Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: FarAway_17    18/10/2013    2 recensioni
Harry, Louis, una sveglia bastarda, un letto e due cuori innamorati.
[[Larry, Larry everywhere]]
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
«Lou… dobbiamo alzarci».
La sveglia – quella dannata e fastidiosissima sveglia che avevo impostato la sera prima – era appena suonata.
Avevo aperto un solo occhio tentando di spegnerla a tentoni a costo di scaraventarla dall’altra parte della stanza. Poi avevo richiuso l’occhio e mi ero girato su di un fianco con tutta l’intenzione di rimettermi a dormire. Ma Harry non doveva pensarla come me perché mi si era avvicinato di soppiatto scuotendomi appena.
«Mmmh», mugugnai raggomitolandomi ancora di più su me stesso e concentrandomi per non perdere il filo conduttore del mio sogno.
Proprio quando credevo mi avrebbe lasciato in pace, Harry tornò all’attacco.
«Boo?», mi sussurrò all’orecchio.
La sua voce ancora impastata dal sonno era un chiaro invito alla stupro. Mi chiesi distrattamente se lui lo sapesse.

Si mosse un po’, all’evidente ricerca di una posizione comoda per agire. Lo sentii sfiorarmi la pelle della spalla nuda e un brivido caldo mi percorse la spina dorsale. Lo repressi velocemente, rimanendo immobile. Volevo proprio vedere dove voleva arrivare.
Harry avvicinò la punta del naso alla pelle sensibile del mio collo scoperto e la percorse piano. Il suo respiro era bollente. Un sorriso involontario fece capolino sulle mie labbra.
«Boo… sul serio…», tentò ancora. Le sue parole vibrarono nell’aria. Era impossibile non percepire quella nota incerta – di desiderio? – che macchiava la sua sicurezza.
Si abbassò lasciandomi un innocente bacio sotto l’orecchio. Il problema con Harry, però, era che anche il gesto più innocente finiva per apparire terribilmente provocante. E quei suoi ricci sfatti che mi solleticavano le guance mi convinsero una volta per tutte che il tempo di dormire era finito.

Mi voltai di scatto prendendolo in contropiede tanto da lasciarlo per un attimo frastornato. Quando si riprese si ritrovò sotto di me e con i polsi sopra la testa, stretti nella morsa gentile delle mie mani. Io lo guardavo dall’alto, sorridendo di sbieco.
Era mio, completamente mio.
Ammirai per un attimo il netto contrasto che riusciva a mostrare in pochi secondi: appena capite le mie intenzioni l’espressione stupita e infantile lasciò il posto ad un perfetto ghigno complice.
Il diavolo. Harry Styles era il mio diavolo tentatore.
«Sei sveglio», constatò lanciando un’occhiata allusiva alla protuberanza nei miei boxer neri che premeva contro il suo addome.

«Purtroppo per te, sì», risi scostandomi i capelli dalla fronte con un colpo della testa. Non avevo alcuna intenzione di lasciargli le mani.
«…o per fortuna», commentò lascivo.
«Sai», cinguettai scherzosamente. «Hai interrotto un gran bel sogno».
«Ovvero?», chiese. Un lampo di divertimento gli attraversò le iridi verdi smeraldo.
Accostai le mie labbra al suo orecchio destro facendo combaciare i nostri petti. Quello di Harry sembrava ribollire. «Ti dico solo che io e te ci stavamo divertendo parecchio», soffiai.
Un gemito sommesso gli sfuggì quando mi ritrassi facendo volutamente scontrare le nostre erezioni.
«Quindi», continuai con un sorriso soddisfatto stampato in faccia. «Il minimo che tu possa fare è aiutarmi a riprendere da dove mi hai interrotto».
Harry scosse le spalle d’impeto, cercando di liberarsi.

«Ah-ah Styles», lo ammonii. «Non così in fretta», conclusi calando affamato sul suo collo teso, deciso a rendergli pan per focaccia. E, a giudicare da come si dimenava, giurerei che ci stessi riuscendo piuttosto bene.
«Louis…», mi pregò. Capii che voleva muoversi, così lo accontentai lasciandogli le braccia mentre passavo a lambire con estrema lentezza le sue clavicole.
Lui mi afferrò rudemente per i capelli trascinandomi su, al suo stesso livello. Mi sarebbe sfuggito un gemito di dolore e piacere se non l’avesse soffocato premendo con forza le sue labbra rosse sulle mie. Potevo sentire ogni fibra del suo essere amarmi, desiderarmi. Fu un bacio per nulla artistico, ne studiato, ma il bello di Harry era proprio questo: che sapeva cogliermi sempre alla sprovvista.
Dopo il primo impatto inaspettato, mi adattai in fretta alla sua bocca. Dischiuse le labbra ed io colsi l’occasione per insinuare la lingua tra i suoi denti. Lui mi venne incontro con impazienza, allentando la presa disperata delle dita fra i miei capelli e lasciando scivolare le grandi mani giù, sulla nuca, sul collo, sulle spalle, ancorandosi poi alla base della mia schiena.

Mi pareva di aver preso la consistenza gelatinosa di un budino. Tutto il mio corpo era scosso da tremiti incontrollati sotto le carezze gentili e i sospiri bassi di Harry.
Ero suo, completamente suo.
«Harry…», mugugnai strofinando il naso contro il suo e oscillando appena facendogli sentire quando in realtà lo volessi.
Lui mi strinse a sé unendo le nostre labbra in un bacio superficiale. Lo lasciai rotolare sopra di me allacciandogli le gambe ai fianchi in un atto automatico.
Lui rise. «Ah-ah Tomlinson… non così in fretta», mi prese in giro. E nonostante tutto, nonostante la passione che mi annebbiava la mente e mi impediva di ragionare lucidamente, non potei fare a meno di rimanere incantato dai suoi occhi lucenti, mentre il suono della sua risata mi investiva in pieno e mi faceva innamorare di nuovo di lui.

 
***
 
Eravamo distesi sul nostro letto a pancia in su. Le mani e gli occhi intrecciati e non riuscivamo a smettere di sfiorarci neanche per un secondo.
«Boo posso farti una domanda? Rispondi sinceramente però», disse Harry ad un certo punto.
«Dimmi amore», mi accigliai preoccupato.
«Secondo te i miei gemiti sono mascolini?», domandò arrossendo appena.
Mi rilassai immediatamente, scoppiando a ridere. Harry mi tirò un pugno su un bicipite, mandandomi poco finemente a quel paese.
«Ok ok, sono serio!», mi difesi, massaggiandomi la parte lesa. «Perché me lo chiedi?».
«Me lo hanno domandato in una stupida intervista e ora non riesco a non pensarci», borbottò ancora offeso per come avevo reagito.
«Io amo i tuoi gemiti», dissi mal trattenendo le risa e guadagnandomi un’occhiata al vetriolo da Harry. «No, sul serio… mi fai sempre impazzire, Hazz».
«Ok…», biascicò quello, addolcito dal mio abbraccio.  «Ma non mi chiamare Hazz quando siamo nudi», mi ammonì.

«Perché?», chiesi guardandolo di sotto in su.
«Perché mi ricordi Liam ed è piuttosto inquietante pensare a lui in una situazione del genere», spiegò pratico.
Sbuffai divertito. «Tu sei pazzo, Harold Styles», dichiarai sicuro.
«Mai quanto te, Louis Tomlinson. Ed è per questo che stiamo insieme», precisò Harry.
«Solo per questo Harreh?».
«No, anche perché tu hai un culo che sembra fatto apposta per-». Harry soffocò una protesta giocosa sotto al bacio che gli diedi per zittirlo.
«Oh, sta zitto Styles!» gli intimai con l’ombra di un sorriso pieno d’amore che mi aleggiava sul viso.
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: FarAway_17