-
Sono la sorella
gemella di Sirius, il mio nome è Honor
Black.
Il silenzio calò nella stanza
mentre Hermione appoggiava il vassoio e si sedeva su una seggiola passandosi
sconcertata la mano tra i capelli.
Draco non disse nulla, ma
distolse gli occhi dal fantasma e fissò il panorama fuori dalla finestra.
Honor Black, l’Onore dei Black, colei che stavano cercando.
Ecco perché gli pareva di
averla già vista, anche se i lineamenti erano nascosti, i tratti assomigliavano
lo stesso a quelli tipici di tutti i membri di quella scellerata famiglia, non
ultima sua madre.
-
Da cosa Vesper Lyndt? – le chiese alla
fine, lei sorrise e a lui parve che il sorriso fosse dolce, per una volta
-
Come tutti i
gemelli della famiglia Black, anche io ero destinata ad un futuro distante
dalla mia casata
-
Credevo che si
usasse solo per i gemelli omozigoti
-
Ingenuo… io
rappresentavo per loro la causa principe di tutte le loro disgrazie, è facile
sfogare la rabbia su una bambina inerme.
-
Già…
-
Non ho mai
desiderato uccidere mio fratello Sirius e neppure
l’altro mio fratellino, Regulus, tuttavia, da tutti
sono stata additata come la Disgraziata, colei che avrebbe portato sventura.
C’era solo da chiedersi come eliminarmi.
-
Non credo si
siano fatti troppi problemi
-
In effetti no, se
fosse per mia madre, a quest’ora non sarei qui, anche se non sono più di questo
mondo
-
Che vuoi dire?
-
Che mia madre
avrebbe volentieri alzato la bacchetta su di me lanciando una qualsiasi delle
peggiori maledizioni conoscesse, se ciò fosse servito a salvare la sua pelliccia
nuova.
-
Walburga non era
una madre esemplare – concesse Draco, a cui la zietta
non stava poi così simpatica
-
Mio padre non lo
permise
-
Orion?
-
Ero sangue del
suo sangue, purosangue, i Black non sprecano il proprio. Fui abbandonata nel
mondo babbano, nella speranza che qualcuno mi
uccidesse, che qualche sconosciuto eseguisse la condanna che avrebbero dovuto
fare loro.
-
E poi? – Vesper, o Honor, che si
preferisse, ghignò
-
Mi lasciarono di
casa mia solo una cosa, un braccialetto d’oro con scritto “Black Honor”, i miei genitori adottivi
pensarono che fosse un segno di mia madre e decisero di lasciarmelo
-
Sei stata
adottata? – domandò Hermione
-
Non era una cosa
così legale – ammise lei - Io ero in fasce e i miei genitori volevano un
figlio, anche se non potevano averne. Mi trovarono per strada, mi presero con
loro e dissero che ero la loro figlia naturale.
-
Ma non era vero.
-
No. Non
assomigliavo a loro due, avevo i tratti caratteristici di tutti i Black: occhi
blu e capelli neri, la mia somiglianza con Sirius era
qualcosa di innegabile.
-
Sei stata a Hogwarts?
-
A undici anni
arrivò la lettera, i miei genitori adottivi credettero
che fosse per quello che mi avevano abbandonata, perché avevo dei poteri e
facevo paura, ma continuarono ad accettarmi.
-
Continua
-
Essendo la
gemella di Sirius, avevo la sua stessa età, ci
incontrammo fin troppo presto, io, lui, James Potter,
Remus Lupin, Peter Minus, Lily Evans e Severus Piton, una allegra combriccola che non andava d’accordo. Se
Sirius era il peggior mascalzone della scuola quando
era in compagnia dei suoi amici, assieme a me cambiava completamente; ci
comportavamo come se fossimo stati fratelli da una vita, eppure ci conoscevamo
da pochi mesi… era destino che i nostri cammini fossero incrociati.
-
Hai saputo che
era tuo fratello? – chiese Hermione
-
Solo dopo. Fino
ad allora non avevo mai creduto che il braccialetto che portavo giorno e notte
contenesse il mio vero nome, pensavo che fossero una specie di insulto perché
cognome e nome erano invertiti, letto come era scritto, la frase era “Onore
Nero”, ho sempre creduto che lo avessero inciso per ricordarmi la vergogna di
essere diversa dai babbani, l’ho creduto finchè non ho incontrato un altro Black: Orion.
-
Tuo padre?
-
Già.
-
L’alchimia che
legava me e mio fratello era qualcosa di indissolubile, riuscivamo a ritrovarci
anche stando lontani per molto, era come se avessi coscienza di avere un
fratello gemello, eppure, credevo ancora che fosse una banale, fortissima
amicizia.
-
Dicevi di Orion
-
Mio padre venne a
scuola per un colloquio e mi vide per i corridoi assieme a suo figlio, come non
riconoscermi, eravamo uguali: stessi occhi e stessi capelli, stessa
espressione, la sua espressione. Non credo ne fece parola con mia madre, ma so
che lo disse a qualcuno perché fu per opera di una Black che persi la vita.
-
Una Black?
-
Bellatrix Black.
-
Mia zia!
-
Già, la cara,
vecchia, antipatica zia Bellatrix. Non è che sia
diventata una persona più amabile, col tempo che passa.
-
Come è accaduto?
-
Se non vuoi
parlarne, non dircelo – concesse la Gryffindor
frenando le richieste di Malfoy che sembrava avido di conoscere quella parente
nascosta
-
Honor Black, ero colei che poteva allontanarla dal SUO Sirius…
-
Intendi dire che
zia Bella era innamorata di Sirius Black?
-
Forse, più che
innamorata, direi incapricciata
-
Come è possibile?
-
Sirius era bello e ricco, molto affascinante, sportivo e un
poco maligno, il Black fatto persona.
-
Ma lei era più
vecchia!
-
Credi che ciò
l’avrebbe fermata? – Draco ci pensò, poi scosse la testa – appunto. Io ero la
sorella perduta che lui non sapeva di avere, ma che gli era accanto, non l’ha
mai saputo.
-
Non gliel’hai mai
detto?
-
Solo prima di
morire.
-
Sirius è morto? – domandò preoccupata la mezzosangue
-
Quel giorno al
Ministero, durante la battaglia nei sotterranei.
Hermione ricordò
all’improvviso la scena dello scontro tra Bellatrix Lestrange e Sirius e lui che
cadeva dietro quel velo maledetto che copriva chissà che cosa.
Ricordava quello che lui le
aveva gridato prima di lanciare l’ultima maledizione “non perdonerò mai per
quello che LE hai fatto!”… in quel momento aveva creduto erroneamente che si
stesse riferendo a Harry o ai suoi genitori, ma era proprio un LE quello che
aveva detto. Sirius sapeva che sua cugina aveva
ucciso la sua sorellina gemella che non sapeva di avere?
-
Se lui è morto e
tu anche, perché tu sei un fantasma e lui no? – domandò poi la ragazza
-
Perché voglio
vendetta, cara, voglio vendicarmi, capisci?
-
Di Bella? –
intervenne Malfoy
-
Di lei.
-
E perché non
l’hai uccisa là sotto, oppure subito dopo essere diventata un fantasma. E a
proposito, come fai a usare la magia, se sei uno spirito? – Honor
sorrise
-
Ho dato i miei
occhi per avere di nuovo i miei poteri
-
Tu sei… cieca? –
chiese preoccupata la Granger
-
Un fantasma non
ha bisogno di vedere, io ho bisogno solo di distruggere Bellatrix
Black
-
Perché ti ha
rovinato la vita? – intervenne il biondo, accendendosi una sigaretta, l’altra
fece cenno di sì
-
Hai anche te
sangue Black, sai cosa si prova
-
Sì
-
Ma che cosa ha
fatto di preciso, Bellatrix?
-
Ha scatenato
contro di me il Platano Picchiatore
Hermione si portò le mani alla
bocca nel tentativo di soffocare un grido di orrore. Il Platano era la pianta
più feroce e pericolosa di Hogwarts, stava a riparo
del passaggio che separava la Scuola da Hogsmead e da
cui si accedeva alla Stamberga Strillante.
-
Credevo che mio
fratello avesse bisogno di parlare e ingenuamente andai nel luogo che lei aveva
indicato. Poi, dalla cima della torre, lei mi spinse giù.
Un suono strozzato uscì dalle
labbra della mora mentre ascoltava quel racconto di orrori familiari che avrebbe
fatto invidia a Poe.
-
Di me rimase
assai poco, il Platano mi cavò via completamente gli occhi. Scelsi di rimanere
su questa terra, però, perché non avrei permesso a mia cugina di farla franca e
neppure di irretire mio fratello: gliel’avrei fatta pagare, ero anche io una
Black! Sirius sapeva quello che era successo, la
rifiutò come parente, disconobbe ogni legame con
-
Che è accaduto
dopo? – continuò il biondo
-
Rimasi con Sirius sotto forma di spettro, lo accompagnai per gli anni
della vita più dolorosi, quando, senza nessuno, vedeva i suoi amici costruirsi
piano piano una famiglia e una vita
-
I genitori di
Harry
-
Sì. Sirius aveva perso la sua amica più cara, io, e poi l’altro
suo amico si era allontanato per mettere su famiglia, non è stato facile, si
sentiva completamente rifiutato; a quel tempo, c’eravamo solo io e Remus con lui
-
Il professor Lupin
-
Quello che i
maghi chiamano “rifiuto della società”, un altro bambino, vittima innocente
-
Come te –
aggiunse Malfoy
-
Già, come me,
come Sirius, come Harry Potter
-
Conosci Harry? –
domandò Hermione
-
Sì. E anche come Devlin.
-
Devlin? – ripeterono i due ragazzi
-
Il bambino che
avete trovato
Sembrava che il male se la
prendesse sempre con chi non poteva difendersi.
-
Chi è davvero
questo bambino? – chiese Hermione prendendo tra le braccia il fagottino
cullandolo
-
Non spetta a me
dirvelo – rispose fredda
Silenzio, ancora silenzio, pareva
che fosse una lama che trafiggeva i loro corpi, quell’assenza di rumore totale
dovuta anche all’incantesimo.
-
Perché non hai
ucciso Bellatrix nei sotterranei? – chiese nuovamente
Malfoy facendo un tiro
-
Perché quando
morirà, non sarà per mano mia. Ma morirà dolorosamente, soffrirà come pochi
hanno sofferto. I miei poteri non sono come quelli dei maghi vivi, non posso
toccare oggetti, sono una specie di illusione e lei non sa che esisto. Ma Bella
Black morirà per il male che ha causato alla nostra famiglia.
-
Non ti fermerò,
se è questo ciò che vuoi – intervenne il biondo, Hermione fece una faccia
sconvolta, Honor Black ghignò
-
Hai lo stesso
fare di Sirius, anche lui fumava allo stesso modo. Ma
non gli somigli
-
Io sono un
Malfoy, non un Black
-
I Black si sono
estinti tutti – annuì il fantasma
-
Forse è un bene
-
Chi tiene adesso
il Fuoco?
Draco ghignò al suo stesso
modo e non disse nulla, aspettando che lei se ne accorgesse
-
Sei tu, Malfoy?
-
Già, la cosa non
ti garba?
-
Non mi fa né
caldo né freddo. Ma sarà meglio che non rimaniamo troppo qui a chiacchierare
-
Perché? –
intervenne la mora
-
I mangiamorte ci troveranno presto, la magia nera è potente
nelle loro mani, il Salvio Hexia non durerà a lungo, impiegheranno ogni mezzo per
rintracciarci
-
E dove andremo?
-
A Hogwarts
Honor sembrava stranamente felice di poter pronunciare
quelle parole.
Hermione cullò ancora il
bambino, scettica su quella sconosciuta, poi notò un ciondolo appeso ad una
catenina al collo del bambino
-
Non lo toccare! –
urlò il fantasma prima che le dita di lei entrassero in contatto con il metallo
-
Perché?
-
Nessuno deve
toccare quell’oggetto. Il motivo per cui sono con quel bambino è che lo devo
proteggere, Devlin è sotto la mia custodia e nessuno
ha il permesso di toccare quell’amuleto. Solo Silente.
La Caposcuola riappoggiò il
fagotto nel baule e annuì, poi si sedette sulla sponda del letto e passò una
mano sulla fronte della donna che riposava ancora, Nicholaa
aveva la febbre alta dovuta alle ferite ricevute, sembrava che fosse stata
tagliata da lame aguzze e affilate, probabilmente gli artigli di Fenrir Greyback.
-
Bagaglium! – ordinò alle valigie che si composero in pochi istanti
-
Fai i bauli,
Draco, torniamo a Hogwarts
* * *
Un poco dispiaceva lasciare
quel luogo, sapendo che difficilmente vi avrebbero fatto ritorno; avevano tanti
ricordi, ormai, conservati là dentro: il primo giorno, le fiamme, il bacio,
Natale e Capodanno, le rivelazioni, i mangiamorte, le
foto di Raymond travestito da donna con le calze a
rete… ogni tassello andava a formare un quadro più grande e uno più grande
ancora, fino all’ultimo che era la vita.
Con i bauli accanto, il bimbo
in braccio, un fantasma e una sconosciuta a carico, il piccolo gruppo si
apprestò a smaterializzarsi.
Nicholaa non si era ancora svegliata, così dovevano usare il Levicorpi per
spostarla; Honor girava tranquilla tra quelle mura e
il bambino, per fortuna, non aveva voglia di piangere.
-
Non possiamo
smaterializzarci a Hogwarts – fece presente Draco –
c’è l’incantesimo
-
Possiamo arrivare
fino alla casa del guardaboschi, poi proseguiamo a piedi – disse Hermione –
anche se forse è più prudente arrivare al limitare della Foresta Proibita
Gli altri due accennarono un
assenso.
-
Ok, respirare…
Smaterializzarsi in un posto
così distante e con così tante persone non era facile.
Prese la mano di Draco e la
strinse.
Un respiro profondo, il
pensiero delle alte mura gotiche della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, gli amici che li aspettavano e…
L’attimo seguente erano
accanto ad un pino, quasi stremati.
Honor Black ricomparve accanto a loro e approvò la cosa.
Nicholaa continuava a riposare di un sonno silenzioso e il
piccolo Devlin, chiunque fosse, sonnecchiava tra le
braccia di Hermione.
Draco appoggiò la schiena
all’albero e si terse il sudore dalla fronte, guardandosi attorno, perché stava
così male ultimamente? Smaterializzarsi non era poi così difficile…
Voltò la testa nel buio della
foresta e sorrise al pensiero della punizione del primo anno assieme al Trio
dei Miriacoli che aveva commissionato la McGranitt, la solita arpia… c’erano quel guardiacaccia
rompiballe e il cane mostruoso… Asgard? No, era Thor!
Chiaramente lui era finito
assieme a Potty, neppure a farlo apposta…
Eppure, non ricordava quelle
figure strane, opache e indefinite che passeggiavano… chi erano?
Sbattè gli occhi, la vista gli faceva strani effetti
ultimamente, pareva tutto un po’ offuscato, poco nitido… assottigliò le iridi
per mettere a fuoco meglio
-
Dissennatori! – urlò non appena riconobbe le sagome senza vita che
assorbivano la felicità degli esseri umani, i guardiani di Azkaban
-
Cosa ci fanno
qui? – strillò isterica Hermione, agitatissima
-
Evidentemente i mangiamorte hanno cominciato il loro piano…
-
Piano? Che piano?
– chiese sempre più ansiosa la mora
-
Non credo sia il
momento
Già, non lo era per niente,
soprattutto perché, accortisi della loro presenza, un gruppetto di senza-anima
stavano giungendo con le loro vesti di stracci, pronti per lo spuntino.
-
Merda
Non era proprio di aiuto… e
per di più il mondo lì attorno stava girando in maniera vorticosa, tutto
ondeggiante.
Hermione gli si fece vicino e
mise una mano sulla spalla, tutto inutile, quasi non la avvertì.
Appoggiò la testa ad un tronco
e vomitò.
-
Che cosa gli
succede? – domandò preoccupata al fantasma, lo spirito scosse la testa, non
sapendo cosa rispondere.
Accidenti, e quegli stupidi Dissennatori stavano anche arrivando!
Doveva fare qualcosa… ma
l’unica cosa era richiamare un patronus, ce l’avrebbe fatta?
Aveva lanciato un incantesimo
oscuro molto potente per salvare la vita del biondo, per ben due volte aveva
fatto ricorso alla magia nera, eppure, anche se si trattava di magia bianca,
era terrorizzata dall’idea di dover richiamare il suo protettore.
-
Richiamerò il mio
patronus –
disse risoluta la serpe barcollando e rialzandosi in piedi, impugnando la
bacchetta.
Rischiò di ruzzolare giù per
la collinetta, ma sorreggendosi ad un ramo, rimase in piedi, gli occhi lucidi,
l’andatura sbilenca, ma la fermezza di sempre.
-
Non farlo! Non ti
reggi in piedi, ti ucciderai! – strillò Hermione preoccupata, facendoglisi accanto e costringendolo a sedere sullo strato
di foglie intorno – lo farò io!
Lo avrebbe fatto, sì, ce
l’avrebbe fatta, anche perché, se non ci fosse riuscita, sarebbero morti tutti.
Avvertiva già il brivido
freddo sulla schiena mentre gli essere infernali si avvicinavano, aveva paura.
Chiuse gli occhi e strinse il
legno della bacchetta: un ricordo felice… un pensiero che la rendeva rilassata
e felice…
Rivide passare davanti a sé le
immagini più belle, il primo giorno a Hogwarts, il
momento in cui la McGranitt le aveva dato la Giratempo, la felicità di aver tirato un pugno a Malferret quando se l’era meritato, la soddisfazione di
essere riuscita a ricordare la formula per liberare Ron
dal Tranello del Diavolo, e poi… una serie di flashback delle ultime settimane
insieme alla serpe, loro due che litigavano alla stazione, l’arrivo all’attico,
il giro per negozi, Natale insieme, Capodanno… e ancora, la scena di quando le
aveva detto “non lasciarmi”.
Aprì gli occhi
-
Expecto patronus! – urlò
più forte che poteva
L’aria si riempì di una
nebbiolina che fece arrestare i dissennatori, poi, la
figura di una lontra prese forma e si lanciò contro i guardiani della prigione.
Qualcuno scomparve quando
l’animale incrociò la sua strada, ma molti erano ancora lì. Doveva farcela.
Stese il braccio più che poté
nonostante le dolesse, molti Dissennatori erano
ancora lì e stavano cercando di aggirare le manovre della lontra che aveva
richiamato che non riusciva a trapassarli tutti.
Strinse i denti, faceva male,
male da morire, ma era l’unica che poteva salvarli.
Avvertì appena i muscoli del
gomito rilassarsi un poco, no, non doveva! Doveva resistere…!
-
Ex… pecto… expetcto… patronus! – urlò qualcuno dietro di lei e, prima che potesse
voltarsi a vedere, un patronus completo a forma di drago la
attraversò, lanciandosi con violenza sugli avversari.
Non era il caso di chiedersi
da chi provenisse quella creatura, lui, maledetto, maledettissimo Malfoy!
Corse verso il corpo ansante
appoggiato al tronco
-
Stupido, stupidissimo
Draco! – mormorò scuotendolo poco finemente e facendo scappare un risolino a Honor – non dovevi farlo! Ti avevo detto di non farlo!
-
Avevo promesso di
proteggerti Granger, ricordi? Non farmi la paternale come al solito – la
rimproverò con il solito ghignò sulle labbra, eppure lei sentiva il cuore
pulsargli troppo velocemente nel petto e le vene delle mani pericolosamente in
vista.
-
Accidenti
Prese un fazzoletto dalla
tasca e gli pulì la fronte imperlata di sudore, perché stava così male?
-
Stupida… - disse
appena lui, poco prima di perdere i sensi.
Il drago dietro di lei emise
un ruggito spaventoso quando lui perse conoscenza, un grido di dolore che
avrebbe ridestato i morti dell’inferno, poi scomparve in una fiammata. Dei Dissennatori neppure l’ombra.
Hermione tenne abbracciata la
testa del ragazzo, coprendogli le orecchie perché quel baccano non peggiorasse
ancora di più le sue condizioni.
Un bagliore improvviso nel
cielo le fece vedere nitidamente qualcosa che non avrebbe voluto: sopra la
Scuola, nel cielo avvolto dalla nebbia rossastra, il Marchio Nero svettava
sulle guglie antiche di Hogwarts, incutendo terrore.
In preda all’ansia, sbottonò
rapida i pomelli dei polsini ed espose la pelle del braccio sinistro alla luce,
il Marchio sul suo braccio sembrava una ferita aperta e doveva fare molto,
molto male.
-
Hermione! – urlò
qualcuno dietro di lei e, girando la testa mesta e piangente, riconobbe Hagrid ed Harry.
* * *
-
L’ha fatto per me
– pianse Hermione, Harry la strinse un poco. Erano da un’ora fuori della porta
dell’infermeria, Silente, Madama Chips, la McGranitt e Piton erano entrati
da un pezzo, ma nessuno era ancora uscito.
Hermione sembrava disperata e
continuava a dire che “L’aveva fatto per lei” e che “Le aveva salvato la vita”
perché era “una stupida sconsiderata”… non l’aveva mai vista così sconvolta per
qualcuno negli ultimi sette anni, neppure quando Ron
era stato ricoverato al terzo anno e, senz’altro, non si era scomposta tanto
quando Allock gli aveva reso il braccio di gelatina
o, al primo anno, quando Ron si era fatto distruggere
dalla Regina perché potessero fare scacco matto.
Era sempre stata agitata ma
composta, adesso addirittura alle lacrime e non riusciva neppure a farsi
raccontare che cosa era successo.
Inconsolabile era la parola
che gli veniva più spontanea.
-
Se… se dovesse
morire per aver salvato me… mormorò tra i singhiozzi – se dovesse succedergli
qualcosa… se solo fossi stata più attenta… e poi lui stava già male… non
avrebbe dovuto…. Gli avevo detto di non farlo!
Si soffiò il naso nel
fazzoletto.
Quando l’avevano trovata nel
bosco, lei stava stringendo la testa di Malfoy, quasi che gliel’avessero
tagliata, e piangeva di già.
Il tempo di porgerle la mano
ed era svenuta anche lei.
Da quando si era svegliata,
mentre la riportavano a Hogwarts, non aveva smesso di
singhiozzare, povera Herm.
-
Coraggio, Malfoy
ha la pelle dura… - cercò di tirarla su, ma sembrava tutto inutile, lei non lo
stava a sentire, sentiva solo i passi che si muovevano oltre l’uscio chiuso e
si alzava ogni volta che udiva avvicinarsi qualcosa, per poi tornare a sedersi
delusa quando la serratura non scattava.
In quel momento lui voleva
solo sapere e lei sfogarsi.
E Malferret
dall’altra parte? Probabilmente vivere perché non doveva stare troppo bene…
Silente gli aveva detto molte cose, sapeva che lo Slytherin
aveva il Marchio, quindi stare lassù doveva essere doppiamente faticoso per
lui… lo aveva trovato alla sua età normale, però, ciò significava forse che
l’effetto della pozione era sparito? Lo sperava.
La scuola era contornata dai mangiamorte e dai Dissennatori,
molti studenti erano stati portati a casa con la smaterializzazone
dai professori, quelli che avevano scelto di rimanere l’avevano fatto con
coscienza e non erano pochi.
Il marchio era sopra le loro
teste e tutti sapevano cosa avrebbe significato: BATTAGLIA.
* * *
Silente uscì dalla porta che
era rimasta sigillata due ore.
Indossava la famosa tunica di
velluto bordeaux e il cappello a punta come Mago Merlino nella Spada nella
Roccia, l’espressione, però, era decisamente più grave.
-
Signorina Granger
Hermione si alzò fulminea in
piedi facendo scivolare via la mano da quelle di Harry che gliela accarezzava
fino a poco prima.
Si alzò con lei
-
Signor Potter…
Ok, sapeva cosa significava quel tono, letteralmente
tradotto era qualcosa come “fuori dai piedi, sono cose private”, per dirla alla
Malfoy sarebbe diventato “via dalle palle”.
Si risedette, capendo
l’antifona.
Hermione scomparve col preside
oltre l’uscio che si richiuse, era stufo di stare a guardare una porta…
Ginny gli si avvicinò silenziosamente, ripiegò la gonna
sotto di sé e sedette sulla panca accanto a lui, perso nei suoi pensieri.
Un’occhiata agli occhiali, una
alla porta, giunse le mani in grembo e appoggiò la testa alla spalla del moro
-
Stai tranquillo
Harry
* * *
-
Signorina
Granger, vorrei parlarle del signor Malfoy – incominciò l’anziano professore
facendola accomodare su uno dei lettini dell’infermeria. Lei sedette
-
Ditemi prima come
sta, ho bisogno di saperlo, lui… lui mi ha salvato la vita!
-
Il signor Malfoy,
con le dovute cure, si riprenderà
-
Dice sul serio?
Stava così male in questi ultimi giorni…
-
Signora Granger –
continuò il rettore – lei sapeva che erano due giorni che il signor Malfoy stava
cercando di trattenere la trasformazione in un bambino…? - le parole uscirono serissime dalle labbra di Silente
-
Che cosa?
Perché l’aveva fatto? Perché?
-
Come è possibile,
noi non sappiamo…
Ma già mentre pronunciava
quella frase si rendeva conto da sola della banalità, della stupidità.
Conosceva l’incantesimo, probabilmente era a conoscenza anche di qualche
soluzione temporanea, non importava se fosse magia bianche, nera, gialla o di
che altro colore.
Draco era ossessionato da
questa cosa di proteggerla, era davvero arrivato a tanto? A forzare se stesso oltre
il limite?
Con tutti i problemi che
aveva… le fiamme che lo divoravano, il rimorso, le colpe, il Marchio e adesso
anche quello… perché era un tale testardo, un tale stupido?
Sacrificarsi a quel modo
quando non c’era bisogno!
Era perfino andato da solo nel
covo dei mangiamorte, l’incosciente!
La ragazza si prese la testa
tra le mani e appoggiò i gomiti alle ginocchia, scuotendo i riccioli che le
cadevano sulle spalle e piangendo amaramente.
Stupido, stupido e ancora
stupido, perché doveva farla sentire così insignificante? Una buona a nulla!
Ecco come la faceva sentire!
Quanto lo odiava quando faceva
così… digrignò i denti e si sentì una perfetta stupida, stupida per non
essersene accorta e aver vissuto tranquilla.
Come era contenta la mattina,
quando l’aveva ritrovato alla sua età normale… aveva forzato anche quella? Era
addirittura riuscito a far sì che, per un certo tempo, la pozione non avesse
effetto?
Come ci era riuscito?
Silente le mise una mano sulla
spalla e la scosse un poco, alzando gli occhi lo vide sorriderle appena
-
Stia tranquilla,
andrà tutto bene
-
È un
maledettissimo stupido! – urlò in faccia al vecchio professore, sorprendendolo
un poco – Mi scusi…
-
Non si preoccupi,
è comprensibile. – Hermione annuì e chinò il capo mortificata – quando entrambi
vi sarete ripresi, vi farò chiamare nel mio ufficio, ho alcune cose di cui
parlarvi che sono della massima urgenza
Annuì, finalmente sarebbero
arrivate le rivelazioni che aspettava da quando erano partiti
-
Ah, professore,
io non so se l’ha vista… - incominciò sottovoce guardandosi attorno – c’era un
fantasma con noi… credo che ci avesse detto lei di trovarla, o forse era
trovare qualcos’altro, noi però abbiamo rintracciato solo lei…
Silente rise col suo solito
modo pacato e bonario
-
Sì,
La Caposcuola annuì
-
Per questa notte
chiuderò l’infermeria al pubblico, ho fatto preparare un letto così che possa
riposare, non è il caso che vi mostriate in giro in queste condizioni…
La ragazza si toccò allarmata
il viso e guardò le mani, in effetti sentiva la maglia tirarle stranamente sul
petto e l’elastico della biancheria solcarle un po’ troppo i fianchi… era…
tornata grande?
-
Il signor Potter
mi ha detto che ha cambiato età mentre riposava, anche il signor Malfoy… Harry
sembrava molto preoccupato, forse è il caso che lo rassicuri un poco…
-
Non mi ero
neppure accorta di essere cresciuta…
-
Vada a riposare,
signorina Granger, è molto stanca e i letti sono decisamente più comodi delle
barelle
Lei arrossì e annuì, poi si
alzò in piedi e andò alla porta.
Silente uscì, batté una pacca
sulla spalla al ragazzo che era scattato in piedi e si allontanò strascicando
l’abito di velluto.
Harry le corse incontro
-
Herm, come stai? Madama Chips ti
ha visitata?
-
Non preoccuparti –
lo tranquillizzò – non è successo niente…
-
Niente?! Niente
dici! Ma se mentre ti portavamo qui ha improvvisamente cambiato età? Mi è preso
un colpo, mi hai fatto quasi venire un infarto!
-
Mi spiace, Harry,
non me n’ero neppure accorta… ormai è una cosa così frequente…
-
Oh Herm, non farmi più spaventare così – il suo migliore amico
scosse la testa rassegnato, lei gli sorrise
-
Silente mi farà
dormire qui per questa notte, non dire agli altri che sono a Scuola, ok?
-
La cosa non mi
tranquillizza, lo sai? – puntualizzò Sfregiato – Malfoy è una persona con cui
non riesco a stare tranquillo…
-
Ma Harry, al
momento avrà più o meno dieci anni, cosa vuoi che succeda?
-
Ascoltami bene, Herm – esordì il bambino sopravvissuto con aria seria – ci
sono due cose che una ragazza non deve mai fare: - Hermione sorrise, ascoltando
la predica da paparino preoccupato che il grifone
stava per farle – una è fidarsi di una serpe – lei annuì, da brava bambina – e
due è fidarsi di Draco Malfoy, ok?
Lei scoppiò a ridere.
Era un po’ tardi per il “non
fidarsi di Draco Malfoy”
-
Secondo me sei
troppo agitato – lo rincuorò la mora – tra la storia della scuola e tutto hai i
nervi a fior di pelle, non farti delle preoccupazioni per me, so badare a me
stessa
-
Ecco, appunto,
vattene via e lasciaci in pace! – sbraitò una voce stranamente infantile
dall’interno dell’infermeria, sorprendendo i due ragazzi sulla porta,
apparteneva innegabilmente alla serpe – fai più casino di un ciarlatano per
strada, lasciami dormire!
-
Malfoy, riesci a
essere irritante anche senza la tua presenza, lo sai?
-
Te lo faccio
sapere tramite la Granger domattina, ok? – ghignò lo Slytherin – se si reggerà in piedi…
Harry strinse i pugni e
digrignò i denti, mordendosi la lingua prima di rispondergli a tono
-
Andiamo Harry,
sta male…
-
Male un corno, i
malati non gridano come le cornacchie – bofonchiò il cercatore dei grifoni
Herm lo rassicurò con una pacca sulla spalla e lo spostò
oltre l’impalcatura della porta per poi chiudere e appoggiarvisi.
Sentì qualcuno borbottare
dall’altra parte e poi dei passi allontanarsi.
Harry si faceva decisamente
troppi problemi dopo che lei e Malferret avevano
diviso casa e letto per quasi tre settimane…
Madama Chips
tornò in quel momento con una scorta di medicinali che richiuse nell’armadietto
in fondo alla corsia
-
Su signor Malfoy,
stia tranquillo e riposi così domani potrà alzarsi…
-
Sto benissimo,
non è il caso che la facciate così lunga – borbottò acido all’indirizzo della
donna che sbuffò sonoramente
Il rapporto tra lo Slytherin e l’infermiera non era mai stato dei migliori,
Malfoy, infatti, evitava accuratamente l’infermeria come se si fosse trattato
del preludio all’Apocalisse e, chiaramente, non aveva alcuna fiducia
nell’impiegata dell’anticamera dell’inferno che aveva curato braccia
gelatinose, morbillo, rosolia, impietrimento da
Basilisco e quant’altro.
-
Signorina
Granger, lei si sistemi pure qui – e indicò il letto affianco –
Tirò la tenda per coprire la
metà del letto dove la studentessa si stava togliendo il maglione e la camicia
-
Può anche
lasciarla aperta la tenda – suggerì il biondo col suo ritrovato modo di fare
malizioso, forte del fatto che a dieci anni non potevano comminargli una
punizione e che la vecchia arpia non aveva l’autorità per farlo.
La “vecchia arpia” in
questione si piazzò tra lui e la tenda con le mani appuntate sul fianchi
ricoperti dal vestito azzurro e dal grembiule immacolato, l’espressione non era
niente amichevole e la catenella degli occhiali tutta sbilenca da una parte.
-
Signor Malfoy! –
Draco alzò gli occhi al cielo, sembrava un disco rotto, possibile che dovesse
iniziare ogni frase a quel modo? Lo aspettava un bel discorsetto
da mal di testa fulminante – un giorno le dirò cosa penso veramente dei suoi
modi villani – borbottò la strega – fino a quel punto tenga gli ormoni nei
pantaloni e veda di farsi una dormita, credo che ne abbiate bisogno entrambi!
-
Quello di cui
avrei bisogno sarebbe altro, ma tralasciamo… - le rispose mellifluo mandandola
ancora più su tutte le furie tanto che pestò i piedi e lasciò la stanza per non
rispondergli in una maniera che decisamente non sarebbe stata approvata dal
consiglio studentesco.
-
Dovresti
rimanertene tranquillo a riposare – lo rimproverò la grifoncina
tirando nuovamente la tenda e sistemando il letto per andare a dormire
-
E quello cosa
sarebbe?
Il “quello” in questione era
il pigiama della ragazza di un vivace color mela e cosparso di coccinelle rosse
e nere
-
Credevo che il
tuo pessimo gusto avesse toccato il fondo quando siamo andati a comprare la
biancheria, ma devo decisamente ricredermi!
-
Tieniti per te i
tuoi rimbrotti, mi vesto come mi pare – sbuffò lei che, improvvisamente,
condivideva il malumore dell’infermiera
-
Se fossi in te,
io non mi vestirei affatto
Ma che cosa gli avevano dato a
Malfoy?
Dovevano aver fatto confusione
con le dosi del sedativo! Probabilmente avevano sbagliato boccetta, ce n’erano
tante in infermeria…
-
Ma se una volta
mi avevi detto che la fiducia la si conquista d’in piedi, non da sdraiate… - lo
pungolò lei tirando le lenzuola e infilandovisi sotto
-
Sì, ma dato che
ormai la fase della fiducia l’abbiamo superata, io proporrei di avanzare un
pochino… ci aspettano altri due stadi di una relazione da approfondire e sono i
più… “interessanti”
-
Che relazione
vuoi che possa avere con un nanerottolo di dieci anni – frecciò acida
-
Per lo stadio B,
credo che sia più che sufficiente
-
Nella relazione
che abbiamo noi non ci dovrebbe essere neppure un A, lo sai? Ti posso elargire
uno schiaffo, se vuoi. Eppoi non siamo neppure fidanzati!
Draco ghignò malizioso.
Ad ingenuità non la batteva
nessuno, ma se lei gli serviva un’occasione ghiotta come quella direttamente
sul piatto d’argento, insomma, un po’ se la cercava.
-
Non che serva… -
incominciò – ma vorresti per caso che ti chiedessi di diventare la mia ragazza?
– domandò sporgendosi sul letto di lei, anche se, al momento, la sua bassa
statura gli impediva di riuscire a raggiungerlo.
Hermione si affrettò ad
agitare la bacchetta e a spegnere immediatamente le luci, nascondendo la testa
sotto le coltri nella speranza che lui non fosse riuscito a scorgere
l’improvviso colore vermiglio che le si era propagato dalla fronte in giù.
Probabilmente anche i suoi piedi erano arrossiti.
-
Buonanotte, Draco
– si affrettò a dire con voce tremula e in falsetto, insomma, come non farsi
scoprire.
Ecco, aveva appena trovato il
titolo del libro che sarebbe diventato il bestseller più venduto di tutta la
Londra femminile: “Come non far capire ad
un ragazzo che l’unica cosa che detesta è ciò che vuoi”, sì, sarebbe stato
un boom.
Il biondo se ne tornò al suo
giaciglio e ghignò nell’ombra della notte.
Lui e la mezzosangue insieme
erano la coppia peggio assortita che riuscisse ad immagine, forse addirittura
peggio di Paciock assieme alla Greengrass.
Oltre, ovviamente, al fatto
che San Potter avrebbe scatenato contro di lui ogni avvocato presente sulla
terra per “violenza carnale” sulla sua migliore amica che, di sicuro, non
avrebbe esitato a spacciare per “incapace d’intendere e di volere”, o meglio,
in quel caso avrebbe voluto un po’ troppo, ma erano sottigliezze.
Insomma, sarebbe finito dritto
dritto ad Azkaban per aver
alzato un’unghia sulla Santa Immacolata Granger.
Beh, finchè
aveva dieci anni poteva dormire sonni sicuri, visto che poco avrebbe avuto il
coraggio di tentare in quelle condizioni, e, in effetti, dormire nel senso più
stretto del termine non era proprio ciò che voleva fare con la mezzosangue…
Poi c’era il problema più
grande da affrontare e che rispondeva al nome di “da quando LEI è diventata un sogno proibito”; innanzi tutto nessuna
ragazza poteva permettersi di essere il “sogno proibito” di Draco Malfoy, tantomeno la mezzosangue in questione, eppoi non sarebbe
dovuto essere tanto proibito vista l’umiliazione che avevano
sperimentato giusto il giorno prima in mezzo ad una delle strade più affollate
della capitale.
Beh, se solo provava a
ricordare che per lei era addirittura arrivato a sbirciare dal buco della
serratura gli veniva ancora la pelle d’oca… si comportava davvero come un
poppante, ridicolo, un Malfoy non avrebbe mai dovuto vergognarsi.
Un’occhiata alla Gryffindor, se solo avesse potuto leggere nella sua mente
in quel momento ne sarebbe rimasta traumatizzata e, con ogni probabilità, tutte
le gradazioni di rosso della bandiera del Grifondoro
non sarebbero state sufficienti a mimetizzare il colore del suo viso.
Sarebbe stata una lunga notte…
probabilmente la prima da molto tempo che passava sveglio senza la compagnia di
qualche ragazza compiacente… e la Granger era OFF LIMITS.
* * *
Spazio autrice:
per la pace mentale di lettori e lettrici, soprattutto di quelli che mi stanno
minacciando di morti terribilmente dolorose, ecco qui il nuovo capitolo
d’aggiornamento.
La vicenda si sposta, avevamo
lasciato Hogwarts e adesso la ritroviamo con quasi
tutti i suoi personaggi.
Honor Black finalmente fa una presentazione come si deve e
racconta tutta la sua storia, chiaramente decadente come tutte quelle dei miei
personaggi.
Nel prossimo cappy ci saranno ancora altre rivelazioni, nel frattempo
spero che vi piaccia anche questo…
PS: mi rendo conto di aver
parlato un po’ per enigmi, comunque vi presento le due carte di Clow a cui mi sono ispirata per creare il personaggio di Honor Black
Lei rappresenta quello che ho
in mente per il personaggio, la fisionomia è pressoché identica e lo stesso
vale per il copricapo che indossa, l’ho scelta appositamente perché gli occhi
di questo personaggio non verranno mai rivelati.
Dato però che le Clamp hanno messo a questa carta un vestito che non si
addice alla mia Honor, ne ho scelto un’altra per
l’abito, ovvero questa
Ecco, spero di aver chiarito
un poco le idee…
Vavva:
se la cosa può consolarti, mi sono insultata da sola per il finale che ho messo
visto che, se stessi dall’altra parte, cioè a leggere la mia storia,
difficilmente accetterai che un autore terminasse a questo modo il capitolo.
Sono molto contenta che
l’atmosfera un po’ dark del cappy sia stata resa
bene, in effetti quel posto dove li ho spediti non deve proprio essere una
meraviglia per farci un giretto turistico…
Comunque non preoccuparti per
la fine, ecco il nuovo aggiornamento ed ecco che si svela tutta la storia.
Dopotutto il grosso, ovvero
chi era Honor, l’avevo già detto, no?
Va bene, la smetto di
infierire, lascio alla lettura, io spero che ti piaccia e che non mi ammazzerai
troppo, in questo il finale è coerente, no?
Ciao ciao
e un bacio! Nyssa
Lord Martiya: direi che Silente ha sempre avuto un lato piuttosto
sadico che esterna e sfoga in questi indovinelli ridicoli, ma visto che non
volevo mandarlo troppo OC e che ci stava con la storia l’ho reso anche qui
nonostante sia la parte del suo carattere che detesti di più…
Probabilmente Draco si
vergogna perché il sectumsempra non è una maledizione
senza perdono e lui fino a poco prima ne avrebbe lanciate a destra e a manca
senza preoccuparsene troppo… anche se, come al solito, non ci è andato tanto
per il sottile… >_>
Mi fa piacere che il
riferimento a Dickens sia stato apprezzato, voglio
bene allo zio Charles, ma ogni tanto esagera davvero anche lui…
Per quanto riguarda Negi, lo spero anche io, anche se quel bambino è un vero cerca
guai, probabilmente a qualche modo deve essere parente di Harry.
Spero che ti piaccia anche
questo capitolo, ciao e a presto! Nyssa
Shavanna:
mi dispiace, non farò più scherzetti del primo aprile… bene, sono molto felice
che il precedente cappy ti sia piaciuto, in effetti
forse sgranchirsi le gambe è un po’ riduttivo perché Draco in particolare se
l’è vista parecchio brutta con quello schifoso di Fenrir
alle calcagna, ma meno male che è andato tutto bene.
Per quanto riguarda la gemella
di Sirius, eccola qui. Spero che il personaggio ti
piaccia e mi auguro che sia lo stesso anche per questo nuovo capitolo! Aspetto
i tuoi commenti, ciao e un bacio grande, Nyssa
Falalula:
non sei fuori dal mondo e neppure vecchia, sono solo io che sono fissata… cmq sarebbero delle carte da gioco in grado di donare
poteri magici, qui le uso solo per riferirmi alle figure che ci sono disegnate
sopra perché rendono piuttosto bene alcuni personaggi.
Comunque ecco un po’ di
introduzione su Honor che entra già a pieno
svolgimento della storia e cattura il centro del palcoscenico con la sua
vicenda molto triste (la mia vena drammatica ogni tanto vede la luce nel
passato tormentato di qualche personaggio).
Sono molto felice che tutti i
miei riferimenti letterari siano stati colti, è bello leggere di qualcuno che
riconosce le citazioni, autori e personaggi, lo zio Charles, poi, è uno dei
miei autori preferiti, anche se molto, molto depresso. Per quanto riguarda Fleming, invece, amo di più i film con 007, ma Vesper Lyndt rimarrà sempre il
mio personaggio storico.
Sono felice che la storia
continui a piacerti e sono contenta che sia stato lo stesso anche per la shottina… in realtà è stato solo un esperimento per
appurare che la roba troppo corta con fa tanto per me, ma le tue parole mi fanno
lo stesso molto contenta =^_^=
Spero che approverai anche il
nuovo aggiornamento! A presto e un bacio, Nyssa
Luana1985: ehehe,
ecco il nuovo capitolo allora! Spero che la tua fuga sia stata divertente,
vorrei poter mollare un po’ di scuola anche io…
Sono contenta che la storia
stia diventando più coinvolgente, che cosa ho in mente? Beh, sorpresa, ovvio!
No, in realtà non lo dico solo perché occuperei chilometri e chilometri a
spiegare e faremmo prima tutte e due a leggere e scrivere la fic…
Spero che ti piaccia anche il
mio nuovo post, a presto e un bacione! Nyssa
Gloria85:
complimenti, il coraggio non ti manca! Non credo che io stessa riuscirei a
leggerla tutta, ti ammiro molto sai? Più vado avanti e più ho paura che diventi
un mattone quindi fa piacere sapere che c’è qualcuno che non è morto per colpa
mia durante la lettura ^^
Tranquilli che non vi lascio
troppo a lungo, infatti ecco il nuovo capitolo e spero che ti piaccia come i
precedenti, mi auguro di leggere ancora i tuoi commenti, ciao e a presto! Nyssa
Giuliabaron:
ehhhhh per il bambino dovrai pazientare ancora un
poco, per il momento posso dire solo il suo nome, Devlin,
invece per il suo coinvolgimento ho la bocca cucita sennò addio suspance…
Spero che ti piaccia anche
questo nuovo capitolo di storia di Honor, me lo
auguro davvero, ciao e a presto! Un bacio, Nyssa.
Potterina_88:
eh già, Sirius ha una sorella gemella, rivelazione
shock? Ok, forse ho un po’ esagerato ma mi piaceva
troppo vedere una versione femminile del padrino di Harry con gli stessi occhi
blu e i capelli neri (intendo la versione che ho in mente io, non quella del
film).
La fantasia non so proprio da
dove esca, probabilmente dalle ore di noia mortale di mate, magari posso
chiedere alla mia prof di farti ripetizione, sono certa che pur di non starla a
sentire partiresti per località inesplorate…
Sono molto felice che la
stirpe degli angeli caduti abbia riscosso tutto questo successo, sono molto
affezionata a questa teoria e anche al suo nome, anche io penso che calzi a
pennello con Draco&co.
Sono d’accordo con te, Draco
avrebbe dovuto essere più comprensivo con Herm, ma in
fondo la percentuale di rimanere ucciso era molto alta e il proverbio dice “non
aspettarti niente che otterrai sempre di più” quindi se Herm
se ne fosse andata pensando già di non rivederlo, se invece si fossero
rincontrati sarebbe stato molto più bello, non trovi? Cmq
tranquilla, non ho intenzione di ammazzare i miei protagonisti, non per il
momento almeno XP
Spero che ti piaccia anche
questo capitolo, aspetto il tuo commento, un bacione,
Nyssa
Matrice: mi
fa piacere che Honor sia stato un personaggio bene
accolto perché tornerà nella storia, anche se in un modo un po’ particolare ^_^
Sì sì,
il seguito delle relazioni ci sarà e ci sto già lavorando, anche se temo che
andrà un po’ per le lunghe perché con l’esame alle porte e tutto quanto non
sono granché produttiva XP
Aspetto di conoscere ancora i
tuoi pareri, a presto! Nyssa
Lauwren:
beh, sarebbe come decifrare il carattere di Sirius,
non mi ci metto neppure…
Già, Draco si fa degli
scrupoli, anche se col sectumsempra non ci va giù
leggero, il signorino, però tra loro e il bambino meglio il bambino, no?
Honor comunque tornerà presto nella vicenda perché la sua
storia è al centro di questa parte della narrazione, comunque spero che ti
piaccia anche il mio nuovo aggiornamento, ciao e un bacione
grande! Nyssa