Storie originali > Fantasy
Ricorda la storia  |      
Autore: MaiteJM    18/10/2013    1 recensioni
[Flashfiction partecipante al contest a turni "Autunno Originale" indetto da Faejer sul forum di EFP]
Seguito di "Di streghe e bruschi risvegli".
A casa Jupe c'era un modo specifico per riconoscere i giorni della settimana e per un gatto era molto utile (anche se Mork era pronto a giurare che era un trucco usato anche dalla sua Annie quando ancora non aveva aperto gli occhi e cercato la sua odiosissima sveglia).
[...]
Mork sbadigliò, pensando che solo uno scrittore, uno davvero matto, poteva credere nelle streghe.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'La strega e il Signor Gatto di Città'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Titolo: Di ciambelle domenicali e Signori Gatti di Città.
Autore: MaiteJM
Fandom: Originale
Genere: Fantasy (speravo in uno humour fantasy, ma non è che sia proprio una gran simpatia io), Generale
Avvertimenti: Flashfic
Personaggi: Mork, Annie Jupe, Clarice Jupe, Signori Gatti di Città.
Pairing: //
Note: L'idea di base l'ho presa da “Streghe all'estero” di Terry Pratchett (che vi consiglio), il nome Mork è del gatto di una delle protagoniste di un libro rosa (“Biscotti, dolcetti e una tazza di tè”) e Jupe viene da “Hard times” di Charles Dickens.
Nel testo, c'è una citazione da Roald Dahl, scrittore che amo e che ho già semi-citato nella flashfic precedente. Questa volta, ovviamente, ho preso una frase dall'incipit di “Le streghe”.
Non sono molto soddisfatta della flashfic in sé, anche se mi piace che sia presente Annie. È un personaggio che mi piace molto, soprattutto vista dagli occhi di Mork.
Spero vi piaccia :D

[Questa storia partecipa al contest a turni “Autunno Originale” indetto da Faejer sul forum di EFP]

 

Di ciambelle domenicali e Signori Gatti di Città.

 

A casa Jupe c'era un modo specifico per riconoscere i giorni della settimana e per un gatto era molto utile (anche se Mork era pronto a giurare che era un trucco usato anche dalla sua Annie quando ancora non aveva aperto gli occhi e cercato la sua odiosissima sveglia). Il giorno più bello di tutti era la domenica: l'odore di ciambelle con la glassa e cappuccini si insinuava nella camera della sua padroncina e stuzzicava i loro nasi ancora addormentati. Ogni domenica Clarice andava al parco a correre e tornava con qualche dolciume per sua figlia. E a Mork era riservata la colazione a base di salmone -la sua preferita.
Dopo gli era permesso uscire a incontrarsi con i suoi amici nei giardini dei vicini, luoghi sicuri che li tenevano lontani dai loro acerrimi (e sgraziati) nemici: i cani. Non che ai suoi amici interessasse scontrarsi con quei canidi e nessuno di loro sentiva la necessità di dimostrare la loro superiorità: era un dato di fatto.
Dopo essersi puliti, si incontravano da Maybelle, un'elegante persiana cincillà dal pelo sempre perfettamente spazzolato e con un vistoso collare marrone chiaro che si intonava con i suoi occhi. Entrare a far parte di quella compagnia era sicuramente un vero onore e Mork ancora faticava a credere di essere stato accolto senza problemi l'anno prima, quando era ancora soltanto un cucciolo e per giunta un meticcio.
Una volta arrivata la Presidentessa, con il suo solito elegantissimo ritardo, si discuteva dell’argomento della settimana (che decideva lei, ma questo era piuttosto ovvio).
Mork tornava a pranzo per mezzogiorno, entrava dalla finestra e iniziava a fare le fusa contro le caviglie sottili di Annie.
Annie, la sua adorata padroncina.
Sicuramente la migliore del mondo.
Anche se lo ignorava praticamente tutto il giorno con la scusa che “doveva studiare”.
Quindi niente coccole e carezze fino a sera, mentre leggeva per lui ad alta voce sul divanetto in salotto. Con le sue lunghe dita da pianista della ragazza che lo grattavano sotto il mento o tra le orecchie, stava comodamente sdraiato sulla sua pancia, attento al racconto che aveva scelto per l'occasione.
“Le vere streghe sembrano donne qualunque, vivono in case qualunque, indossano abiti qualunque e fanno mestieri qualunque. Per questo è così difficile scoprirle. “
Mork sbadigliò, pensando che solo uno scrittore, uno davvero matto, poteva credere nelle streghe.

 

 

Non sapeva ancora quanto si sbagliava, ma era solo un Signor Gatto di Città e difficilmente quelli come lui incontrano delle streghe. O meglio: le vedono tutti i giorni, ma non se ne accorgono. Non sanno che ci sono vere congreghe, che è un mestiere in cui si può fare molta carriera e che la sua adorata Annie aveva cercato di metterlo in guardia.
Troppo tardi.
Quella mattina iniziata male, sembrava poter solo finire peggio.
“Sei davveerooo una strreegaa”, bisbigliò Mork, guardando il suo riflesso, così sgraziato, così goffo ed ingombrante. Per non parlare della sua lingua, era davvero faticoso esprimersi, era... complicato.
“Diffiiicilee.”
Una risata, estremamente inquietante, lo fece scattare di lato, lo sguardo fisso su zia Betty.
“Il bello deve ancora venire.”

 

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: MaiteJM