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Autore: Eternity_in_love    19/10/2013    0 recensioni
Clara ha gli occhi di chi ha pianto ma di chi dopo ha saputo sorridere di un sorriso stanco.
"Non riesco nemmeno ad amarti come si deve Niall" mi sorride stanca.
"Mi ami come solo tu sai fare, a me basta" le dico e la bacio.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Clara e le sue margherite nei capelli...


Clara  è la mano che raggiunge la tua su un banco di scuola. Ha la mano sempre fredda ma riesce a scaldare perché lei sa voler bene.Clara  sa sostenere tutte le anime che crollano, che cadono, quando lei stessa sta sempre in bilico, ma a lei sta bene vedere il sorriso degli altri nascere grazie a lei. E lei così rivive.

"Hai la mano ghiacciata" le dico
"Scusami, ma tu sei cosi' agitato e credevo avessi bisogno di una stretta di mano" dice lei ritraendola piano.
La fermo "Non ho detto che non voglio che tu mi tenga la mano" le sorrido e lei mi sorride.
"Horan, interrogato, venga" strilla la professoressa.
"Coraggio" mi dice e poi mi lascia la mano, ed io torno a tremare come se fossi su un filo di spago.


Con le sue gonne lunghe avrebbe potuto girare il mondo. I suoi capelli tirati su, il viso pulito le era sempre sembrato meglio. Avrebbe voluto avere anche l’anima pulita, ma qualcosa le fa pensare che quella purtroppo tutti se la devono tenere dannata. Tutti qui fanno degli errori, e lei i suoi sta cercando di accettarli.

"Diamine" strilla e si siede sul prato, la gonna bianca e lunga si sparpaglia.
"che succede?" le chiedo e le stringo la mano.
"Sbaglio sempre" disse "non riesco nemmeno a..." si blocca e mi guarda con gli occhi lucidi.


Clara ha gli occhi di chi ha pianto ma di chi dopo ha saputo sorridere di un sorriso stanco.

"Non riesco nemmeno ad amarti come si deve Niall" mi sorride stanca.
"Mi ami come solo tu sai fare, a me basta" le dico e la bacio.


Clara colora la sua camera perché lei i muri bianchi non li può vedere.  Non la vedi mai perché preferisce di gran lunga suonare la chitarra nella sua stanza da sola, aspettando che l’amore della sua vita entri in camera sua cantando “Ehi Jude”.

"Hey Jude don’t make it bad,
Take a sad song and make it better,
Remeber, to let her into your heart,
Then you can start to make it better.
Hey Jude don’t be afraid..." entro in camera sua cantando, accompagnato dalla sua chiatarra.
E la vedo li', nella sua tuta di jeans anni ottanta, i capelli su e il viso pulito. Mi sorride e parla.
"Oggi si dipingono i muri." dice alzandosi.
"Che colore, Clara?" chiedo guardando i muri bianchi.
"Non bianco, lo odio, è cosi' neutro."
"E che colore è abbastanza speciale per te?" chiedo sorridendo
"Il verde, perchè è speranza, o il rosso, perchè è amore, o.. il giallo, che è allegria, oppure... ho un idea." E cosi' dicendo prende a disegnare un paesaggio in un piccolo quadrato di muro, un gran bel paesaggio, come si deve. Con il cielo, il sole e le margherite bianche che porta sempre nei capelli. E da quel giorno, quando facciamo l'amore in camera sua, sembra di vedere la  montagna da una finestra.


Clara sorride, ha capito che le paure e le tristezze si combattono solo così. Vorrebbe essere forte, ma ancora non riesce a smettere di pensare a ciò che l’ha ferita. Clara è la spiaggia d’inverno, quando il cielo è coperto di nuvole e il mare sembra grigio. Clara è il freddo, il vento tra i capelli e l’odore del mare. Quella brezza che ti apre le narici e ti fa chiudere gli occhi, che ti solleva i capelli senza scompigliarteli e che quando te li tocchi li senti quasi umidi.

"Dove ti porto sta sera?" le chiedo.
" Andiamo al mare?"
Le sorrido e lei sorride. Si mette meglio la sciarpa e si abbottona il cappotto.
"Fa freddo, dovrebbe essere ancora piu' bello."
Cosi' guidiamo per tre ore con le canzoni dei Beatles in sottofondo, e poi scendiamo dalla macchina, lei mette i piedi sulla sabbia.  Socchiude gli occhi,  sorride, e poi li strizza.
"E' gelata" ride poi. Ed io la bacio, perchè ha le labbra fredde, e non la smette di ridere.


Clara balla. Alla sera balla al buio con le cuffie nelle orecchie. Il gatto le cammina tra i piedi ma lei non cade perché ormai sa quali passi deve fare. Il cellulare suona ma lei non lo ascolta. Non ha più tempo per chi non la capisce e per chi non la capirà mai. Sorride, un sorriso timido. Si è ritrovata, finalmente si è ritrovata.

Si sfila la cuffietta e mi sorride imbarazzata
"Balli con me?" mi chiede e diventa rossa.
Il gatto miagola, e lo guardo sorridendo, poi guardo lei. In punta di piedi, con i calzini, ma senza i pantaloni.
Annuisco e balliamo insieme con la musica nelle cuffiette, al buio, cosi' ci innamoriamo di piu'.


Clara è un registratore, perchè non dimentica mai niente.

"E quindi la prima guerra mondiale si concluse..." e mi mancano le parole, perchè all'ultimo anno di superiori non ricordo nemmeno la data principale per la mia tesina.
"1918 Niall, 1918. Inizia nel 1914 e finisce nel '18, ma in Italia inizia il 15, capito?" chiede
" Cosa c'entra l'Italia?" chiedo prendendomi la testa tra le mani e guardandola.
"E' l'Italia che vince la prima guerra mondiale, Niall" mi dice scoppiando a ridere.
"Su vestiti ora, dobbiamo andare." mi dice poi.
"Dobbiamo andare a casa dei miei per cena, ricordi?" La risposta? No. Sono una frana per certe cose.


Clara pensa di leggere i libri e non sa che in realtà sono i libri a leggere lei.

E' domenica e stiamo insieme. E' inverno e lei è sul divano. La sua testa è cosi' vicina alle pagine del suo nuovo libro e le sue mani lo tengono cosi' saldamente, come ad aver paura che questi vada via, o che possa perdersi qualcosa. E lo legge, lo legge da ore.
"E' bello?" le chiedo
Lei alza la testa e mi annuisce sorridente.
Sono sicuro che quando lo avrà finito, sarà il libro ad averla letta dentro..


Clara si salva con la pioggia e quando cade lei la prende nelle mani e fa scivolare le gocce sulle dita fino a sentirle cadere.

"Clara, corri, piove! Che diavolo fai?" mi giro e lei è a qualche metro da me.
Siamo sul Westminster Bridge, il grande ponte che sta davanti al Big Ben, a Londra. Piove come non faceva da anni, e lei è ferma, invece che correre. Mi avvicino e lei ha le mani chiuse mo di ciotola, e raccoglie la pioggia, la fa scivolare piano sulle dita, e poi la lascia cadere.
"Il cielo piange Niall.. " dice e si guarda le mani " e le sue lacrime mi colpiscono e poi si distruggono" dice lasciando cadere gocce di pioggia sul duro asfalto, mentre qualche macchina passa.


Clara ama fissare le forme nelle pozzanghere e la propria immagine rispecchiate nell’acqua le appare più nitida di quella che mostra lo specchio.

"Dio guarda che capelli" dice e si fissa allo specchio d'acqua.
"Sei bella cosi' come sei"
E forse sarà stato quello specchio d'acqua sull'asfalto, diverso da quello di casa, ma per la prima volta, dopo 4 anni che le dico la stessa cosa, lei mi guarda e dice..
"Grazie"


Clara è l’anima che guarda fuori mentre tutto dorme, la ragazza che di notte si sveglia perché ha avuto un’idea e non aspetta un attimo a scriverla.

Abbiamo appena fatto l'amore, siamo sfiniti sul letto, la guardo e lei mi sorride. Poi sgrana gli occhi, si alza e sparisce.
"Dove vai?" le chiedo ancora a letto.
Torna dopo minuti, il quaderno martoriato, e ancora nuda lo prende e mi  legge.
"L'amore con te è come vivere in un campo di fiori, quando i tuoi occhi sono il cielo, e il tuo sorriso il mio sole. E mi basta guardarti, per aver la piena sensazione di aver visto il mondo" legge ad alta voce. Mi guarda poi, e piange avvicinandosi. La bacio, lei mi bacia, e rifacciamo l'amore, senza parole.
"E' bellissima, Clara" le dico.


Clara dorme con un quaderno vicino al letto dove ogni mattina scrive il sogno che ha fatto, perché sa che i sogni, come le persone, tendono a scomparire dopo un po’.

Si sveglia questa mattina, da sola nel suo letto, e scrive ancora qualcosa su quel quaderno. Poi si asciuga le lacrime e sussurra a se stessa.
"Le persone sono come i sogni, spariscono dopo un po', e ti illudono, finchè non ti consumano. Vanno via, e si portano quella parte di te che gli hai lasciato
.

Clara è sola, in questo posto dai cancelli arruginiti. Il prato e qualche lastra di pietra bianca ancora vuota. Si siede sul prato e le si svasa la bianca gonna. Poggia le labbra sulla mia lapide e mi bacia. Le sue labbra fredde e il suo cuore ancora spezzato. Prende il quaderno e mi legge, perchè solo dopo anni, ho capito che quando scriveva, scriveva di me, scriveva di noi. E ne ho la prova, quando ogni domenica da 2 anni, viene qui e mi dice

"Questa te l'ho scritta quel giorno che..."

E poi annuncia la data, cosa era successo, e poi piange.

"Da quando sei morto non vivo più" sussurra alla pietra.

Clara è ancora quell'insieme di cose piu' complicato che io abbia mai conosciuto, ma nonostante questo, come lei non c'è nulla. Nulla, come il vuto che ora si porta nel cuore.
.
 



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Salve a tutti, sono tornata con una one-shot. Che ne pensate? Mi è uscita dal cuore.

  
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