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Autore: Scation_98    19/10/2013    2 recensioni
Ciao, mi chiamo Sam e ho 15. La mia vita è strana molto strana , questa volta vi racconto la mia storia, quella vera. Qualcosa ha mandato tutti i miei sogni in frantumi, li ha resi assurdi e irrealizzabili e così, a causa di tutto questo , sono caduta in un baratro dal quale non riesco ad uscire e la luce dell’uscita si allontana sempre di più. Ho molto amici al mio fianco: Masia, Andie , Fred e Marc. Loro sono gli unici che non se ne sono mai andati e spero che non lo faccino mai! Tutti i nomi, compreso il mio, sono un modo per nascondere il mio vero nome ma tutto quello che racconto è successo davvero a me , Sam, nonché l’autrice di questa autobiografia. Spero che vi piaccia, buona lettura ;)
-Sam
Genere: Commedia, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Buio. Nella mia stanza era tutto buio e l’unica fonte di luce proveniva dal piccolo braccialetto che portavo sul polso destro.
Ero tra le coperte del mio letto e osservavo la mia stanza, pensai a quanto fosse diversa, tutte le cose che l’arredavano assumevano forme e ombre contorte tanto da sembrare cose stranissime e mi venne da sorridere pensando a quanto ne avessi paura quando ero piccola ma ora non ero piccola , perché tutto quello continuava a farmi paura? Forse ero io che mi facevo paura da sola, forse erano i troppi film horror e sinceramente non lo volevo sapere, fatto sta che finalmente suonò la mia radiosveglia.
Quel suono stridulo invase la stanza rompendo il silenzio e io purtroppo ero costretta ad uscire dalle mie calde coperte e andare al bagno trascinando i piedi e dimenticandomi puntualmente di mettere le ciabatte.

“Sam , non puoi mettere le ciabatte invece di camminare scalza lasciando tutte le orme? Eh ma certo, a te non frega niente tanto a lavare sono io…” la voce di mia mamma risuonò dalla mia camera, giuro che non sopportavo quella voce, mi irritava solo il pensiero di sapere che abitava nella mia stessa casa.
Io non risposi e continuai a lavarmi facendo finta di niente finché lei non irruppe nel bagno.

“Non sai aspettare che finisco io?” dissi io abbastanza stizzita

“Anche io devo andare al bagno, non ci sei solo tu in questa casa..”

“Nessuno ti obbliga ad alzarti, la mattina tu non devi andare in una fottuta scuola, statti a letto e non rompere.”

“Non usare questo linguaggio con me!”

Uscii dal bagno prima che le dicessi qualcosa che sarebbe stato meglio evitare perché un bel “vaffanculo” se lo meritava tutto. Già non avevo nessuna voglia di andare a scuola, ci mancava solo lei con le sue prediche mattutine.
Ritornai in cameretta e accesi la luce, tutto quello che aveva assunto strane forme nel buio tornò normale: il letto, la scrivania, le mensole e l’armadio… tutto come sempre. Mi avvicinai all’armadio per prendere un paio di jeans e una felpa con le mie immancabili nike. Andai in cucina per fare colazione ed ecco qui mia mamma pronta a tartassarmi di prediche o domande come suo solito. Mi sedetti e iniziai a bere il mio solito succo ai frutti rossi accompagnato da una fetta di ciambella, lei se ne stava a fissarmi con una tazza di latte in mano :

“Ma non ti vergogni neanche un po’ di come ti comporti?”

Eccola che ricominciava, ci avrei scommesso qualunque cosa, ma cosa ho fatto io per meritarmi un tale stress dalla mattina alla sera? E poi si chiede perché la tratto male o perché non voglio mai stare con lei, per questo. Non si rende conto di quanto è ripetitiva, appiccicosa e troppo apprensiva. Sarà forse perché pensa che , sentendo la mancanza di mio padre, io pretenda più affetto da parte sua ma non é così, papà non c’è stato per 15 anni della mia vita e non è che io ci stia poi così male, non l’ho mai neanche visto venirmi a prendere a scuola, accompagnarmi alle attività pomeridiane o semplicemente guardare la partita nel salone di casa, non ho mai vissuto tutto questo e come posso soffrire per una cosa che non so neanche com’è? Non nego però che sarei stata davvero felicissima di vivere con lui, tutti insieme come una vera famiglia, adesso avevo una famiglia ma sapevo che non era quella vera anche se per ora mi accontentavo.
Finii di fare colazione mentre continuavo a pensare a tutto questo e mi alzai senza riporre la tazza.

“Ti stanchi se la metti nel lavandino?”

Mia mamma ovviamente doveva sempre interrompere i mie pensieri costringendomi a tornare nella brutta realtà che mi circondava e così tornai a mettere apposto la tazza per poi riprendere la direzione che avevo lasciato. Mi lavai velocemente i denti per evitare che lei potesse irrompere di nuovo nel bagno, metto lo zaino in spalla e , armata delle mie amate cuffie, mi avviai verso la fermata. Uscii di casa senza neanche salutarla ma per fortuna potevo solo immaginare quello che mi potrebbe aver detto sul pianerottolo di casa mentre io attraversavo il giardino e mi lasciavo il cancello alle spalle a ritmo di musica. Mentre camminavo presi l’abbonamento nello zaino e sentii il mio telefono vibrare nella tasca posteriore del jeans, un messaggio.

“Sam ma quando arrivi?- Fred”

Come ogni mattina ero in ritardo mentre invece Fred era già lì ad aspettarmi e come ogni mattina mi mandò il solito messaggino. Non gli risposi , tra poco avrei girato l’angolo del chiosco e l’avrei visto pronta per fiondarmi in uno dei suoi abbracci.

“Buongiorno” dissi mentre mi avvicinai al mio migliore amico

Lui non mi rispose ma mi rivolse uno dei suoi sorrisi fantastici: Fred era il mio migliore amico, lo conoscevo da molto tempo ma era solo da un anno a questa parte che avevamo legato così tanto ed era un anno che lui mi sopportava, mi consolava, mi aiutava e mi faceva stare bene. Ci abbracciamo e non facemmo in tempo a staccarci che il pullman era già lì davanti e così salimmo.
Come ogni mattina era pienissimo e fui costretta a sedermi vicino ad un ragazzo pieno di profumo ma per fortuna me ne andai nel mondo della musica usando le mie amate e inseparabili cuffiette, si perché quando avevo le cuffie ( praticamente la maggior parte del tempo) era come se vivesse una storia basata su quella colonna sonora e ogni canzone aveva la sua storia.
Per esempio adesso ascoltavo Sleepwalking dei Bring Me The Horizon e la storia legata a questa canzone riguardava James, il mio ex ragazzo , bisessuale e che io amavo ancora ma senza alcuna speranza ma di questo ve ne parlerò in seguito.
 
 
  
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