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Autore: Jo Lupo    17/10/2013    1 recensioni
Una tranquilla gita in Italia, dai risvolti inaspettati. Una storia del CN!
Genere: Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Remy LeBeau/Gambit
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un caijun a Venezia

Dedicato alla Ve’:
finalmente potrai mandarmi
una mail piena di critiche feroci.
Auguri!


Era una notte buia e tempestosa e, come succedeva ormai da un po’ di tempo, mi ritrovai ad entrare nel Bar Sephir a Madripoor, pronto alla  ormai “solita” riunione con gli allegri giocatori di poker. Ancor oggi non capisco perché mi invitassero, conoscendomi non mi sarei invitato a giocare a rubamazzo, ma avevano insistito e bere da solo non mi è mai piaciuto, non che non mi fosse mai successo.
Entrai e feci un cenno a Sephir, seduta come al solito sul suo sgabello, alzò quel tanto che bastava la testa  per far pensare che fosse un saluto sincero e con la sua vocina mi disse:
-I tuoi amici sono di là nella solita saletta. Lo dico anche a te: cercate di non distruggere niente, almeno per oggi.
Con il mio  sorriso più accondiscende le risposi: -Bien sure, ma chere.-, baciamano di rito e mi infilai nel piccolo corridoio buio.
Dopo i primi cinque metri cominciai a sentire odore di sigaro e burbon di scarsissima qualità (non ho mai capito come mai uno in giro da così tanto tempo avere gusti così scadenti) e un vociare sempre meno sommesso.
Feci un sospiro ed aprii la porta. Fu in quel momento che pensai ma chi diavolo me l’ha fatto fare? Logan, Peter e Kurt si girarono all’istante con lo sguardo impaurito di chi sapeva di averne appena combinata una. Quando si resero conto che non ero la proprietaria del locale fecero un sospiro di sollievo.
-Tovarich
-Meun Freud
-Cocco…
mi dissero simultaneamente, espirando tutto il fiato che avevano trattenuto fino a quel momento. Logan aveva gli artigli della mano sinistra in bella mostra, Peter era nella sua forma metallica e Kurt tra loro cercava di tenerli a distanza.
-Che fine hai fatto?
-Dove sei stato?
-Non ti hanno ancora ucciso?
Che tre persone tanto diverse avessero piacere di ritrovarsi e che avessero, non sapendolo, poteri telepatici tali da dire la medesima cosa nello stesso istante, mi stupiva sempre e, credetemi, di cose strane ne avevo viste parecchie.
-È un piacere sapere che vi sono mancato e che le cose procedono come al solito. Per caso, Peter, stai ancora accusando Logan di guardarti le carte? E tu Logan stai ancora chiedendo perché il buon Dio tanto caro a Kurt non ti abbia donato uno spray smacchiatore per le gocce di sangue? E tu, mio calmo e riflessivo Kurt, tu stai ancora facendo notare a Peter che potrai anche avere la pelliccia, ma stare di fianco a del metallo rende comunque più fredda la stanza?
La loro risposta? Si risedettero con un tono vagamente piccato e con il viso come quello dei bambini quando vengono sgridati per essere stati scoperti con le dita dentro al vasetto di marmellata.
-Allora vuoi giocare o fare la maestrina? In entrambi i casi chiudi la porta.» sbottò il canadese.
La mia sedia era lì di fronte a Kurt, dietro di essa c’era la ghiacciaia dove, ne ero certo, erano posizionate non meno di otto Bucanier, una bottiglia di Nesson Caraffe ed un singolo bicchiere. Nonostante tutto sembrava che fossi mancato a tutti e tre.
Mi sedetti e mi versai quello che sarebbe stato solo il primo dei bicchieri di quella serata.
-Allora?-  mi chiese in tono brusco il mio vicino sulla sinistra.
-Che vuoi sapere?- chiesi.
-Ti abbiamo fatto delle domande e tu non ci hai ancora risposto- continuò.
-Oh quelle? Non erano domande disinteressate atte a salutarmi?- Grugnì. - Sono solo andato a fare un viaggetto in Italia, per la precisione a Venezia.
Dissi velocemente, sperando che le domande terminassero ma, ahimé, a tavola c’erano Logan, Kurt e Peter, ovvero la summa di una famiglia invadente: Logan, il babbo burbero che deve sempre proteggere i figli; Kurt, la mamma premurosa a cui non piace che i propri figli si mettano nei pasticci più del dovuto e Peter, il fratellino minore che, nonostante tutto, rimane il piccolo bambino cresciuto in una comune in Russia, sempre curioso di cose nuove. Non me la sarei cavata con così poco quindi continuai:
-Sapete quanto sia innamorato dell’Italia: c’è sempre qualcosa che non hai visto e di cui non sei a conoscenza fino a che non ti perdi, ti volti e te la ritrovi davanti. A quel punto quella visione è il tuo nuovo posto preferito. Mi hanno sempre parlato di come Venezia fosse la perfetta espressione di questo e volevo andare a rubare qualche nuovo ricordo…
-TI SEI RIMESSO NEI GUAI CON I FURTI?- tuonò Logan alzandosi in piedi e sbattendo i pugni sul tavolo.
-Mais non mon cher, aspetta e fammi finire. Sapete come Venezia sia una città di per sé unica, costruita sulle acque da un popolo orgoglioso e tenace, con l’aspirazione di essere la città più importante del mondo. Insieme a tutto questo è anche una delle città più belle e romantiche del mondo, come ho scoperto una volta stato lì. Comunque, arrivai dopo un viaggio un po’ tribolato alle porte della città e già con il primo sguardo me ne sono innamorato: palazzi distanti non più di tre metri l’uno dall’altro, intervallati da alberi maestosi e stretti canali che l’attraversano come se fossero vene (ammetto di aver capito perché si dice che le strade di una città sono le sue arterie solo dopo aver visto quello spettacolo), persone che corrono a destra e a manca e altre che urlano a squarciagola cose incomprensibili.
Mi diressi verso un chiosco per prendere una guida del posto e, dopo aver notato la curiosità del venditore, mi incamminai verso piazza San Marco e durante il tragitto incontrai gente cordialissima che mi salutava con: -Ara che oci strani che'l ga sto qua. Arrivato alla piazza, decisi di fermarmi in un bar per prendere un espresso e vidi che molti mi fissavano, altri si avvicinavano con uno sguardo strano. A questo punto capii che mi ero esposto troppo e che qualche nostro antagonista mi aveva localizzato. Per evitare che ci fossero vittime innocenti corsi verso il vicolo più vicino. Avendo paura di mettere in pericolo le persone non controllate telepaticamente lì intorno, ammetto di non aver prestato troppa attenzione se urtavo qualcuno o se pestavo piedi. Considerate che in quel posto trovano accettabile bloccare i vicoli per parlare, quindi alle volte sono dovuto ricorrere anche ad acrobazie per passare oltre. Nonostante tutto sentivo persone dietro di me che urlavano frasi tipo: -Ma ti gà e moròidi in testa?- oppure: -Date cò un legno! - che mi facevano capire di essere inseguito ormai da vicino.

Arrivai in un punto dove una specie di battello stava caricando delle persone ed era lì lì per partire. Usando le mie capacità tattiche, capii che l’unico modo per poter avere una visione generale della minaccia che mi era alle costole sarebbe stata quella di riuscire a salire su QUEL battello e poter preparare la prossima mossa. Mentre mi avvicinavo alla banchina il battello si era allontanato ormai di qualche metro e decisi di saltare facendo leva con il mio bastone e, ça va sans dire, ce la feci. Atterrai in un punto abbastanza sgombro e fortunatamente non urtai nessuno ma tutti si girarono a guardarmi. A bordo era presente un rappresentante della polizia marittima, una ragazza con i capelli mori e la carnagione olivastra, a cui mi rivolsi immediatamente per spiegare il pericolo che avevo forse portato a bordo. La ragazza, che aveva già capito la situazione, mi rispose, con tono fermo, ma cordiale: -Big-lietto prego.
A quel punto capii che stava cercando disperatamente di calmare gli animi facendomi passare come un normale passeggero in ritardo così le diedi la Carta Identificativa dei Vendicatori nascosta dentro una banconota da dieci Euro. Lei osservò accuratamente l’ID Card e dopo aver fatto un controllo remoto con un computer portatile mi rese la stessa con qualche spicciolo di resto, il tutto accompagnato con uno sguardo che non dimenticherò mai e la frase: -Polacco next one is Lido to morti cani.
Compresi che in quel posto chiamato “Lido” avrei potuto trovare aiuto e avrei dovuto chiedere di un tal To Morticani per riceverlo quindi aspettai a prua dove potevo avere uno sguardo d’insieme del posto e delle persone a bordo. Arrivati vicino al punto del mio sbarco vidi l’ufficiale che si prodigava per legare l’imbarcazione al molo e mi trattenni a stento dall’aiutarla: una ragazza come quella non avrebbe sicuramente accettato il mio aiuto, anzi, sono pronto a giurare che lo facesse per mettersi in mostra. Quando ci fermammo notai che tutti erano in fila per scendere, quindi aspettai che tutti fossero sbarcati e mi avvicinai all’ufficiale e, già lo sapete, decisi di ringraziarla per quanto aveva fatto con un bacio, solo che, probabilmente per pudore e per senso del dovere lo rifiutò sussurrandomi queste bellissime parole all’orecchio: -Va remengo ti e tò sènare.
Capii che non ero ancora in salvo, quindi cercando di dare il meno nell’occhio possibile scesi e a terra cominciai a chiedere in giro indicazioni: -To Morticani? -To Morticani? -To Morticani?
Alcuni mi guardavano spaesati altri mi rispondevano con: -Bàsime i durèi- o -Quea sfondrada de to mare-, facendo ampi gesti con le braccia. Stavo per rassegnarmi quando finalmente vidi avvicinarsi a me due poliziotti a cui andai incontro e che mi scortarono presso il commissariato. Da lì mi misi finalmente in contatto con il Professor X, che mandò il Blackbird guidato da Tempesta a riprendermi, destinazione scuola. Dopo essermi confrontato con Jean e Slim capii di essere stato in grande pericolo perché probabilmente l’Uomo Porpora o Mastermind avevano preso possesso delle menti delle persone in piazza San Marco e che solo la prontezza di riflessi di quel gentile agente della polizia marittima italiana mi aveva salvato.

Mentre finivo il racconto, notai come Logan fosse paonazzo dalla rabbia, Kurt si battesse ripetutamente i pugni sulla testa, probabilmente accusandosi per non essere stato presente nel momento del mio bisogno, e la faccia di Peter lasciasse penzolare la mandibola verso il basso per l’incredulità.
Eh già, questa volta non avrei pagato io il conto. Questo mese il buon vecchio Remy era stato quello alle prese con il pericolo maggiore.
   
 
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