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Autore: Nyssa    08/04/2008    11 recensioni
L'amore non è solo come una rosa che sboccia o una pesca delicata, l'amore è anche una mela selvatica dal sapore un po' asprigno che nasce al freddo e tra le spine.
L'amore è fatto di tante cose, anche di imprevisti, esattamente come quello che colpisce Draco Malfoy ed Hermione Granger durante una delle loro solite litigate, ma che cosa gli è capitato veramente? E quali sono i tanti misteri della Londra babbana (ma non troppo) che Hermione è più che mai decisa a scoprire? E quali sono gli altrettanto sconosciuti motivi che spingono (o costringono?) Draco Malfoy a seguirla?
Prima classificata al Never Ending Story Awards - Terzo Turno secondo la scelta del pubblico.
Vincitrice nelle categorie: Best Saga, Best Romance, Best Plot e Best Couple (Draco/Hermione)
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
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-

- Sono la sorella gemella di Sirius, il mio nome è Honor Black.

Il silenzio calò nella stanza mentre Hermione appoggiava il vassoio e si sedeva su una seggiola passandosi sconcertata la mano tra i capelli.

Draco non disse nulla, ma distolse gli occhi dal fantasma e fissò il panorama fuori dalla finestra.

Honor Black, l’Onore dei Black, colei che stavano cercando.

Ecco perché gli pareva di averla già vista, anche se i lineamenti erano nascosti, i tratti assomigliavano lo stesso a quelli tipici di tutti i membri di quella scellerata famiglia, non ultima sua madre.

- Da cosa Vesper Lyndt? – le chiese alla fine, lei sorrise e a lui parve che il sorriso fosse dolce, per una volta

- Come tutti i gemelli della famiglia Black, anche io ero destinata ad un futuro distante dalla mia casata

- Credevo che si usasse solo per i gemelli omozigoti

- Ingenuo… io rappresentavo per loro la causa principe di tutte le loro disgrazie, è facile sfogare la rabbia su una bambina inerme.

- Già…

- Non ho mai desiderato uccidere mio fratello Sirius e neppure l’altro mio fratellino, Regulus, tuttavia, da tutti sono stata additata come la Disgraziata, colei che avrebbe portato sventura. C’era solo da chiedersi come eliminarmi.

- Non credo si siano fatti troppi problemi

- In effetti no, se fosse per mia madre, a quest’ora non sarei qui, anche se non sono più di questo mondo

- Che vuoi dire?

- Che mia madre avrebbe volentieri alzato la bacchetta su di me lanciando una qualsiasi delle peggiori maledizioni conoscesse, se ciò fosse servito a salvare la sua pelliccia nuova.

- Walburga non era una madre esemplare – concesse Draco, a cui la zietta non stava poi così simpatica

- Mio padre non lo permise

- Orion?

- Ero sangue del suo sangue, purosangue, i Black non sprecano il proprio. Fui abbandonata nel mondo babbano, nella speranza che qualcuno mi uccidesse, che qualche sconosciuto eseguisse la condanna che avrebbero dovuto fare loro.

- E poi? – Vesper, o Honor, che si preferisse, ghignò

- Mi lasciarono di casa mia solo una cosa, un braccialetto d’oro con scritto “Black Honor, i miei genitori adottivi pensarono che fosse un segno di mia madre e decisero di lasciarmelo

- Sei stata adottata? – domandò Hermione

- Non era una cosa così legale – ammise lei - Io ero in fasce e i miei genitori volevano un figlio, anche se non potevano averne. Mi trovarono per strada, mi presero con loro e dissero che ero la loro figlia naturale.

- Ma non era vero.

- No. Non assomigliavo a loro due, avevo i tratti caratteristici di tutti i Black: occhi blu e capelli neri, la mia somiglianza con Sirius era qualcosa di innegabile.

- Sei stata a Hogwarts?

- A undici anni arrivò la lettera, i miei genitori adottivi credettero che fosse per quello che mi avevano abbandonata, perché avevo dei poteri e facevo paura, ma continuarono ad accettarmi.

- Continua

- Essendo la gemella di Sirius, avevo la sua stessa età, ci incontrammo fin troppo presto, io, lui, James Potter, Remus Lupin, Peter Minus, Lily Evans e Severus Piton, una allegra combriccola che non andava d’accordo. Se Sirius era il peggior mascalzone della scuola quando era in compagnia dei suoi amici, assieme a me cambiava completamente; ci comportavamo come se fossimo stati fratelli da una vita, eppure ci conoscevamo da pochi mesi… era destino che i nostri cammini fossero incrociati.

- Hai saputo che era tuo fratello? – chiese Hermione

- Solo dopo. Fino ad allora non avevo mai creduto che il braccialetto che portavo giorno e notte contenesse il mio vero nome, pensavo che fossero una specie di insulto perché cognome e nome erano invertiti, letto come era scritto, la frase era “Onore Nero”, ho sempre creduto che lo avessero inciso per ricordarmi la vergogna di essere diversa dai babbani, l’ho creduto finchè non ho incontrato un altro Black: Orion.

- Tuo padre?

- Già.

- L’alchimia che legava me e mio fratello era qualcosa di indissolubile, riuscivamo a ritrovarci anche stando lontani per molto, era come se avessi coscienza di avere un fratello gemello, eppure, credevo ancora che fosse una banale, fortissima amicizia.

- Dicevi di Orion

- Mio padre venne a scuola per un colloquio e mi vide per i corridoi assieme a suo figlio, come non riconoscermi, eravamo uguali: stessi occhi e stessi capelli, stessa espressione, la sua espressione. Non credo ne fece parola con mia madre, ma so che lo disse a qualcuno perché fu per opera di una Black che persi la vita.

- Una Black?

- Bellatrix Black.

- Mia zia!

- Già, la cara, vecchia, antipatica zia Bellatrix. Non è che sia diventata una persona più amabile, col tempo che passa.

- Come è accaduto?

- Se non vuoi parlarne, non dircelo – concesse la Gryffindor frenando le richieste di Malfoy che sembrava avido di conoscere quella parente nascosta

- Honor Black, ero colei che poteva allontanarla dal SUO Sirius

- Intendi dire che zia Bella era innamorata di Sirius Black?

- Forse, più che innamorata, direi incapricciata

- Come è possibile?

- Sirius era bello e ricco, molto affascinante, sportivo e un poco maligno, il Black fatto persona.

- Ma lei era più vecchia!

- Credi che ciò l’avrebbe fermata? – Draco ci pensò, poi scosse la testa – appunto. Io ero la sorella perduta che lui non sapeva di avere, ma che gli era accanto, non l’ha mai saputo.

- Non gliel’hai mai detto?

- Solo prima di morire.

- Sirius è morto? – domandò preoccupata la mezzosangue

- Quel giorno al Ministero, durante la battaglia nei sotterranei.

Hermione ricordò all’improvviso la scena dello scontro tra Bellatrix Lestrange e Sirius e lui che cadeva dietro quel velo maledetto che copriva chissà che cosa.

Ricordava quello che lui le aveva gridato prima di lanciare l’ultima maledizione “non perdonerò mai per quello che LE hai fatto!”… in quel momento aveva creduto erroneamente che si stesse riferendo a Harry o ai suoi genitori, ma era proprio un LE quello che aveva detto. Sirius sapeva che sua cugina aveva ucciso la sua sorellina gemella che non sapeva di avere?

- Se lui è morto e tu anche, perché tu sei un fantasma e lui no? – domandò poi la ragazza

- Perché voglio vendetta, cara, voglio vendicarmi, capisci?

- Di Bella? – intervenne Malfoy

- Di lei.

- E perché non l’hai uccisa là sotto, oppure subito dopo essere diventata un fantasma. E a proposito, come fai a usare la magia, se sei uno spirito? – Honor sorrise

- Ho dato i miei occhi per avere di nuovo i miei poteri

- Tu sei… cieca? – chiese preoccupata la Granger

- Un fantasma non ha bisogno di vedere, io ho bisogno solo di distruggere Bellatrix Black

- Perché ti ha rovinato la vita? – intervenne il biondo, accendendosi una sigaretta, l’altra fece cenno di sì

- Hai anche te sangue Black, sai cosa si prova

-

- Ma che cosa ha fatto di preciso, Bellatrix?

- Ha scatenato contro di me il Platano Picchiatore

Hermione si portò le mani alla bocca nel tentativo di soffocare un grido di orrore. Il Platano era la pianta più feroce e pericolosa di Hogwarts, stava a riparo del passaggio che separava la Scuola da Hogsmead e da cui si accedeva alla Stamberga Strillante.

- Credevo che mio fratello avesse bisogno di parlare e ingenuamente andai nel luogo che lei aveva indicato. Poi, dalla cima della torre, lei mi spinse giù.

Un suono strozzato uscì dalle labbra della mora mentre ascoltava quel racconto di orrori familiari che avrebbe fatto invidia a Poe.

- Di me rimase assai poco, il Platano mi cavò via completamente gli occhi. Scelsi di rimanere su questa terra, però, perché non avrei permesso a mia cugina di farla franca e neppure di irretire mio fratello: gliel’avrei fatta pagare, ero anche io una Black! Sirius sapeva quello che era successo, la rifiutò come parente, disconobbe ogni legame con la famiglia. Nel giorno in cui io morii, Orion affermò che ero anche io sua figlia, ma Sirius non era più un Black. È successo quando avevamo entrambi sedici anni.

- Che è accaduto dopo? – continuò il biondo

- Rimasi con Sirius sotto forma di spettro, lo accompagnai per gli anni della vita più dolorosi, quando, senza nessuno, vedeva i suoi amici costruirsi piano piano una famiglia e una vita

- I genitori di Harry

- Sì. Sirius aveva perso la sua amica più cara, io, e poi l’altro suo amico si era allontanato per mettere su famiglia, non è stato facile, si sentiva completamente rifiutato; a quel tempo, c’eravamo solo io e Remus con lui

- Il professor Lupin

- Quello che i maghi chiamano “rifiuto della società”, un altro bambino, vittima innocente

- Come te – aggiunse Malfoy

- Già, come me, come Sirius, come Harry Potter

- Conosci Harry? – domandò Hermione

- Sì. E anche come Devlin.

- Devlin? – ripeterono i due ragazzi

- Il bambino che avete trovato

Sembrava che il male se la prendesse sempre con chi non poteva difendersi.

- Chi è davvero questo bambino? – chiese Hermione prendendo tra le braccia il fagottino cullandolo

- Non spetta a me dirvelo – rispose fredda

Silenzio, ancora silenzio, pareva che fosse una lama che trafiggeva i loro corpi, quell’assenza di rumore totale dovuta anche all’incantesimo.

- Perché non hai ucciso Bellatrix nei sotterranei? – chiese nuovamente Malfoy facendo un tiro

- Perché quando morirà, non sarà per mano mia. Ma morirà dolorosamente, soffrirà come pochi hanno sofferto. I miei poteri non sono come quelli dei maghi vivi, non posso toccare oggetti, sono una specie di illusione e lei non sa che esisto. Ma Bella Black morirà per il male che ha causato alla nostra famiglia.

- Non ti fermerò, se è questo ciò che vuoi – intervenne il biondo, Hermione fece una faccia sconvolta, Honor Black ghignò

- Hai lo stesso fare di Sirius, anche lui fumava allo stesso modo. Ma non gli somigli

- Io sono un Malfoy, non un Black

- I Black si sono estinti tutti – annuì il fantasma

- Forse è un bene

- Chi tiene adesso il Fuoco?

Draco ghignò al suo stesso modo e non disse nulla, aspettando che lei se ne accorgesse

- Sei tu, Malfoy?

- Già, la cosa non ti garba?

- Non mi fa né caldo né freddo. Ma sarà meglio che non rimaniamo troppo qui a chiacchierare

- Perché? – intervenne la mora

- I mangiamorte ci troveranno presto, la magia nera è potente nelle loro mani, il Salvio Hexia non durerà a lungo, impiegheranno ogni mezzo per rintracciarci

- E dove andremo?

- A Hogwarts

Honor sembrava stranamente felice di poter pronunciare quelle parole.

Hermione cullò ancora il bambino, scettica su quella sconosciuta, poi notò un ciondolo appeso ad una catenina al collo del bambino

- Non lo toccare! – urlò il fantasma prima che le dita di lei entrassero in contatto con il metallo

- Perché?

- Nessuno deve toccare quell’oggetto. Il motivo per cui sono con quel bambino è che lo devo proteggere, Devlin è sotto la mia custodia e nessuno ha il permesso di toccare quell’amuleto. Solo Silente.

La Caposcuola riappoggiò il fagotto nel baule e annuì, poi si sedette sulla sponda del letto e passò una mano sulla fronte della donna che riposava ancora, Nicholaa aveva la febbre alta dovuta alle ferite ricevute, sembrava che fosse stata tagliata da lame aguzze e affilate, probabilmente gli artigli di Fenrir Greyback.

- Bagaglium! – ordinò alle valigie che si composero in pochi istanti

- Fai i bauli, Draco, torniamo a Hogwarts

* * *

Un poco dispiaceva lasciare quel luogo, sapendo che difficilmente vi avrebbero fatto ritorno; avevano tanti ricordi, ormai, conservati là dentro: il primo giorno, le fiamme, il bacio, Natale e Capodanno, le rivelazioni, i mangiamorte, le foto di Raymond travestito da donna con le calze a rete… ogni tassello andava a formare un quadro più grande e uno più grande ancora, fino all’ultimo che era la vita.

Con i bauli accanto, il bimbo in braccio, un fantasma e una sconosciuta a carico, il piccolo gruppo si apprestò a smaterializzarsi.

Nicholaa non si era ancora svegliata, così dovevano usare il Levicorpi per spostarla; Honor girava tranquilla tra quelle mura e il bambino, per fortuna, non aveva voglia di piangere.

- Non possiamo smaterializzarci a Hogwarts – fece presente Draco – c’è l’incantesimo

- Possiamo arrivare fino alla casa del guardaboschi, poi proseguiamo a piedi – disse Hermione – anche se forse è più prudente arrivare al limitare della Foresta Proibita

Gli altri due accennarono un assenso.

- Ok, respirare…

Smaterializzarsi in un posto così distante e con così tante persone non era facile.

Prese la mano di Draco e la strinse.

Un respiro profondo, il pensiero delle alte mura gotiche della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, gli amici che li aspettavano e…

L’attimo seguente erano accanto ad un pino, quasi stremati.

Honor Black ricomparve accanto a loro e approvò la cosa.

Nicholaa continuava a riposare di un sonno silenzioso e il piccolo Devlin, chiunque fosse, sonnecchiava tra le braccia di Hermione.

Draco appoggiò la schiena all’albero e si terse il sudore dalla fronte, guardandosi attorno, perché stava così male ultimamente? Smaterializzarsi non era poi così difficile…

Voltò la testa nel buio della foresta e sorrise al pensiero della punizione del primo anno assieme al Trio dei Miriacoli che aveva commissionato la McGranitt, la solita arpia… c’erano quel guardiacaccia rompiballe e il cane mostruoso… Asgard? No, era Thor!

Chiaramente lui era finito assieme a Potty, neppure a farlo apposta…

Eppure, non ricordava quelle figure strane, opache e indefinite che passeggiavano… chi erano?

Sbattè gli occhi, la vista gli faceva strani effetti ultimamente, pareva tutto un po’ offuscato, poco nitido… assottigliò le iridi per mettere a fuoco meglio

- Dissennatori! – urlò non appena riconobbe le sagome senza vita che assorbivano la felicità degli esseri umani, i guardiani di Azkaban

- Cosa ci fanno qui? – strillò isterica Hermione, agitatissima

- Evidentemente i mangiamorte hanno cominciato il loro piano…

- Piano? Che piano? – chiese sempre più ansiosa la mora

- Non credo sia il momento

Già, non lo era per niente, soprattutto perché, accortisi della loro presenza, un gruppetto di senza-anima stavano giungendo con le loro vesti di stracci, pronti per lo spuntino.

- Merda

Non era proprio di aiuto… e per di più il mondo lì attorno stava girando in maniera vorticosa, tutto ondeggiante.

Hermione gli si fece vicino e mise una mano sulla spalla, tutto inutile, quasi non la avvertì.

Appoggiò la testa ad un tronco e vomitò.

- Che cosa gli succede? – domandò preoccupata al fantasma, lo spirito scosse la testa, non sapendo cosa rispondere.

Accidenti, e quegli stupidi Dissennatori stavano anche arrivando!

Doveva fare qualcosa… ma l’unica cosa era richiamare un patronus, ce l’avrebbe fatta?

Aveva lanciato un incantesimo oscuro molto potente per salvare la vita del biondo, per ben due volte aveva fatto ricorso alla magia nera, eppure, anche se si trattava di magia bianca, era terrorizzata dall’idea di dover richiamare il suo protettore.

- Richiamerò il mio patronus – disse risoluta la serpe barcollando e rialzandosi in piedi, impugnando la bacchetta.

Rischiò di ruzzolare giù per la collinetta, ma sorreggendosi ad un ramo, rimase in piedi, gli occhi lucidi, l’andatura sbilenca, ma la fermezza di sempre.

- Non farlo! Non ti reggi in piedi, ti ucciderai! – strillò Hermione preoccupata, facendoglisi accanto e costringendolo a sedere sullo strato di foglie intorno – lo farò io!

Lo avrebbe fatto, sì, ce l’avrebbe fatta, anche perché, se non ci fosse riuscita, sarebbero morti tutti.

Avvertiva già il brivido freddo sulla schiena mentre gli essere infernali si avvicinavano, aveva paura.

Chiuse gli occhi e strinse il legno della bacchetta: un ricordo felice… un pensiero che la rendeva rilassata e felice…

Rivide passare davanti a sé le immagini più belle, il primo giorno a Hogwarts, il momento in cui la McGranitt le aveva dato la Giratempo, la felicità di aver tirato un pugno a Malferret quando se l’era meritato, la soddisfazione di essere riuscita a ricordare la formula per liberare Ron dal Tranello del Diavolo, e poi… una serie di flashback delle ultime settimane insieme alla serpe, loro due che litigavano alla stazione, l’arrivo all’attico, il giro per negozi, Natale insieme, Capodanno… e ancora, la scena di quando le aveva detto “non lasciarmi”.

Aprì gli occhi

- Expecto patronus! – urlò più forte che poteva

L’aria si riempì di una nebbiolina che fece arrestare i dissennatori, poi, la figura di una lontra prese forma e si lanciò contro i guardiani della prigione.

Qualcuno scomparve quando l’animale incrociò la sua strada, ma molti erano ancora lì. Doveva farcela.

Stese il braccio più che poté nonostante le dolesse, molti Dissennatori erano ancora lì e stavano cercando di aggirare le manovre della lontra che aveva richiamato che non riusciva a trapassarli tutti.

Strinse i denti, faceva male, male da morire, ma era l’unica che poteva salvarli.

Avvertì appena i muscoli del gomito rilassarsi un poco, no, non doveva! Doveva resistere…!

- Ex… pectoexpetctopatronus! – urlò qualcuno dietro di lei e, prima che potesse voltarsi a vedere, un patronus completo a forma di drago la attraversò, lanciandosi con violenza sugli avversari.

Non era il caso di chiedersi da chi provenisse quella creatura, lui, maledetto, maledettissimo Malfoy!

Corse verso il corpo ansante appoggiato al tronco

- Stupido, stupidissimo Draco! – mormorò scuotendolo poco finemente e facendo scappare un risolino a Honor – non dovevi farlo! Ti avevo detto di non farlo!

- Avevo promesso di proteggerti Granger, ricordi? Non farmi la paternale come al solito – la rimproverò con il solito ghignò sulle labbra, eppure lei sentiva il cuore pulsargli troppo velocemente nel petto e le vene delle mani pericolosamente in vista.

- Accidenti

Prese un fazzoletto dalla tasca e gli pulì la fronte imperlata di sudore, perché stava così male?

- Stupida… - disse appena lui, poco prima di perdere i sensi.

Il drago dietro di lei emise un ruggito spaventoso quando lui perse conoscenza, un grido di dolore che avrebbe ridestato i morti dell’inferno, poi scomparve in una fiammata. Dei Dissennatori neppure l’ombra.

Hermione tenne abbracciata la testa del ragazzo, coprendogli le orecchie perché quel baccano non peggiorasse ancora di più le sue condizioni.

Un bagliore improvviso nel cielo le fece vedere nitidamente qualcosa che non avrebbe voluto: sopra la Scuola, nel cielo avvolto dalla nebbia rossastra, il Marchio Nero svettava sulle guglie antiche di Hogwarts, incutendo terrore.

In preda all’ansia, sbottonò rapida i pomelli dei polsini ed espose la pelle del braccio sinistro alla luce, il Marchio sul suo braccio sembrava una ferita aperta e doveva fare molto, molto male.

- Hermione! – urlò qualcuno dietro di lei e, girando la testa mesta e piangente, riconobbe Hagrid ed Harry.

* * *

- L’ha fatto per me – pianse Hermione, Harry la strinse un poco. Erano da un’ora fuori della porta dell’infermeria, Silente, Madama Chips, la McGranitt e Piton erano entrati da un pezzo, ma nessuno era ancora uscito.

Hermione sembrava disperata e continuava a dire che “L’aveva fatto per lei” e che “Le aveva salvato la vita” perché era “una stupida sconsiderata”… non l’aveva mai vista così sconvolta per qualcuno negli ultimi sette anni, neppure quando Ron era stato ricoverato al terzo anno e, senz’altro, non si era scomposta tanto quando Allock gli aveva reso il braccio di gelatina o, al primo anno, quando Ron si era fatto distruggere dalla Regina perché potessero fare scacco matto.

Era sempre stata agitata ma composta, adesso addirittura alle lacrime e non riusciva neppure a farsi raccontare che cosa era successo.

Inconsolabile era la parola che gli veniva più spontanea.

- Se… se dovesse morire per aver salvato me… mormorò tra i singhiozzi – se dovesse succedergli qualcosa… se solo fossi stata più attenta… e poi lui stava già male… non avrebbe dovuto…. Gli avevo detto di non farlo!

Si soffiò il naso nel fazzoletto.

Quando l’avevano trovata nel bosco, lei stava stringendo la testa di Malfoy, quasi che gliel’avessero tagliata, e piangeva di già.

Il tempo di porgerle la mano ed era svenuta anche lei.

Da quando si era svegliata, mentre la riportavano a Hogwarts, non aveva smesso di singhiozzare, povera Herm.

- Coraggio, Malfoy ha la pelle dura… - cercò di tirarla su, ma sembrava tutto inutile, lei non lo stava a sentire, sentiva solo i passi che si muovevano oltre l’uscio chiuso e si alzava ogni volta che udiva avvicinarsi qualcosa, per poi tornare a sedersi delusa quando la serratura non scattava.

In quel momento lui voleva solo sapere e lei sfogarsi.

E Malferret dall’altra parte? Probabilmente vivere perché non doveva stare troppo bene… Silente gli aveva detto molte cose, sapeva che lo Slytherin aveva il Marchio, quindi stare lassù doveva essere doppiamente faticoso per lui… lo aveva trovato alla sua età normale, però, ciò significava forse che l’effetto della pozione era sparito? Lo sperava.

La scuola era contornata dai mangiamorte e dai Dissennatori, molti studenti erano stati portati a casa con la smaterializzazone dai professori, quelli che avevano scelto di rimanere l’avevano fatto con coscienza e non erano pochi.

Il marchio era sopra le loro teste e tutti sapevano cosa avrebbe significato: BATTAGLIA.

* * *

Silente uscì dalla porta che era rimasta sigillata due ore.

Indossava la famosa tunica di velluto bordeaux e il cappello a punta come Mago Merlino nella Spada nella Roccia, l’espressione, però, era decisamente più grave.

- Signorina Granger

Hermione si alzò fulminea in piedi facendo scivolare via la mano da quelle di Harry che gliela accarezzava fino a poco prima.

Si alzò con lei

- Signor Potter…

Ok, sapeva cosa significava quel tono, letteralmente tradotto era qualcosa come “fuori dai piedi, sono cose private”, per dirla alla Malfoy sarebbe diventato “via dalle palle”.

Si risedette, capendo l’antifona.

Hermione scomparve col preside oltre l’uscio che si richiuse, era stufo di stare a guardare una porta…

Ginny gli si avvicinò silenziosamente, ripiegò la gonna sotto di sé e sedette sulla panca accanto a lui, perso nei suoi pensieri.

Un’occhiata agli occhiali, una alla porta, giunse le mani in grembo e appoggiò la testa alla spalla del moro

- Stai tranquillo Harry

* * *

- Signorina Granger, vorrei parlarle del signor Malfoy – incominciò l’anziano professore facendola accomodare su uno dei lettini dell’infermeria. Lei sedette

- Ditemi prima come sta, ho bisogno di saperlo, lui… lui mi ha salvato la vita!

- Il signor Malfoy, con le dovute cure, si riprenderà

- Dice sul serio? Stava così male in questi ultimi giorni…

- Signora Granger – continuò il rettore – lei sapeva che erano due giorni che il signor Malfoy stava cercando di trattenere la trasformazione in un bambino…? - le parole uscirono serissime dalle labbra di Silente

- Che cosa?

Perché l’aveva fatto? Perché?

- Come è possibile, noi non sappiamo…

Ma già mentre pronunciava quella frase si rendeva conto da sola della banalità, della stupidità. Conosceva l’incantesimo, probabilmente era a conoscenza anche di qualche soluzione temporanea, non importava se fosse magia bianche, nera, gialla o di che altro colore.

Draco era ossessionato da questa cosa di proteggerla, era davvero arrivato a tanto? A forzare se stesso oltre il limite?

Con tutti i problemi che aveva… le fiamme che lo divoravano, il rimorso, le colpe, il Marchio e adesso anche quello… perché era un tale testardo, un tale stupido?

Sacrificarsi a quel modo quando non c’era bisogno!

Era perfino andato da solo nel covo dei mangiamorte, l’incosciente!

La ragazza si prese la testa tra le mani e appoggiò i gomiti alle ginocchia, scuotendo i riccioli che le cadevano sulle spalle e piangendo amaramente.

Stupido, stupido e ancora stupido, perché doveva farla sentire così insignificante? Una buona a nulla!

Ecco come la faceva sentire!

Quanto lo odiava quando faceva così… digrignò i denti e si sentì una perfetta stupida, stupida per non essersene accorta e aver vissuto tranquilla.

Come era contenta la mattina, quando l’aveva ritrovato alla sua età normale… aveva forzato anche quella? Era addirittura riuscito a far sì che, per un certo tempo, la pozione non avesse effetto?

Come ci era riuscito?

Silente le mise una mano sulla spalla e la scosse un poco, alzando gli occhi lo vide sorriderle appena

- Stia tranquilla, andrà tutto bene

- È un maledettissimo stupido! – urlò in faccia al vecchio professore, sorprendendolo un poco – Mi scusi…

- Non si preoccupi, è comprensibile. – Hermione annuì e chinò il capo mortificata – quando entrambi vi sarete ripresi, vi farò chiamare nel mio ufficio, ho alcune cose di cui parlarvi che sono della massima urgenza

Annuì, finalmente sarebbero arrivate le rivelazioni che aspettava da quando erano partiti

- Ah, professore, io non so se l’ha vista… - incominciò sottovoce guardandosi attorno – c’era un fantasma con noi… credo che ci avesse detto lei di trovarla, o forse era trovare qualcos’altro, noi però abbiamo rintracciato solo lei…

Silente rise col suo solito modo pacato e bonario

- Sì, la signorina Black è nel mio ufficio, le parlerò non appena Madama Chips mi avrà detto che il signor Malfoy è fuori pericolo

La Caposcuola annuì

- Per questa notte chiuderò l’infermeria al pubblico, ho fatto preparare un letto così che possa riposare, non è il caso che vi mostriate in giro in queste condizioni…

La ragazza si toccò allarmata il viso e guardò le mani, in effetti sentiva la maglia tirarle stranamente sul petto e l’elastico della biancheria solcarle un po’ troppo i fianchi… era… tornata grande?

- Il signor Potter mi ha detto che ha cambiato età mentre riposava, anche il signor Malfoy… Harry sembrava molto preoccupato, forse è il caso che lo rassicuri un poco…

- Non mi ero neppure accorta di essere cresciuta…

- Vada a riposare, signorina Granger, è molto stanca e i letti sono decisamente più comodi delle barelle

Lei arrossì e annuì, poi si alzò in piedi e andò alla porta.

Silente uscì, batté una pacca sulla spalla al ragazzo che era scattato in piedi e si allontanò strascicando l’abito di velluto.

Harry le corse incontro

- Herm, come stai? Madama Chips ti ha visitata?

- Non preoccuparti – lo tranquillizzò – non è successo niente…

- Niente?! Niente dici! Ma se mentre ti portavamo qui ha improvvisamente cambiato età? Mi è preso un colpo, mi hai fatto quasi venire un infarto!

- Mi spiace, Harry, non me n’ero neppure accorta… ormai è una cosa così frequente…

- Oh Herm, non farmi più spaventare così – il suo migliore amico scosse la testa rassegnato, lei gli sorrise

- Silente mi farà dormire qui per questa notte, non dire agli altri che sono a Scuola, ok?

- La cosa non mi tranquillizza, lo sai? – puntualizzò Sfregiato – Malfoy è una persona con cui non riesco a stare tranquillo…

- Ma Harry, al momento avrà più o meno dieci anni, cosa vuoi che succeda?

- Ascoltami bene, Herm – esordì il bambino sopravvissuto con aria seria – ci sono due cose che una ragazza non deve mai fare: - Hermione sorrise, ascoltando la predica da paparino preoccupato che il grifone stava per farle – una è fidarsi di una serpe – lei annuì, da brava bambina – e due è fidarsi di Draco Malfoy, ok?

Lei scoppiò a ridere.

Era un po’ tardi per il “non fidarsi di Draco Malfoy”

- Secondo me sei troppo agitato – lo rincuorò la mora – tra la storia della scuola e tutto hai i nervi a fior di pelle, non farti delle preoccupazioni per me, so badare a me stessa

- Ecco, appunto, vattene via e lasciaci in pace! – sbraitò una voce stranamente infantile dall’interno dell’infermeria, sorprendendo i due ragazzi sulla porta, apparteneva innegabilmente alla serpe – fai più casino di un ciarlatano per strada, lasciami dormire!

- Malfoy, riesci a essere irritante anche senza la tua presenza, lo sai?

- Te lo faccio sapere tramite la Granger domattina, ok? – ghignò lo Slytherin – se si reggerà in piedi…

Harry strinse i pugni e digrignò i denti, mordendosi la lingua prima di rispondergli a tono

- Andiamo Harry, sta male…

- Male un corno, i malati non gridano come le cornacchie – bofonchiò il cercatore dei grifoni

Herm lo rassicurò con una pacca sulla spalla e lo spostò oltre l’impalcatura della porta per poi chiudere e appoggiarvisi.

Sentì qualcuno borbottare dall’altra parte e poi dei passi allontanarsi.

Harry si faceva decisamente troppi problemi dopo che lei e Malferret avevano diviso casa e letto per quasi tre settimane…

Madama Chips tornò in quel momento con una scorta di medicinali che richiuse nell’armadietto in fondo alla corsia

- Su signor Malfoy, stia tranquillo e riposi così domani potrà alzarsi…

- Sto benissimo, non è il caso che la facciate così lunga – borbottò acido all’indirizzo della donna che sbuffò sonoramente

Il rapporto tra lo Slytherin e l’infermiera non era mai stato dei migliori, Malfoy, infatti, evitava accuratamente l’infermeria come se si fosse trattato del preludio all’Apocalisse e, chiaramente, non aveva alcuna fiducia nell’impiegata dell’anticamera dell’inferno che aveva curato braccia gelatinose, morbillo, rosolia, impietrimento da Basilisco e quant’altro.

- Signorina Granger, lei si sistemi pure qui – e indicò il letto affianco – la signorina Weasley le ha portato qualcosa per cambiarsi così potrà mettersi comoda e riposare meglio

Tirò la tenda per coprire la metà del letto dove la studentessa si stava togliendo il maglione e la camicia

- Può anche lasciarla aperta la tenda – suggerì il biondo col suo ritrovato modo di fare malizioso, forte del fatto che a dieci anni non potevano comminargli una punizione e che la vecchia arpia non aveva l’autorità per farlo.

La “vecchia arpia” in questione si piazzò tra lui e la tenda con le mani appuntate sul fianchi ricoperti dal vestito azzurro e dal grembiule immacolato, l’espressione non era niente amichevole e la catenella degli occhiali tutta sbilenca da una parte.

- Signor Malfoy! – Draco alzò gli occhi al cielo, sembrava un disco rotto, possibile che dovesse iniziare ogni frase a quel modo? Lo aspettava un bel discorsetto da mal di testa fulminante – un giorno le dirò cosa penso veramente dei suoi modi villani – borbottò la strega – fino a quel punto tenga gli ormoni nei pantaloni e veda di farsi una dormita, credo che ne abbiate bisogno entrambi!

- Quello di cui avrei bisogno sarebbe altro, ma tralasciamo… - le rispose mellifluo mandandola ancora più su tutte le furie tanto che pestò i piedi e lasciò la stanza per non rispondergli in una maniera che decisamente non sarebbe stata approvata dal consiglio studentesco.

- Dovresti rimanertene tranquillo a riposare – lo rimproverò la grifoncina tirando nuovamente la tenda e sistemando il letto per andare a dormire

- E quello cosa sarebbe?

Il “quello” in questione era il pigiama della ragazza di un vivace color mela e cosparso di coccinelle rosse e nere

- Credevo che il tuo pessimo gusto avesse toccato il fondo quando siamo andati a comprare la biancheria, ma devo decisamente ricredermi!

- Tieniti per te i tuoi rimbrotti, mi vesto come mi pare – sbuffò lei che, improvvisamente, condivideva il malumore dell’infermiera

- Se fossi in te, io non mi vestirei affatto

Ma che cosa gli avevano dato a Malfoy?

Dovevano aver fatto confusione con le dosi del sedativo! Probabilmente avevano sbagliato boccetta, ce n’erano tante in infermeria…

- Ma se una volta mi avevi detto che la fiducia la si conquista d’in piedi, non da sdraiate… - lo pungolò lei tirando le lenzuola e infilandovisi sotto

- Sì, ma dato che ormai la fase della fiducia l’abbiamo superata, io proporrei di avanzare un pochino… ci aspettano altri due stadi di una relazione da approfondire e sono i più… “interessanti”

- Che relazione vuoi che possa avere con un nanerottolo di dieci anni – frecciò acida

- Per lo stadio B, credo che sia più che sufficiente

- Nella relazione che abbiamo noi non ci dovrebbe essere neppure un A, lo sai? Ti posso elargire uno schiaffo, se vuoi. Eppoi non siamo neppure fidanzati!

Draco ghignò malizioso.

Ad ingenuità non la batteva nessuno, ma se lei gli serviva un’occasione ghiotta come quella direttamente sul piatto d’argento, insomma, un po’ se la cercava.

- Non che serva… - incominciò – ma vorresti per caso che ti chiedessi di diventare la mia ragazza? – domandò sporgendosi sul letto di lei, anche se, al momento, la sua bassa statura gli impediva di riuscire a raggiungerlo.

Hermione si affrettò ad agitare la bacchetta e a spegnere immediatamente le luci, nascondendo la testa sotto le coltri nella speranza che lui non fosse riuscito a scorgere l’improvviso colore vermiglio che le si era propagato dalla fronte in giù. Probabilmente anche i suoi piedi erano arrossiti.

- Buonanotte, Draco – si affrettò a dire con voce tremula e in falsetto, insomma, come non farsi scoprire.

Ecco, aveva appena trovato il titolo del libro che sarebbe diventato il bestseller più venduto di tutta la Londra femminile: “Come non far capire ad un ragazzo che l’unica cosa che detesta è ciò che vuoi”, sì, sarebbe stato un boom.

Il biondo se ne tornò al suo giaciglio e ghignò nell’ombra della notte.

Lui e la mezzosangue insieme erano la coppia peggio assortita che riuscisse ad immagine, forse addirittura peggio di Paciock assieme alla Greengrass.

Oltre, ovviamente, al fatto che San Potter avrebbe scatenato contro di lui ogni avvocato presente sulla terra per “violenza carnale” sulla sua migliore amica che, di sicuro, non avrebbe esitato a spacciare per “incapace d’intendere e di volere”, o meglio, in quel caso avrebbe voluto un po’ troppo, ma erano sottigliezze.

Insomma, sarebbe finito dritto dritto ad Azkaban per aver alzato un’unghia sulla Santa Immacolata Granger.

Beh, finchè aveva dieci anni poteva dormire sonni sicuri, visto che poco avrebbe avuto il coraggio di tentare in quelle condizioni, e, in effetti, dormire nel senso più stretto del termine non era proprio ciò che voleva fare con la mezzosangue…

Poi c’era il problema più grande da affrontare e che rispondeva al nome di “da quando LEI è diventata un sogno proibito”; innanzi tutto nessuna ragazza poteva permettersi di essere il “sogno proibito” di Draco Malfoy, tantomeno la mezzosangue in questione, eppoi non sarebbe dovuto essere tanto proibito vista l’umiliazione che avevano sperimentato giusto il giorno prima in mezzo ad una delle strade più affollate della capitale.

Beh, se solo provava a ricordare che per lei era addirittura arrivato a sbirciare dal buco della serratura gli veniva ancora la pelle d’oca… si comportava davvero come un poppante, ridicolo, un Malfoy non avrebbe mai dovuto vergognarsi.

Un’occhiata alla Gryffindor, se solo avesse potuto leggere nella sua mente in quel momento ne sarebbe rimasta traumatizzata e, con ogni probabilità, tutte le gradazioni di rosso della bandiera del Grifondoro non sarebbero state sufficienti a mimetizzare il colore del suo viso.

Sarebbe stata una lunga notte… probabilmente la prima da molto tempo che passava sveglio senza la compagnia di qualche ragazza compiacente… e la Granger era OFF LIMITS.

* * *

Spazio autrice: per la pace mentale di lettori e lettrici, soprattutto di quelli che mi stanno minacciando di morti terribilmente dolorose, ecco qui il nuovo capitolo d’aggiornamento.

La vicenda si sposta, avevamo lasciato Hogwarts e adesso la ritroviamo con quasi tutti i suoi personaggi.

Honor Black finalmente fa una presentazione come si deve e racconta tutta la sua storia, chiaramente decadente come tutte quelle dei miei personaggi.

Nel prossimo cappy ci saranno ancora altre rivelazioni, nel frattempo spero che vi piaccia anche questo…

PS: mi rendo conto di aver parlato un po’ per enigmi, comunque vi presento le due carte di Clow a cui mi sono ispirata per creare il personaggio di Honor Black

Carta del sogno

Lei rappresenta quello che ho in mente per il personaggio, la fisionomia è pressoché identica e lo stesso vale per il copricapo che indossa, l’ho scelta appositamente perché gli occhi di questo personaggio non verranno mai rivelati.

Dato però che le Clamp hanno messo a questa carta un vestito che non si addice alla mia Honor, ne ho scelto un’altra per l’abito, ovvero questa

Carta del Silenzio

Ecco, spero di aver chiarito un poco le idee…

Vavva: se la cosa può consolarti, mi sono insultata da sola per il finale che ho messo visto che, se stessi dall’altra parte, cioè a leggere la mia storia, difficilmente accetterai che un autore terminasse a questo modo il capitolo.

Sono molto contenta che l’atmosfera un po’ dark del cappy sia stata resa bene, in effetti quel posto dove li ho spediti non deve proprio essere una meraviglia per farci un giretto turistico…

Comunque non preoccuparti per la fine, ecco il nuovo aggiornamento ed ecco che si svela tutta la storia.

Dopotutto il grosso, ovvero chi era Honor, l’avevo già detto, no?

Va bene, la smetto di infierire, lascio alla lettura, io spero che ti piaccia e che non mi ammazzerai troppo, in questo il finale è coerente, no?

Ciao ciao e un bacio! Nyssa

Lord Martiya: direi che Silente ha sempre avuto un lato piuttosto sadico che esterna e sfoga in questi indovinelli ridicoli, ma visto che non volevo mandarlo troppo OC e che ci stava con la storia l’ho reso anche qui nonostante sia la parte del suo carattere che detesti di più…

Probabilmente Draco si vergogna perché il sectumsempra non è una maledizione senza perdono e lui fino a poco prima ne avrebbe lanciate a destra e a manca senza preoccuparsene troppo… anche se, come al solito, non ci è andato tanto per il sottile… >_>

Mi fa piacere che il riferimento a Dickens sia stato apprezzato, voglio bene allo zio Charles, ma ogni tanto esagera davvero anche lui…

Per quanto riguarda Negi, lo spero anche io, anche se quel bambino è un vero cerca guai, probabilmente a qualche modo deve essere parente di Harry.

Spero che ti piaccia anche questo capitolo, ciao e a presto! Nyssa

Shavanna: mi dispiace, non farò più scherzetti del primo aprile… bene, sono molto felice che il precedente cappy ti sia piaciuto, in effetti forse sgranchirsi le gambe è un po’ riduttivo perché Draco in particolare se l’è vista parecchio brutta con quello schifoso di Fenrir alle calcagna, ma meno male che è andato tutto bene.

Per quanto riguarda la gemella di Sirius, eccola qui. Spero che il personaggio ti piaccia e mi auguro che sia lo stesso anche per questo nuovo capitolo! Aspetto i tuoi commenti, ciao e un bacio grande, Nyssa

Falalula: non sei fuori dal mondo e neppure vecchia, sono solo io che sono fissata… cmq sarebbero delle carte da gioco in grado di donare poteri magici, qui le uso solo per riferirmi alle figure che ci sono disegnate sopra perché rendono piuttosto bene alcuni personaggi.

Comunque ecco un po’ di introduzione su Honor che entra già a pieno svolgimento della storia e cattura il centro del palcoscenico con la sua vicenda molto triste (la mia vena drammatica ogni tanto vede la luce nel passato tormentato di qualche personaggio).

Sono molto felice che tutti i miei riferimenti letterari siano stati colti, è bello leggere di qualcuno che riconosce le citazioni, autori e personaggi, lo zio Charles, poi, è uno dei miei autori preferiti, anche se molto, molto depresso. Per quanto riguarda Fleming, invece, amo di più i film con 007, ma Vesper Lyndt rimarrà sempre il mio personaggio storico.

Sono felice che la storia continui a piacerti e sono contenta che sia stato lo stesso anche per la shottina… in realtà è stato solo un esperimento per appurare che la roba troppo corta con fa tanto per me, ma le tue parole mi fanno lo stesso molto contenta =^_^=

Spero che approverai anche il nuovo aggiornamento! A presto e un bacio, Nyssa

Luana1985: ehehe, ecco il nuovo capitolo allora! Spero che la tua fuga sia stata divertente, vorrei poter mollare un po’ di scuola anche io…

Sono contenta che la storia stia diventando più coinvolgente, che cosa ho in mente? Beh, sorpresa, ovvio! No, in realtà non lo dico solo perché occuperei chilometri e chilometri a spiegare e faremmo prima tutte e due a leggere e scrivere la fic

Spero che ti piaccia anche il mio nuovo post, a presto e un bacione! Nyssa

Gloria85: complimenti, il coraggio non ti manca! Non credo che io stessa riuscirei a leggerla tutta, ti ammiro molto sai? Più vado avanti e più ho paura che diventi un mattone quindi fa piacere sapere che c’è qualcuno che non è morto per colpa mia durante la lettura ^^

Tranquilli che non vi lascio troppo a lungo, infatti ecco il nuovo capitolo e spero che ti piaccia come i precedenti, mi auguro di leggere ancora i tuoi commenti, ciao e a presto! Nyssa

Giuliabaron: ehhhhh per il bambino dovrai pazientare ancora un poco, per il momento posso dire solo il suo nome, Devlin, invece per il suo coinvolgimento ho la bocca cucita sennò addio suspance

Spero che ti piaccia anche questo nuovo capitolo di storia di Honor, me lo auguro davvero, ciao e a presto! Un bacio, Nyssa.

Potterina_88: eh già, Sirius ha una sorella gemella, rivelazione shock? Ok, forse ho un po’ esagerato ma mi piaceva troppo vedere una versione femminile del padrino di Harry con gli stessi occhi blu e i capelli neri (intendo la versione che ho in mente io, non quella del film).

La fantasia non so proprio da dove esca, probabilmente dalle ore di noia mortale di mate, magari posso chiedere alla mia prof di farti ripetizione, sono certa che pur di non starla a sentire partiresti per località inesplorate…

Sono molto felice che la stirpe degli angeli caduti abbia riscosso tutto questo successo, sono molto affezionata a questa teoria e anche al suo nome, anche io penso che calzi a pennello con Draco&co.

Sono d’accordo con te, Draco avrebbe dovuto essere più comprensivo con Herm, ma in fondo la percentuale di rimanere ucciso era molto alta e il proverbio dice “non aspettarti niente che otterrai sempre di più” quindi se Herm se ne fosse andata pensando già di non rivederlo, se invece si fossero rincontrati sarebbe stato molto più bello, non trovi? Cmq tranquilla, non ho intenzione di ammazzare i miei protagonisti, non per il momento almeno XP

Spero che ti piaccia anche questo capitolo, aspetto il tuo commento, un bacione, Nyssa

Matrice: mi fa piacere che Honor sia stato un personaggio bene accolto perché tornerà nella storia, anche se in un modo un po’ particolare ^_^

, il seguito delle relazioni ci sarà e ci sto già lavorando, anche se temo che andrà un po’ per le lunghe perché con l’esame alle porte e tutto quanto non sono granché produttiva XP

Aspetto di conoscere ancora i tuoi pareri, a presto! Nyssa

Lauwren: beh, sarebbe come decifrare il carattere di Sirius, non mi ci metto neppure…

Già, Draco si fa degli scrupoli, anche se col sectumsempra non ci va giù leggero, il signorino, però tra loro e il bambino meglio il bambino, no?

Honor comunque tornerà presto nella vicenda perché la sua storia è al centro di questa parte della narrazione, comunque spero che ti piaccia anche il mio nuovo aggiornamento, ciao e un bacione grande! Nyssa

   
 
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