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Autore: Red Robin    08/04/2008    14 recensioni
Roy si trovava nel suo ufficio a firmare gli eterni documenti, come ogni giorno, finchè il sonno prese il sopravvento e gli fece stendere la testa sulla scrivania. Non si sa come, ma i suoi pensieri iniziarono a vagare sulla figura di Ed.
Erano giorni che non lo vedeva.
Si trovava in missione vicino Rezembool, per conto del Generale Supremo.
Stava bene?
Si ritrovò pensare che Ed…
oddio!! siate clementi!! w la pazzia!!
Dedicata a My Pride, Nemesi e Setsuka scopritelo!!
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Edward Elric, Roy Mustang | Coppie: Roy/Ed
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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bo

 

Spero che apprezziate almeno il mio impegno nello scrivere una storia decisamente contraria al tipo di relazione che possano avere questi due personaggi di FullMetal Alchemist

Dedico questa storia in particolare a…

Scopritelo alla fine!! (Lo so che è un accollo, ma almeno credo che darete una piccola sbirciatina al testo se vi incuriosisce sapere a chi la dedico XD!!)

 

Un Giorno

 

 

Roy si trovava nel suo ufficio a firmare gli eterni documenti, come ogni giorno, finchè il sonno prese il sopravvento e gli fece stendere la testa sulla scrivania.

Non si sa come, ma i suoi pensieri iniziarono a vagare sulla figura di Ed.

Erano giorni che non lo vedeva.

Si trovava in missione vicino Rezembool, per conto del Generale Supremo.

Stava bene?

Si ritrovò pensare che Ed…

Il suo Ed, il ragazzino di cui era scioccamente innamorato, poteva trovarsi nei guai.

Ne combinava sempre qualcuna nuova, come poteva non preoccuparsi?

 

La porta si spalancò e il soggetto dei suoi pensieri apparve davanti a lui.

-Full Metal??- chiese di colpo e senza preavviso.

-No, Riccioli d’oro…-

-Bhe, tranne i ricci, potresti esserlo…-

Una vena pericolosa iniziò a pulsare sulla testa del biondo.

 

-Cosa ti porta qui nel mio ufficio?-

-Secondo lei?!-

-La mia bellezza?-

-No… -.-“, le devo consegnare il mio rapporto sulla missione.-

-Alle nove di sera?? 0.o’’-

-Si, così prima glielo consegno, meno la vedrò!-

-Scorbutico… dammelo.-

Ed gli consegnò il rapporto e involontariamente fu sfiorato…

 

Roy fu scioccamente scosso da un brivido di piacere…

A Ed invece la cosa spaventò…

Ogni volta che lo vedeva oppure per sbagli lo toccava, il suo corpo si inondava di uno strano piacere, seguito poi da smarrimento.

Non capiva cosa gi succedesse…

Non sapeva perché quell’uomo odioso gli facesse quell’effetto.

Ed si era nel frattempo seduto sul divano li accanto…

Mustang lo vide stanco.

 

-Andato bene il viaggio?-

-Come se a lei importasse!-

-Stupido nanetto irriconoscente!! Volevo essere gentile!!-

-NON MI PARAGONI AD UN ESSERE INVISIBILE!!-

 

Passarono un ora e mezza a battibeccare, suscitando così l’ilarità del Colonnello.

Si fece tardi ed Ed corse via senza nemmeno degnare di un ultimo sguardo nevrotico a Roy, il che lo insospettì, ma non più di tanto…

Più che altro, lo demoralizzò, perché avrebbe dovuto riprendere a firmare i suoi documenti.

 

Arrivò la mezza e Mustang si risvegliò dal sonno in cui era caduto senza accorgersi.

Si alzò.

Prese il soprabito…

Andò alla porta…

L’aprì.

La stava per richiudersela dietro; quando il telefono squillò.

 

La sua mente vagò un po’ sulla decisione “se rispondere” o no…

Si disse che era compito suo rispondere al telefono.

Poi si disse che aveva finito il suo orario d’ufficio…

Poi riflettè…

Poteva essere importante, perché nessuno lo chiamava mai a quel telefono per cose futili…

Poi si disse che potevano aver sbagliato, data l’ora…

Alla fine decise per sicurezza di rispondere alla chiamata.

Una voce maschile rispose al telefono.

 

-Al?!- domandò stupito e sorpreso.

-Cosa è successo? Non hai mai chiamato qui…-

-Cosa??- guardò l’ora…

-E tu te ne sei accorto solo ora??-

 

-Hai controllato da per tutto?-

Mustang pensò velocemente a come calmarlo, poi riagganciò la cornetta e uscì per cercare Ed.

 

***°***

 

Ed era uscito di fretta dal quartiere generale.

Decise di farsi un giro per la città, non aveva voglia di tornare subito a casa.

Il tempo trascorse, e si ritrovò in una zona poco sicura…

Stava tornando in dietro per la strada di casa, quando andò via la luce.

Era chiuso in un vicolo buoi, per di più la luna non c’era e tutto si confondeva.

Nessuna sagoma riconoscibile…

Cercò di ritornare per la via centrale, ma senza successo.

 

***°***

 

Mustang girò con la macchina varie zone della città, finchè la luce non andò via…

“Acc… ma ora anche la luce doveva andar via?!?! Quello stupido poteva tornarsene a casa subito?! Per di più mi sto anche  iniziando a preoccupare, non ci credo che sia sparito così!”

Girò l’ennesimo vicolo e una starna sensazione o colse…

Decise di scendere dalla macchina e attese.

Tese le orecchie, come se dovesse aspettarsi di sentire qualcosa o qualcuno…

Sentì dei mugugni soffocati provenire da poco distante.

Mosse dei passi in direzione di una viuzza nascosta.

Buio.

Nessuno.

Non ne era certo, ma qualcosa gli diceva che lì c’èra un qualcuno.

Un ombra invisibile si mosse.

Mustang si avvicinò con cautela.

Il buio finalmente fece abituare i suoi occhi e la vista riconobbe la figura di Ed.

Si avvicinò cauto, poi quando gli fu vicino, si chinò e gli toccò una spalla.

Ed sussultò.

 

-Tranquillo full metal, sono io…-

-Colonnello? Che ci fa lei qui?!-

Da un sussurro, era arrivato in poco ad agitarsi.

 

-Questa è una domanda che dovrei fare io a te… ad ogni modo, ti sono venuto cercare.-

-Per quale motivo? Che cosa gli frega a lei di quello che faccio io.-

-A me nulla, ma Al era preoccupato.-

-E perché non è venuto lui?-

-Glielo domanderai quando sarai a casa.-

“Stupido bambino! Mi preoccupavo per te.”

 

-No! Io a casa non ci torno! E poi un alloggio a lei sembra una casa?!-

-E come la vorresti chiamare?-

-In nessun modo!-

-Sei più nervoso del solito sta sera.-

-E chissene frega! Se ne vada, così io non sarò costretto a subirla e lei, non dovrà batti beccare con un nervoso se la cosa le dà fastidio! Mica gliel’ho detto io di venire qui!-

Mustang alzò gli occhi e al cielo e si abbassò tenendosi sulle punte del piedi, davanti al ragazzo.

 

-Senti, non so che cosa tu abbia fatto e, di sicuro non hai litigato con Al, perché non sei tornato al tuo alloggio… ora, hai due scelte, o vieni via con me, oppure resti al freddo in un posto poco sicuro come questo… che vuoi fare?-

 

-Resto qui!-

-Bene, come vuoi, ma sono io a non volerti lasciare qui. Andiamo!-

Lo prese per un polso e cercò di tirarlo su, ma Ed rimase in terra aiutandosi con il peso.

Dopo vari tentativi del moro, che non forzò mai  la presa, lo lasciò in terra.

 

-Bene, come vuoi, io ci ho provato… se poi ti succede qualcosa non venire a chiedermi aiuto…-

-E allora se ne vada! Cosa ci fa ancora qui!-

-Aspetto.-

-Cosa?-

-Che tu ti alzi.-

-Ma se ha appena detto che se ne va! Perché non va via allora?!-

-Perché non lascio solo un bambino.-

-Ma la smette di rompermi e se ne  va!-

Mustang sospirò.

Sentì Ed tirare su col naso.

 

-Vedi, a stare qui al freddo ti prendi anche il raffreddore.-

-Vada al diavolo!-

 

“Perché sei sempre così scontroso con tutti? Certo, sul lavoro io con te sono un maledetto bastardo insensibile, ma lo faccio solo per il tuo bene, per farti crescere in questo mondo… ma come fai a non accorgerti delle premure, dei riguardi che ho per te… di come ti tengo lontano da un certo tipo di missioni? Come hai fatto a non accorgerti di come ti guardo? Più ti vedo star male, più io sto male… sono patetico lo so… ma tu per me sei un angelo…”

 

-Dai su, alzati.-

Lo stava quasi implorando.

Ed tirò su il volto arrossato.

“Ha pianto?”

 

-Ma perché non capisce mai quando uno vuole stare solo?!-

-Perché tu non hai bisogno di stare in solitudine. Te lo ripeto per l’ennesima volta…andiamo?-

-Lei è davvero stressante! Non voglio andare da Al però.-

-A me basta solo che tu non rimanga qui.-

Ed si tirò su lentamente…

Si sentiva stanco e spossato, ma non chiese aiuto…

Il suo orgoglio glielo impediva.

Seguì il moro nell’aiuto che partì per uscire da quel quartieraccio in cui si trovavano.

 

-Dove vuoi andare?-

-Non lo so…-

-Agli alloggi non vuoi, al quartiere generale non possiamo… e per strada non se ne parla. Dimmi tu dove ti porto.-

-Dove le pare! Basta che la smetta di stressarmi!-

“Fosse per me a casa mia. Ma tu non ci verresti mai.”

Il biondo aveva girato il volto verso il finestrino, nascondendolo in una mano.

Al moro non sfuggì.

 

-Ti nascondi sempre?-

- Lei gli affaracci suoi mai?!-

-Hai da dire solo questo?-

Il viaggio proseguì silenzioso senza una meta.

Le guance del sedicenne iniziarono a inumidirsi che questi se ne accorgesse, ma nemmeno ciò sfuggì al più grande dei due.

“Cos’avrà mai? Non è da lui…”

Fermò la macchina in un posto abbastanza isolato, ma luminoso, anche se non troppo.

Si voltò verso il suo sottoposto.

 

-Full metal?-

-‘Cazzo vuole?-

-Voglio che mi dici cos’hai?-

-Non ho nulla!-

-Stai piangendo, non è possibile che non hai nulla.-

-Non sto piangendo.-

-Ti vedo dal riflesso del vetro, stai piangendo-

Ed improvvisamente si riprese dalla semi trance in cui era caduto…

Un po’ per la stanchezza, un po’ per il suo stato d’animo.

Notò che effettivamente stava piangendo.

Cercò di asciugarsi le lacrime senza darlo a vedere, ma queste non la smettevano di scendere.

Non capiva perché, ma più cercava di non darlo a vedere, più scendevano…

Non era padrone delle sue reazioni emotive…

Mustang prese un fazzoletto dal cruscotto e glielo porse.

 

-Tieni.-

Il biondo non si girò.

 

-Full metal, ti sto solo dando un fazzoletto nulla più.-

Ed si girò e l’uomo gli sorrise.

Non seppe perché, ma quel sorriso lo fece stare un po’ meglio; poi spinto da non si sa quale forza, si ritrovò a stringere il Colonnello all’altezza della vita.

Il moro rimase stupito da quella reazione, poi dopo qualche attimo incerto, lo tenne stretto a se.

Il ragazzo aveva iniziato a singhiozzare.

Roy lo carezzò cercando di calmarlo.

 

-No…non so per… perché ma…ma non…non rie…sco a …smette…re-

-Calmati.-

-Non…non ci… riesco…-

-Non devi per forza farlo subito, piano piano ok?-

-S…si.-

Ci mise un po’, poi riuscì a rilassarsi un pochino, anche se le lacrime no frenavano la loro corsa.

 

-N…non di…ca nulla ad…Al.-

Il singhiozzo gli era rimasto…

Sentiva un gran peso su di se.

Non riusciva a credere di essersi sfogato in parte davanti a quell’uomo…

 

-Di cosa? Io non ho visto nulla-

-G…grazie-

-Questa sera stai messo proprio giù…-

Ed si asciugò le lacrime con una manica.

 

-Lo sarebbe anche lei al posto mio.-

-Non saprei…-

-Glielo dico io…-

Aveva il volto triste.

 

-È brutto vederti piangere sai… non si ti si addice questo volto.-

-Cosa?-

-Siamo abituati a vederti allegro, spensierato e io anche molto incazzato, ma triste mai.- 

-Ho i miei buoni motivi sta sera…-

-Sono così privati?-

-No, ma non me la sento a volerne parlare.-

-Va bene.-

Mustang rimise in moto la macchina.

 

-Potrei… potrei venire da lei?-

Ed distolse il volto alla richiesta che lo imbarazzava molto.

L’uomo invece si sentì l persona più felice della terra…

 

-No, nessun problema.-

I minuti passarono interminabili, durante i quali arrivarono davanti al palazzo dove abitava il Colonnello.

Scesero dalla macchina.

 

Ed si accostò all’uomo e prese inaspettatamente la sua mano.

Era per lui una necessità.

Aveva voglia di ricordarsi un contatto simile quella sera e, gli ritornò alla mente di quando era piccolo.

Di quando era la sua mamma a stringerli la mano e a confortarlo.

Ma quella sera no.

Sua madre non poteva essere con lui.

 

Mustang d’altro canto, la tenne tra la sua.

Sentì il ragazzo debole e lo trascinò fino dentro casa.

Lo fece sedere sul divano; cercò di fargli mangiare qualcosa, ma non ebbe successo.

Chiamò Al per tranquillizzarlo, inventandosi una scusa sul motivo per cui Ed non sarebbe tornato subito a “casa”.

Gli portò un pigiama che gli potesse stare bene e gli indicò la stanza degli ospiti.

Ed assentì con la testa.

 

-Le voglio prima dire una cosa.-

-Va bene, ma in fretta che domani devo andare in ufficio presto.-

Il ragazzo abbassò il volto.

Il pianto gli rigava di nuovo le guance.

L’uomo lo strinse in un abbraccio sicuro.

 

-Sa che giorno è oggi?-

-Intendi dalla mezza notte o prima?-

-Dalla mezza notte.-

-Allora, siamo al 3 di Ottobre.-

Ed annuì.

 

-Io oggi… esattamente cinque anni fa, trasmutai mia madre e diedi fuoco l’anno dopo a casa mia. Taglia ogni via di ritorno per i miei passi.-

Mustang non disse nulla.

Si limitò solo a stringere il ragazzo nel suo petto e l’altro a nasconderlo e ad artigliare con le mani nella camicia del più grande.

 

Rimasero in quella posizione per molto tempo.

“Ecco spiegato, il perché dei suoi gesti e delle sue reazioni. “

Lo guardò tristemente.

A lui dava fastidio vederlo i n quello stato.

Lui amava Ed, non ci poteva fare nulla…

Ciò però comportava avere il suo stesso stato d’animo, più di ogni altra persona.

Lui soffriva quasi allo stesso modo del suo sognato full metal.

Si sentiva ridicolo, ma non poteva farci nulla.

Sentì le presa farsi più forte.

 

-S…se io le dico… le dico una cosa, lei… lei promette di non prendermi in giro…-

-Lo prometto.-

-NO! Lo deve promettere come si deve! E poi, la prego di non giudicarmi diverso, come farebbe qualsiasi altra persona.-

-Lo prometto.-

Ed affondò sempre di più il volto in quel petto ampio e muscoloso.

Non disse nulla.

 

-Acciaio? Ti sei addormentato?-

-No… è solo… è solo che mi è… mi è difficile…-

Mustang lo aveva notato.

Non disse nulla.

Non gli volle mettere fretta.

Poco dopo parlò.

 

-Ecco… io credo… credo che stasera… credo di aver capito una cosa…-

-E cioè?-

Di nuovo silenzio.

 

-Ecco, credo di essere destinato ad essere un… un peccatore.-

-Per quale motivo?-

-Vede… ho appena capito che… io…-

Silenzio.

 

-CredoDiAmarla!-

Aveva urlato unita tutta la frase.

Aveva troppo paura di come avrebbe reagito l’altro.

Il volto rosso nascosto in quella camicia.

A Roy si era allargato il sorriso sul volto.

Era felice di questa confessione.

Ma non poteva far a meno di pensare allo stato d’animo del ragazzo che stringeva.

Più ci pensava, più si convinceva che la confessione fosse un semi delirio.

 

-Acciaio…-

-Lo so! Faccio schifo! Ma d’altronde, in questo giorno sono destinato peccare!-

-Non volevo dire…-

-E allora cosa?!-

-Calmati. Voglio solo capire cosa provi veramente.-

-Io gliel’ho detto, poi può pure insultarmi.-

-Perché dovrei? Se capisco che il tuo è vero amore, allora io voglio peccare con te.-

Ed tirò su il viso ormai bordò dalla vergogna e dal pianto che non accennava ancora a smettere.

Aveva sicuramente pianto di più in tutta quella notte, che in tutta la sua vita.

 

-Io… lei non… non mi sta prendendo in…-

-In giro? No, credi che se io non ti amassi, mi sarei comportato così?-

-Non saprei… al punto in cui sono, non credo più a nulla.-

-Allora te lo dico io. Se io non ti amassi, avrei chiamato tuo fratello e avrei fatto in modo che lui ti raggiungesse. E invece no, sono rimasto con te, perché non volevo lasciarti solo.-

-Grazie…-

-Si, ma tu mi ami veramente? Sei sicuro di quello che provi? Oppure è solo riconoscenza per stasera?-

-Colonnello… mi sono accorto solo da poco, che la vicinanza con lei mi placa la frustrazione che ho, mi fa sentire bene, quando le sono accanto sono felice, mi sento libero e rilassato. Mi sento bene…prima ero venuto per il rapporto? No, prima ero venuto per vederla. Non capivo perché passavo giorno e notte a pensarla, a vedere il suo volto nei miei pensieri. Non capivo perché ero allegro e di come il mio umore divenisse nero ogni volta che le stavo troppo lontano, non capivo perché percorrevo mentalmente tutti i suoi lineamenti e contemplavo la sua figura… credetti di vederla come un genitore credo, ma sta sera, quando mi è stato vicino, il mio dolore si è alleviato, lei a su di me quasi gli stessi effetti benefici che aveva mia madre, ma in modo diverso…e  credo quindi che questo sia amore…-

Roy lo strinse nuovamente a se e lo baciò delicatamente sulla testa.

 

-Si Edward, credo che tu mi ami…-

Ed sentiva il suo cuore a mille.

Essendo appoggiato al petto dell’uomo, sentiva anche il suo.

Regolare, ma pur sempre veloce.

Si sentì incredibilmente felice.

Guardò l’ora e così fece anche Mustang…

Le 5.00.

 

-È colpa mia, lei deve andare a lavoro…-

-No, non è affatto colpa tua… e non ci vado al lavoro.-

-Perché?-

-Mi sembra di aver capito che tu non voglia tornare subito da Al e, io gli avevo detto che tu non saresti tornato agli alloggi presto.-

-Grazie.-

Mustang avrebbe voluto segnare quel giorno sul calendario, non tanto per la loro dichiarazione, ma quanto per i “grazie” che ed gli aveva detto…

 

-Colonnello?-

-Chiamami Roy, è meglio e più corto.-

-R…Roy, ho sonno…-

Mustang non fece a tempo a dirgli nulla, che lo trovò dormiente sul proprio petto.

Sorrise amaro e triste per la difficile notte che aveva passato Ed.

 

Lo prese tra le braccia.
Lo portò nella sua camera da letto…
Tanto lui non si sarebbe più addormentato.

Avrebbe sistemato un po’ quell’appartamento un po’ trasandato per i suoi gusti, poi avrebbe chiamato per avvertire che né lui, né il full metal sarebbero andati a lavorare…

Avrebbe trovato una ottima scusa.

 

Durante il “tragitto” per la camera, si ritrovò a pensare che il peso dell’ormai unico Auto-Mail che il ragazzo portava, fosse davvero pesante.

Lo adagiò cauto sul letto e poi sotto le coperte.

Fece per andarsene, ma fu trattenuto da una mano di carne.

Il biondo gli si accucciò addosso al corpo.

 

-Non mi lasciarmi solo anche tu…- sussurrò con la poca forza che aveva.

-No, non ti lascerò mai solo Edward. Te lo prometto, ti proteggerò sempre.-

Il ragazzo sorrise e ricadde nei suoi sogni per una volta tranquilli e guidati dalla veglia del moro…

 

***°***

 

Il tempo trascorse.

In alcuni giorni più lentamente.

In altri più velocemente.

Tra alte e bassi.

Durante la loro convivenza assieme, l’alchimista di Fuoco,  Roy Mustang mantenne la sua promessa.

Non fece passare un giorno nella vita dell’alchimista d’Acciaio Edward Elric, in cui si potesse sentire solo o abbandonato.

 

 

Fine

 

OK, non è decisamente il mio genere,ma vi pregherei di essere clementi.

Ho deciso di dedicare questa storia a My pride (Con la quale sto scrivendo una yaoi strano -ma vero- ) e a Nemesi e Setsuka. Le quali hanno saputo farmi apprezzare

e appassionare ad una RoyEd in un modo particolare) e a ci scrive yaoi a me ben accette XD!!

Le yaoi non sono il genere che amo, ma lo accetto, ma sono solo in pochi ad aver avuto da me delle recensioni e questo, perché hanno saputo secondo me,

meritarselo: scrivono bene.
Grazie mille a chi avrà la buona volontà o pietà, di recensirmi!!

 

Il giorno in cui ho finito di scrivere questa storia, sono venuto a conoscenza di un fato abbastanza triste…
Ho conosciuto la “storia”, del giorno più lungo e del periodo difficile che sta passando una ragazza della mia classe, con la quale non ho veramente confidenza,

ma che per lei mi spiace, perchè ha perso la madre
Ecco, spero per lei, che le capiti un giorno nel quale il suo affetto possa essere completato dalla persona che a lei piace ^.^’’ lo ammetto, da oggi tifo per te e

per la tua ripresa XD!!

 

 

 

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E me XD!!

   
 
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