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Autore: NeverThink    19/10/2013    0 recensioni
"Sorrisi. Dormiva sempre così ed avevo imparato ad amare il suo irruento e tormentato sonno. Ad amare quegli occhi verdi che al risveglio mi scrutavano con dolcezza, quegli occhi che si illuminavano quando gli angoli delle labbra si sollevavano verso l’alto."
Prima o poi siamo destinati ad aprire gli occhi, a lasciar andare ciò che ci distrugge, a rimettere insieme i cocci. Anche se l'unica cosa che di cui abbiamo bisogno... è ciò che non possiamo avere.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Basta così



Trouble is her only friend, and he's back again 
Makes her body older than it really is 
And she says it's high time she went away,
no one's got much to say in this town 

Trouble is the only way is down, down down… 




Non c’era sole quella mattina, quando mi svegliai. Le pareti bianche sembravano grigie, a causa del cielo plumbeo. Rimasi a fissare il soffitto, le mani giunte sul ventre.
Ero nuda, sotto le lenzuola blu. Non avevo freddo, nonostante fosse ottobre.
Non provavo nulla, in quell’istante. Nulla.
Passarono i secondi e poi i minuti, poi sbattei ripetutamente le palpebre e mi voltai verso destra.
Dormiva. Il suo viso era rivolto verso il mio, una braccio sotto il cuscino.
Sorrisi. Dormiva sempre così ed avevo imparato ad amare il suo irruento e tormentato sonno. Ad amare quegli occhi verdi che al risveglio mi scrutavano con dolcezza, quegli occhi che si illuminavano quando gli angoli delle labbra si sollevavano verso l’alto.
Era passato così tanto tempo da quei giorni felici, tanto che ormai sembravano solo il ricordo di un sogno. Un sogno che bruciava la mia mente ed il mio cuore.
Mi portai le mani al petto, un gesto istintivo, come se volessi strapparmi il cuore, gettarlo sulla sua schiena ed urlare tutto il mio dolore e la mia rabbia, che piano mi stavano consumando.
Sentii le lacrime pungermi gli occhi e lentamente avvicinai le mie dita ai suoi capelli, sfiorandone le punte. Era seta nera sulla mia pelle. Lui mugugnò e si mosse appena, ma non si svegliò, continuò a dormire.
Avrei voluto baciargli la fronte, prima di scostare il lenzuolo e scendere dal letto…. Quello che un tempo era stato il nostro rifugio, il luogo di baci che sigillavano un amore… che credevo sincero. Forse mi aveva amato, in quegli anni, a modo suo. Un modo che però non mi bastava, che non era come il mio. Incondizionato, puro, genuino. Ed io dovevo a me stessa molto di più. Non una relazione univoca. Lo sapevamo entrambi.
Scendendo dal letto, mi parve di abbandonare quell’oblio in cui ero vissuta sino ad allora, in cui avevo passato la notte, e mettere piede fra le fiamme dell’inferno.
Quello, era l’inferno. Il mio inferno.
Con le lacrime a rigarmi il viso, mi rivestii. Cercai di reprimere i singhiozzi, mentre prendevo quella decisone che avrei dovuto prendere tanto prima.
Sulla soglia della porta mi voltai a guardarlo. Con passo silenzioso mi diressi in soggiorno e, sedutami sul divano, presi carta e penna.
Tre sole parole. Tre parole che erano marchiate a fuoco nel cuore e nella mente, che lottavano da sempre fra di loro. Una lotta che aveva distrutto entrambi e che, infine, aveva visto il patteggiamento.
Una lacrima bagnò la carta.

Ti amo.
Addio.

Baciai il foglio, chiudendo gli occhi, mentre sentivo il mio cuore frantumarsi, mentre sentivo la mia anima dilaniarsi e il mio corpo attraversato da aghi gelati.
Quella fu l’ultima volta che lo vidi. E conservo ancora il ricordo di quell’immagine, indelebile nel mio cuore, nascosta in quel cassetto, insieme alla vita che avevo immaginato per noi. Quel futuro che avevo cercato di costruire.
Adesso ho rimesso insieme i cocci e le ferite si sono rimarginate… ma un pezzo del mio cuore, quel giorno, è rimasto lì, lì con lui. Dove resterà… per sempre.

   
 
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