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Autore: Filmania    17/10/2013    4 recensioni
ATTENZIONE SPOILERS SESTA STAGIONE!!!
Semplicemente Castle e Beckett che si stuzzicano in una pigra domenica pomeriggio. Giusto per farsi due risate!
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Il ticchettare veloce di dita sulla tastiera le strappò un sorriso. Era confortante sentirlo digitare con tanto fervore - sapere che qualcosa che lei aveva fatto o detto, qualcosa che avevano vissuto insieme aveva ispirato la sua immaginazione.

Diede un'occhiata da sopra i faldoni del caso e le scartoffie che aveva sparpagliato sul tavolo davanti a sé, guardando dritto verso la porta aperta dell'ufficio, per vedere lo scrittore immerso nel lavoro, completamente rapito dalle parole che stava scrivendo, perso nel mondo di Nikki e Rook.

Era una domenica mattina perfetta. 

Le era mancato tutto questo quando stava a D.C. Aveva dato per scontata la serenità di stare semplicemente nello stesso posto con lui. Il senso di pace, la calma che le dava. Il sentire un senso di appartenenza. Di casa.

Allungò la mano per prendere la sua tazza e bevve le ultime gocce - dato che il caffè all'interno si era raffreddato completamente parecchio tempo prima.

Alzandosi dal divano, si diresse verso il suo ufficio, appoggiandosi allo stipite per prendersi un momento per ammirare il suo fidanzato. Erano passati diversi mesi ormai, ma quel pensiero - il pensiero di essere fidanzata con il suo migliore amico - la riscaldava ancora da capo a piedi.

"Mi stai osservando mentre scrivo" scherzò Castle, completamente assorbito dalla sua scrittura. "È inquietante."

Beckett strinse le labbra, divertita, alzando gli occhi al cielo. "Mi piace stare qui" ribatté giocosamente aggirando la scrivania e appoggiandogli una mano sulla spalla dopo essersi fermata in piedi dietro di lui.

La sua mano sinistra scivolò sul suo petto, finché il suo braccio non circondò la parte superiore del forte torso di lui mentre la sua mano destra stuzzicava un punto sensibile sul retro del suo collo. Lui poteva sentire il suo respiro caldo e sensuale mentre lei mordicchiava leggermente la parte superiore del suo orecchio.

"Detective Beckett... Stai cercando di sedurmi, non è così?"

"Perché? Sta funzionando?" mormorò lei, la voce bassa e grave mentre lui sentiva le sue lunghe dita insinuarsi sotto la propria maglia, tracciando delicatamente i suoi muscolosi pettorali.

Deglutì rumorosamente sentendo il corpo di lei strusciare contro il suo quando lei lo abbracciò, la faccia a pochi centimetri dalla sua. "Io... uh..."

Praticamente seduta sulle sue ginocchia, lei continuò il suo delizioso tormento con la mano destra, scompigliandogli i capelli e sfiorando leggermente il suo collo e la clavicola. Lo sguardo di lui non lasciò mai la sua faccia mentre lei guardava il suo collo, come un vampiro affamato osserva il suo prossimo pasto.

"Pensavo davvero di doverti mostrare un po' di coscia" sussurrò sensualmente.

"Non è troppo tardi..." disse lui con voce soffocata, cercando di controllare l'eccitazione.

Incapace di trattenersi ancora, Castle si sporse per baciarla, ma si fermò improvvisamente quando la vide portarsi la SUA tazza di caffè alle labbra, che si stesero a formare un sorriso furbo mentre un suono soddisfatto le sfuggì dal profondo della gola quando assaggiò il liquido fumante.

"Ma che.." balbettò. Non l'aveva nemmeno vista cercare la tazza, figuriamoci prendergliela. "Cavoli se è in gamba."

Lei gli diede un colpetto scherzoso sulla guancia, strizzandogli l'occhio, mentre gli scendeva dalle ginocchia. "Grazie per il caffè, Castle" lo canzonò uscendo dall'ufficio, ancora con la tazza in mano, ancheggiando in modo provocante.

"Oh certo, fammi eccitare e rubami il caffè!" le gridò dietro. "Mi sento terribilmente usato."

"Sesso e caffè" urlò lei da sopra la spalla, sorridendo. "Ecco perché ti permetto ancora di starmi vicino."

"Perché mi sento come se fossi fidanzato con un'amazzone?" la prese in giro lui.

"Attento a ciò che desideri, ragazzo. Le amazzoni uccidevano i propri compagni una volta finito con loro."

"Mi sembra una bella morte" replicò lui, sollevando un sopracciglio in modo allusivo.

"E a volte li liberavano dai loro... accessori, prima, tagliandoglieli..." aggiunse lei, guardando Castle rabbrividire.

"Inoltre le amazzoni si tagliavano i seni" aggiunse piegando la testa scherzosamente e sperando in una sfida.

Castle fece una smorfia. "Scordatelo. Non voglio essere sposato con un'amazzone. Mi piacciono i tuoi seni così come sono. Allora ti paragonerò ad uno Jedi."

"Trucchetti mentali?" rise lei.

"Unisciti al Lato Oscuro, Kate" le lanciò un'occhiata di sbieco, gli occhi che lampeggiavano.

"Cosa pensi che abbia fatto cinque minuti fa per rubarti questo caffè?" sorrise lei, prendendo un sorso della bevanda calda per soffocare la risatina che stava per scapparle dalle labbra.

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"Sei affamato, Castle?" chiese Kate dal divano.

Lui sollevò leggermente le sopracciglia guardandola al di soora del suo computer. "Sono sempre pronto a..."

"Castle!"

"Ero solo onesto" sorrise lui.

"Molto dolce" ghignò lei. "Ma seriamente. È quasi l'una. Vuoi qualcosa da mangiare... no!... mordere... err... mettere in bocca... non dirlo!" bofonchiò prima di alzare le mani in segno di resa. "Lasciamo perdere. Qualsiasi cosa dica suonerà sporca a questo punto."

Lui la fissò, cercando di apparire il più innocente possibile.

Beckett sbuffò alzandosi dal divano e dirigendosi verso il frigo.

"Mi stai preparando il pranzo, Kate? È davvero..."

"Già, credici" rise lei esaminando il contenuto del frigorifero. "Arrangiati, pervertito."

Un ampio sorriso si aprì sul viso di Castle. Adorava questo punzecchiarsi verbalmente. "Allora, che ti va di fare?"

"Bel tentativo. Non tornerò di là" ridacchiò lei. "Immagino che finirò lo spezzatino che è avanzato dall'altra sera"

"Armati in modo appropriato, allora" commentò lui, guardando lo schermo del suo computer.

"Come?"

"Devi usare l'oggetto appropriato per il lavoro, Beckett" ripeté lui come se fosse la cosa più ovvia al mondo. "Vuoi mangiare lo spezzatino. Devi usare un forchiaio."

"Un forchiaio" ripetè lei, la voce venata di sarcasmo.

"Esatto! Lo spezzatino è stato ciò che ha ispirato il forchiaio!"

She found that tidbit slightly intriguing. "Really?"

Lei trovò la cosa leggermente interessante "Davvero?"

"Non ne ho idea... Ma è possibile!" replicò lui e Beckett rispose con la solita alzata d'occhi al cielo.

"Mi basta una forchetta, Castle"

"Ma ti perderai tutto il delizioso contorno della salsa!"

Solo per accontentarlo, Beckett si arrese. "D'accordo" sbuffò. "Userò il forchiaio."

"Ce n'è uno nel primo cassetto tra le posate normali" sorrise lui.

Sentire il rumore delle posate che sbattevano - sapere che Beckett avrebbe finalmente provato le gioie del forchiaio - diede un'inspiegabile gioia allo scrittore.

Passarono un paio di minuti prima che lei urlasse, il naso seppellito nel cassetto "Non riesco a trovare il tuo arnese!"

Il ticchettare si fermò quando lui alzò lo sguardo dal manoscritto.

"Castle! That's not what I meant! Stop putting things in my mouth!"

"CASTLE! Non è quello che intendo! Smetti di mettermi porcate in bocca!"

Lui quasi soffocò alzando le mani in segno di resa e stringendo forte le labbra.

"Senti, non importa. Userò una forchetta e un cucchiaio" decise lei categoricamente, cambiando velocemente argomento.

A Castle sfuggì un sospiro frustrato quando si alzò dalla sua scrivania e si diresse verso la cucina. "No, no. DEVI usare il forchiaio, Kate. So che è lì. L'ho visto ieri."

"Non so che dirti, Castle" disse lei, gesticolando con la mano verso il cassetto, invitandolo a dare un'occhiata. "Non è lì adesso."

"Non è possibile" ragionò lui, iniziando a scavare sul fondo del cassetto "...a meno che..."

"Hey Mr. C!"

Castle sbattè la fronte contro il mobile chiudendo gli occhi, e inspirando lentamente. "Pi..."

Beckett guardò la rovina della vita di Castle scendere le scale e mettere un paio di piatti nel lavandino. "Io e Alexis stavamo giusto assaggiando dei filetti di mango. Vuole che gliene prepari uno?"

"No grazie" borbottò fermamente Castle, desiderando di poter seppellire la testa più a fondo nel cassetto.

"Magari la prossima volta" scrollò le spalle allegramente quello, risalendo le scale. "Se decidesse di volerne uno, abbiamo scoperto che mangiarlo col forchiaio è il modo giusto"

Castle rialzò di scatto la testa giusto in tempo per vedere il piede di Pi sparire dall'ultimo scalino. Come in trance, si trascinò verso il lavandino. Lì, tra due tazze sporche coperte di polpa di mango, c'era il suo amato forchiaio.

Chiuse gli occhi ed inspirò, molto, molto lentamente.

"Beh, ora sappiamo dove era finito il forchiaio" sospirò Kate aprendo lo sportello per prendere la spugna.

La sua mano però fu catturata velocemente dalla forte stretta di Castle che la fermò.

"Prendi il cappotto, Beckett" annunciò correndo all'armadio all'ingresso.

"Huh? Perché?"

"Andiamo a fare shopping. Ora!" affermò infilandosi la giacca. "Mi servono candeggina, iodio, alcol etilico e cloro... Quel forchiaio non toccherà le mie labbra o le tue prima di essere stato disinfettato appropriatamente! La sicurezza viene prima dello spezzatino!" insistette, e la trascinò fuori dalla porta principale.


  
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