Noi, piccoli soldatini di piombo,
così ben dipinti e ben fatti.Con le nostre piccole armi.
Così forti da resistere alle cadute, alle battaglie più inimmaginabili.
Chi ci credevamo di essere?
Noi, soldatini di piombo,
così fragili fra le dita tozze del nemico.
Così legati al destino, da non capire le scelte sbagliate che facciamo.
Noi, che crediamo basti il coraggio per andare avanti.
I morti non si contano.
I morti sono troppi.
Troppi.
Le armi spezzate, ancora in terra ,i proprietari strisciano sofferenti. Aspettando la morte.
Come siamo arrivati a  tutto ciò?
Perdere i nostri amici, facendoci diventare mostri. Più dei nostri nemici.
Noi che di lacrime non ne possiamo versare, ma la ruggine sembra volerci ad ogni costo.
Noi che non sappiamo più urlare il dolore, ma soffriamo in silenzio
Noi che non sappiamo nulla del futuro, ma ci illudiamo di poterlo affrontare.
Noi che di amici e compagni ne abbiamo visti spezzarsi già da troppo tempo, ma che  non vogliamo comunque arrenderci, continuare a fidarci del prossimo.

Noi che non sappiamo nulla, ma che vogliamo sapere.
Perchè vogliamo la libertà, la bramiamo. Vogliamo essere liberi.
Noi, piccoli soldatini, di un gioco azzardato del destino.
Noi, che negli occhi abbiamo la rabbia. Nel cuore la speranza. Nelle mani, armi di carta.
Nella mente, l'immagine deviata della fine della nostra sofferenza.
Noi.