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Autore: EtErNaL_DrEaMEr    08/04/2008    8 recensioni
-Ah, ecco!! Tu sei Bill Kaulitz!!-
Perché... perché quella ragazza lo guardava così?! Lo osservava troppo intensamente..troppo... troppo.
...Oh, no! Non aveva proprio intenzione di dover sopportare un'altra spasimante! Non ora!... Doveva pensare a qualcosa, qualcosa che la facesse allontanare da lui.
Pena, Bill, pensa!! Pensava talmente tanto e così velocemente che sembrava di sentire il rumore della sua testa.
... Sì! Ecco, trovato!!... Certo era rischioso... molto rischioso. Ma se avesse funzionato, di certo non avrebbe più dovuto badare a quella corvina davanti a lui. Inspirò profondamente... ok, Bill, o la va o la spacca!
Pronti... mezzo... via!
-..Ehm... è meglio che tu sappia che io... che... io...- avanti, Bill, dillo! -... che io... io sono gay!!-
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1. La Bamba



Il film era cominciato da venti minuti appena. La sala era buia e completamente occupata: non c'era un posto libero. Le immagini che si susseguivano sul grande schermo erano riuscite a prenderlo. Compiaciuto, si disse che aveva ottimo gusto nello scegliere i film.
All'improvviso, mentre davanti a lui si svolgeva un inseguimento a regola d'arte, partì la suoneria di un telefonino.

"Para bailar la Bamba...se necesita...un poquito de gracia....para mi para ti..."

Si guardò intorno, infastidito, in cerca dello sprovveduto che aveva dimenticato di zittire il cellulare prima dell'inizio del film. Tutti passavano al radar la sala, come lui, ma, a quanto pareva, il colpevole non era ancora sbucato fuori, visto che un'allegra voce ovattata accompagnata da bonghi e tamburi vari continuava ad intonare spensierata la Bamba. Qualche spettatore si girò verso di lui con sguardo accusatorio. Tempo tre secondi e il suo viso si dipinse di un'espressione tra l'incredulo e lo schifato, mentre sul suo volto erano passate a velocità disumana tutte le tonalità di rosso e ora aveva assunto un colore violaceo-paonazzo tipico dell'asfissia. Infilò la mano tremante in tasca, fino ad afferrare il suo cellulare. L'aveva tirato fuori e, inorridito, fissava lo schermo luminoso lampeggiare, mentre una scritta lo avvisava di una chiamata in arrivo.
La suoneria, imperterrita, continuava a squillare.

"Yo no soy marinero....
Yo no soy marinero...
Ba-a-mba....Ba-a-mba..."

Eppure era sicurissimo di aver messo la modalità silenziosa...
Con gli occhi ancora spalancati e una cinquantina di sguardi ormai fissi su di lui, sentì un risolino soffocato arrivare dalla sua sinistra. Si girò impercettibilmente, fino a guardare con la coda dell'occhio Tom, che era sprofondato sul seggiolino rosso e si copriva la bocca con una mano, per evitare di scoppiare in una fragorosa risata. Quell'idiota gli aveva di nuovo manomesso il cellulare a sua insaputa!!
Si alzò di scatto, la mano destra che stringeva spasmodicamente il telefonino, come in un tentativo di soffocare quella vocina. Passando attraverso la fila di sedie, e cercando di non pestare i piedi agli spettatori già irritati, uscì dalla sala. Fuori non c'era quasi nessuno; a qualche metro da lui, la ragazza dietro al bancone ricoperto da bibite, pop-corn e dai cibi meno salutari possibile, lo guardava attonita, forse scioccata dalla sua espressione rabbiosa. Sembrava potesse mordere da un momento all'altro.
Senza il minimo cenno di tatto, schiacciò il tasto con disegnata la cornetta verde, portandosi con un movimento brusco l'aggeggio infernale all'orecchio.

«Pronto?» chiese, la sua voce doveva sembrare il grugnito di un orso.

«Bill Kaulitz?» era una voce professionale.

No, Candy Candy...avrebbe voluto rispondere in quel momento, ma si trattenne. Respirò e... «Chi lo cerca?»

«Ehm...sono Kevin Ulrich, lavoro per il giorna...»


Seccato e senza aspettare che dall'altra parte l'uomo finisse di parlare, troncò all'istante la conversazione. In un mese, quei giornalisti non avevano dato loro tregua. Che palle. Quale parte di 'Ci prendiamo un anno sabatico.' non avevano capito?!?
Senza pensarci troppo, spense il cellulare, lo infilò in tasca e, sotto lo sguardo ancora incerto della giovane cassiera, girò i tacchi e rientrò nella sala. Passò di nuovo tra la fila di spettatori, chiedendo 'Permesso' e 'Scusi' ad ogni passo e provocando una serie a catena di brontolii e mormorii di disapprovazione. Quando passò di fianco a Tom, seduto accanto a lui, si fermò, prese la mira e...gli tirò un memorabile pestone sul piede sinistro, facendo sì che l'altro strabuzzassse gli occhi, colto alla sprovvista e si portasse una mano alla bocca, per fermare il fiume di imprecazioni che stava per esclamare. Sfoggiando un sorrisino soddisfatto, proseguì, sedendosi composto sulla sua seggiola, mentre si lasciava di nuovo catturare dal film proiettato sul grande telone bianco di fronte a lui.


* * *


Finito il film, uscirono in silenzio dalla sala, confondendosi con il resto del pubblico. Tom zoppicava leggermente, probabilmente aveva perso la sensibilità di qualche dito del piede, Bill se ne camminava tranquillo fischiettando con le mani in tasca. Fuori dal cinema, si avvicinarono all'imponente Cadillac nera di Tom. Il biondo tirò fuori la chiave dalla tasca, mentre Bill si avvicinava alla portiera del passeggiero.

«Tom...devo dirti una cosa...» disse, calmo, entrando nell'auto.

«Cosa?» chiese l'altro, mentre infilava la chiave nel quadrante. Non sentendo alcuna risposta, si girò verso Bill.


Il moro gli fece cenno con l'indice di avvicinars a lui, mentre anche lui gli andava incontro. Quando le sue labbra furono ad un centimetro dall'orecchio del biondo, sussurò di nuovo.


«Ho una cosa da dirti...» poi si fermò, prese fiato e urlò con quanta voce aveva in gola : «VAFFANCULOOOOOOOOO!!!»


Una volta rimasto senza fiato, si allontanò dall'orecchio del gemello, riappoggiando la schiena al sedile e guardando fisso di fronte a sè. Al suo fianco, Tom ebbe una reazione a scoppio ritardato. Gli ci vollero circa cinque secondi per portarsi una mano all'orecchio e assumere un'espressione scioccata e molto contrariata. Poi si girò verso Bill.


«Che cavolo fai, idiota!!...Mi hai rotto un timpano!!» si lamentò.

Bill si girò, fino a guardarlo negli occhi. «Tu mi hai rotto i maroni!» disse, serio. «Direi che ora siamo pari!!» affermò, convinto.


Tom cercò di ribattere, ma non gli venne in mente niente. Così optò per il silenzio, continuando a fissare Bill, che a sua volta continuava a fissare lui. Sembrava una di quelle sfide a chi ride per ultimo. Andarono avanti così per un minuto buono. Poi gli angoli delle loro bocche cominciarono a piegarsi, assumendo smorfie orrende, per non lasciarsi scappare un sorriso. Poi, mentre diventavano rossi in viso per lo sforzo e trattenersi era diventato ormai impossibile, scoppiarono entrambi a ridere.

«Metti in moto e andiamo a casa, razza di cretino!!» ordinò Bill ancora ridendo, mentre il biondo faceva avviare il motore.


* * *

Appena Bill aprì la porta dell'appartamento che divideva con suo fratello e i suoi due migliori amici, gli arrivò in testa una secchiata d'acqua. L'avevano completamente lavato. I capelli neri erano grondanti d'acqua e appicicati alla testa, la maglietta aderiva al corpo, pure quella fradicia. Appena riuscì a riaprire gli occhi, cercò di focalizzare la scena che aveva davanti. Un ragazzo, biondo, sulla ventina, lo guardava incerto se darsela a gambe levate o restare lì, con in mano un secchio vuoto ancora a mezz'aria. Gustav.


«...Gustav....» cominciò, ancora sulla soglia, con una voce spaventosamente calma. «..Cosa..sta...succedendo?....» chiese. Sì, decisamente, era troppo calma.

Spaventato, l'altro fece un passo indietro. Istinto di sopravvivenza. «...Pensavo fosse Georg...sai, prima mi ha lanciato addosso una bacinella piena d'acqua. Mi dovevo vendicare...non pensavo fossi tu....scusa...» disse, cercando di scusarsi, mentre il suo sopracciglio andava su e giù, preda di un attacco nervoso.

«Ah.» fu l'unica risposta del moro.


Inquietante.

Gustav non si azzardò ad aprire bocca per mezzo minuto buono, mentre davanti a lui Bill, con un look da pulcino bagnato, se ne stava altrettanto immobile, con lo sguardo perso nel vuoto.


«Bene...bene....bene...» cominciò a ripetere, a intervalle regolari. Il biondo ebbe di nuovo in mente l'immagine del killer psicolabile. «...E dimmi un po', caro Gustav, dillo allo zio Bill, dimmi, dov'è ora Georg il cattivo?» chiese, sfregandosi le mani.


Oddio. Gustav sussultò. Ora Bill era passato alla fase "Non sono il lupo cattivo...sono solo la nonna...fidati di me Cappuccetto Rosso!" con di seguito una risata malvagia.
....L'unico problema, era che, in quel caso, Cappuccetto Rosso era lui....


«Guuuustaaaaaaaaaaav!!!»


A urlare era stato lo stesso Georg, dal corridoio. Non aveva visto l'accaduto ed era ancora concentrato sulla sua lotta a gavettoni col biondo. Non perse il sorriso in faccia neanche quando arrivò all'ingresso e si trovò davanti Bill e Gustav, immobili.


«..Ciao, Bill!!...Ehi, ma che cavolo ti è successo? Sembra che ti abbiano tirato addosso una secchiata d'acqua!» disse, ridendo all'aspetto del moro.


Quale sfacciataggine!!
Gustav indietreggiò cautamente di qualche passo, facendo saettare lo sguardo da Bill a Georg e da Georg a Bill, aspettandosi una delle peggiori reazioni. Ebbe paura per Georg. La sua uscita era stata decisamente, decisamente, infelice. E il sopracciglio tremante di Bill confermava il suo pensiero.


«Sai...Gustav pensava che io fossi TE!!» disse, dapprima inquietantemente calmo, poi accrescendo sempre più il tono di voce, fino a piantare gli occhi sull'amico.


Sembrava la versione isterica e fradicia della matrigna di Cenerentola. Gli occhi iniettati di rosso, il volto contratto in un'espressione inferocita. Gustav ebbe di nuovo paura. Andando contro ogni logica di sopravvivenza, provò a parlare.


«Bill...era solo un po' d'acqua...» buttò lì, cercando di risultare tranquillo.

Come un automa, la testa di Bil si spostò, girandosi verso di lui. «...Solo un po' di acqua, eh?» sibilò.


In quel momento, Georg si rese conto dell'abominio che aveva scatenato, e cominciò la ritirata, sperando di essere ancora in tempo per salvarsi.


«Dove credi di andare?!»


La voce di Bill lo bloccò sulla soglia. Beccato. Ma Georg, favorito dalla distanza, corse fino a barricarsi dietro la porta della sua camera, chiudendola un secondo prima che Bill lo prendesse, facendogli sbattere il muso contro il legno scuro. Il moro grugnì, sibilando qualche minaccia rivolta all'amico. Poi si allontanò, andando verso il bagno. Tempo due secondi, e si sentì un'altra imprecazione.


«E che cacchio!!!» esclamò, scocciato. «Si può sapere dove diavolo sono finiti tutti gli asciugamani in questa casa?!» chiese, tornando a grandi passi verso Gustav, l'unico in circolazione.

«Ahem....mi sa che sono tutti giù in lavanderia» disse, senza sapere che reazione aspettarsi dal moro.


Bill lo guardò, alzando gli occhi al cielo esasperato, camminando verso la porta. L'aprì, sbuffando come una vecchia teiera, per andare a recuperare un qualcosa che almeni somigliasse ad un pezzo di spugna. Iniziò a scendere la prima delle tre rampe di scale; inutile dire che di un ascensore non c'era nemmeno l'ombra. Quando era ormai a metà strada -e praticamente quasi già asciutto- urtò con la spalla una ragazza che stava salendo. La borsa che aveva in mano ruzzolò giù per le scale. Bill, sbuffando, non si fermò neanche, continuò a scendere veloce le scale, si fermò sul pianerottolo, afferrò veloce la borsa e la riportò alla sua proprietaria. Allora si accorse che erano in due. La ragazza che aveva urtato, con i capelli corvini raccolti in una coda, lo guardò con un sorriso.


«Grazie!»

«Di niente» mugugnò l'altro.


Mentre stava per girare le spalle e procedere verso la lavanderia, però, un'esclamazione della stessa ragazza lo fece fermare sul posto.

«Aspetta un attimo...ma io ti ho già visto!» affermò, pensierosa, ma con un tono di voce abbastanza convinto.


Bill non voleva girarsi. Aveva capito dove voleva andare a parare quella....ma da quando la gente aveva una memoria così buona?! Si rifiutò di girarsi verso di lei, per evitare di darle anche un minimo indizio.
.....Ma non servì a niente.


«Ma sì!!» disse poi, sbattendosi un palmo in fronte.  «Tu sei quello dei Tokio Hotel!!» esclamò, soddisfatta della sua conclusione.


Con un tic al sopracciglio il moro non potè fare a meno di girarsi verso le due ancora ferme sulla rampa. La corvina sorrideva, raggiante. La ragazza vicino a lei se ne stava imbronciata e a braccia conserte. Sembrava non gliene fregasse proprio un emerito accidente. Almeno una! Pensò Bill, relativamente sollevato.


«Ecco, sei il cantante!...Bill Kaulitz!!!»


.....
...
«No! Non sono io!»



Ovviamente, non rispose così.
 


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Salve gente!!
...Non sono riuscita a stare lontana per molto;P!!
Cooomunque, innanzitutto, grazie a chi ha recensito l'ultimo capitolo dell'altra ff*me che ringrazia*... e poi... e poi lasciatemi qualche recensione su questo primo capitolo, così mi fate sapere se vi piace o no!!... Premetto che l'idea è arrivata dopo un pomeriggio passato a cantare la "Bamba" con due mie amiche (della serie: non avevamo proprio niente da fare^^')... e non so che cavolo abbia a che fare la Bamba con i Tokio Hotel...ma vabbè... oh, all'ispirazione non si comandaXD!!

Ok, quindi: lasciatemi taaante recensioni... e io vi lascio un bacione!!!=*


Vale

  
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