Colori che non conosco
Minuscoli granelli di sabbia mi s’incastrano tra le dita dei piedi.
Il mare è tranquillo. L’acqua, accarezzando lievemente la battigia, emette un suono appena percettibile.
Lancio il mio aereo di carta. Sento i piedi di mia madre affondare nella sabbia tiepida, e poi le sue mani porgermi l’aereo.
Non lo vedo, il mio aereo. Non vedo dove va. Né vedo il mare, o la sabbia, o le conchiglie che credo di pestare.
- Che colore è, oggi? – chiedo.
- Azzurro. Molto chiaro – risponde.
Con la voce di mia madre in sottofondo, non è poi così difficile ascoltare l’acqua che scorre placida e dipingerla di azzurro. Qualunque cosa l’azzurro sia.
Il mare è tranquillo. L’acqua, accarezzando lievemente la battigia, emette un suono appena percettibile.
Lancio il mio aereo di carta. Sento i piedi di mia madre affondare nella sabbia tiepida, e poi le sue mani porgermi l’aereo.
Non lo vedo, il mio aereo. Non vedo dove va. Né vedo il mare, o la sabbia, o le conchiglie che credo di pestare.
- Che colore è, oggi? – chiedo.
- Azzurro. Molto chiaro – risponde.
Con la voce di mia madre in sottofondo, non è poi così difficile ascoltare l’acqua che scorre placida e dipingerla di azzurro. Qualunque cosa l’azzurro sia.
[109 parole]
***
Lascio scorrere le mani in mezzo alla sabbia.
Una volta, mia madre disse che era bianca. E finissima.
- Questo lo so – risposi, fiero del mio tatto pienamente funzionante.
Tra le dita, distinguo quelli che dovrebbero essere gusci vuoti di un qualche mollusco. Vongole, forse.
Il mare è agitato, tanto che la schiuma delle onde arriva a lambirmi le gambe.
Lancio il mio aereo, che non è un granché, perché l’ho fatto da solo, ma un po’ di strada riesce a farla. Non lo sento atterrare sulla spiaggia.
Dev’essere finito in mare.
Tanto meglio, penso. Non sarò costretto ad assistere all’assenza dei passi di mia madre sulla sabbia.
Una volta, mia madre disse che era bianca. E finissima.
- Questo lo so – risposi, fiero del mio tatto pienamente funzionante.
Tra le dita, distinguo quelli che dovrebbero essere gusci vuoti di un qualche mollusco. Vongole, forse.
Il mare è agitato, tanto che la schiuma delle onde arriva a lambirmi le gambe.
Lancio il mio aereo, che non è un granché, perché l’ho fatto da solo, ma un po’ di strada riesce a farla. Non lo sento atterrare sulla spiaggia.
Dev’essere finito in mare.
Tanto meglio, penso. Non sarò costretto ad assistere all’assenza dei passi di mia madre sulla sabbia.
[108 parole]
Note autrice:
Questa storia contiene un personaggio la cui nascita risale a un paio d'anni fa. Sono sempre stata affascinata dai personaggi ciechi, soprattutto se bambini. "L'essenziale è invisibile agli occhi", dice il Piccolo Principe. No?
Spero che vi siano piaciute queste drabble :3
Bacio.
S.
Note autrice:
Questa storia contiene un personaggio la cui nascita risale a un paio d'anni fa. Sono sempre stata affascinata dai personaggi ciechi, soprattutto se bambini. "L'essenziale è invisibile agli occhi", dice il Piccolo Principe. No?
Spero che vi siano piaciute queste drabble :3
Bacio.
S.