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Prompt: Send me a sign- Hammerfall
Tre cuori e un guscio
Raffaello socchiuse gli
occhi dal taglio duro e le iridi
dorate gli brillarono. Incrociò le gambe e si
appoggiò contro la parete di
mattoni.
“Questa accidenti di situazione maledetta è insostenibile” ringhiò. Si leccò le labbra e sospirò.
Michelangelo
passò la mano nella
pelliccia arancione di Klank.
“E’
davvero così terribile? Hai la stessa faccia che aveva
Venus quando è dovuta partire” disse.
Raffaello annuì
e chiuse gli occhi, i due capi della lunga
fascia rossa gli sbatterono contro la pelle verde scuro.
Raffaello parò la katana del fratello con i sai, bloccò la lama dell’arma del fratello. Fece leva e le tre armi ninja volarono via.
Leonardo balzò e colpì l’altro con un doppio calcio al petto. Guardò il fratello indietreggiare, uscì l’altra katana e gli corse incontro.
Raph si chinò evitò un affondo della katana del fratello, colpì con un calcio la mano del fratello facendogli volare via l’arma.
La tartaruga ninja dalla fascia blu lo raggiunse con un pugno il collo del fratello.
Raffaello sentì mancare il fiato, indietreggiò e tossì. Schivò una serie di colpi a mano aperta da parte di Leonardo. Gridò, afferrò per le spalle il fratello e lo spinse. Lo trascinò fino a sbatterlo contro il muro.
Leonardo gli afferrò i polsi, gli girò le braccia facendolo gemere.
Raffaello lo colpì con una testata, entrambi avvertirono un forte dolore.
Leonardo
sorrise, le iridi nere gli
brillarono. Si
sporse e appoggiò le sue labbra su quelle di Raffaello che
sgranò gli occhi.
Raffaello sentì
il ginocchio pizzicare, chinò il capo e
avvertì la schiena dolergli. Vide la benda che gli cingeva
il ginocchio
arrossata dal sangue, chiuse un occhio e lo strofinò con
l’indice.
“Preferirei
affrontare un esercito d’insetti” sibilò.
Michelangelo
scoppiò a ridere, Raffaello digrignò i denti e
lo raggiunse con un pugno al capo. Lo sentì lamentarsi,
alzò il capo e guardò
il cielo.
Donatello
si tolse gli
occhiali a raggi x dai vetri verdi e li appoggiò sulla
scrivania accanto a un
cacciavite. Si mise il bastone bò nella fascia sopra il
guscio e raggiunse il
maggiore.
“A… aspetta…” sussurrò. Afferrò il polso di Raffaello e lo strattonò.
La
tartaruga ninja
dalla fascia rossa e si voltò e socchiuse gli occhi.
“Che c’è?” ringhiò.
Donatello
avvampò e chinò il capo, le iridi
castane gli divennero lucide.
“Non ho tempo per vedere una tua invenzione, devo svignarmela prima che papino mi becchi” sancì.
Il
fratello deglutì e rialzò il capo, facendo
mulinare intorno alla testa i due
apici della fascia viola.
“Fratellone non odiarmi, scusami” mormorò.
Raffaello
sollevò un sopracciglio, strattonò il
braccio e piegò il capo.
“Mi
hai demolito la
motocicletta?” chiese.
“Non
posso più
nasconderlo” disse deciso Donatello. Chiuse
gli occhi, si alzò sulle punte e
baciò il maggiore che strinse gli
occhi, un rivolo di sudore gli scese lungo la fronte verde pelata.
Raffaello si
massaggiò il collo, sciolse le gambe e le
allungò strofinandole contro il pavimento del terrazzo,
muovendo le dita tozze.
“Vedi di
prenderla sul serio… no, aspetta. Sarebbe come
chiederti di non mangiare pizza” borbottò.
Il gatto miagolò e abbassò le orecchie.
Michelangelo gli
passò l’indice sotto il muso e l’animale
fece le fusa.
Casey si portò la bottiglia alle labbra tenendola per il collo e se la portò alle labbra. Diede una serie di sorsate, un rivolo di liquido ambrato gli scese dalla bocca che gli colò lungo la guancia. Le iridi azzurre erano liquide, un rivolo di sudore gli scese lungo il mento spigoloso. Si leccò le labbra e calciò una mazza da hockey gettata per terra.
Casey
appoggiò sul pavimento una
bottiglia vuota.
“Bro, passa una birra” borbottò.
Raffaello si piegò e tolse una lattina da una plastica trasparente spaccata per metà. Si sedette accanto al migliore amico su una sacca con dentro due mazze da baseball e dieci da hockey e gli porse la bevanda.
Casey
la afferrò e socchiuse gli
occhi, le guance
pallide gli si erano arrossate.
“Dacci
un taglio prima
di diventare un vigilantes alcolizzato” borbottò
la tartaruga ninja.
Casey
la bevve in due
sorsate. Lasciò cadere la lattina vuota sul pavimento
facendola tintinnare.
“April
mi ha piantato,
faccio quello che ca**o mi pare” biascicò. Si
tolse la maglietta rossa e la
lanciò sul pavimento accanto a una pila di cartoni della
pizza, si passò la
mano tra i lunghi capelli bluastri. Si voltò verso Raffaello
che si girò a sua
volta e gli picchiettò l’indice sul petto.
“No, me**a. Ti devi riprendere” ruggì.
Casey gli passò le braccia intorno al collo e socchiuse gli occhi.
Raph
espirò sentendo l’odore di alcool
provenire dall’altro.
“Puzzi” sibilò.
Casey
si sporse, chinò il capo e baciò il muso del
migliore amico.
“Chi
scelgo?” domandò Raffaello.
Il felino balzò
giù dalle mani del padrone e si strofinò
contro la sua gamba nuda dalla pelle verde chiara di Michelangelo. Le fuse
dell’animale si fecero più forti e Klank
dimenò la coda.
“Non è giusto big brother. Io non ho manco la ragazza” si lamentò Mikey.
Raffaello si sporse verso
di lui
e gli mise una mano sulla spalla.
“Ascolta un
consiglio, meglio così” sussurrò.