla pelle, a scapito dell'avvenenza e di ogni altro difetto fisico – o dell'importanza di un ruolo in una stupida gerarchia fatta di spade e sangue. Coraggio di essere se stessi, anche mostrando un carattere iroso e sempre pronto alla critica: meglio la sincerità di sentimenti che una maschera fittizia.

Con uno sbuffo e un'ultima occhiata, Petra si ritirò e tornò a torturare i propri batuffoli di polvere.