Ricorda quando un tempo in quella classe, lo vedeva lì, seduto a far le prove. Voleva diventare un doppiatore, ed era veramente bravo. Un sorriso appare sul suo viso, malinconico. L'ultimo giorno che si erano visti era tredici anni fa. Litigarono quel pomeriggio, in quella classe che sembrava avvolta dal fuoco, a causa del sole che stava scendendo oltre la montagna.
Scuote il capo, pensando a quel momento. Una parola sbagliata, urla, roba che volava, ed infine un “Ti odio”. Quando sentì dire quelle parole, qualcosa dentro di lui si ruppe.
Si avvicina a quel banco, sfiorandolo con le dita leggermente intimorito. E' lo stesso giorno, con quel rosso tramonto che gli scalda il cuore. Si porta dentro il rimpianto di non averlo potuto salutare, prima del suo trasferimento. Ora è ritornato, e come se il tempo si fosse fermato, ha trovato la stessa atmosfera. Improvvisamente un rumore. Pensa sia uno dei suoi nuovi studenti e quindi, si volta con calma, dolcemente, ma i suoi occhi si scontrano con uno sguardo famigliare.
L'osserva, l'osserva a lungo prima di ritrovarsi quell'individuo tra le braccia. Trema, le lacrime scivolano lungo le sue guance mentre tiene fisso lo sguardo sull'orologio nella parete, con le lancette nella stessa ed identica ora, con il medesimo paesaggio riflesso sul vetro.
<<Perdonami, per essermi fatto aspettare così tanto.>>
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[E' una semplice storia che ho scritto un giorno, mentre ero seduta all'università a guardare fuori dalla finestra. E' il primo racconto che pubblico qui e sono un po' agitata, devo ammettere! ringrazio tutti quanti per averla letta e spero che sia stata di vostro gradimento. Lasciatemi pure qualche commentino con critiche o altro, mi farà sempre piacere e saranno sempre costruttive e mi aiuteranno a migliorarmi sempre di più. Spero alla prossima!
Con affetto, MorganNanami]