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Autore: Bynie    18/10/2013    7 recensioni
Jude è un poliziotto della polizia di New York e conduce una vita piuttosto serena assieme a Robert, suo compagno.
Ma è proprio quando quest'ultimo viene rapito e torturato da un pazzo criminale che la vita di entrambi cambierà per sempre.
Riuscirà Jude a salvare Robert? Ha solo ventiquattro ore di tempo.
Genere: Drammatico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
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Salve a tutti! Non sono nuova nel Fandom ma questa è la prima Fic ufficiale che scrivo: spero sia di vostro gradimento.

Grazie a chi leggerà,

 

Bynie

 

 

 

06.00

 

Driiiin. Driiiiin.

 

- mmmm, dannata sveglia.... - biascicò Jude per poi spegnerla con un colpo secco della mano.

Si stropicciò gli occhi e fece per alzarsi quando due braccia gli circondarono la vita.

- dove vai? - chiese Robert, il suo compagno, con ancora gli occhi chiusi e la voce impastata dal sonno.

Il biondo ridacchiò.

- al lavoro.. - disse poi, scostando dolcemente le braccia di Robert, che ancora gli circondavano la vita.

Il moro sbadigliò.

- ma oggi è domenica.... - biascicò liberandolo, per poi girarsi di schiena.

Jude sbuffò, mettendosi a sedere sul letto.

- lo so tesoro, ma in centrale hanno bisogno di me.... - replicò stiracchiandosi per poi girarsi verso il compagno, guardandolo con un sorriso – ma tu dormi, ok? Ti chiamo nel pomeriggio.... - si chinò su di lui e lo baciò sulla fronte.

- ok, brutto.... - sussurrò ancora Robert per poi riaddormentarsi di nuovo e il compagno ridacchiò.

ok, brutto?” pensò Jude, scuotendo la testa.

 

07.30

 

Jude era riuscito ad essere in centrale presto quella mattina, molto presto: aveva messo la sveglia alle sei di mattina per essere in centrale per le otto ed evitare il traffico della New York mattutina.... Col risultato di arrivare mezz'ora prima!

La stazione di polizia era deserta a quell'ora e, non sapendo che cosa fare, si prese il secondo caffè della giornata nell'attesa dei suoi colleghi: quaranta minuti dopo, la stazione di polizia della città di New York era operativa.

 

09.00

 

Stavano lavorando al caso – uno strano caso di omicidio che li stava facendo impazzire – da circa un'ora e mezza quando il telefono della postazione di Jude cominciò a squillare.

- si pronto, polizia di New York. Come posso esserle utile? - chiese con la sua solita frase di convenienza.

buongiorno, detective Law.... - disse la voce dall'altro capo del telefono e Jude subito si allarmò.

- chi parla? - chiese diretto, senza tanti giri di parole: era chiaro che l'uomo dall'altra parte sapeva chi fosse o non l'avrebbe di certo salutato con un “buongiorno, detective Law”.

L'uomo sghignazzò.

- non mi sorprende che non si ricorda di me, detective.... - continuò l'altro – ma io mi ricordo molto bene di lei.... - sussurrò ancora e la sua voce risultava fredda e tagliente.

Jude tentò di rimanere calmo.

- senta.. Se è uno scherzo io-- -

- oh no, no, no, no! - si affrettò a dire l'altro – non è uno scherzo, no.... - proseguì per poi scoppiare a ridere: una risata così cristallina da risultare fastidiosa.

- l'avverto che sto cominciando a perdere la pazienza.... - replicò Jude, portandosi una mano sugli occhi.

- problemi? - chiese Kilmer, il capo della task force della quale faceva parte anche il biondo che si limitò a scuotere la testa e a sorridere per rassicurarlo.

- le conviene essere paziente, detective, se non vuole che faccia saltare le cervella al suo amichetto.... - sussurrò flebile e Jude sbiancò.

- co-come? - riuscì a balbettare prima che una strana sensazione gli invase la lingua e gli annebbiasse la mente, costringendolo a sedersi sulla sedia dietro di lui.

Kilmer, che non gli aveva tolto gli occhi di dosso, gli si avvicinò con fare preoccupato ma il biondo non se ne curò.

- c-che significa? - chiese ancora, non appena riuscì a dire qualcosa.

- Jude! - gridò Robert dall'altro capo del telefono.

- Robert! - gridò Jude a sua volta, scattando in piedi.

- ci siamo capiti adesso? - chiese di nuovo la voce di quell'uomo misterioso e il biondo incominciò a guardarsi attorno pieno di panico, sotto lo sguardo attonito del suo capo, che non stava capendo nulla.

- l-la prego.... - disse con urgenza – f-farò tutto quello che vuole ma la prego, ti prego, non gli faccia del male.... - continuò, con le lacrime agli occhi.

- questo sta a lei, detective.... - mormorò l'uomo – le do ventiquattr'ore di tempo per trovarlo, ha tempo fino alle nove di domani mattina. Se non lo troverà.... – fece una pausa e Jude rabbrividì.

- m-ma chi è lei? Perché proprio noi? - replicò Jude con le lacrime agli occhi.

I suoi compagni si erano riuniti tutti attorno a lui, stava urlando e non se n'era nemmeno reso conto.

- che cosa le abbiamo fatto!? - chiese ancora, urlando nella cornetta.

L'uomo scoppiò a ridere.

- fa paura vero? Sapere che la persona che ami potrebbe morire da un momento all'altro.... - sussurrò – Dio cosa non dare per vedere la tuafaccia in questo momento, Jude.... -

- perché proprio noi? - chiese ancora il biondo in un sussurro, accasciandosi sulla sedia, lasciando che le lacrime scorressero libere lungo le guance.

Kilmer, pur non capendoci nulla, gli appoggiò una mano sulla spalla.

- Londra, 2004 – replicò subito l'uomo – caso Miller.. Ti dice qualcosa? -

E subito tutto fu chiaro nella mente di Jude.

“caso Miller” gli diceva più che qualche qualcosa, era il motivo per il quale se n'era andato da Londra: per dimenticare.

Sarah, la moglie di un certo Jonny Lee Miller, fortunato impresario nell'industria edilizia, fu rapita da un gruppo di rapitori che avevano chiesto al signor Miller una cifra ben superiore alle sue finanze: se non l'avesse trovata, la moglie sarebbe morta.

Aveva una settimana di tempo.

Il detective capo assegnato al caso era Jude, che con la sua task force sperava di arrivare ad una soluzione al più presto: non ci riuscì. Una settimana esatta più tardi infatti, Sarah fu trovata morta davanti al vialetto di casa: Miller non era riuscito a trovare l'ingente somma di denaro in tempo e Jude e i suoi a risolvere il mistero nonostante una soffiata che il biondo si rifiutò di seguire poiché risultava troppo vaga e non avevano tempo da perdere.

Grazie a ciò, il signor Miller cadde in depressione portando tutte le sue aziende in fallimento e cadendo in povertà: si era sentito abbandonato dal sistema e non faceva altro che incolpare la polizia della morte della moglie, soprattutto Jude per aver ignorato la soffiata che probabilmente avrebbe salvato la vita alla moglie.

- dovete tentare! - li aveva supplicati l'impresario ma Jude era certo si trattasse di una falsa traccia per depistarli.

Quando la moglie fu trovata morta, non sopportando il peso di tale fallimento, chiese il complicato trasferimento a New York nel tentativo di dimenticare e di cercare di convincersi che non era colpa sua e che quella soffiata era effettivamente fasulla.

- sono nove anni che ti seguo aspettando il momento migliore per attaccare, ho pianificato tutto Jude.... - sussurrò l'altro – mi sono trasferito da Londra a New York con te, per seguirti: so quando fai la spesa, quando vai in palestra, con chi scopi e so anche quando hai conosciuto questo stronzetto.... - disse, probabilmente guardando Robert e al biondo si chiuse lo stomaco – ho sempre sospettato fossi frocio -

- mi dispiace, Jonny.... - sussurrò Jude, sentendo ancora una volta le lacrime pungergli gli occhi.

- E' TROPPO TARDI ADESSO! - urlò – lei è morta, lo capisci? MORTA! ED E' TUTTA COLPA TUA! DOVEVI PRENDERE IN COSIDERAZIONE QUELLA SOFFIATA! - urlò ancora per poi calmarsi, ansimando.

- c-che cosa vuoi, Jonny? Che cosa vuoi che faccia? - qualunque cosa pur di salvarlo.
- giocare – asserì - organizza una task force, tu ne sarai il capo. Trovalo detective.... -
Jude rimase muto, paralizzato e l'altro sbuffò nella cornetta.

- hai ventiquattro ore di tempo: dopo di che, questo stronzo muore. TIC-TAC – aggiunse per poi riattaccare.

 

10.00

 

Dopo essersi calmato e dopo aver ripreso a pensare con lucidità, raccontò tutto ai suoi colleghi: qualunque cosa. Parlò loro di Londra, di come non aveva ascoltato quella soffiata, della morte di Sarah Miller, del suo trasferimento a New York e di come aveva conosciuto Robert.
Li dentro sapevano tutti che Jude fosse gay e dopo alcune battutine iniziali, non gli diedero più nessuna noia e ad ogni modo, le persone che gli davano noia, non erano nella task force di Kilmer assieme a Jude.

Jude e Val erano grandi amici e nessuno lo infastidiva per il suo orientamento sessuale li dentro, soprattutto dopo aver visto le sue incredibili capacità deduttive.

Non appena finito il suo racconto, un sms fece vibrare la gamba del detective.

Jude estrasse il suo iPhone ed aprì il messaggio.

 

giusto per farti capire che non sto scherzando....”

 

Diceva il primo messaggio seguito, pochi secondi dopo, da un'immagine di Robert seduto e legato braccia e gambe ai braccioli di una sedia in metallo marrone arrugginito.

- siediti.... - gli consigliò Kilmer vendendolo sbiancare, per poi sfilargli il cellulare dalle mani.

Guardò attentamente la foto.

Il compagno del suo amico era seduto in una stanza buia, la luce di una lampadina che gli pendeva sopra la testa lo illuminava.

Ingrandì la foto.

Un rivolo di sangue gli scendeva dalla testa e lo sguardo era rivolto a terra, spaventato in maniera indicibile. Le braccia erano bloccate con delle fascette ai braccioli della sedia e le caviglie erano bloccate in basso, sempre con delle fascette, alle gambe della sedia.

Robert sembrava stare bene: spaventato a morte ma bene.

Guardò la stanza e gli parve un container, uno di quelli che usano le navi per le spedizioni oltre oceano. Si trovava forse al porto? Su una nave? O in uno degli store dove venivano mandate quelle casse di metallo? Ma era davvero un container?
Guardò Jude che fissava il pavimento con occhi sbarrati.

- devo darmi da fare.... - sussurrò, senza staccare gli occhi da terra – o quello lo uccide.... - sussurrò ancora, quasi impercettibilmente.

- Jude è meglio che tu-- - cominciò a dire Val ma l'amico lo fermò e parve riprendere coscienza di sé.

- Miller vuole me, vuole che sia io a trovarlo. Voi – disse alzandosi e indicando un gruppetto di persone – siete dentro e anche tu, Val – disse, puntandogli un dito contro.

Kilmer sospirò preoccupato, riconsegnandogli il telefono.

- lo troverò – disse a denti stretti – fosse l'ultima cosa che faccio -

 

12.00

 

Il numero dal quale Miller aveva chiamato Jude al cellulare poco prima risultava essere oscurato probabilmente da un abile hacker e quindi, quella pista era del tutto inutile.

Altro sms.

 

In alto mare, detective?”

 

Jude fissò il cellulare per qualche minuto, aspettandosi un'altra immagine che non arrivò e allora ritornò al lavoro.

Mandò varie squadre di agenti a perlustrare i più grandi magazzini di Manhattan e il rispettivo porto, la cambusa di alcune navi e alcuni vecchi container abbandonati da tempo. New York era immensa e suddivisa in distretti e ora come ora, trovare il suo compagno, gli sembrava la cosa più improbabile del mondo.

La gamba di Jude tremò ancora, altro sms.
Lo aprì ma questa volta si trattava di un video pre-registrato e il faccione trasandato di Miller comparve in primo piano.

- come procede la caccia, Jude? - domandò Jonny, avvicinando il suo viso a quello di Robert che si allontanò d'istinto.

Miller scoppiò a ridere e afferrò la faccia del ragazzo, costringendolo ad avvicinarla alla sua mentre gli strizzava la mascella.

- scusa se ho tappato la bocca alla tua dolce metà.... - proseguì l'uomo, decentrando l'inquadratura - ma non la smetteva di urlare - ridacchiò poi, staccandosi da Robert e ritornando ad inquadrare solo sé stesso.

- novità? - chiese sorridendo - fai progressi? - alzò lo sguardo, probabilmente per guardare Robert.

- aspetta, aspetta Jude! - disse e si avvicinò - credo che voglia dirti qualcosa....-

Il biondo drizzò le orecchie mentre Miller inquadrava Robert.

- allora? Parla! - lo incitò deridendolo ma il moro non fece altro che guardarlo per qualche secondo, prima di girare la testa dalla parte opposta della telecamera: non voleva certo che Jude lo vedesse così.

- oh.. No, no, no, no! - esclamò Jonny con la voce piena di scherno - stiamo girando questo video per Jude, ricordi? - gli chiese, mentre gli afferrava i capelli e gli strattonava la testa in modo da girarlo verso la telecamera - devi guardarlo.... - gli sussurrò all'orecchio, facendolo mugolare dal dolore procurato dagli strattoni.

Poi, il viso dell'uomo si avvicinò nuovamente a quello di Robert e Miller cerco di centrare entrambi con la fotocamera del cellulare, scentrandoli un poco.

Il suo viso si fece serio.

- hai ancora ventuno ore, detective – strattonò la testa di Robert all'indietro, scoprendone il collo – poi.... - con una gomitata colpì il viso del ragazzo che non fece in tempo a reagire, visto che Miller interruppe il video.

- figlio di puttana! - disse Kilmer ad alta voce, mentre Jude fissava lo schermo del telefonino ormai nero.

- troviamolo! - disse poi, alzandosi in piedi come una furia.

 

13.00

 

Avevano riguardato il video più e più volte, in cerca di un qualsiasi indizio che li portasse da qualche parte: niente, non riuscivano a trovare niente.

Ad un certo punto però, Seann, uno dei poliziotti assegnati alla task force, ebbe un lampo di genio.

- sentito quel fischio al minuto 2.38? - chiese, alzandosi in piedi e tutti corrugarono la fronte mentre qualcuno riportava il video – ora riportato su il grande schermo bianco allestito apposta nella sala riunioni – a quel minuto esatto.

Tutti tesero l'orecchio.

- sentito? - esordì di nuovo Seann, sorridendo pieno di carica – è lo stridio sulle rotaie quando un treno sta frenando prima di entrare in stazione!! - esclamò e subito Jude ed altra gente si misero a fare i tracciati di tutte le line ferroviarie e metropolitane di New York: erano molte ma avevano in mano sempre qualcosa in più di prima.

Stavano lavorando a questo da un po' quando il cellulare di Jude cominciò a suonare.

Numero oscurato.

- pronto. - disse secco: sapeva che era lui.

hey Jude.. Don't make it bad.... - iniziò a canticchiare Miller per poi fermarsi e scoppiare a ridere.

Il biondo sbuffò nella cornetta.

- non ho tempo da perdere con i tuoi stupidi scherzi – disse gelido e l'altro ridacchiò ancora.

- oh ma questo non è uno scherzo, Judsie.... -

Jude raggelò.

- come lo sai? - chiese, spalancando gli occhi mentre gli altri tentavano di rintracciare la telefonata ma Miller riattaccò, lasciando il biondo con occhi sbarrati.

Di li a poco un altro video sul telefonino.

Questa volta la telecamera riprendeva la sedia dov'era solito essere legato Robert, vuota e Jude subito si allarmò.
- dov'è? Dov'è Robbie, detective? - ridacchiò Jonny mentre con la telecamera inquadrò tutta la stanza – Robert? Robert? - lo chiamò come si chiama l'ultimo rimasto a nascondino.

Ju-Jude.... - una voce fuori campo, quella di Robert, richiamò tutta l'attenzione di Jude.

- oh.. Ciao Robert! - ridacchiò Miller, inquadrando verso il basso – racconta al tuo amore cosa ti ho appena fatto, su – lo incitò, colpendolo leggermente in faccia col piede e il moro scoppiò a piangere.

- mi ha.. Mi ha sparato Jude.... - disse strizzando gli occhi, probabilmente per il dolore – alla gamba! - gridò disperato mentre Miller gli inquadrava il buco sanguinante nella coscia.

- hai visto, Jude? - gli chiese Jonny, ritornando ad inquadrarsi – e ora.... -

Tornò ad inquadrare Robert che assunse una faccia terrorizzata.

- no! NO! - gridò poco prima che Miller gli sparasse un'altra volta, facendolo gridare come un pazzo.

- FIGLIO DI PUTTANA! - gridò Jude a sua volta, scattando in avanti e Kilmer si portò una mano alla bocca.

- e con questo siamo arrivati al polpaccio della gamba sinistra – sorrise Miller, tornando a riprendersi col telefonino mentre Robert piangeva disperato in sottofondo – ora digli che vuoi che ti venga a prendere Rob, prima che io ti faccia fuori.... - sghignazzò mettendosi a terra accanto a lui ma Robert non faceva altro che piangere.

- lasciami andare, lasciami andare.. CHE COSA TI HO FATTO!? - gridava, continuando a piangere e allora Jonny sbuffò, alzandosi in piedi e andando a mettere il telefonino su un presunto piedistallo, in modo così da riprendere tutta la stanza.

Ora si poteva vedere Robert a figura intera, le mani legate dietro alla schiena, il naso spaccato, contorcersi a terra mentre l'altro gli si avvicinava per poi sedersi accanto a lui.

- non mi interessi tu, testa di legno.... - ridacchiò – ma quello che guarda questo video.... -

Gli occhi di Jude erano sbarrati, fissi sullo schermo del suo cellulare.

allora, glielo diciamo si o no quello che ti ho chiesto prima? - chiese nuovamente Miller ma Robert digrignò i denti, stando in silenzio.

Jonny aspettò qualche attimo, prima di tirargli un sonoro schiaffo in faccia.

- PARLA! STRONZO BASTARDO! - urlò poi, poco prima che il moro incominciasse a gridare, implorandolo.

JUDE TI PREGO VIENIMI A PRENDERE! - gridò con quanto più fiato aveva in gola – QUESTO QUI MI FA FUORI! - urlò ancora, per poi scoppiare a piangere mentre Jonny sorrideva compiaciuto.

- voglio che soffra quanto ho sofferto io. - disse, riferendosi al detective.

Poi si face improvvisamente serio e si alzò in piedi
– ciao Jude -

Video interrotto.

- FIGLIO DI PUTTANA! - gridò Jude ancora una volta, ribaltando un plico di fogli accanto a lui – GRANDISSIMO FIGLIO DI PUTTANA! - urlò buttando a terra una sedia, sotto lo sguardo attonito di tutti.

- Jude, Jude calmati.... Portarti ad avere una mente poco lucida, è esattamente quello che vuole.... - disse piano Val, tirandolo da parte – per quanto sia difficile, devi rimanere distaccato e ragionare con lucidità -

Il biondo lo allontanò da sé con uno spintone.

- non mi dire di stare calmo Val! - replicò con le lacrime agli occhi – quello stronzo ha preso la mia unica ragione di vita e lo farà fuori, se non mi sbrigo a trovarlo! - gridò, guardandolo paonazzo per poi ritornare alla sua postazione di lavoro.

 

16.00

 

Era da tre ore che non ricevevano notizie di Robert e Jonny Lee Miller e Jude stava incominciando ad inquietarsi: durante quell'allucinante giornata, quella era la pausa più lunga.

Avevano fatto un grafico con tutte le linee metropolitane che attraversavano New York e quasi tutte le pattuglie di agenti erano fuori per controllare i dintorni delle fermate sovra terrene, oltre che aver controllato la stazione ferroviaria, il porto e anche l'aeroporto.

- e se non fosse sopra ma sotto? - chiese Parker, una delle agenti donna che componevano la task force di Jude.

- che vuoi dire? - chiese Kilmer – credi che sia possibile lo tenga prigioniero in una qualche fermata sotterranea? -

Gli altri parlavano ma Jude non li sentiva, riflettendo per conto suo.

- sta progettando questa cosa da nove anni.... - esclamò poi improvvisamente e tutti si ammutolirono – è possibile. Per quanto ne sappiamo, può aver lavorato sulla linea di qualche stazione e aver costruito una stanza da qualche parte dove agire indisturbato! - il suo viso si illuminò – d'altronde Miller era un ingegnere edilizio, l'intelligenza pre farlo ce l'ha!!!! - esclamò, avanzando verso Kilmer – voglio l'elenco del personale che ha lavorato alla manutenzione o alla costruzione delle nuove linee ferroviarie: la viola, la verde, la bianca e la marrone! - ordinò e tutti si misero all'azione.

 

17.00

 

La lista era quasi completa quando un altro sms arrivò sull'iPhone di Jude.

 

ti ho abilitato il cellulare, puoi rispondere, ma il numero resterà oscurato e non rintracciabile: è inutile che ci provi”

 

Il biondo rimase di stucco ma decise di provare, dopo aver avvisato Val.

 

Jude: “ecco perché sei scomparso per quattro ore.. Lui come sta?”
Jonny: “sono sparito perché il tuo amichetto continuava a svenire e mi serve sveglio. Comunque se la cava.... E' molto coraggioso”

 

Jude chiuse gli occhi per qualche istante a quelle parole: aveva bisogno di non cedere alle provocazioni e di essere concentrato al massimo.
 

Jude: “lascialo libero e prendi me”

Jonny: “troppo semplice.. Voglio che tu soffra, Jude. Ho in arrivo una sorpresa per te”

Jude: “potresti avere il piacere di far soffrire me in prima persona”

 

Attese pazientemente per dieci lunghi minuti e un altro video comparve sulla schermata del suo cellulare.

Lo aprì.

Robert era tornato legato braccia e gambe alla sedia marron ruggine nel centro della stanza. La bocca tappata dal del nastro isolante e la gamba ferita fasciata alla buona.

Il cellulare era riposto sullo stesso ripiano di prima vista l'immobilità dell'immagine e poi, la figura di Miller che avanzava verso Robert dando la schiena alla telecamera del telefono, ne era la prova.

Robert alzò lo sguardo impaurito su di lui e Jonny gli tirò un altro potente schiaffo in faccia per farlo voltare e Jude strizzò gli occhi.

L'uomo gli andò alle spalle e gli prese la testa, sollevandogliela e costringendolo a guardare dritto davanti a sé.

ciao Jude.... - lo salutò Miller ma il biondo neanche lo sentì, concentrato com'era a guardare la faccia implorante del compagno legato alla sedia.

- lui sa che cosa voglio fargli, vero Robbie? - sussurrò all'orecchio del ragazzo che annuì subito strizzando gli occhi e facendo in modo che le lacrime fino ad ora trattenute, scendessero lungo le guance.

- mi ha promesso che non urlerà troppo ma io non penso che sarà così.... - continuò l'aguzzino, asciugandoli le lacrime – ricordati che ti faccio tutto questo per colpa di Jude: se lui non avesse ucciso mia moglie, probabilmente ora sareste a scopare come ricci da qualche parte e magari ti piacerebbe pure essere legato ad un sedia.... - ridacchiò Miller per poi allontanarsi, uscendo fuori campo.

Passarono due minuti esatti da quando l'uomo se n'era andato e tutto lo staff di Jude poté capire che era di ritorno grazie all'agitarsi di Robert sulla sedia, lo sguardo sbarrato e i mugolii imploranti che uscivano dalle sue labbra serrate dallo scotch.

- eccoci qui.... - sussurrò Jonny al suo orecchio, dopo essergli andato alle spalle.

Poco dopo estrasse dal dietro la schiena un ferro dalla punta incandescente e Robert scoppiò a piangere, scuotendo la testa e cercando di allontanarsi senza successo.

- così, ogni volta che ti guarderai allo specchio, penserai a me e a tutto quello che Jude ti sta facendo passare a causa della sua sbadataggine.... - disse poi, a voce più udibile.

- oh santo cielo.... - sussurrò Kilmer mentre Jude iniziava a tremare vistosamente, facendo tremare tutto il telefono.

Miller gli appoggiò il ferrò rovente appena sotto lo zigomo, facendolo urlare come un pazzo. Lasciò che il ferro incandescente gli bruciasse la pelle a fondo e mentre lo faceva, un ghigno perverso comparve sulle sue labbra.

DEVI TUTTO QUESTO A JUDE! - gridò poco prima di staccare il ferro rovente dalla sua faccia, lasciandolo urlare per il dolore.

Mentre stava ancora urlando, scese col ferro sul suo petto e gli bruciò la pelle attraverso la maglietta una, due, tre volte e poi si staccò da lui, andando verso la telecamera.

tic, tac.... - disse con un ghigno, prima di interrompere la comunicazione e così anche le grida sigillate nella bocca di Robert.

Questo fu troppo anche per Jude, che perse i sensi cadendo a terra.

 

18.30

 

Jude rimase svenuto un'ora e mezza e fu adagiato nella sala d'attesa ma le ricerche non si erano di certo fermate.

Non appena riprese conoscenza (grazie all'aiuto di uno membro del gruppo della sua task force, che non si era allontanato un attimo da lui) si precipitò di la e trovò Kilmer ad aspettarlo con la lista degli addetti ai lavori nelle linee nuove della metropolitana negli ultimi nove anni: alcuni di loro erano morti, altri rimpatriati, un paio in prigione, alcuni lavoravano ancora per la compagnia che si occupava di cantieri ferroviari ma nessuno di loro portava il nome di Miller.

- un nome falso – esordì Jude – deve aver usato un nome falso -

- ci abbiamo pensato anche noi – disse Kilmer e l'unico nome che non siamo riusciti a riscontrare è un certo Brian Spencer – sorrise Val e un sorriso comparve anche sulla bocca di Jude.

- oh mio Dio.... E' lui! - esclamò ma Kilmer lo fece tornare coi piedi per terra.

- abbiamo un nome e basta: indirizzo e numero di telefono risultano ormai inutilizzati e il suo conto corrente è congelato -

Il biondo si rabbuiò ma un sms bloccò il flusso dei suoi pensieri.

Era lui.

Aprì l'sms che risultò essere un'immagine dove c'era Robert, sempre legato a quella dannata sedia color marrone ruggine, svenuto e pieno di bende che gli coprivano il torace, un cerotto medico a coprirgli la ferita sul viso e il solito nastro isolante sulle labbra.

 

non lo sto trattando male.... Non troppo ;)”

 

Diceva l'altro sms che arrivò pochi secondi più tardi: quell'uomo si stava prendendo gioco di lui.

 

lascialo andare.”

 

Scrisse Jude ma il messaggio non venne inviato, segno che forse lui aveva di nuovo bloccato la linea.

Si soffermò un attimo a fissare la scritta “impossibile inviare messaggio” che compariva sul suo iPhone e i ricordi lo invasero: la prima volta che era arrivato a New York, il giorno che aveva conosciuto Robert, il luogo del loro primo bacio e del loro primo ti amo, la loro prima casa insieme.... Gli occhi gli si riempirono di lacrime e alzò lo sguardo verso Kilmer, forse consapevole solo ora del dolore che deve aver provato Miller per la scomparsa prematura della moglie.

- dobbiamo trovarlo.... - sussurrò in maniera impercettibile, sconvolto e l'amico e collega annuì.

- lo troveremo – disse, sorridendo rassicurante.

 

21.00

 

Jude si era colpevolizzato per esser svenuto per un'ora e mezza quel pomeriggio, perdendo tempo prezioso per la ricerca del suo compagno ma nessuno era riuscito a svegliarlo dunque la colpa era solo sua.

Continuava a pensare e a ripensare a tutti quei video che Jonny Lee Miller gli aveva mandato, lo scambio di messaggi, le foto, le urla del compagno.. Le urla del compagno....

Gli occhi gli si inumidirono ma non riusciva proprio a smettere di pensare e allora scoppiò a piangere.

Avevano visitato tutti i luoghi di lavoro e l'abitazione di questo Brian Spencer e niente sembrava ricollegarlo a Miller ma Spencer era l'unico ad essersi volatilizzato nel nulla ed era anche l'unica speranza che avevano, l'unico spiraglio.... Come quello che aveva avuto Jude a Londra: una soffiata anonima, l'unico spiraglio per ritrovare la moglie di Jonny, spiraglio che Jude che aveva ignorato.

Forse tutto quello che gli stava succedendo era giusto.... Ma non era giusto per Robert! Doveva trovarlo e Brian Spencer sembrava la sua unica possibilità.
 

Stavano mangiando adesso e nonostante Jude avesse lo stomaco chiuso da tutto il giorno, Kilmer lo aveva costretto a mangiare dicendogli che a stomaco pieno si ragiona meglio e il biondo si era convinto.

Stava addentando l'ultimo boccone di pizza quando un altro video-messaggio comparve sullo schermo del suo cellulare.

- hai mangiato Jude? - subito la voce di Miller attirò la sua attenzione e poco dopo il suo faccione comparve davanti alla telecamera – perché lui no.... - ridacchiò, spostandosi di lato per far vedere meglio Robert – hai fame, tesoro? - gli chiese ma il moro fece cenno di no con la testa, senza guardare in camera: aveva nuovamente la bocca tappata.

Miller gli si avvicinò e gli si sedette sulla gamba ferita, facendo mugolare di dolore.

mia moglie l'hanno stuprata mentre era prigioniera, sai? - disse, carezzandogli la guancia e Robert alzò la testa di scatto mentre a Jude e a tutto il suo entourage si raggelò il sangue nelle vene.

Il moro scosse la testa in una supplica muta ma Jonny scoppiò a ridere.

- no, no non voglio farti del male in quel senso, non potrei mai.. Non sono un pervertito sessuale e poi preferisco le donne – si alzò dalla gamba di Robert, facendogli fare una smorfia di dolore – ma mi piacerebbe tanto avere le palle per farlo con te, per far star male lui – indicò la telecamera - considerati fortunato.... - disse, avanzando verso il telefono, mentre il respiro di Robert si regolarizzava.

Cos'aveva in mente quel pazzo?

e non posso far venire qui qualcuno per farlo, sennò potrei farmi scoprire.... -

Chiuse il video.

 

22.00

 

Stavano uscendo di corsa per andare a verificare un container vicino ad un vecchio luna-park quando un sms arrivò di nuovo sul cellulare di Jude.

 

la sedia inizia ad essere scomoda, Judsie....”

 

Jude si bloccò: non capiva assolutamente il senso di quel messaggio ma poi arrivò una foto di Robert sdraiato a terra che dava la schiena alla fotocamera, le mani e piedi legati, accanto alla sedia marrone.

 

mai lasciare la strada vecchia per la nuova, Jude.. La vita di tutti è sullo stesso binario”

 

Non ci capiva un accidenti di niente.

Cos'erano quelli? Messaggi in codice?
Si fermò a riflettere ma gli sembravano solo frasi sconnesse ma poi gli venne un lampo.

- Val! - lo chiamò prima che l'altro raggiunse la sua auto – lo stronzo ci sta spiando! -

Gli mostrò foto e messaggi.

- figlio di puttana.... - esclamò Val Kilmer, ancora una volta – ecco come faceva a mandarti un sms ogni volta che eravamo in alto mare: lui sapeva! Ti voleva dare lo stimolo per andare avanti.. Come adesso! Ci sta dicendo che la pista del Luna-Park non è la pista giusta! Sa che l'abbiamo collegato a Brian Spencer! Vuole fartelo trovare, Jude! -

Un altro spiraglio di luce si accese nella testa del biondo.

Voleva farglielo trovare così da rendere il ricordo impossibile da sostenere. Voleva rovinargli la vita per intero. Jude non avrebbe mai sopportato l'idea di convivere col peso di aver ferito la persona che amava, non avrebbe mai sopportato di vedere Robert pieno di segni, ogni mattina, che gli ricordavano dell'inferno che stava passando. L'aveva condannato a vita.

E Robert? Robert l'avrebbe sopportato? O si sarebbe suicidato perché troppo turbato dall'esperienza?

Come avrebbe potuto reggere tutti quei segni sul suo corpo, in ricordo di quella terribile esperienza? Come poteva guardare Jude, farci l'amore.... Sapendo che tutto quello che stava succedendo, era successo per colpa sua?

Poteva, l'amore, superare tutto questo?
Avrebbe fatto meglio a morire?

La decisione spettava a Jude, solo a Jude e Miller lo sapeva.
L'aveva inserito in un gioco mortale dove ne sarebbe uscito perdente qualunque cosa decidesse.

Ma la vita era imprevedibile, no? Nessuno può prevedere come reagiranno gli altri: ne Jude Law ne Jonny Lee Miller.

E fu proprio questo pensiero che convinse Jude ad andare avanti nel disperato tentativo di salvare la vita al suo uomo.

- E' SU UNA LINEA DELLA METROPOLITANA! - gridò a tutti, decidendo di cogliere quell'indizio.

 

23.30

 

Stavano verificando la linea viola in quel momento, verificandone ogni insenatura, ogni screzio nella parete, ogni possibile pista fattibile.

 

00.30

 

Erano arrivati a più di metà cunicolo quando un sms arrivò sul cellulare di Jude, un altro video.

Robert era legato, a terra, la bocca libera, lo sguardo implorante.

- non è la via giusta Jude.... - sussurrò al telefono con lo sguardo incazzato, prima di dirigersi verso la sua vittima per poi riempirla di calci al ventre.

Non. E'. La via. Giusta! - diceva ad ogni calcio mentre Robert, a terra, lo implorava di smettere.

Dopo qualche minuto di quella follia si fermò, lasciando Robert a tossire e sputare sangue

- l'hai sentito gridare? - gli chiese, mettendosi una mano a cono sull'orecchio – no? - chiese ancora mentre l'altro tossiva – E ALLORA NON SEI SULLA VIA GIUSTA! - urlò ancora alla telecamera del cellulare mentre il ragazzo a terra continuava a tossire e piangere.

- E TU SMETTILA DI FARE TUTTO QUESTO CASINO! - gli urlò contro, facendolo rabbrividire – tanto non ti sentono perché non ci sono neanche vicini.... - sogghignò alla telecamera – tic, tac -

Chiuse la conversazione.

 

02.30

 

Stavano controllando la linea bianca ora, quando Jude ricevette un altro video-messaggio.

Questa volta Robert era di nuovo legato alla solita sedia, bocca tappata con nastro isolante e Miller gli era già quasi alle spalle.

- ma vuoi usare un po' la testa, Law? - disse, picchiettando un dito sulla tempia di Robert e agitando un telecomando che collegava tanti piccoli elettrodi al corpo e alla testa del ragazzo, mediante dei fili rossi e blu – sei completamente fuori binario! - sghignazzò – se devi bloccare il traffico delle metropolitane, almeno fallo perché hai una pista valida! - sbuffò – ho rimesso il treno in carreggiata – posò le mani sulle spalle del moro che chiuse gli occhi per riflesso – e gli ho anche tappato la bocca. Tanto da dove sei non lo puoi sentire -

Attivò il telecomando che scaricò diverse volt di energia nell'esile corpo di Robert, facendolo mugugnare e ribaltare gli occhi all'indietro.

Una.
Due.
Tre volte.

Poi chiuse la comunicazione.

- merdamerdamerdamerda! - urlò Jude, calciando una lattina.

pensapensapensapensapensa” disse a sé stesso, accucciandosi e portandosi le mani alle tempie.

Rimase in quella posizione per parecchi minuti e immagini di ogni tipo lo vennero a trovare: Robert sulla sedia, Robert a terra, Robert terrorizzato, Robert di nuovo a terra e poi ancora sulla sedia.

Tic, tac....

La sedia, quella sedia, era sempre rimasta li quando tutto il resto era cambiato.

Tic, tac....

Quella sedia strana, arrugginita. Quella sedia in mezzo alla stanza, quella sedia....

- MARRONE! - gridò alzandosi in piedi – E' SULLA LINEA MARRONE! -

 

03.30

 

La linea marrone era la più lunga di tutte e ci volle quasi un'ora per arrivare in macchina alla stazione di partenza.

Il telefono di Jude squillò: era lui.

- ci sono Miller, sono qui – disse, scendendo dall'auto.

io e Robert ti vogliamo da solo.... - disse sadico e di sottofondo si potevano ancora sentire le urla del moro.

- che diavolo gli stai facendo, Jonny? - chiese Jude allarmato e l'altro sghignazzò.

- sai, è divertente togliere le unghie alla gente.... Peccato ne abbia solo venti – ridacchiò ancora – ma dopo posso sempre rifarmi sui denti. -

Riattaccò.

- che facciamo, Jude? - chiese Kilmer, aspettando direttive.

- vuole solo me. - disse secco, bianco in viso e visibilmente sconvolto – tenente sotto controllo il mio iPhone con il GPS: lo troverò -

 

04.00

 

- fai attenzione, Jude – gli aveva detto Kilmer.

Per sicurezza l'aveva fornito di giubbotto antiproiettile ed elmetto protettivo oltre che una pistola carica e munizioni.

- si – aveva asserito Jude solamente, iniziando a correre verso l'altro capo della galleria: sarebbe stato faticoso ma per Robert questo e altro.

 

05.00

 

Un altro video lo costrinse ad interrompere la sua corsa alternata ad una marcia veloce.

- non lo senti ancora urlare, Jusie? - gli chiese sadico, inginocchiandosi ai piedi dell'altro.

nononono! - lo implorava Robert, agitandosi sulla sedia mentre Miller, con un tronchetto, gli sfilava la seconda unghia del piede destro, facendolo urlare disperato.

- il tempo scorre. - staccò la comunicazione.

 

06.00

 

Miller lo chiamò sul cellulare, di nuovo.

- è due ore che corri come un disperato e te ne restano solo tre.... - disse gelido – forse è il caso che voi due vi salutiate! E se questa non fosse la pista giusta? -

Jude si bloccò di scatto.

Non era la pista giusta? Che cosa?

- co-come? - balbettò, sbiancando.

Jonny ridacchiò.

- te lo passo, Jude -

Si sentì uno strano rumore e poi la voce di Robert risuonò nella cornetta.

- Ju-Jude.... - balbettò, senza aggiungere niente altro.

- tesoro! Ciao.... - replicò il biondo, portandosi una mano agli occhi per asciugarsi le lacrime – sto.. Sto venendo a prenderti, ci sono quasi.... - sussurrò, tentando di essere rassicurante.

- lu-lui ha detto di no, Jude.... - balbettò, scoppiando poi a piangere – ammazzi ti prego! - lo implorò il moro, probabilmente riferito a Miller –non farmi ancora male.... - singhiozzò e la comunicazione ripassò a Jonny.

- oh Judsie.... - disse in tono lamentoso – vieni a prenderlo, non ce la fa più.... -

- SEI UNO STRONZO BASTARDO! - urlò Jude nella cornetta e avrebbe continuato ad insultarlo se un lamento non l'avesse fatto fermare – c-che gli hai fatto? - gli chiese, allarmato al massimo.

- un'altro insulto del genere e giuro che gli cavo gli occhi. -

Interruppe la conversazione.

 

07.00

 

Era da circa tre ore che correva e camminava ed era letteralmente esausto: non dormiva da un giorno e aveva mangiato pochissimo.

La testa gli girava ma non poteva fermarsi.

Decise di fare una breve pausa quando sentì un urlo agghiacciante provenire da qualche parte nella galleria.

- Robert.... - sussurrò guardando dritto davanti a sé per poi riprendere la corsa con ritrovata energia.

 

bravo, detective....”

 

Disse un sms sul suo cellulare.

 

07.30

 

Un altro urlo agghiacciante raggelò l'aria nella galleria: era sempre più vicino.

La gamba vibrò nuovamente in quella giornata pazzesca.

Un altro video.

Lo aprì.

- qui ci stiamo stufando, Jude.... - disse Miller, che era nuovamente alle spalle di Robert con un coltello puntato alla sua gola – questa gola è così allettante.... - continuò, strattonando i capelli del moro, facendogli piegare la testa all'indietro in modo da avere il collo libero.

Sghignazzò.

- perché dovrei trattenermi ancora? - disse, facendo affondare leggermente la lama nella pelle del compagno di Jude, che si lamentò: era sfinito.

- muoviti. - ordinò per poi chiudere la conversazione.

 

08.00

 

Jude era disperato e sfinito, non ce la faceva più.

Era quattro ore che non faceva altro che correre ma il tempo era letteralmente volato.

Stava per fare un'altra breve pausa quando sentì un altro urlo, chiaro e forte: era arrivato.

Era quello il punto, ne era sicuro.

 

trovaci, detective.. Hai solo un'ora....”

 

Questo messaggio ne era la conferma.

Jude si guardò intorno e cercò qualcosa che catturasse la sua attenzione.

Mandò un sms a Val dicendogli che era arrivato, che doveva solo trovarlo.

 

08.30

 

Una parta con su scritto “accesso vietato, solo personale autorizzato” attirò la sua attenzione.

Era strana quella porta, sembrava non c'entrare nulla li.

Senza esitare un attimo vi entrò.

- piaciuto il giochetto degli auto-parlanti, detective? -

Ecco perché sentiva le sue grida anche a distanza.

Miller era li, alle spalle di Robert, con una pistola puntata alla tempia di quest'ultimo. Il suo ragazzo aveva la bocca nuovamente tappata ma il suo sguardo terrorizzato ed implorante diceva più di mille parole: doveva tirarlo fuori di li.
Il biondo si guardò attorno e nella stanza vide un computer, probabilmente collegato al GPS dell'iPhone di Jude, telecamere, casse per il suono e quel maledetto piedistallo: aveva fatto tutto dentro quell'unica stanza, non c'era alcun dubbio a riguardo.

- vi ho trovati, Jonny.... - sussurrò Jude, portando una mano alla pistola ma l'uomo fece scattare la sicura.

- non.... Non lo fare, Judsie.... - disse nervosamente e subito il biondo staccò la mano dalla pistola, portando le mani ben in vista.

- d'accordo.... - disse solamente, guardando Robert negli occhi prima che uno sparo e poi un urlo soffocato facessero schizzare la sua attenzione su Miller: gli aveva sparato all'altra gamba.

- DEVI GUARDARE ME! - urlò – SOLO E SOLAMENTE ME! - urlò ancora e dal quel momento in poi Jude non gli staccò più gli occhi di dosso, nonostante il suo compagno si stesse contorcendo dal dolore, piangendo disperato.

- hai visto che ce l'hai fatta, detective? - disse, leccandosi le labbra e portando nuovamente la pistola alla tempia di Robert – ti ho dato un solo fottutissimo giorno e tu l'hai trovato.... - sussurrò – con mia moglie invece.... - strinse i denti e gli occhi gli si riempirono di lacrime.

Jude sentì i passi dei suoi colleghi alle sue spalle ma non si voltò: guardava Jonny, solo e solamente Jonny.

Nemmeno i singhiozzi di dolore di Robert riuscivano a distrarlo dal viso di quell'uomo a pezzi: doveva rimane concentrato.

- m-mi dispiace, Jonny.... - sussurrò – sono stato uno stronzo, poco professionale e.... -

- stai zitto.... - sussurrò l'altro, facendo scattare la sicura nuovamente – zitto.... - disse ancora e Jude non parlò più.

- sono stati momenti terribili, adesso lo sai anche tu.... - disse, facendo aderire la pistola alla tempia del ragazzo seduto davanti a lui, che rabbrividì al contatto col metallo – volevo farla finita dopo la morte di Sarah, sai? - continuò, ridendo – ma il mio unico scopo nella vita era quello di fartela pagare e devo dire di esserci riuscito.... - staccò la pistola dalla tempia di Robert – mi dispiace, tu non c'entravi nulla.... - disse, accovacciandosi davanti a lui e subito lo sguardo del moro si precipitò sui suoi occhi, come se fossero attratti da una forza magnetica – l'unica tua colpa era quella di esserti messo con un individuo del genere.... - sussurrò ancora - scusami.... - disse, prima di portarsi la pistola al mento e sparare, morendo proprio davanti agli occhi sbarrati di Robert.

A quello sparo, tutta la task force di Jude che fino a quel momento era rimasta fuori in trepidante attesa, si precipitò all'interno con le armi puntate e si rilassarono solo dopo aver visto il cadavere di Miller a terra, in una pozza di sangue.

Jude si precipitò da Robert, liberandolo.

Una squadra di paramedici era già fuori, pronta ad accoglierlo.

- Ro-Robert.... - sussurrò tra le lacrime, quando lo sollevò dalla sedia.

- Jude.... - disse Robert, prima di svenire tra le sue braccia.

 

Un anno più tardi.

 

Jude e Robert erano ancora assieme anche se tutta quella vicenda si era infilata prepotentemente nelle loro vite. Non facevano mai l'amore, Robert era nervoso, scostante e spaventato e Jude non faceva altro che assecondarlo, standogli accanto. Il suo compagno faceva fatica a dimenticare, come dargli torto? E Jude sentiva un rimorso totale nei suoi confronti, un rimorso che lo schiacciava, lo sopprimeva, non la faceva respirare.

Andavano entrambi da uno psicologo ma era un fatto difficile da superare.

Robert aveva pensato più volte di togliersi la vita e ogni volta che si guardava allo specchio, scoppiava a piangere in ricordo di quell'esperienza. Jude non riusciva più a toccarlo e le litigate tra loro erano frequenti.

Aveva perso, avrebbe perso comunque.

Miller aveva rovinato le loro vite per sempre, quello era il prezzo da pagare, ed era esattamente ciò che lui che voleva.

 

 

 

 

 

 

Eccoci di nuovo qui! Spero che la storia sia stata di vostro gradimento e spero di non aver urtato la sensibilità di nessuno con certe scene, magari cruente (o che posso risultare tali, in realtà a me non sembrava ma la sensibilità di ogni uno di noi e differente).

Non so se sono riuscita a descrivere la disperazione dei personaggi, forse sono stata un po' frettolosa, non saprei. Voi che ne pensante? Le critiche sono ben accette!
Spero di avervi trasmesso qualcosa....

Grazie a tutti,

Bynie

  
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