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Autore: futhpark    17/10/2013    2 recensioni
Clarissa Swift detta Clary ha 16 anni, è una romantica persa che ama passeggiare per i parchi in autunno quando le foglie sono rosse, rosse come l'amore. Ama la malinconia della pioggia e la musica country, ama tutto ciò che è romantico, e ama anche un ragazzo, un ragazzo che viene sempre con la pioggia
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Riposi i libri nella borsa, la campanella sarebbe suonata a momenti.
-Clary, piove, vuoi un passaggio?- mi domandò Viky la mia migliore amica.
-penso di avere un ombrello grazie- le risposi volgendole un sorriso.
Viky era sempre gentilissima con me, l’adoravo inoltre era anche una bella ragazza, aveva degli occhi castani vispi e simpatici, i suoi capelli erano neri in realtà, ma aveva deciso di schiarirli quindi deciderne il colore ormai era impossibile.
-va bene romantica passeggiatrice che cammina sotto la pioggia- mi punzecchiò.
Si ero una romantica persa.
Quando la campanella suonò ci catapultammo tutti fuori da quel carcere minorile comunemente chiamato scuola.
Le grandi gocce di pioggia cadevano veloci e violente sull’asfalto. Pioveva davvero tanto, una tipica pioggia autunnale che grigia contrastava con il rosso delle foglie che si calpestavano ormai ovunque.
-caspita piove davvero forte!- esclamai con l’ombrello che era già zuppo.
-già, ora dovresti provare pena per George che è già lì ad aspettare che arrivi il pullman senza ombrello-
-oddio dove?- domandai.
-vicino al cancello- mi rispose in automatico.
-povero! Non ha l’ombrello, si sta coprendo con lo zaino, si rovinerà i libri così- dissi.
-eh che vuoi farci?-
-è ancora valido il tuo passaggio?-
-si, certo, ma che?-
-vado a dargli il mio ombrello, il suo pullman arriverà fra 15 minuti, con questa pioggia si ammala davvero-
Nemmeno il tempo di riflettere su ciò che dicevo che mi avviai a passo deciso verso di lui (tanto ci sarei passata comunque).
Non gli avevo mai parlato in tutta la mia vita se non per chiedergli se i corsi di lingua tedesca di livello intermedio si facevano con Mrs. Smith. Però giuro su chiunque che George Graham era il ragazzo più affascinante che io abbia mai visto. Aveva un’aria timida e riservata, indossava sempre converse All Star, jeans è maglioni di cotone, sembrava il ragazzo romantico, bello e colto che si vedono nei film romantici. Lui con quei capelli castano chiaro che gli ricadevano mossi e ribelli sulla fronte, i suoi occhi erano come il caramello, come i colori delle foglie cadute in autunno, erano gli occhi più belli che avessi mai visto.
-hei!- pronunciai, ma non mi sentì.
Decisi che quel poco di fiato che l’ansia mi permetteva ancora di utilizzare andava usato con cautela, quindi gli toccai la spalla. Il tessuto del maglione blu scuro era soffice e tiepido.
-hei, vuoi il mio ombrello? Tanto io sono in macchina- gli proposi provando a sfoderare il lato più dolce di me. Lui sembrò sorpreso, certo che non è normale che una persona sia così gentile, solo in quell’istante temetti con tutta me stessa che avesse capito che ci provavo.
-eh, , ma poi come faccio a riportartelo?-
-mi chiamo Clarissa Swift, domani abbiamo l’ora di educazione fisica in corrispondenza, me lo restituisci lì ok?-
Lui mi sorrise: -grazie Clarissa, allora a domani!-
Non potevo crederci, aveva detto il mio nome, mi aveva guardata, aveva sfoderato il più bel sorriso che avessi mai visto e mi aveva pure detto: -a domani!-
Non mi sarei sorpresa se un’ambulanza fosse arrivata a soccorrermi per tachicardia.
Mi allontanai da lui tremando come una foglia, e dubito che fosse per il freddo.
-Clary muoviti, o il tuo atto di benevolenza nuocerà a noi!- provò a dire Vicky senza farsi sentire da lui. Quanto avrei voluta strozzarla in quel momento? Quanto?
Appena la raggiunsi le mi afferrò il polso e mi trascinò in una fuga disperata verso la macchina del padre.
-Pàh! Clary non ha l’ombrello, possiamo darle un passaggio vero?- domandò spingendomi nell’autovettura prima che il padre potesse risponderle.
-va bene!- disse.
-Grazie James!- dissi con tutta la cortesia del mondo.
-figurati Clary!-
James lavorava per un negozio di elettronica e riceveva continuamente telefonate, infatti non appena finì di parlare gli squillò il telefono.
Rispose concentrato lasciando me e la mia adorata amica ai nostri discorsi.
-beh, che ha detto?-
-grazie Clarissa, allora a domani- risposi imitandolo sul punto di sciogliermi come gelato al sole.
-Ti ha chiamata per nome?- Vicky sembrò più sorpresa di me.
-si, oddio non è magnifico?-
-beh, è un gran bel passo, sono mesi che lo fissi dicendo che sembra un sognatore esattamente come te, adesso avrai la possibilità di verificarlo forse-
-lo spero tanto amica mia, ma davvero tanto-
***
Quel pomeriggio lo passai a studiare davanti alla finestra con il vetro fradicio fuori e appannato dentro.
Disegnai un cuoricino con le dita e dentro ci feci un G: George.
Mi presi un tè caldo alla pesca mentre ripensavo a lui. Un giorno mi avrebbe abbracciata, e io avrei affondato il viso nel suo soffice maglione blu e mi sarei fatta inebriare dal suo dolce profumo, lui mi avrebbe guardata con quel suo sguardo dolce e sognante, sognante su me: distante da tutti eccetto me.
Il mio telefono fece uno squillo proprio mentre nei miei pensieri lui mi baciava.
-si?-
-Clary sono Mary, non è che domani puoi sostituirmi in biblioteca?, sai è il compleanno dia zia e devo preparare la torta, domani ho solo un’ora quindi mi chidevo…-
-Mary tranquilla, ci penso io- risposi sorridendo. Adoravo andare alla biblioteca. Aveva un non so che di romantico, era un edificio antico, molto bello, la struttura interno era quasi tutta di legno ricoperto da carta da parati beige con dei fiorellini rossi. Era accogliente, odorava di carta, e ti dava di amore, si, se si potesse attribuire un sentimento ad ogni posto, a quella biblioteca avrei sicuramente dato amore.
Sentivo che quel venerdì, che quel 18 ottobre sarebbe stata una magnifica giornata, avrei parlato nuovamente con George e sarei andata alla mia amatissima biblioteca.


Cari lettori, mi presento come Futhpark(tipo di alfabeto runico) per non rivelare la mia identità, vorrei solo dire che questa storia la ispiro alla cosa più bella che esista: l'amore. Ametto di essere anche più piccola di Clarissa e che non mi sono mai innamorata davvero, tutto quello che so su questo sentimento me lo ha insegnato Taylor Swift con la sua musica, inefetti Clarissa è un po' come Taylor nella mia mente, e George beh, George è una persona colta ed intelligente esattamente come lo è la persona a cui penso quando scrivo di lui.
Non vorrei sembrarvi seccante, ma vorrei davvero che teniete presenti questi piccoli appunti che proverò comunque a far emergere durante i prossimi capitoli.
Spero che il mio racconto vi piaccia, e vi prego, non esitate a farmi presente ciò che vi piace e ciò che non vi convince. Io qui scrivo per far conoscere i miei pensieri e per imparare e migliorare, quindi v'imploro di darmi consiglio se vi va.
Per il resto, grazie e buona lettura!
 
  
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