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Autore: esthernathalie    18/10/2013    1 recensioni
Hogwarts 1976, i Malandrini sono al Sesto Anno. Voldemort raccoglie sempre più seguaci, e fra le mura del castello gli studenti non Purosangue vengono regolarmente spediti in Infermeria. Silente è costretto a prendere una decisione drastica che coinvolgerà anche la scuola di Durmstrang. Ma un imprevisto sconvolge tutto, e quella che doveva essere una soluzione si trasforma in un incubo ed in un'odissea che sembra non aver fine.
Mangiamorte, amori impossibili, creature malvagie, sospetti fondati ed una nave che pare maledetta. Volete sapere come mai il Lago di Hogwarts fu ribatezzato con il nome "Lago Nero"? Benvenuti in Survival.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Severus Piton, Sirius Black | Coppie: James/Lily, Sirius Black/Marlene McKinnon
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Capitolo III: Decisioni decisive

 

Hogwarts
Ottobre 1976

 

L’intera Sala Grande è in fermento. L’unico studente che si comporta come se niente di speciale sia successo è Xeno Lovegood, intento a contare le stelle che brillano sul soffitto. Il Preside ha appena finito di annunciare le novità, le pietanze sono comparse sui tavoli ma per una volta vengono ignorate dagli studenti di Hogwarts, troppo intenti a commentare le notizie di Silente.

“Voglio andare!” Esclama una ragazza del settimo anno di Corvonero, con gli occhi che brillano. “Ma tu sei Purosangue!” Replica perplessa una sua amica. “Sì, ma il Preside ha detto che chiunque al di sopra del quinto anno può annunciarsi, basta mettere un foglietto con il proprio nome nel Calice davanti al portone d’ingresso! E poi ci saranno dei colloqui, hai sentito? Silente non potrà scartare a priori un candidato, dovrà prima sentire le sue ragioni! Cosa costa provare?” La compagna la guarda meditabonda. “Sai, forse mi candido anche io.”

Nel frattempo, al tavolo dei Grifondoro, Lily è taciturna. Marlene la guarda di sottecchi e dopo un po’ decide di interrompere i pensieri dell’amica. “Ti vuoi candidare, vero?” Chiede sommessamente. La rossa sospira e risponde esitante. “Da un lato mi sembra che sia da codardi cambiare scuola, è come se scappando la dessi vinta ai Serpeverde… dall’altro sono stanca di camminare per i corridoi con la paura di essere aggredita, io ho il diritto di avere una vita studentesca tranquilla. Ci sono già gli esami a preoccuparmi, faccio volentieri a meno dei mente di Troll che non hanno altro da fare a parte renderci la vita difficile! Penso che mi candiderò.”
Marlene annuisce. “Beh, non ti libererai facilmente di me! Se tu vai, vado anch’io.” Al suo fianco, Mary McDonald annuisce. Non c’è bisogno di chiedere quali sono le sue motivazioni per desiderare di partire. I suoi sono Babbani, e come se non bastasse Mary ha un’indole estremamente timida. È una ragazza di carnagione pallida, scura di capelli e piena di lentiggini in viso, cosa non meno importante, è il bersaglio preferito di Mulciber, un Serpeverde tarchiato che più volte l’ha spedita da Madama Chips.

Qualche posto più in là, James Potter ha sentito tutto. Senza dire niente, strappa un pezzo di tovagliolo e ci scrive sopra il suo nome. Quando alza lo sguardo, nota che i Malandrini lo stanno guardando, ed improvvisamente si sente in difficoltà. “Ragazzi, cercate di capire” inizia incerto. “Lo sapete che ho la fissa della Evans da anni, e proprio non ce la faccio a vederla partire. Spero che non mi odierete per questo…”
“Di cosa stai parlando?” Lo interrompe Sirius, aggrottando le sopracciglia.
“Del fatto che io me ne vado a Durmstrang e voi restate qui.” Remus lo guarda come se gli fossero spuntate delle ali dietro la schiena. “Non dire stupidaggini, Ramoso. Se va uno di noi, vanno tutti.” Dice, come se fosse la cosa più semplice del mondo e stessero parlando di andare a fare incursione nelle cucine. Al suo fianco, Sirius e Peter annuiscono vigorosamente. Ho gli amici migliori del mondo, pensa James, mentre sollevato circonda con un braccio il collo di Minus e ridendo gli friziona la testa con le nocche.
 

*

“Accomodati pure, Severus. Gradisci una fetta di torta alle erbe prataiole?”

“No, professor Silente.” Replica asciutto il ragazzo, sedendosi sul bordo della sedia e puntellandosi sulle mani come se fosse sul punto di rialzarsi da un momento all’altro. Il vecchio Mago fa spallucce e gettandosi la barba dietro le spalle si china in avanti per prendere una fetta di dolce. “Dunque, hai messo il biglietto nel Calice. Quali sono le tue motivazioni?” Chiede poi. Severus inizia a parlare a macchinetta, come se si fosse preparato in precedenza il discorso.
“Come sa, mia madre è una Strega ma mio padre non ha poteri magici. Potrei essere un bersaglio, e sono sicuro che Durmstrang sia in grado di offrirmi una formazione completa come quella che ricevo attualmente qui ad Hogwarts. Inoltre credo che quella di cambiare scuola per un po’ sia un’opportunità straordinaria, arricchirebbe molto il mio curriculum e potrei imparare una lingua straniera. C’è anche da dire che sono un grande appassionato di Pozioni e ormai ho letto quasi tutti i libri a riguardo presenti a Hogwarts. Sono sicuro che la Biblioteca di Durmstrang mi permetterà di accedere ad ulteriori conoscenze che ancora non possiedo.” Termina di parlare e resta in attesa, apparentemente calmo. Silente finisce di mangiare, pensieroso.
“Severus, sei sicuro che siano questi i reali motivi? È tutto ciò che hai da dirmi?”
Piton guarda fisso davanti a sé e per un attimo non dice nulla.

Capelli rossi mossi dal vento, una bambina che corre, un bambino che la rincorre sulla collina dietro casa.
Capelli rossi che cadono in avanti, coprendo degli occhi verdi pieni di lacrime. “Mia sorella mi odia, Sev. Dice che sono un mostro.”
Un bambino che le mette una mano sulla spalla e dice risoluto che loro non sono mostri, loro sono speciali.
“Io e te siamo uguali, Lily.”
“GRIFONDORO!” Una massa di capelli rossi che si allontana da lui.
“SERPEVERDE!” Nessun sorriso, solo un rapido sguardo in direzione del tavolo rosso-oro.
“Severus, saremo amici per sempre, non importano le nostre Case.”
“Sempre.”
Occhi verdi che lo guardano spaventati, come se non lo riconoscessero. “Perché leggi un libro sulle Arti Oscure?”
“LILY, ASPETTA!”
Ancora lacrime. Severus sa che lei odia piangere. Sa anche che è lui a causare tutto questo.
“SPORCA MEZZOSANGUE!”


Occhi verdi che guardano fisso davanti a sé, ignorandolo, capelli rossi che si allontanano. Il suo cuore che batte forte.
Sempre.



“No, Preside. Non ho altri motivi per andare a Durmstrang.”

*
 
“Prego, signorina Vance, accomodati. Vuoi una caramella all’essenza di Mandragola?”
“Oh no, grazie professor Silente. Ho maldipancia.” Dice Emmeline con un sorrisetto di scuse. Il Preside annuisce comprensivo. “Capisco, povera ragazza. Andiamo dritto al punto. Vorresti andare a Durmstrang, è corretto? “
Emmeline annuisce e risponde leggermente ansiosa. “Vede Preside, ho paura. So che non dovrei dato che sono una Grifondoro, ma dopo tutti questi attacchi davvero non ce la faccio a vivere una giornata tranquilla. Ho i nervi a fior di pelle, e non riesco neanche più a trovare la concentrazione necessaria per studiare.”
“Mi risulta che suo padre è un Mago, vero? Pensa che avrebbe da ridire sulla sua scelta di cambiare scuola per un  po’?” Emmeline si lascia andare in un sorriso al pensiero di Scott Vance. “Non penso Preside, lui sarebbe sollevato. È un Mago, ma mia madre… lei era una Maganò. E considerando quello che le è successo, credo che mio padre sarebbe felice di sapermi lontana da gente xenofoba.”
I Presidi nei quadri attaccati alle pareti si muovono impercettibilmente, seppur continuando a fingere di dormire. È chiaro che sono curiosi di sapere le vicende familiari della Vance, ma Silente delude le loro aspettative e non fa ulteriori domande a riguardo. Dimostrando una buona dose di tatto, cambia discorso. “Mi risulta che attualmente stai frequentando Divinazione. A Durmstrang questa materia non è contemplata nel programma. Saresti disposta a lasciarla? Potresti sostituirla con un’altra delle discipline che insegnano lì, come lo Scherma Magico… ah, che sport affascinante!”
Emmeline ridacchia. Ha scelto di seguire divinazione solamente perché si diverte troppo a sentire le assurde predizioni della Professoressa Cuttermole, ma questo non può dirlo al Preside, così si limita a scuotere la testa. “No, non penso che mi mancherà, è dal Terzo Anno che frequento quella classe e a dirla tutta ho voglia di cambiare. Ho letto che a Durmstrang hanno un corso avanzato di Incantesimi non verbali, sarebbe molto utile andarci!”
Albus annuisce, sovrappensiero. “Cosa ha intenzione di diventare, una volta terminati gli studi?” Emmeline pensa a sua madre, e risponde senza esitazione. “Un Auror.”
Il Preside pare soddisfatto dalla risposta. “Bene, ne sono lieto. Il mondo magico ha bisogno ora più che mai di persone in grado di combattere l’oscurità che avanza. Ti auguro una buona carriera, Emmeline, sono sicuro che con i dovuti sforzi riuscirai a raggiungere il tuo obiettivo.”
Sollevata, la ragazza sorride e si congeda a sua volta. Rimasto solo, Silente va verso il trespolo di Fanny ed accarezza piano la testa della Fenice.
“Amica mia, abbiamo appena fatto conoscenza con un probabile futuro membro dell’Ordine.”
Il pennuto lo guarda con occhi tristi e prende fuoco.

*
 
“Caro Remus, siediti prego! Gradisci una tavoletta di Cioccocremolato?” Lupin annuisce con gli occhi che brillano e senza troppe cerimonie prende il dolce che gli porge Silente.
“Mi fa piacere vederti fuori dall’Infermeria!” Dice il Preside gioviale, osservandolo mentre scarta avidamente il cioccolato.
“Fa piacere anche a me essere in buona salute per… ventisette giorni, secondo i miei calcoli, poi rivedrò quei lettini bianchi.” Replica Remus, e Silente annuisce. “Sono rimasto sorpreso nel vedere il tuo nome fra gli studenti desiderosi di partire. Non ti chiederò le motivazioni che ti spingono ad andartene da qui, ti conosco e so che sei un ragazzo intelligente. Tuttavia potrebbero sorgere dei problemi a causa della tua Licantropia. Sono certo che con il Preside di Durmstrang riuscirò a trovare una soluzione, ma sei sicuro di voler abbandonare la Stamberga Strillante per un posto sconosciuto?”
Remus ripensa alle innumerevoli notti in cui si è trasformato in quel posto che tutti credono infestato dagli spiriti.  

La luna sorge, e Lupin cade in ginocchio, schiavo nella notte. Urla e respiri affannati spezzano il silenzio, mentre come ogni mese il ragazzo si trova ad affrontare un demone che non può sconfiggere, perché vive dentro di lui. Graffia il pavimento, si scheggia le mani, si scheggia le zampe.

Poi Remus sparisce. Al suo posto c’è un lupo, e l’animale ha fame, vuole sangue, vuole ferire. Ma il lupo è rinchiuso, e l’unico essere vivente a cui può far male è sé stesso.

Un sorriso amaro appare sul volto di Remus. “No professore, non penso che mi mancherà il Platano Picchiatore. Una prigione vale l’altra, giusto?”

Un topo corre all’impazzata da una parte all’altra della stanza, un cane latra e sembra che stia ridendo, un cervo scalpita per uscire. Un Licantropo li guarda, e smette di farsi del male. Non è più solo.

“Questa cioccolata è fenomenale, Preside.”
“Trovo anch’io che sia sublime! L’ha inventata un Babbano, un certo William Wonka.”
 
*
 
“Buonasera signor Potter. È strano vederti nel mio ufficio e non doverti rimproverare per aver infranto le leggi. Vuoi una Liquirizia Lingualunga?” James scuote la testa e prende posto. Per un attimo spera quasi che Silente la prenda, sarebbe un interessante diversivo vedere il Preside di Hogwarts con la lingua lunga quanto la sua barba. Il ragazzo scuote la testa per scacciare quell’immagine raccapricciante dalla testa. Silente congiunge le mani in grembo e lo guarda serafico, in attesa. James si muove a disagio.
“Beh professore, dovrei darle un motivo per spedirmi a Durmstrang, vero? Innanzitutto, credo che sparendo dalla circolazione per un po’ regalerei dieci anni di vita al Custode. Sa, ho il sospetto che io gli stia leggermente antipatico, chissà poi perchè. Seconda cosa ma non meno importante, dovrebbe pensare seriamente alla carriera scolastica di molte delle sue allieve. Sicuramente i professori si saranno accorti del loro basso rendimento, e questo è dovuto al fatto che le ragazze invece di prestare attenzione alle lezioni prestano attenzione a me. A me e a Sirius a dirla tutta, quindi dovrebbe far partire anche lui.”
“Spontaneo e senza peli sulla lingua, vedo. Caratteristiche da vero Grifondoro le tue, James, ma non hai altre motivazioni da darmi? Quelle che mi hai dato lasciano presumere che una tua partenza migliorerebbe la vita di terze persone, ma… migliorerebbe la tua? È questo ciò che conta. Tu credi che Durmstrang ti possa offrire qualcosa che in questa scuola non hai?”

Capelli rossi al vento, efelidi sul viso. Occhi verdi che lo scrutano per un attimo e poi guardano altrove.

“Preside, lei dice sempre che l’amore è l’arma più potente al mondo in grado di combattere l’oscurità. Solo andando a Durmstrang riuscirò ad inseguire la mia arma personale.”
 
*
 
“Signor Black, non farti scrupoli, gli Zuccotti di Zucca sono qui apposta per essere mangiati!” esclama gioviale il Preside. Sirius non si fa pregare e prende una manciata di dolci arancioni, dopodiché si stravacca sulla poltrona ed allunga le gambe. “Nipote screanzato.” Lo apostrofa sdegnato Phineas Nigellus dal suo quadro. Sirius in risposta alza con discrezione il dito medio, senza farsi scoprire da Silente.
“Dimmi Sirius, cosa ti spinge a voler partire?” Chiede Silente, lisciandosi la lunga barba candida.
“Come lei sa non sono esattamente una vittima in questa scuola, quindi no, non parto per scappare. Se lei me lo permette, vorrei partire per proteggere quelli che se ne vanno nella speranza di trovare un ambiente meno ostile. A Grimmauld Place il nome di Durmstrang veniva spesso accompagnato da lodi, e si fidi, non è un buon segno se quegli apprezzamenti vengono dalla mia famiglia. Come ben sa, nella Casata dei Black sono praticamente tutti Serpeverde, come il bis-bis-nonnino appeso a quel muro. ” Silente getta un occhiata al quadro. “Sì, nel corso degli anni ho avuto modo di studiare le famiglie antiche come le tue. Hai riflettuto sul fatto che i tuoi parenti avrebbero da ridire su un tuo possibile trasferimento?”
Sirius sbuffa, apparentemente divertito. “Mi creda, non avranno niente da ridire se lei mi manderà il più lontano possibile da loro. Sono un rinnegato per la mia cara madre, di certo non le mancherò.”
Silente annuisce, conscio delle parole veritiere dette dal ragazzo. Tuttavia lo guarda con un’occhiata penetrante e gli pone a bruciapelo un’altra domanda.
“Sei davvero convinto che non mancherai a nessuno della tua famiglia?”
“Sta parlando di Regulus?” Chiede Sirius, colto alla sprovvista.
“Esattamente, proprio di lui. Dici che vuoi andare a Durmstrang per difendere i tuoi compagni. Non credi che ci sia ad Hogwarts qualcuno più importante che necessita di essere salvato?”
Il giovane Malandrino guarda fisso davanti a sé, mentre nei suoi pensieri prende forma l’immagine di suo fratello.

“Felpato, guarda chi c’è. ” dice James, indicando con un cenno del capo l’altro lato del corridoio. Sirius guarda nella direzione indicata e scorge un ragazzo magrolino, con capelli neri come suoi e occhi scuri come i suoi. Sotto di essi, due vistose occhiaie sciupano il suo volto. Non sono quei segni ad inquietare Sirius,bensì gli occhi del ragazzo: sono spenti, privi di calore e quasi assenti. Regulus gli passa accanto senza degnarlo di un occhiata. D’istinto, Sirius si volta e lo afferra strettamente per un braccio. “Non mi porti i saluti da parte di mammina e paparino? Scommetto che adori essere il cocco di casa!”
Regulus alza lo sguardo, e nei suoi occhi passa un lampo di dolore, mentre con uno strattone cerca di liberarsi. Come scottato, Sirius lascia la presa sul braccio e d’istinto fa un passo indietro, fissandolo mentre una consapevolezza improvvisa si fa strada dentro di lui. Il fratello lo guarda di rimando con occhi spalancati, poi si ricompone in fretta e sul suo volto torna la consueta espressione fredda.
“Non toccarmi e non parlarmi mai più, o farai una brutta fine.” Sibila, poi si gira e Sirius lo guarda mentre va via e si massaggia il braccio.
“È uno di loro, James, è uno di loro.” Dice incredulo. E poi le sue spalle si curvano, come se improvvisamente si trovasse a portare un peso enorme sulle spalle.
“È colpa mia, James… Ho sbagliato tutto con lui.”


Sirius si stringe nelle spalle. “Regulus non vuole essere salvato, Professore. È una causa persa e io non ho più niente a che fare con lui e con le sue decisioni.”
“Balle!” Tuona una voce, ma non è Silente a parlare, bensì Phineas, che dall’alto del suo quadro si rivolge a Sirius. “È sangue del tuo sangue, e non puoi lavartene le mani. Che ti piaccia o no, tu e Regulus siete uniti, ed è tuo compito proteggerlo in qualità di fratello maggiore.”
“Il tuo bis-bis-nonno ha ragione, ragazzo. La famiglia è un bene prezioso, non sottovalutarla .”  Silente parla con voce triste, mentre inevitabilmente pensa ad Aberforth e alla sua sorella morta.
“Posso andare ora, Preside?” Chiede Sirius, e ad un cenno affermativo di Silente si alza ed esce.
“Ragazzo ottuso!” Borbotta Phineas Nigellus.


NOTE AUTRICE
In questo capitolo non succede niente di eclatante, ma è importante lo stesso perchè si scopre qualcosa di più sui personaggi e sul loro passato. Grazie a chi ha messo la storia fra le preferite/seguite! Vuol dire molto per me! Commentate se avete tempo, mi farebbe piacere avere un parere.

Ps: Ho cambiato nickname, ma sono sempre IOesty!
A presto, Esther Nathalie :)
 
  
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