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Autore: Shatzy    09/04/2008    11 recensioni
“Signore, se posso permettermi, dovrebbe trascorrere in altro modo il giorno del suo compleanno.”
Piccola fic senza pretese. RoyAi.
[Dedicata a Lely. Tanti tanti auguri!]
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: i personaggi citati appartengono ai loro legittimi proprietari.

Note: questa è una fic senza pretese alcune, spero soltanto di riuscire a far fare un sorriso royaioso a qualcuna ^^


E’ il mio misero regalo di compleanno per la nostra piccola Lely. Non sarà la torta con la fanart RoyAi sopra, ma ti assicuro che è meglio questa fic che la torta (vista la mia incapacità in cucina ^^”).
Tanti auguri!!




Patto di sangue




“Ripeto, signore, che non ce ne è alcun bisogno.”
“E invece io ti dico di sì.”
Riza Hawkeye, forse per la prima volta nella sua vita, si ritrovò a sbuffare per la disperazione, tallonata com’era dal suo Colonnello preferito.
“Colonnello, le sue pratiche da sbrigare si accumuleranno” cominciò.
“Oh, non ti preoccupare, ce ne sono talmente tante in arretrato che una cinquantina in più o in meno non cambia nulla” cinguettò lui.
Riza sapeva che non sarebbe stata facile.
“Se dovesse ricevere qualche telefonata importante…” provò.
“Ho sistemato Breda alla ricezione delle telefonate, mentre Havoc si occupa delle visite.” Spiegò soddisfatto.
Eppure lei non mollò, non era certo tipo da arrendersi così facilmente!
“Vuole farsi, inutilmente, tre piani di scale?” domandò retorica.
“Lo sforzo fisico non mi spaventa” rispose spavaldo.
“Senza contare l’attesa che indubbiamente ci sarà…” continuò imperterrita.
“Non è un problema, possiamo chiacchierare per distrarci, no?” sorrise pieno di sé.
“Signore, se posso permettermi, dovrebbe trascorrere in altro modo il giorno del suo compleanno” dichiarò solenne.
“Eh?” si stupì lui.
“Non mi dica che ha dimenticato che giorno è oggi?” domandò tranquilla.
“No, più che altro sono stupito che te lo ricordi tu…”
“Tengo a mente qualunque cosa la riguardi, signore” concluse lapidaria.
“Beh” Roy cercò di nascondere lo stupore, “comunque sia decido io come passare questa giornata, e voglio accompagnarti” sorrise soddisfatto.

A quel punto, le scuse erano ormai esaurite, Riza alzò gli occhi al cielo, sapendo che niente e nessuno ormai avrebbe impedito che Roy Mustang la seguisse fino a destinazione.
Già. La destinazione…
Si era svegliata quella mattina sapendo cosa la aspettasse. Era almeno un mese che attendeva, e ogni anno la situazione si ripeteva. Aveva segnato sul calendario i giorni che la dividevano da questo indesiderato e necessario incontro. Ed era arrivato, come sempre.
Però quella mattina qualcosa si era dimostrato diverso. Il Colonnello si era offerto di accompagnarla personalmente, attribuendo questa decisione alla possibilità di protezione che lui avrebbe potuto offrirle, più un braccio solido a cui poggiarsi in caso di bisogno, una spalla disponibile su cui piangere se necessario, un viso amico in grado di metterla più a suo agio e altre frottole varie.
Neanche fosse stata una missione di guerra!
Non che le analisi del sangue per il Controllo Annuale della Salute degli Ufficiali fosse una cosa meno seria…

Sbuffò di nuovo, ripensando a cosa si apprestava a compiere, mentre un allegro Roy Mustang le camminava affianco, canticchiando qualcosa sottovoce.

Non che avesse paura di un ago! Questo no, di certo. Lei era una donna forte, rispettata dai colleghi, stimata da ufficiali di grado maggiore del suo, coraggiosa e impavida di fronte a qualunque missione, conosciuta in tutto il Quartier Generale come la donna in grado di rigirarsi a piacere l’Alchimista di Fuoco pur non avendo una relazione intima con lui. Riza Hawkeye incarnava l’ideale del soldato perfetto, lei era la rigidezza fatta persona. Almeno a prima vista…
Il dolore non la spaventava, era abituata a limiti di sopportazione che avrebbero steso un uomo della corporatura del Maggiore Armstrong.
L’attesa non la scalfiva di una virgola, non un cecchino delle sue capacità.
Sapeva vincere nausea e senso di svenimento con la sola imposizione mentale, dopo anni di addestramento di Accademia e sul campo.

Però… quell’odore di disinfettante che impregnava le narici, tanto forte da bruciare i polmoni e lasciare senza respiro per quel secondo appena, quel sangue rosso scuro nelle provette, il suo sangue, tanto uguale a quello delle persone a cui aveva sparato…

No, Riza Hawkeye non era affatto felice di fare i prelievi di sangue! Tanto che, ogni anno, vedeva lentamente arrivare quel giorno come se fosse al rallentatore, e aveva sempre pensato ad esso come uno dei peggiori tra i 365. Beh, i giorni in cui il Colonnello Mustang si feriva, con la carta in ufficio o in qualche missione, erano certamente peggiori.

“Che ne dici se dopo andiamo a fare colazione al bar all’angolo? Lo hanno aperto da poco e ancora non ci sono stato.” La domanda di Roy la riportò alla realtà, finalmente ricordandosi dove, perché, e con chi fosse.
“Non c’è bisogno che lei mi accompagni, può tornare subito al lavoro” rispose seria come sempre.
“Cosa? Vuoi farmi morire di fame?” sorrise.
Riza sgranò gli occhi. “Vuol dire che stamattina non ha fatto colazione?”
“Certo che no, dovevo accompagnarti” spiegò come se fosse ovvio.
“Ma lei non deve farlo! Gli Alchimisti di Stato possono saltare il prelievo!” Stupidi privilegi militari!
“Che c’entra, scusa?! Intanto stamattina accompagno te, non posso certo fare colazione due volte, ne va della mia splendida linea” si vantò, passandosi le mani lungo i fianchi.
Riza non azzardò alcuna risposta, sapeva che era inutile combattere con la testardaggine del suo superiore.
“Oh, eccoci, siamo arrivati” sorrise di nuovo, indicando la sala d’aspetto - troppo vuota per i gusti di Riza - per l’ambulatorio medico del Quartier Generale.
Si accomodarono su due sedie in attesa del loro turno.
Mentre Roy parlava felicemente del più e del meno, rallegrandosi che per una volta potesse essere d’aiuto al suo Tenente preferito, Riza era chiusa in sé, le mani strette sulle ginocchia, non riuscendo a spiegarsi il motivo di quella inaspettata, e in quel contesto sgradita, compagnia. Non voleva assolutamente mostrarsi debole di fronte a lui, si sarebbe incrinato il loro rapporto, il Colonnello non l’avrebbe più vista con lo stesso sguardo, non si sarebbe più fidato di farsi proteggere da una donna debole come tutte le altre… Però, guardandolo timidamente mentre lui rideva di qualche propria battuta, Riza capì che il vero motivo era altro, e al solo pensiero si ritrovò ad arrossire.

“Tenente, che hai? Hai caldo? Sei tutta rossa!” si allarmò lui, “vado a chiamare qualcuno, faccio aprire una finestra, allerto un medico!!” ma prima che Roy potesse alzarsi dalla sedia, lei gli posò la mano sul braccio, fermandolo.
“Non ce ne è bisogno, signore. Sto bene” lo rincuorò.
Lui la fissò un attimo, prima di coprire la mano di lei con la propria, mentre le sorrideva.
“Allora, mi dica la verità, la sua è solo una scusa per evitare i documenti da firmare, il giorno del suo compleanno, vero?” chiese, tanto per togliersi dall’imbarazzo e recuperare la propria mano dalle grinfie del superiore.
“Cosa? Come ti viene in mente un’idea tanto strana?” ma la sua interpretazione aveva poco di convincente.
“Si sta comportando come una di quelle donnette di mezza età in preda ad una crisi di vecchiaia” masticò sottovoce.
“Guarda che ti ho sentito! E non è vero! Io non sono vecchio, ho solo 29 anni!” si difese, colto nell’orgoglio.
“Signore, ricordo che questa stessa frase me l’ha già detta l’anno scorso, e quello prima ancora… Forse è ora di accettare lo scorrere del tempo” spiegò lei.
“Lo accetto benissimo…” bofonchiò.
“E allora come mai stamattina si è agitato tanto? Poteva anche finire male…”
“Sono stati loro a cominciare!” si intestardì.
“Falman le aveva soltanto fatto gli auguri, e gli altri si sono aggregati a lui, ricordando che giorno fosse oggi… Non c’era bisogno di quella sfuriata” lo riprese pacata.
Roy sbuffò, incrociando le braccia.
“Non è per il mio stupido compleanno che sono qui con te…”

Lo leggeva nei suoi occhi sinceri, Riza conosceva il suo Colonnello forse anche meglio di se stessa, e sapeva che se Roy era lì era solo perché sapeva che lei non si trovava a suo agio in quei test medici. E voleva farla star bene, divertire, mentre affrontavano insieme quella piccola difficoltà. Eppure Riza continuava a vergognarsi di mostrarsi debole di fronte ad una persona così tanto importante per lei, voleva solo essere perfetta come ogni donna vorrebbe esserlo di fronte all’uomo che ha scelto di am-
“Oh, Tenente, è il nostro turno” Roy la riscosse dai suoi pensieri, accorgendosi della porticina che si apriva, e dell’infermiera che faceva il suo nome.
Roy le passò un braccio attorno alle spalle, nel vano tentativo di fingere di mostrarle la strada verso l’ambulatorio, lontano solo cinque passi dalla loro postazione.

L’infermiera, una donna sulla quarantina con il viso coperto da grandi occhiali vistosi, li invitò ad accomodarsi sull’unica sedia disponibile, di fronte ad un tavolino.
Roy si sedette per primo, sfoderando quel sorriso amabile e odioso allo stesso tempo, mentre le faceva segno di avvicinarsi. “Tenente, puoi sederti sulle mie gambe, così io ti sarò vicino e non avrai paura di niente” la provocò scherzoso.
Riza alzò gli occhi al cielo, prima di prenderlo per un braccio e alzarlo di forza dalla sedia, sulla quale si accomodò, esausta.
Roy continuò a ridacchiare dietro di lei, mentre l’infermiera alzò un sopracciglio, di fronte a una scena tanto assurda.
“Colonnello, può aspettare di fuori” provò Riza per l’ennesima volta.
“No- no, io voglio restare qui” rispose come un bambino di fronte al suo gioco preferito.

Ormai, l’unica cosa che Riza voleva era che finisse il prima possibile. La paura era anche quasi sparita, tanto che l’odore di disinfettante non l’aveva neanche infastidita.
Si tirò su la manica della divisa blu, mentre con un’ultima occhiata rispondeva al sorriso incoraggiante di Roy. L’infermiera iniziò il suo lavoro.

Forse per una volta poteva anche mostrarsi nella sua fragilità di donna, forse non c’era niente di male ad essere imperfetti, in fondo se lui era lì era perché ci teneva, a lei, e di certo conosceva ogni sua piccola paura, proprio come lei era al corrente delle sue. Forse a lui non dispiaceva affatto che lei non fosse perfetta, forse era lì proprio per dimostrarle questo, forse…
Un rumore sordo, un tonfo netto, di qualcosa che era scivolata sul pavimento, la destò all’improvviso, e spaventata si voltò verso il luogo dell’impatto.
E ciò che vide le fermò il cuore.

Il Colonnello Mustang, a terra.
Svenuto.

“Colonnello!” gridò Riza in preda al panico, mentre l’infermiera finì velocemente il suo lavoro, non perdendo tempo neanche a tamponarle il braccio e gettandosi sul nuovo paziente.
“E’ svenuto” dichiarò, tastandogli il polso. “Dobbiamo farlo sdraiare.”
Le due donne lo presero di forza, conducendolo sul lettino nella stanzetta affianco e distendendolo sopra.
L’infermiera si apprestò a controllare le funzioni vitali di Roy, e dopo aver giudicato il suo stato con un sopravviverà, si rivolse a Riza.
“Io devo tornare al lavoro, ho altri pazienti” la informò, mentre le porgeva un cerotto per il suo braccio. “Signorina, mi farebbe un favore se si occupasse del suo collega” e le rivolse un sorriso, prima di lasciarli soli nella stanzetta.
Riza espirò, rendendosi conto che aveva trattenuto il fiato per tanto tempo, e si avvicinò al lettino di Roy, sedendosi al suo fianco e prendendo una mano tra le sue, sorridendo.

Passarono solo pochi minuti, quando Roy si svegliò, un po’ stordito. Si accorse del suo Tenente, che lo guardava con affetto, mentre gli teneva una mano con le proprie.
“Uhm, d-dove sono?” balbettò intontito, mentre cercava di mettere a fuoco l’ambiente.
“E’ nell’ambulatorio del Quartier Generale” lo avvertì con dolcezza, mentre una mano era corsa a ordinargli i capelli, scesi disordinatamente sulla fronte.
“C-cosa è successo?” domandò stanco, chiudendo gli occhi al tocco di quelle dita leggere sulla sua fronte.
“E’ svenuto” spiegò lapidaria.
“Ah-h” Roy cominciò a ricordare, riaprendo gli occhi e fissandola con vergogna. “Sì, certo. Devo aver sbattuto contro qualcosa…”
“Era in piedi dietro di me. Fermo.” Gli ricordò.
“Ah. Deve essermi caduto qualcosa in testa…”
“Non c’erano altri oggetti accanto al suo corpo, e il soffitto era intatto.” Dichiarò, come se stesse esponendo la scena di un delitto.
“Ehm… forse ho una malattia grave!”
“L’infermiera la ha visitata con accuratezza e non ha notato niente di così grave da svenire all’improvviso.”
“Ma io volevo solo farti distrarre, era tutto calcolato!” rise con finto auto-compiacimento.
Riza si limitò a guardarlo, tra lo scettico e il serio.
“Allora forse è stato un colpo di freddo? La puntura di qualche animale velenoso? Un attacco improvviso di qualche nemico?”
“La finestra era chiusa, come anche la porta; l’ambiente è sterile, e non ci sono animali velenosi a Central City; e la stanza è rimasta sigillata tutto il tempo, inoltre le ricordo che siamo all’interno del Quartier Generale, nessun nemico potrebbe introdursi tanto facilmente” gli rispose seriamente, senza neanche l’ombra di presa in giro negli occhi.
“Beh” rifletté lui, tentando di alzarsi, “allora forse è dipeso solo dalla vista del tuo sangue” confessò voltando lo sguardo, mentre Riza lo rimetteva sdraiato con una leggera, ma precisa pressione sulla sua spalla.
“Credo di sì, signore.”
Roy sospirò teatralmente, riprendendo poi a fissarla serio. “Facciamo un patto…”
“Di sangue?” ironizzò lei, notando divertita che bastava pronunciare la parola per vedere il pallore aumentare sul volto del Colonnello.
“Questa storia non deve uscire da questa stanza!” evidenziò lui.
“Agli ordini, signore” mormorò lei, mimando un saluto militare e alzando gli occhi al cielo, come se dovesse assecondare un pazzo.
“Uhm” la squadrò, “e tu… come stai?”
“Bene, Colonnello.”
“Non ti senti male? Perché non ti sdrai un po’ anche tu?” propose, mentre le prendeva una mano e la attirava vicino a sé.
“Non serve, non si preoccupi” precisò, cercando di sottrarsi alla sua presa.
“Insisto, Tenente. E’ una mia precisa responsabilità assicurarmi che un mio sottoposto sia in perfetta salute fisica, inoltre qui c’è posto per entrambi” sorrise.
Riza si lasciò trasportare, incapace com’era di ribattere qualcosa. Si ritrovò vicino al superiore, voltato verso di lei, tra un misto di imbarazzo e ridicolaggine. Quel letto era piccolo, ma la posizione non era poi tanto scomoda…

“Ora posso alzarmi?” chiese lei dopo appena un minuto.
“No. Dobbiamo riposare” annunciò solenne.
“E’ una scusa per evitare i documenti in ufficio, vero?” azzardò, guardandolo di sottecchi.
“Cosa? No, no, ma come ti viene in mente…” balbettò, “è che siamo entrambi debilitati, tu per il prelievo, io per… ehm, quello che è” concluse in modo sbrigativo.
“E va bene” concesse finalmente, “tanto oggi pensavo di alleggerirle il carico lavorativo, come regalo di compleanno.”
“Ma come siamo magnanimi…” ironizzò lui.
“Mi dice come mai è così agitato dai suoi compleanni? Dovrebbe essere un giorno di festa, non lo viva male, per favore” s’interessò preoccupata.
“Uhm” di certo Roy non poteva spiegare al suo Tenente che il suo odio per il passare degli anni dipendeva proprio da lei, e dal fatto che ogni volta vedesse che rispetto all’anno precedente non c’erano stati ancora troppi miglioramenti per raggiungere la vetta dello stato militare, e poter abolire così una infima regola scocciatrice che gli disturbava il sonno e la digestione solo al sentirla nominare, oltre al fatto che ad ogni nuovo compleanno si sentiva meno degno di stare affianco a una ragazza ancora così giovane e bella… “E se io volessi qualcos’altro, come regalo?” cambiò velocemente discorso.
“Chieda pure, se posso aiutarla…”
Roy appoggiò la propria fronte a quella di lei, chiudendo gli occhi. Riza si chiese solamente se il battito impazzito del suo cuore si potesse sentire fino all’ufficio del Comandante Supremo, che avrebbe senz’altro preso le dovute precauzioni, licenziandola seduta stante, o quanto meno trasferendola a miglia di distanza da-
“Grazie.”
Riza si riprese dal suo flusso insensato di pensieri, vertendo l’attenzione sul suo Colonnello, semi-addormentato così vicino a lei.
“Di cosa, signore?” domandò piano.
“Dello splendido regalo di compleanno che mi hai dato.”
“Beh, prego…” restò interdetta, “se non le andava di lavorare bastava dirmel-”
Ma si bloccò, appena Roy aprì gli occhi per fissarla intensamente.
“Mi riferivo a questo” sussurrò, passandole un dito sulla guancia arrossata per l’imbarazzo, che diventò ancora più scarlatta. “A quanto pare non sono poi così vecchio…”
“Oh” rispose lei, senza parole. “Sperando che adesso non svenga di nuovo, con tutto questo colore rosso…” ironizzò.
Roy rise solamente, avvicinandosi un altro po’ e richiudendo gli occhi.

“Grazie a lei” sussurrò Riza, arrossendo ancora.
“Prego. Mi devi ancora una colazione, però” precisò l’altro con un sorriso.
Riza alzò gli occhi al cielo divertita, sorridendo leggermente verso il suo Colonnello, che contraccambiò felice.




Solo pochi minuti dopo, l’infermiera entrò nella stanzetta per assicurarsi della salute dei due ufficiali che le avevano fatto ritardare il lavoro. Li trovò addormentati su quel misero lettino, l’uno di fianco all’altra, seppur senza sfiorarsi.
Sospirò notando i volti rilassati e i sorrisi presenti sulle labbra di entrambi, ricordando forse qualche esperienza passata di gioventù. Richiuse la porta dietro di sé, certa che non sarebbe stata disturbata per un bel po’…






Fine







Note: allora, ho inserito qualche particolare solo per la festeggiata ^^ Innanzitutto c’è un compleanno di mezzo (no, lo so che non sei vecchia come Roy XD), poi Roy sviene, per il semplice fatto che Lely mi ha detto che non è dignitoso (ho infierito) XD E infine è una fic sul comico, perché la nostra prima gemellina ha una forte vena comica, e sul romantico, beh, perché è RoyAi ^^
Ho voluto movimentare un po’ il compleanno di Roy, tanto per variare… (La storia delle analisi è puramente casuale, sì sì, come no XD).
Mia cara Lely, spero che ti sia piaciuta anche solo in minima parte ^^


 

 


 




Ringraziamenti: grazie per i commenti ^^ Ho notato dei punti comuni, come il fatto che Roy sarà bello per sempre (se trova il modo di non invecchiare me lo faccia sapere XD), e che il titolo era fuorviante. Chiedo perdono, non scriverò mai nulla in cui qualcuno morirà, e comunque c'erano gli avvertimenti e i generi a indirizzare la fic verso una delle mie scemenze ^^
Ok, passo alle risposte singole ^^

Valy88: Roy rimarrà bello fino a 100 anni, eh? Mi sa tanto che tu sei di parte XDD Oddio, hai trovato la storia romantica! Non pensavo di arrivare a tanto! I complimenti non stancano mai, tranquilla, soprattutto i tuoi, che sei sempre così gentile ^^ Sì, ho allungato le parti descrittive, altrimenti tendo a scrivere solo dialoghi ^^" Sono contenta che le fic comiche/romantiche ti piacciono, con me vai al sicuro mi sa XD Grazie.

elyxyz: sì sì, la paura delle analisi è puramente casuale, chissà come mi è venuta questa idea per la fic XD Uff, sono una paurosa ç__ç Eh, già, il tempo passa per tutti, guarda... vorrà dire che quando sarà diremo di avere 29 anni per almeno qualche annetto, no? XD Grazie del commento.

Betta90: sono contenta che la fic ti è piaciuta anche se la coppia non ti piace, grazie due volte ^^ La storia delle analisi in realtà è autobiografica ^^" Lo svenimento di Roy ha fatto ridere tanto anche me, ogni tanto mi diverto a fargli fare figuracce XD Grazie dei complimenti e dell'entusiasmo.

Sisya *O*: il titolo poteva deviare, ma hai ragione, che ti aspetti da me? ^^" e poi ci sono sempre gli avvisi! Riza piace anche a me come personaggio, e poi ho fatto in modo che la sua volontà di essere sempre forte davanti a lui si contrapponesse allo svenimento di Roy (un po' da donnicciola XD). Che ci vuoi fare? Io lo dico che è lei l'uomo della coppia XD Il punto delle scuse inesistenti mi ha divertito a scriverlo, perchè lui cerca una scusa, e lei non se ne preoccupa affatto, ma gli risponde come se stessero parlando di cose serie ^^ Grazie dei complimenti ^///^ e sì, la conquista del mondo è vicina XDD

The_Dark_Side: ma io non scriverò mai una deathfic, tranquilla! XD Nessuno morirà mai con me ^^ Sono contenta che trovi la fic dolce ^^ Roy non è che ha la fobia del sangue, consideriamo che è stato in guerra... E' solo che ha la fobia del sangue di Riza ^__^ e che ci vuoi fare? Quando tieni ad una persona ti fa senso vedere il suo sangue, o qualcosa che indichi che non sta bene, no? ^^ E anche tu mi sa che sei di parte, quando dici che Roy sarà sempre bello, a qualunque età XD Sì, stavolta si limitano solo a dormire insieme, in fondo stanno dentro al Quartier Generale, non mi sembrava il caso di fargli dare un bel bacio appassionato (ma che dico? è sempre il caso XDD). Grazie tantissime dei complimenti, cara ^^ Ps. perchè non vieni a dare un'occhiata nel forum RoyAi? ^^ Mi hai detto che non hai molte amiche che amano questo pair, magari trovi qualcosa di interessante, ci sono milioni di fanart, omake, doujinshi, e chiacchiere varie ^^ (senza obbligo, ovviamente). L'indirizzo è nel mio account.

nimpha: uhm, qualcosa mi dice che il tuo animo da sorella si è fatto sentire XD A parte gli scherzi, il tuo commento mi ha davvero colpita, a momenti piangevo XD Non farlo mai più -__- ... XDD La paura degli ospedali è comune, ma c'è certa gente che non fa una piega, maledetti!!! Ho un'amica che stava allegramente chiacchierando con l'infermiera che le faceva il prelievo mentre io avevo un attacco di panico!! Roba da matti. Ma anche a me basta l'odore degli ospedali per sentirmi male, maledizione. E Riza è umana, secondo me, magari non lo mostra, ma è così. All'inizio avevo pensato di far fare a lui il prelievo, ma poi ho voluto puntare sull'umanità di Riza, rendendo ridicolo Roy XD La scena finale crea solo un primo stadio da gelatinizzazione, dai, non era niente di particolare ^^ Abbracci royaiosi anche a te, mia cara ^^

Lely: allora, sorellina, sono felicissima che hai apprezzato la mia piccola shottina, ma non mi sembra il caso di saltare la lezione di inglese!! XD Meno male che c'era Cecilia, altrimenti poi che raccontavi alla tua prof di inglese? Le toccava leggere la fic per visionare il tutto XDD Eh, lasciamo stare la paura delle analisi, va', o mi levi il titolo da sorellona XD A me ha fatto anche male, per giunta ^^" Ma non c'è bisogno di rincorrere Roy, lui è un vero uomo, non è che sviene alla vista del sangue, ma sviene alla vista del sangue di Riza ^^ è diverso. Direi che per te è ancora presto per la sindrome di Peter Pan, lasciala a Roy, che lui ne ha davvero bisogno XDD Grazie per aver apprezzato il mio piccolo regalino ^///^ Ciao!

KuRoNeKoChAn: grazie per aver letto anche se il pair non ti piace ^__^ sono commossa. E meno male che ti ha divertito, era l'intento della fic ^^ Guarda, la scena di Roy che sviene ha fatto ridere anche me, soprattutto quando si riprende e inventa scusa idiote ^^" Non dovrei dirlo, dato che sono l'autrice, ma mi diverto con poco. Grazie del commento!!

Senboo_: Hola! scusa, ma tu fai 6 prelievi al mese?? Spero che tu non abbia nulla di grave!! (Neanche se fossi incinta faresti tutti questi prelievi, oddio, che incubo sarebbe per me che ho una paura pazzesca ^^"). Sì, penso anche io che sia la fic adatta a te, a questo punto XD Sono contenta che ti sia piaciuta ^^

mame: mameeeee!!! Non sai che gioia leggere che ogni tanto ritorni alle origini ^^ come va? XD Grazie per i complimenti sul titolo, sono la mia croce di solito, stavolta mi è uscito demenziale quasi quanto la fic XD Prendo per un complimento il "come ridicolizzi tu roy non lo ridicolizza nessuno" XDDD Sì, le mie storie possono sembrare senza senso, assurde e stupide e... lo sono XDD Ma cerco sempre di dare uno straccio di motivazione. Alla fine la figuraccia la fa Roy, come sempre aggiungerei. Riza non deve avere proprio problemi a stare con lui, tanto alla fine le situazioni si ribaltano XDD Conosci persone che inventano scuse idiote come quelle di Roy? Immagino le risate XD Beh, grazie del commento ^^

   
 
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