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Autore: natsu    10/04/2008    6 recensioni
Un racconto che è una metafora per narrare la nascita dell'amore tra Hana e Ru. Cosa può avere a che fare l'assalto ad una cittadella con questa coppia?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NOTA DA LEGGERE: questa fanfiction è una sorta di esperimento di scrittura scritta parecchio tempo fa. Più che un racconto è una lunga metafora…perciò anche se all’inizio vi potrà sembrare un po’ strana alla fine tutto si chiarirà…o almeno spero!

Comunque fatemi sapere cosa ne pensate….Baci.

 

 

 

CONQUISTA

 

di Natsu

 

 

 

La debole luminescenza diffusa dalla candela per metà consumata

riusciva a malapena a rischiarare l’ambiente.

 

Non che vi fosse qualcosa di notevole nell’arredamento spartano,

impersonale e freddo che si trovava all’interno della tenda: tra i bauli

spiccava però un largo tavolo in legno massiccio

completamente coperto da carte rappresentanti la CITTÁ,

oggetto dell’intensa contemplazione di una figura di cui, a causa della penombra, non si potevano scorgere i tratti.

 

Vestito di un’uniforme nivea ornata di passamanerie color dell’oceano, il comandante

in capo di quell’esercito si preparava a dare battaglia

programmando attentamente la mossa successiva.

 

Le trattative diplomatiche si erano interrotte

ma lui non aveva intenzione di rinunciare.

La voleva.

Voleva  quella terra prospera, assolata e viva.

 

Non tollerava più i ghiacci della sua patria natia.

Per questo si era avvicinato a quella città che, nella luce del tramonto,sembrava ardere

 avvolta dalle lingue di fuoco del sole morente.

 

Si era avvicinato con cautela

- andando in avanscoperta –

per avere l’occasione di penetrare quelle barriere.

 

Come la volpe

che studia da lontano la sua preda,

pronta a scattare al momento opportuno per catturarla quando incautamente si avvicina.

 

Ma si sa,

anche le volpi più astute

possono finire nella tagliola.

 

 

Così, anche lui, si era lasciato catturare.

 

Aveva lottato, cercando di liberarsi dai legacci della trappola.

Non aveva risparmiato calci, pugni e insulti.

Ma era stato tutto inutile,

era impossibile sottrarsi a quella trama di sensazioni di cui era prigioniero.

 

E allora aveva cambiato tattica.

 

L’aveva “annusata” quella sua preda

Aveva cominciato a muoversi, sinuosamente, intorno

a lei.

Ammaliandola

Avvincendola

Costringendola a rendersi conto della sua esistenza

 

…a guardarlo,

…a vederlo.

 

E le porte di quella città

si erano socchiuse.

 

Poi…l’imprevisto,

come in ogni strategia militare.

Un intruso.

Aveva cercato di aprirsi un varco per quella città

 

Ma come la volpe allontana dal suo territorio di caccia l’odiato porcospino,

così lui aveva avuto ragione del terzo incomodo.

Ed ora…si apprestava a compiere

la mossa finale,

                           …l’assalto alla cittadella…

 

Quelle mura bronzee, bagnate dal sole,

erano assolutamente perfette

levigate e compatte,

apparentemente invalicabili.

 

Le feritoie che si aprivano lungo il perimetro

erano come occhi,

di cui non si poteva scorgere il colore dell’iride

ma che splendevano di un luce brillante di sfida.

 

Lui osservava lo slancio con cui quella struttura si ergeva sull’orizzonte,

ma non cercava imperfezioni -perché non ve n’erano -

semplicemente si godeva quella visione che a stento credeva realizzata da mano mortale.

 

Lui osservava la possanza di quella struttura

ma non cercava scorciatoie – perché non gli piacevano –

lui sarebbe entrato dalla porta principale,

giungendo dritto al CUORE dell’avversario.

 

I portali, anch’essi color del bronzo, non condividevano

con il materiale omonimo solo la tonalità dorata

ma anche la forza e la resistenza,

lì collocati a proteggere il  tesoro tanto ambito

ad ostacolare il suo passaggio

 

ma lui osava,

si avvicinava fieramente.

 

L’ariete candido,

liberato dalle sue costrizioni era stato esposto

ed era ormai pronto.

 

Tum…il primo colpo,

i portali, indifferenti.

 

Tum…il secondo colpo,

solo un lieve sussulto.

 

Tum.

Tum.

Tum.

 

I colpi di quell’ariete, possente

compatto e duro

si susseguivano in un ritmo sempre più frenetico.

 

Le spinte si moltiplicavano

a distanza sempre più breve,

intensi

potenti

…profondi.

 

Le porte sussultavano,

gemevano

sempre più forte

 

la resistenza sempre più fiacca

 

di fronte a quell’incalzante,

continuo

ritmo a pistone.

 

Colpiva, spingendosi in avanti

e le porte, ormai scalfite,

si modellavano sulla sua forma

accogliendolo  sempre più in profondità.

 

Il sudore scorreva copioso,

sfiancava quel ritmo ossessivo

ma brividi di euforia restituivano le forza:

la consapevolezza che i gemiti provenienti dalla città

preludevano alla vittoria.

 

Ancora tre colpi…Tum

 

                        finalmente uno spiraglio tra i battenti

 

Ancora due colpi…Tum

 

                      l’occhio indovinava una luca calda al di là di questi

 

Ancora un colpo…l’ultimo decisivo affondo…Tum

 

                     Le porte si spalancavano.

                     E la luce lo avvolse completamente, accecandolo.

 

La cittadella, inviolata, era caduta.

Il tesoro era suo.

 

 

 

 

 

 

 

“La mia cittadella” mormorò rocamente Kaede, scivolando sfinito ma appagato sul corpo del compagno sotto di lui.

 

I respiri di entrambi erano spezzati ed affannosi, il cuore batteva furiosamente mentre l’euforia e il piacere dell’orgasmo ancora li faceva galleggiare in un limbo ovattato.

 

“Cosa ?” domandò ancora confuso Hanamichi, cercando di comprendere le parole del suo amore.

 

“Tu sei il mio tesoro…ti ho conquistato” gli sussurrò il moro, sottolineano la sua dichiarazione con un abbraccio possessivo, le braccia avvolte intorno alla vita del rossino a bloccarlo in quella posizione. “Tu sei mio…” mormorò per l’ultima volta, cadendo poi addormentato.

 

Un lieve sorriso increspò le labbra di Hanamichi, che nel sonno che lo stava conquistando ebbe solo la forza di soffiare nell’orecchio del suo amore una conferma: “Sì…sono tuo…mi hai conquistato”.

 

 

 

 

OWARI

 

 

 

 

 

 

NOTA CONCLUSIVA: allora avete capito? Proprio così, un modo un po’ insolito per raccontare come Ru ha conquistato il nostro Hana.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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