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Autore: Ya_mi    16/10/2013    4 recensioni
Estratto: "Angelica non era tipo da aver paura dei temporali, il problema non era certo questo, erano solo quello scricchiolare e quel rumoreggiare a impedirle di dormire per qualche arcano motivo."
Se pioggia e vento non ci fanno dormire la soluzione a tutto può essere una passeggiata e... un incontro inaspettato...
{Side story di "Velvet Ribbons & Fiery Hammers"}
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Rabi/Lavi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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VELVET RIBBONS & FIERY HAMMERS

LOST CHAPTERS ARCHIVE:

-LULLABY-
 
You're still awake and I can feel the tears dryin' on your skin
And I wish that they were mine
I touch your hand, I kiss your lips to make you feel I'm there
Just to hold you through this night.

Il temporale infuriava all’esterno del Quartier Generale e il forte vento autunnale faceva tremare e strepitare le imposte della finestra.
Angelica era rannicchiata nel suo letto, stringendosi addosso le coperte e schiacciandosi il cuscino sulle orecchie, cercando di non udire quei rumori tanto inquietanti.
Non era tipo da aver paura dei temporali, il problema non era certo questo, erano solo quello scricchiolare e quel rumoreggiare a impedirle di dormire per qualche arcano motivo.
Ogni tanto qualche lampo rimbalzava nel cielo, seguito da una potente scarica di tuoni che andava ad accentuare quell’angosciante baccano.
La ragazza gettò uno sguardo al piccolo orologio appoggiato sul tavolino treppiede a fianco del letto, approfittando della luce momentanea di una folgore.
Erano soltanto le due del mattino. Decisamente non poteva andare avanti così tutta la notte, sarebbe diventata matta prima.
Si mise seduta e allungò una mano verso il tavolino, prese uno zolfanello e vi accese il moccolotto di candela posato lì.
Tremando di freddo, afferrò la vestaglia di lana che aveva abbandonato ai piedi del letto, infilandosela e allacciandola in fretta sulla leggera camicia da notte gialla.
Poggiò i piedi nudi sul pavimento gelido e strinse il portacandela incrostato di cera sciolta, alzandosi in piedi.
Fece qualche passo incerto verso la porta della sua stanza, la aprì e uscì nel corridoio immerso nel buio.
In quell’ambiente più ampio e oscuro i rumori del temporale risuonavano ancora più minacciosi e Angelica aumentò involontariamente il passo.
Percorse i lunghi corridoi del Quartier Generale quasi correndo e sobbalzando di quando in quando a causa dei tuoni e delle sfuriate del vento.
Prima di rendersene conto arrivò alla destinazione che si era preposta: la biblioteca.
Non riuscendo a dormire tanto valeva prendersi qualcosa da leggere, sperando che la lettura le conciliasse in qualche modo il sonno.
Ciò che le parve più strano quando si avvicinò all’ingresso semisocchiuso fu la sottile linea di luce che ne usciva. Chi mai poteva essersi trattenuto fino a quell’ora così tarda?
Scostò leggermente lo sportello, quel tanto che le bastò per sbirciare all’interno.
Non impiegò molto ad individuarlo: seduto ad uno dei banchi da lettura, che era ingombro di libri aperti e carte, chino su un volume enorme c’era Lavi.
Angelica scosse la testa. Ovviamente non poteva trattarsi di altri, come aveva fatto a non pensarci subito?
La ragazza esitò un momento, mettendosi in punta di piedi per sentire meno il gelo del pavimento.
Probabilmente avrebbe dovuto semplicemente tornare da dove era venuta e non disturbarlo, si vedeva che stava studiando qualcosa di molto importante.
Oh, ma in fondo si trattava solo di entrare, prendere un libro e andarsene, non lo avrebbe distratto per molto.
Così alzò una mano e batté due piccoli colpi con le nocche sul legno dello sportello, prima di spingerlo ed entrare in biblioteca.
Lavi aveva alzato lo sguardo dal suo lavoro e la osservava perplesso.
 
-Ehi, che ci fai qui a quest’ora?-
Lei scosse la testa.
-Non riuscivo a dormire, sono venuta a prendermi qualcosa da leggere. Tu, invece?-
Aveva posto quella domanda più per cortesia che per vera curiosità, in parte era sicura di sapere già per quale motivo lui fosse lì.
-Al solito, Bookman mi ha riempito di cose da fare e sono finito a fare le ore piccole. Credo proprio che dovrò passare tutta la notte in bianco per arrivare fino in fondo.-
Angelica annuì con fare comprensivo.
-Allora non ti disturberò oltre. Non fare caso a me, io mi scelgo un libro e me ne vado, non ti accorgerai nemmeno che sono qui!-
 
Detto fatto si spostò verso lo scaffale più vicino e si mise ad osservare i titoli.
Dopo qualche secondo scelse un volume rilegato in cuoio arancione e lo osservò soddisfatta.
Si voltò per tornare verso la porta e vide che Lavi si era alzato in piedi e si stava stiracchiando.
 
-Cosa fai?-
Lui si strinse nelle spalle.
-Ti accompagno, se ti va. Ho voglia di prendermi una pausa...-
-Per me non c’è problema, se questo non interferisce con il tuo lavoro...-
 
Il ragazzo si limitò a scuotere la testa e la precedette nel corridoio buio.
Camminarono fianco a fianco per qualche secondo, prima che un nuovo tuono, seguito da una raffica di vento furioso, facesse sobbalzare Angelica.
Lavi ridacchiò sotto i baffi.
 
-Ehi Ann, non avrai mica paura del temporale, vero?-
Lei arrossì leggermente, dettaglio fortunatamente poco evidente a causa della scarsa luminosità.
-Non è che io abbia paura, normalmente non ho problemi di questo tipo. E’ solo... questo vento e questi rumori... non so perché, mi tengono sveglia, non mi fanno dormire...-
Per tutta risposta lui le prese delicatamente la candela dalla mano e le sorrise.
-Non è niente, non c’è bisogno di avere paura... ci sono io qui con te.-
 
Le mise un braccio intorno alle spalle mentre lei si stringeva il libro al petto con entrambe le mani.
Andarono avanti a camminare così abbracciati finché non raggiunsero la stanza di Angelica. A quel punto la ragazza era già pronta a riprendersi la candela e lasciarlo tornare alle sue letture, ma quasi inconsciamente si lasciò scivolare fuori dalle labbra una domanda che forse non avrebbe dovuto porre.
 
-Resteresti ancora un po’ qui con me?-
 
Che stupida, stupida!! Cosa le era saltato in mente di chiedergli una cosa simile?!
Era già stato anche troppo gentile a lasciare il suo lavoro per qualche minuto, figurarsi se poteva o voleva perdere altro tempo prezioso per star dietro a lei!
Per questo rimase completamente basita quando il rosso le rispose:
 
-Certo, posso restare finché vuoi.-
 
e aprì la porta, precedendo la ragazza all’interno della sua stessa stanza.
Lei lo seguì e si chiuse la porta alle spalle, mentre lo guardava appoggiare il mozzicone di candela sul tavolino.
Gli si avvicinò e lui le fece segno di appoggiare anche il libro di fianco alla candela.
 
-Questo lo lasciamo qui, non vogliamo che domani mattina tu ti ritrovi con delle enormi occhiaie intorno agli occhi a causa della mancanza di sonno, giusto?-
Lei lo prese in giro.
-Detto da te fa proprio ridere! E’ un mistero come tu non abbia mai occhiaie con tutte le notti insonni che trascorri!-
Il ragazzo ridacchiò.
-Tutta questione di allenamento, passare una notte in bianco con stile è una scienza esatta.-
 
Le aveva preso il libro dalle mani, lanciando uno sguardo distratto al titolo sulla copertina (“The Rime of the Ancient Mariner”, un poema di Samuel Taylor Coleridge) per poi appoggiarlo sul tavolino.
Lei nel frattempo si era tolta la vestaglia, abbandonandola di nuovo ai piedi del letto, e si era infilata sotto le coperte.
Lavi si inginocchiò di fianco al letto e si mise seduto sui talloni.
 
-Cerca di dormire, resterò qui con te finché non ti sarai addormentata.-
 
Lei annuì e affondò la testa nel cuscino, chiudendo gli occhi.
Sussultò leggermente quando il vento tornò a far scricchiolare gli scuri della finestra, ma si calmò subito quando sentì la mano del ragazzo che le accarezzava delicatamente la testa.
Dopo qualche minuto il suo respiro si fece più regolare, segno che finalmente era riuscita a prendere sonno.
Ciononostante Lavi non si mosse da dov’era, anzi si mise più comodo, incrociò le braccia sul bordo del materasso e vi appoggiò la testa, osservando la ragazza che dormiva tranquilla.
Per qualche motivo non riusciva a smettere di guardarla, era come se fosse rimasto ipnotizzato dal movimento di quelle piccole spalle che si alzavano e si abbassavano, o da quello delle lunghe ciglia che tremolavano leggermente sopra le palpebre chiuse sui suoi grandi occhi azzurri.
Osservandola si sentì invaso da un lieve torpore e senza accorgersene si addormentò, mentre ragionava su perché mai Angelica avrebbe voluto leggere un poema come “The Ancient Mariner”.

 
 
The weight of the world, this burden on your shoulders
Demons of the past, will they ever disappear?
[…]
I only wish to be the one you can rely on
Do you feel I care, care for all I have with you.

Angelica si svegliò a causa del forte rombo di un tuono.
Mentre dormiva il braccio aveva preso una posizione strana e le si era informicolato, ma mentre lo spostava per fargli riprendere sensibilità urtò qualcosa.
Sollevò la testa per vedere di cosa si trattasse e rimase incredibilmente sorpresa, tanto che dovette strofinarsi gli occhi per essere sicura di non essere stata ingannata dal sonno che ancora le annebbiava la testa:
Lavi dormiva profondamente con la testa appoggiata alle braccia, incrociate sul lato del materasso. Era ancora seduto per terra, così che di lui spuntavano solo le spalle, che si alzavano e abbassavano in modo un po’ affannoso.
La ragazza lo osservò per un po’, prima di farsi scappare un sorriso.
Alla fine era davvero rimasto con lei, e non solo fino a quando si era addormentata.
Forse avrebbe dovuto svegliarlo, ma sembrava così sereno e rilassato che non le sembrò proprio il caso di turbarlo facendosi problemi inutili.
Si sporse in avanti e recuperò la vestaglia dal fondo del letto, la spiegò e la appoggiò sulle spalle del rosso, a mo’ di coperta.
Sorrise al pensiero di quanto le sembrasse indifeso, come un bambino, quando dormiva. Il respiro leggermente affannato, i piccoli borbottii e lamenti che si lasciava sfuggire di tanto in tanto lasciavano intuire che le sue battaglie più dure non erano quelle che combatteva fuori, contro gli akuma o i Noah, ma quelle quotidiane, che andavano a visitarlo nel sonno, tormentandolo con i suoi pensieri più oscuri e segreti.
Angelica allungò il braccio destro verso il ragazzo per scostargli con gesti delicati alcune ciocche di capelli dal viso.
Le tornarono in mente le parole che le aveva detto mentre camminavano insieme nel corridoio buio: “Non è niente, non c’è bisogno di avere paura... ci sono io qui con te.”
 
-Anch’io sono qui per te... vorrei che ti facessi aiutare da me, vorrei che tu ti fidassi. Non mi dici mai niente ma so che anche tu hai paura di qualcosa.-
 
Lo disse sottovoce, quasi senza accorgersi di aver espresso quel pensiero che avrebbe voluto e dovuto tenere per sé e quando sentì Lavi muoversi leggermente nel sonno temette che l’avesse sentita.
Ritirò il braccio e attese un qualche segno che le facesse capire se fosse così o meno.
Ma non ne ottenne alcuno e capì che fortunatamente il ragazzo era ancora profondamente addormentato.
Si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo. In futuro avrebbe dovuto stare più attenta a moderare la leggerezza con cui esprimeva i suoi pensieri.
Un sonoro sbadiglio avvertì Angelica che era il caso di rimettersi a dormire, ma prima di rimettersi sdraiata si chinò su Lavi e lo baciò delicatamente sulla fronte, cercando di non svegliarlo.
 
-Anche se ti nascondi io farò qualunque cosa per te. Almeno stanotte dormi tranquillo, non c’è battaglia o incubo di cui tu debba avere paura finché ci sarò io.-
 
Per un attimo sembrò che l’avesse sentita, perché il suo respiro si fece più regolare e anche l’espressione del viso si fece più rilassata.
Lei sorrise, si rimise sotto le coperte e si rannicchiò in modo da stargli più vicina possibile.
Lo guardò ancora per qualche secondo, prima che la stanchezza le chiudesse gli occhi e la trascinasse via da quel momento di tenerezza che aveva tanto sognato.

 
You're still awake and I can sense a smile upon your face
So glad to have you by my side
Draw back my hand and let the night's relief enter its place
Close your eyes, sleep well tonight
My love, feel safe tonight.
 
Author corner: benvenutissimi a tutti voi che avete avuto l’ardire di arrivare fino alla fine di questa storia! Prima di tutto ci tengo a dire che se siete davvero giunti fin qui devo riconoscere il vostro coraggio, perché sinceramente questa storia non finisce di soddisfarmi e mi sta anche un po’ antipatica, perché trovarle un titolo e (SOPRATTUTTO!!) un finale è stato un vero calvario, ancora adesso non mi piace per niente come l’ho fatta finire ma non sono proprio riuscita a trovare un finale migliore, quindi ce lo faremo andar bene così, cosa dobbiamo farci?
Ora un paio di noticine tecniche:
  1. Partiamo dal poema citato brevemente verso la metà della storia: “The Rime of the Ancient Mariner” (in italiano sarebbe “La ballata del vecchio marinaio”, traduzione piuttosto insulsa a mio parere, ma non importa!) è un poema scritto nel 1798 da Samuel Taylor Coleridge, uno dei più importanti esponenti del romanticismo inglese. Ora vi starete chiedendo il perché di questa scelta... ebbene dovete sapere che anche questo è stato un lungo processo di indecisione, ho cambiato il titolo del libro scelto da Angelica una cosa tipo sette volte, non riuscivo proprio a decidermi, sono passata da Shakespeare a Byron a Keats... si saranno rivoltati nella tomba, questi poveretti! :’’D A tutt’ora non lo so ancora nemmeno io perché sono andata a prendere proprio Coleridge, quindi prendiamolo come viene e facciamocelo andar bene, ok?
  2. Il testo in inglese che accompagna la storia è quello di “Lullaby”, la canzone degli Xandria che ha anche dato il titolo a questa fiction. Io la trovo davvero carina, vi consiglio di ascoltarla! (:
  3. Per chi non avesse mai letto nulla di mio: questa storia è una side story della mia long fiction “Velvet Ribbons & Fiery Hammers”, spero quindi di avervi incuriositi e che vogliate passare a trovarmi anche da quelle parti!
Per il resto non posso fare altro che rinnovare i miei più sinceri ringraziamenti per la vostra attenzione e, sperando di avervi deliziati con questo piccolo (ma anche no!!) frutto del mio lavoro, vi prego anche di lasciarmi qualche recensione per farmi sapere cosa ne pensate, se vi va.
Ancora grazie e arrivederci (speriamo!) a presto!
Yami =^.^=
   
 
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