Era
da una
settimana che l’ospedale ospitava due bambini in
più. Era come se si fossero
presentati due opposti, fra quelle mura bianche e odorose di
sterilizzanti
che
pungevano le narici.
Il primo ad
arrivare era un piccolo sole, non c’era altro
modo in cui definirlo.
Le sue
infinite corse per i corridoi, cadute, risate nonostante tutto
erano all’ordine
del giorno ogni mattina, come se sorgesse
una bella giornata in quel luogo di pianti, “mi
dispiace” e medicine.
Nella stanza a
fianco stava un bambino più grande, col falso
sorriso docile
decorato da un neo.
Guardava nel
vuoto tutto il tempo, stiracchiava qualche sorriso solo
per
ringraziare Fuyuka o per cercare di tranquillizzare il fratellino, che
irrompeva nell’ospedale sempre in lacrime.
Erano due
fratelli davvero adorabili, ma sembrava avessero perso nello
stesso
momento, con la stessa notizia, quel
guizzo furbo e curioso che hanno i bambini nello sguardo.
Yuuichi
fissava sempre il vuoto da quando era arrivato. Rispondeva a
monosillabi e sorrisetti forzatissimi; era come se la sua muta
malinconia
bilanciasse l’incredibile entusiasmo dell’altro
piccolo malato di cuore.
Ma, una
mattina, Taiyou inciampò davanti alla porta di
Yuuichi.
Rigaku
ridacchiò, allacciando le braccia forti al busto del
bambino.
“Si
chiama Taiyou.” Gli sussurrò,
intuendo un filo d’interesse.
Quello stava
ridendo a crepapelle mentre Fuyuka cercava di rimetterlo
in piedi
e portarlo in stanza. Si girò verso Yuuichi, gridandogli di
salvarlo, in mezzo
alle risate che fischiavano per colpa delle finestrine fra i denti.
Al blu
spuntò un sorriso sincero, e qualche timida risata.
Piccola,
meravigliosa, come se fosse stata la prima volta che rideva.
Fuyuka
trascinò sorridente le urla del piccoletto fino alla
sua stanza,
sussurrandogli qualcosa riguardo a delle medicine e alla ricompensa che
avrebbe
avuto.
Le urla
cessarono, seguite da un “davvero?” in
lontananza.
Yuuichi
sobbalzò, quando sentì un “A
dopo, bimbo blu!” dal fondo del corridoio,
seguito da una risata. Gli si tirarono tantissimo le guance.
Non era
riuscito a vedergli nemmeno gli occhi, si era solo accorto
della
costellazione di lentiggini che questo aveva – e delle ciglia
aranciate,
tipiche di quelli di razza rossa.
Se li
immaginava verde bosco.
Si fece forza
sulle braccia, cercando come ogni giorno di svegliarsi le
gambe a
forza di trascinarle, ma faceva male, ansimava già.
Un
po’ meno male del solito, però.
Taiyou era un
bambino nato per non essere amato dalla vita, ma lui la
amava lo
stesso.
。
Acquamarina.
Gli occhi di Taiyou si erano rivelati di un acquamarina davvero
particolare,
che gli sembrava di aver già visto da qualche parte, negli
occhi di qualcun
altro, forse un calciatore famoso.
Era la prima volta che parlava con qualcuno di nuovo che non fosse
Kyousuke, i
suoi o un medico dopo l’incidente.
La presenza di Taiyou, seduto di fianco a lui con un pallone sgualcito
fra le
braccia, sembrava rendere tutto un po’ meno malinconico.
Si chiedeva come facesse quel cucciolo,
come lo chiamava Fuyuka, a sopportare la freddezza
dell’ospedale riuscendo a
riscaldare tutti quelli che aveva attorno, mentre lo ascoltava
sorridendo e
annuendo; parlavano di calcio.
E non gli faceva affatto male, perché l’altro
bambino era praticamente sulla
sua stessa barca, ed era bello sognare di essere come i propri idoli,
uscire
dall’ospedale da grandi, diventare professionisti come
Gouenji-san.
Sorridevano tracciando cerchi in aria con le mani, Taiyou ogni tanto
saltellava
sul posto, riempiendo di pieghe la coperta di Yuuichi in
prossimità delle
gambe.
Rise, Yuuichi, rise forte, notando che solitamente il lenzuolo vicino
alle sue
gambe era sempre tirato.
Fuyuka si lasciò scappare un sorriso amaro, mentre ascoltava
di nascosto la
conversazione.
Si sarebbe sentita davvero male ad interromperli. E poi, in fondo, le
medicine
che doveva dare ad Amemiya non erano così urgenti.
Era la prima volta che stavano entrambi bene davvero, che Taiyou tirava
fuori
quella che era la sua vera allegria, e che Yuuichi parlava senza
intoppi,
sincero. Gli brillavano gli occhi di quel
guizzo furbo e curioso che hanno i bambini nello sguardo,
che lei non rivedeva da tanto.
“E poi un giorno avremo una hissatsu insieme, e Yuuichi
correrà velocissimo, e
io salterò in altissimo!”
“Oh! – disse l’altro con un tono di voce
alto e incontrollato, che invadeva
assieme all’altro quell’ala di ospedale.
– Salterai fino al sole!”
“Fino al sole–!”
Concluse Taiyou saltando giù dal letto mentre allungava
tutte le vocali.
“Taiyou-kun, è ora.”
Seguì un ‘ma no’
capricciosissimo. Il
piccoletto lasciò il suo pallone a Yuuichi, sussurrandogli
qualcosa nell’orecchio,
che lo fece ridacchiare – con una mano davanti alla bocca.
Fuyuka si mise entrambe le mani sui fianchi, con un sorrisetto
malizioso. “Taiyou,
smettila di prendermi in giro e andiamo.”
Una smorfia sorpresa si fece largo sul viso di Taiyou.
“Fuyuka-san, mi dovrai
insegnare questi trucchi!”
“Certo, ora vieni.” Allungò una mano,
afferrando quella piccola del bambino.
“Ame–!”
“NO! E’ Taiyou,
timidone!”
Yuuichi aprì la bocca, poi la richiuse. Infine si fece
coraggio. Aveva un amico in quel
postaccio.
“Taiyou! – esclamò, convinto e
sorridente, come a volersi abituare – Ti aspetto
qui.”
Mentre andava via, l’altro agitò la mano
sorridente. “Mi piace tantissimo il
tuo neo, non dire che è brutto!”
Yuuichi rimase un attimo spiazzato, allungandosi sul lettino mentre
l’altro
scompariva scalciando coi piedi nudi sul pavimento del corridoio.
“E- e io adoro le tue lentiggini-!”
Gridò forte, sperando di farsi sentire, per poi ritirarsi
nel letto, stringendo
forte le lenzuola bianche e con quell’odore aspro, con un
sorrisetto talmente
improvviso che si morse le labbra.
。
Soltanto
la lucetta
del comodino illuminava Fuyuka e Taiyou.
Dei piccoli respiri strozzati si riversavano nella stanza assieme al
vento
fresco.
Taiyou non si sentiva quasi più. Gli formicolavano le dita
delle mani, mentre
cercava di distinguere una figura in mezzo alle macchie nere che gli
sporcavano
la vista.
Respirava in un filo di gola, a fatica, lentamente.
Fuyuka diede due colpi con l’indice alla flebo,
accarezzandogli la fronde
madida di sudore gelido.
“Sei stato bravissimo, Taiyou.” Gli
mormorò con un filo di voce rotta. “Davvero
incredibile.”
Era appena sopravvissuto ad un’operazione
all’aorta, il piccolo, qualcosa di
miracoloso.
In quei giorni c’era stato un continuo di morti – e
un picco di tristezza di
Kyousuke nel vedere Yuuichi un po’ perso.
Ovviamente il merito andava per la maggior parte ai medici, ma Fuyuka
si sentì
come una bambina nel chiedersi come accidenti Taiyou amasse
così tanto la vita.
Come avesse il coraggio di sostenere il corpo con la mente, con quella
mente da
bambino, così tanto da non lasciarlo morire nemmeno ad un
evento così
pericoloso.
Gli sfiorò la guancia secca con l’indice.
“Come hai fatto, Taiyou?”
Si vergognò un po’ nell’accorgersi che i
suoi pensieri avevano preso voce, e
che il bambino l’aveva sentita.
Aprì le labbra screpolate e bianche, cercando di inspirare
il più possibile per
parlare. “Yuuichi mi aspetta lì fermo da
tanto.”
Riuscì a capire in quella parlata affannosa e arida, e si
schiacciò il palmo
sul sorriso per evitare di piangere.
Forse era quello, il vero amore, quello di un bambino.
Quello che gli adulti cercavano, così puntigliosi, quello
che era nato in uno
di quelli che lei avrebbe considerato prematuri per amare.
Un bambino di nove anni che non poteva uscire, giocare, vivere
normalmente che
affrontava uno schifo di settimana come quella, riuscendo a sostenersi
perché
un bambino paralitico lo aspettava da tanto nell’altra
stanza. Lei stessa si
sarebbe abbandonata, si sarebbe lasciata morire.
Ma cos’era, quello, se non amore?
E Taiyou l’aveva accettato, così. Aveva accettato
di amare alla sua età.
Aveva accettato di amare.
。
Era
davvero triste, si disse, al contrario di quello che
tutti avrebbero pensato.
Taiyou se ne stava per andare dall’ospedale, sembrava che
fosse guarito del
tutto. Quello che Yuuichi non sapeva era che era grazie a lui che era
potuto
succedere.
Con un pizzico di egoismo, il maggiore desiderò per un
attimo che Taiyou non
stesse davvero per andarsene – si sperava per sempre
– da quell’ospedale.
Ma c’era un altro problema.
Yuuichi era invischiato in un petrolio di pensieri riguardanti la sua attrazione verso Taiyou.
Verso un ragazzo.
Si era sempre detto che fosse perfettamente normale, ma
aveva sempre riguardato gli altri.
Era capitato a lui e si sentiva davvero confuso, diverso.
Questo ogni tanto gli provocava delle risposte acide verso Amemiya,
solo perché
non capiva se fosse gay o meno.
Aveva tanta paura. Voleva davvero tanto, tanto bene a Taiyou... e forse
non
sarebbe stato giusto dire che ‘gli
voleva
bene’.
Ogni tanto si immaginava come sarebbe stato sentire la propria pelle
fremere
contro quella dell’altro, abbracciarlo convinto che fosse
solo suo. Solo suo.
Ogni tanto era geloso anche di Kyousuke.
Ogni tanto si arrabbiava con chiunque gli capitasse a tiro,
liquidandolo con un
sorriso e un monosillabo.
Voleva passare la sua vita con lui? Voleva che gli piacesse una donna?
Voleva
averlo tutto per lui? Voleva alzare il velo dal viso della sua futura
sposa? Voleva
svegliarsi col sorriso di Taiyou di fianco? Cosa
voleva?
“Yuuichi!”
Taiyou sbattè la porta, ansimando, ma Yuuichi non fece
nemmeno in tempo ad
accorgersi della sua entrata in stanza che gli era già
addosso, in lacrime.
“Devo andare, devo andare in fretta, Yuuichi.”
Era totalmente senza parole, non sapeva cosa dire. Il cuore gli pulsava
nel
petto fortissimo, e aveva una quantità incredibile di parole
bloccate in gola.
Taiyou gli strinse una gamba, mise in disordine le pieghe delle
lenzuola, visto
che era di fretta.
Gli prese il mignolo e lo strinse col suo, ansimando.
Yuuichi aveva seguito tutto con lo sguardo assottigliato e corrucciato.
E quando aveva incontrato quello acquamarina, pieno di lacrime, di
Taiyou,
iniziò a vederci male e si morse un labbro.
“Ti prometto che quell’hissatsu la faremo. Te lo
prometto, Yuuichi.”
Inspirò col fiato che tremava come un filo di cotone, che
tremava come le sue
gambe quando tentava di reggersi. “Ame–“
“E’ Taiyou, timidone! – rise quello
mentre piangeva forte – Yuuichi, Yuuichi,
io... Io te lo prometto.”
Sciolse il mignolino, indicando all’altro il pallone che
avevano riempito di
disegnini sulla mensola.
Poi passò la mano sulle pieghe che aveva lasciato sulle
lenzuola anche la prima
volta.
“Ti aspetto qui.”
E corse fuori dalla stanza.
“Taiyou!”
Quello per fortuna sentì, e si bloccò davanti
all’uscita.
“Anche per sempre, se necessario, Taiyou?”
Stirò un sorrisone, Taiyou. “Sempre è
tanto tempo, ma si può fare!” Poi corse
via.
Yuuichi si lasciò affondare nel letto, attendo a non
cambiare l’ordine delle
pieghe frettolose che l’altro aveva lasciato sulle lenzuola.
Era incredibile rendersene conto.
Lo amava.
Lo accettò.
。
Yuuichi
era caduto.
Aveva provato ad alzarsi per andare chissà dove, si era
trascinato per un po’, allo stremo,
ed era svenuto in mezzo al
corridoio.
Proprio quel giorno che Taiyou era passato in ospedale per andare a
trovarlo.
Aveva battuto fortissimo la testa e il bacino.
Taiyou gridava, voleva entrare in stanza da lui, ma era trattenuto da
Rigaku e
Fuyuka.
Le braccia dell’adolescente si allungavano verso la porta,
disperato.
Era sempre stato così, lui,
sincero, senza
barriere.
Anche Kyousuke era dovuto intervenire a fermarlo, e ci era riuscito con
l’aiuto
della stampella di Shindou.
Dopotutto, si ricordò Fuyuka, era come se la vita di Taiyou
stesso fosse appesa
ad un filo, assieme a quella di Yuuichi.
Shindou guardava la scena senza nemmeno riuscire a piangere.
I singhiozzi terribili di Taiyou riempivano tutto il corridoio, mentre
l’ospedale
sembrava tornare al suo vecchio, triste e polveroso stato, in cui
spiccavano solo
l’odore pungente, schifoso dei medicinali, i pianti dei
malati e di quelli che non lo erano.
“Mi ha sempre fatto schifo questo posto.”
Mormorò all’improvviso, facendo
sobbalzare Fuyuka. “L’unica cosa bella era lui. E
sapete? Mi fa schifo anche
fuori da questo posto. Ma gliel’ho promesso. Yuuichi, ti aspetto qui.”
Abbassò il viso, con un’espressione davvero
furibonda, smorzata dalle lacrime disperate.
E Fuyuka non resse più, quando Kyousuke e Shindou si
scambiarono un triste
sguardo d’intesa, giusto dopo quel terrificante litigio che
avevano avuto in
stanza, le cui urla avevano impregnato le pareti per un po’.
Come se si fossero appena resi conto com’era rischiare di
perdere qualcuno di importante.
E pianse tanto, quella sera.
Mentre Taiyou si ripeteva, sempre
è tanto
tempo, ma si può fare, ti aspetto qui.
。
Taiyou
uscì inciampando e ridendo dall’auto,
scusandosi con Yuuichi per il ritardo.
Quello ridacchiava, mentre Kyousuke lo riempiva di gomitatine,
dicendogli che
se voleva gli avrebbe volentieri passato il suo fazzoletto se fosse
scoppiato a
piangere come una femminuccia – o meglio, come Shindou
– durante il lento.
Lui stesso aveva impedito che i due viaggiassero nella stessa auto
perché “non
si fidava di quel malintenzionato di Taiyou e
dei suoi dispetti”
Aoi rincorreva Amemiya con la cravatta, ma niente da fare.
Quello si infilò la giacca alla bell’è
meglio, tanto li buffet non era
importante, si diceva.
Corse verso Yuuichi, buttandoglisi fra le braccia.
Il ventiquattrenne lo resse, facendo forza sulle gambe belle forti, e
lo prese
in braccio, mentre si guardava ancora un po’ indredulo la
fede e Taiyou lo
fissava ancora con quel
guizzo furbo e curioso che hanno i
bambini nello sguardo.
“Ti ho aspettato per tanto, né?”
“Già.”
。
Woah.
Che
è sta roba.
Datemi una
tachipirina.
L’ho
finita dopo due ora di maratona di scrittura e- non mi sono nemmeno
alzata
per fare merenda in mezzo al tutto :’D
Comunque- oh
quanto amo questi due ç3ç
Era da
tantissimo che volevo scrivere questa oneshot, ed è venuta
un po’ troppo
lunga (?) *schiva padella*
E- accidenti
quanto flungst. Quanto zucchero, occhio alle carie :’3
Ero
gasatissima stamattina, o meglio stanotte quando è scattato
il Taiichi day
e- oh non so più cosa dire- sarà che ho la febbre
o che ho esaurito tutte le
parole in questa OS un po’ confusa e zuccherosa (?)
Ma... beh,
come al solito, spero tantissimo che vi sia piaciuta *inchino*
E la dedico
a tutti quelli che shippano la Taiichi, davvero, vi voglio bene
random.
Ma
soprattutto a _helianthus. Perché? Perché
è straordinaria, è la mia sista e
mi mancava un sacco. Ultimamente abbiamo riagganciato e sono
felicissima :’)
E- e- non lo
so- (?)
Ci ho messo
corpo e anima anche se è venuta un po’ confusa, ma
non facevo
oneshot belle lunghe da un po’ e sono abbastanza contenta.
E a momenti
mi mettevo a piangere io in mezzo alla
oneshot—cioè dai no :’’
Vado a
prendere la tachipirina :’D
Buon Taiichi
day ç3ç ♥ ♥
E grazie
mille a chi legge e recensisce cuc
Un abbraccio
spaccaossa.
cha.