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Autore: Fujikofran    19/10/2013    0 recensioni
Il sonno di Ryo è tormentato dalla presenza di Kaori, la sua donna scomparsa anni prima. Anche il sonno di Shan In, sua figlia adottiva, è caratterizzato dalla presenza di Kaori. Tutto questo accade per via di un forte desiderio che la compagna defunta dello sweeper (che appare come spirito) nutre da tempo. Ma è sicuro che sia un desiderio solo suo? Brano da ascoltare: "Love is stronger than pride" di Sade
Genere: Erotico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori/Greta, Li Shan In, Ryo Saeba, Ryo Saeba/Hunter
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Angel Heart
- Questa storia fa parte della serie 'Angel Heart-Oltre la realtà tangibile'
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 photo 68846_565488310177566_535134514_n.jpgEra passato del tempo eppure sembrava ieri… Infatti, erano trascorsi già alcuni anni da quando lei non c’era più. Kaori, la donna che amava più di se stesso, era morta ed era morto anche lui, anche se solo nell’anima. Il corpo c’era, ma andava avanti quasi meccanicamente. Ryo Saeba, lo sweeper di Shinjuku, a Tokyo, aveva ricominciato a vivere solo quando il destino gli aveva fatto incontrare Shan In, ragazzina di Taiwan cresciuta come un killer sanguinario e che, stanca di dover uccidere su commissione, aveva tentato il suicidio. Aveva poi subito un trapianto di cuore, che si era lacerato quando lei era rimasta infilzata su un cancello, mentre desiderava che andasse in porto il suo gesto estremo. Il cuore che le era stato trapiantato era proprio di Kaori, che aveva iniziato una seconda vita nel petto di quella ragazzina la quale, col tempo, era cambiata, forse perché dentro di sè riviveva la dolcezza di colei a cui la vita era stata spezzata in un maledetto giorno di pioggia, per colpa di un camion che l’aveva investita mentre cercava di salvare una bambina che stava attraversando la strada. Shan In era diventata la figlia adottiva di Ryo, la cui vitalità rinata era frutto di una sensazione meravigliosa, che Kaori non aveva fatto in tempo a regalargli: la paternità. La ragazzina lo considerava come un vero e proprio padre, lei che era cresciuta senza sapere che cosa significasse essere figlia e quanto fosse meraviglioso stare con persone che ti avevano donano la vita, lei che la vita invece era abituata a toglierla, per colpa delle uniche cose che era costretta ad amare: le armi da fuoco. Shan In e Ryo erano il nuovo duo City Hunter, dato che la ragazza cresceva e maturava, imparando sempre di più a cavarsela, come una sweeper esperta. Suo padre adottivo era fiero di lei e non avrebbe mai pensato che sarebbe diventata anche più brava di Kaori. Oppure lo era solo perché quest’ultima viveva in lei? Tante volte si era manifestata, sia rendendosi visibile, sia parlando per bocca della ragazza e la sua “presenza” influenzava la vita di Ryo e delle persone che gravitavano intorno a lui.
 
Eppure da un po’ di tempo Ryo nutriva una strana inquietudine, specie di notte, quando il suo sonno non riusciva a procedere in maniera serena. La sua vita da sweeper non poteva certo definirsi tranquilla, ma a quello ormai era abituato, non faceva più caso alla pistola nascosta sotto il cuscino o allo svegliarsi di soprassalto per ogni minimo rumore sospetto. Ciò che tormentava Ryo, mentre dormiva, erano i suoi sogni, sempre più incentrati sulla stessa persona: Kaori. In realtà la sognava ogni notte, anche solo per un attimo, quindi la sua presenza onirica non sembrava una novità. Ma c’era qualcosa di diverso: la sua donna compariva in maniera sempre più insistente, quasi ossessiva, come se volesse comunicargli un pensiero importante. Non era una richiesta di aiuto, la sua, e poi come poteva esserlo se era morta? La mattina presto, Ryo si svegliava in un bagno di sudore, quasi angosciato. “Che cosa vuole Kaori da me?” Il suo pensiero correva a Shan In, temeva che non stesse bene e che c’entrasse lei con i suoi sogni e con i segnali incalzanti di Kaori. Ma la ragazza stava benissimo, anzi, non si era mai sentita meglio come in quel periodo, in cui c’erano anche dei giovani che cominciavano a corteggiarla seriamente, oltre a Shin On, il suo amico di sempre, che a lei però non interessava minimamente dal punto di vista fisico. Shan In, ormai ventenne, stava diventando molto bella e il suo padre adottivo andava fiero di lei, come se fosse davvero figlia sua e di Kaori. Ma lei non lo era e su questo aspetto Ryo rifletteva spesso, ritrovandosi a fare il punto della situazione su quello che davvero provava per quella ragazza. Era davvero un sentimento paterno, il suo? Eppure il suo modo di guardarla stava cambiando o, meglio, non riusciva a essere quello di un padre verso la propria figlia. Col passare dei giorni, Ryo si rese conto che Kaori, in sogno, stava cercando di fargli capire proprio questo: che Shan In era una giovane donna bellissima come tante altre per cui lui aveva sbavato, in passato, quando la sua socia, innamorata perdutamente di lui, gli faceva scenate di gelosia prendendolo a martellate. Venne alla conclusione che quella figlia adottiva lo attraeva e ciò iniziava a tormentarlo, poiché non voleva nutrire pensieri strani su di lei. Ma non poteva farne a meno e così un giorno pensò di parlarle, per convincerla ad andare a vivere per conto suo. Come glielo avrebbe detto? Le avrebbe confessato il motivo? Con quale coraggio avrebbe guardato negli occhi quella ragazza, dicendole: “Vattene, perché ti desidero”? La vita di quella ragazza era già stata segnata da tanti traumi, non poteva subirne altri. Inoltre, Ryo inorridiva all’idea di poter essere il primo uomo con cui sarebbe potuta andare. No, non doveva essere lui, che aveva più di quarantacinque anni, ma un ventenne che le avrebbe fatto battere il cuore.
 
Shan In faticava a dormire, la notte, tormentata nei sogni da Kaori, che glieli farciva di ricordi che lei non aveva avuto. Infatti, sognava di fare l’amore con Ryo, che non la chiamava col suo nome, ma con quello della sua compagna. Il cuore le batteva forte e spesso si svegliava di soprassalto. “Ma perché sogno sempre papà in quella situazione? Perché mi sento così emozionata e anche felice? Perché mi chiama col nome della mamma?” Shan In si rese conto che non era lei a fare quei sogni fortemente erotici, ma Kaori. Così, una sera, prima di addormentarsi, decise di concentrarsi, per comunicare con colei che le aveva donato il cuore.
-Che cosa c’è, mamma Kaori? Che cosa vuoi dirmi? Sono qui, ti ascolto-
-Shan In…-
-Sì…-
-Shan In…-
- Sì, mamma, sono qui, ti ascolto…che cosa è successo? Qualcosa ti tormenta?-
-No, nulla, stai tranquilla…è che…mi manca tanto Ryo, ho voglia di star con lui-
-Lo so, mamma, tu non riesci sempre a far sentire a papà Ryo la tua presenza, ma se vuoi, posso metterti in comunicazione con lui, come quella volta in cui mi aveva preso la mano, mentre dormivo, ed era riuscito a parlare con te. Possiamo farlo più spesso…non capisco perché poi non sia più successo-
-Perché ci vuole molta energia e non sempre tu ce l’hai per farmi apparire né ce l’ho io, Shan In-
-Allora cerchiamo di organizzarci al più presto per far sì che tu e papà possiate parlare-
-Cara, Shan In, di Ryo non mi mancano solo le sue parole…soffro così tanto, perché mi mancano i suoi caldi abbracci, i suoi baci, l’amore che facevamo da quando ci eravamo messi insieme. Mi manca tanto quel suo farmi sentire donna e viva e io che sono morta, ma continuo a vivere in te, non riesco ad avere pace. Ho bisogno che tu realizzi un desiderio che mi porto dentro da tempo e che non ho il coraggio di confessarti-
-Dimmi pure, mamma-
-Vorrei tanto…ecco…vorrei poter far l’amore con lui, almeno una sola volta. Ma non posso farlo se tu non mi aiuti-
-Mi stai dicendo che dovrei congiungermi carnalmente con papà?-
-Sì, scusami tanto, tesoro mio, ma solo entrando in te potrò realizzare questo mio desiderio-
Shan In, pensando alla proposta di Kaori, avvampò.
-Mamma, io accetto, ma…non so, la tua idea mi fa un po’ paura: non ho mai fatto l’amore con nessuno, anche se lo vorrei tanto…-
- Capisco la tua titubanza, ma non devi preoccuparti: non ti accorgerai di nulla, perché io prenderò totalmente in prestito il tuo corpo e papà vedrà me, non te. Tu sarai me, ma io non te. Stai tranquilla-
Furono queste le ultime parole di Kaori, prima di andarsene, e Shan In, se da un lato nutriva un senso di smarrimento, dall’altro si sentiva rassicurata dall’amore e dal calore che la sua mamma adottiva le aveva trasmesso con la sua apparizione. Doveva parlarne con Ryo, ma non ne aveva il coraggio. Non era obbligata a obbedire a un desiderio che veniva da Kaori, ma non poteva sottrarsi a esso, perché, in fondo, era il cuore che le aveva parlato. Del resto, se viveva era merito di quel cuore.
 
Era sera, Ryo faceva zapping con il telecomando e aveva l’aria annoiata: in tv non veniva trasmesso nulla di interessante e, poco dopo, si addormentò. Ma la sua non era la classica pennichella da tubo catodico: era un sonno catalettico, provocatogli da Kaori, che gli apparve in sogno, rivelandogli il suo desiderio. Si svegliò di soprassalto e rivolse il suo sguardo verso Shan In che, seduta accanto a lui, giocava con il cellulare. Capì il vero motivo della sua attrazione per quella ragazza e si incupì. “Non posso farlo”, pensò tra sé e sé “è la mia bambina…”. La ragazza si accorse di essere osservata e gli sorrise. Poi riprese a guardare il suo cellulare, mentre lui continuava a riflettere. “…ma non è la mia vera figlia…perché preoccuparmi? È un desiderio di Kaori…però il corpo è di Shan In e non è giusto che sia io a deflorarla”. Al solo pensiero di poter violare colei che aveva adottato, inorridì, ma, contemporaneamente, anche lui nutriva lo stesso desiderio che provava lo spirito della sua compagna”.
-Shan In, devo parlarti. Si tratta di mamma Kaori-
-So già tutto, ha parlato anche con me-
-Non so che fare…non credi che tutto ciò sia bizzarro?-
-Lo è. Ma non me la sento di dire di no alla mamma. Perciò, l’aiuterò a esaudire questo desiderio remoto-
 
Quando la notte sopraggiunse, a Ryo era venuto mal di testa. Lo raggiunse Shan In, in camera sua, e si sedette al bordo del letto. Lui le accarezzò i capelli e le disse di essere pronto a incontrare Kaori. Poi prese la sua mano e la strinse forte. Entrambi, poi, chiusero gli occhi e, quando li riaprirono, nella stanza semibuia c’era una luce particolare: quella di Kaori, che Ryo vedeva al posto di Shan In.
-Finalmente…Ryo, quanto ho aspettato questo momento. E’ da tanto che lo desidero, ma non ho avuto il coraggio di dirtelo, perché credevo che sarebbe stato assurdo coinvolgerti in una situazione difficile per Shan In e imbarazzante per te. Ma ora non devi pensarci, io sono qui davanti a te, perché non sono mai completamente morta. Sono qui perché sono tua e sempre più convinta che tu ti senta ancora mio, anche se per te vorrei una nuova compagna: non puoi rimanere solo, devi rifarti una vita e devi portarmi nei tuoi ricordi più belli, che poi sono quelli che abbiamo vissuto insieme-
-Kaori...amore mio…non ho pensiero che per te: come faccio a sostituirti con un’altra, quando so che sei sempre qui con me? Ho paura per Shan In, ma, allo stesso tempo, ho voglia di rivivere dei momenti che mi mancano tanto. Prima di conoscerti c’erano solo avventure e storie che mi convincevano poco, dopo che te ne sei andata è arrivato il vuoto e non ho provato più nulla, se non rari momenti di piacere che non mi lasciavano nulla. Il massimo della gioia l’ho provato con te e solo l’idea di poterlo rivivere mi sta rendendo quasi matto. Aiutami a non farmi uscire fuori di testa: vieni qui…-
-Eccomi…-
Kaori si avvicinò a Ryo e la sua luce era ancora più splendente.
-Come sei bella…-
Ryo aveva finalmente tra le sue braccia l’unica donna che avesse mai amato, colei che un giorno sfortunato lo aveva lasciato solo tra i vivi. Non stringeva a sé Shan In, non stava baciando e accarezzando lei, ma proprio Kaori, il cui spirito stava diventando così potente da oscurare l’immagine di chi le aveva prestato il corpo. Ryo era sopra di lei e, per un attimo, esitò a proseguire i preliminari, poiché pensò a Shan In e al fatto che stesse per entrare dentro di lei. Ma la sua era la stessa paura che aveva provato la prima volta con Kaori e, pensando alla loro prima notte insieme, ritrovò il coraggio e riuscì poi a far evolvere quel momento così appassionato in qualcosa che li rese un solo corpo.
-Grazie, Ryo- le disse Kaori accarezzandolo, dopo che avevano raggiunto insieme il culmine del piacere.
-Ti sei addolcita…di solito mi prendevi a martellate o a schiaffi anche dopo che avevamo fatto l’amore. Invece ora…-
-Sei sicuro che fossi solo io ad averti desiderato, Ryo? La mia sola energia non sarebbe bastata a far realizzare questo desiderio. Tutto questo è successo anche per volere di Shan In. Tu le piaci, Ryo, ma ha paura di dirtelo-
Ryo non rispose, poi i due si guardarono con una dolcezza mista a malinconia, dato che Kaori doveva andarsene per far posto al sonno di Shan In.
-Quando ci rivedremo, Kaori?-
-Quando avrò di nuovo l’energia per farlo, Ryo e, soprattutto, quando nostra figlia mi darà il permesso. Buonanotte. Ti amo…-
Le due ultime parole di Kaori, le più belle che si possano dire a una persona, accompagnarono la sua sparizione e, accanto allo sweeper, c’era Shan In che dormiva con un’espressione serena. Ryo la portò nella sua camera, stando attento a non svegliarla. Poi, rimettendosi a letto, pensò a ciò che era appena successo. “Shan In è diventata grande”.
 
 
 

 photo 297013_196801010382751_6427465_n.jpg Fujikofran (c) 2013
   
 
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