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Autore: AlfiaH    20/10/2013    2 recensioni
Arrivata seconda al contest indetto dalla pagina "Hetalia, pls."
1. Omicidio/ Prussia / My secret, My madness.
2. Liceo / America-Inghilterra / Me nei tuoi occhi.
3. Ultimo Ballo / America - Inghilterra / L'Ultimo Ballo.
4. Tradimento / Lituania - America - Bielorussia / Tradimento.
5. Il buono, il brutto e il cattivo / America - Inghilterra - Francia - un po' tutti / La storia del principe che sbagliò principessa.
6. Neve / Svezia / Only Snow.
7. Tornare a casa / Spagna - Olanda / Welcome back home.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Yaoi | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Bielorussia/Natalia Arlovskaya, Inghilterra/Arthur Kirkland, Lituania/Toris Lorinaitis, Prussia/Gilbert Beilschmidt
Note: AU, Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Questa fanfic partecipa al contest indetto dalla pagina Hetalia, pls - fan fiction week.

Prompt: 084 - Omicidio
Genere: Malinconico/Introspettivo
Personaggi: Prussia/Gilbert

 
My Secret, My Madness
 
Il vento gelido stride, struscia, si sfrega sulle sbarre di metallo, le ghiaccia e le supera, entra in carcere da libero, beffardo, raggela le membra di carcerati, già scosse e intorpidite dal freddo invernale,  poi ne esce, tra sguardi invidiosi e imprecazioni sgraziate, così com’era entrato, felicemente, per scelta, senza macchia né pena, lasciando i cuori aridi e le labbra spaccate. Fa capolino la Luna, di tanto in tanto, da quella finestrella sbarrata, illumina un po’ la stanza, la fa sembrare meno cupa, solo quando si comportano bene, però, perché anche la Luna è diventato un privilegio e una benevola concessione, perché così ha detto lui e la sua parola è legge per gli uomini che la odono, cosicché, se egli avesse detto di possedere il Sole e le Stelle tutte, loro avrebbero annuito e lo avrebbero implorato di non privarli di quegli astri luminosi.
Più del gelo, è questo pensiero a far rabbrividire l’uomo, perché solo uomo è rimasto, seduto sul pavimento ghiacciato, la schiena poggiata alla parete dura e le gambe pallide e divaricate scoperte fino ai polpacci, laddove comincia la stoffa scura dei pantaloni strappati e luridi. L’aria pungente ha velocemente seccato la scia di sangue e sperma che colava lungo le cosce magre, lasciandovi impressa l’umiliazione dell’ennesima battaglia persa contro un nemico che è già vincitore. Il giocattolo di uno slavo, che vergogna. Però  il suo orgoglio è ancora alto e scintillante, i suoi pensieri ancora sani, solo il corpo, esiguo fodero dell’esistenza, è macchiato dal peccato di un’altra religione. Tintinnano le pesanti catene quando prova ad alzarsi, gli tengono bloccate le braccia, rinuncia e si acciglia, assottiglia lo sguardo vermiglio e sogghigna nello scorgere gli occhi sbalorditi del suo compagno di cella fissi su di lui, sulla pelle sfregiata.
« Ti piace lo spettacolo che ho tra le gambe, miststück*? »
Lo provoca ma in realtà la sua voce non esce perché Lui gli ha tagliato le corde vocali e Gilbert lo sa, sa che non potrà più sentire la sua magnifica risata, sa che mai nessuno potrà più bearsene, ma non gli importa. L’uomo gira le spalle, disgustato, torna a rannicchiarsi nel suo cantuccio, solo e infreddolito, batte i denti e sussurra preghiere, il prussiano si indegna.
Vorrebbe rimproverarlo ma non può, prova ad alzarsi di nuovo ma la schiena duole, non regge il metallo arrugginito e rinuncia ancora, scuotendo la testa; quel posto è indegno, le persone stesse che vi si trovano sono indegne. Gilbert è diverso dagli altri carcerati,non ha commesso crimini di guerra, non è nazista, per cosa dovrebbe pagare? Cancellato dalle cartine come nazione, condannato come uomo. Solo per aver tentato di purificare il mondo, per renderlo migliore, per l’ennesima volta. La sua non è ossessione, non è un chiodo fisso come tutti sostengono, non è lui a decidere. Perché nessuno capisce?
Anche suo fratello è diverso, lui è pentito, lui piange e si batte il petto, si tormenta.
I suoi occhi, belli e limpidi, sporchi di sangue mal cancellato, lavati, rilavati dalle lacrime, sono dissimili dai suoi, grondanti di morte cremisi, superbi e orgogliosi.
Gli hanno dato del folle. Perché?
Nessuno comprende la sua opera, nessuno nota la mano divina che essa possiede e, d’altro canto, sarebbe un sacrilegio rivelarla. Non può.
Sospira, esasperato, poggia la nuca alla parete e soffia, l’aria si condensa, si ammassa e si annuvola, il respiro è troppo debole per soffiare di nuovo, lo sente; la fine è vicina. Chiude gli occhi, spera di agevolare il processo, fa ammenda delle azioni compiute, davvero troppe in troppi secoli di vita, ma sa bene quali ricercare, quelle particolari, che assicureranno un buon posto alla sua anima quando Lui verrà a prenderla, prima che la vera follia, quella reale ,si impossessi della sua mente.
 
 
C’era la neve, quel giorno, candida e pura, quando la sua opera prese forma. Gli era apparso in sogno, l’Essere divino, gli aveva consegnato il suo progetto per l’umanità, l’aveva reso suo rappresentante, l’aveva dotato di scudo impenetrabile e lama benedetta. Era solo un ragazzino allora, una grande responsabilità gravava sulle sue spalle, una croce rossa rammendata sulla sua tunica bianca, il sangue sul candore. Ricorda ancora, Prussia, gli occhi della strega che bruciò, del musulmano che trafisse, dell’ebreo a cui mozzò la testa, ricorda lo sgomento, le urla, le viscere sparse, le rivede ogni giorno e i suoi occhi diventano il loro riflesso. Solo pietà mosse la sua spada, solo misericordia la sua lancia. I peccatori venivano eliminati, vite sparse, il mondo veniva reso a sua immagine e somiglianza. Ogni notte Lui compariva e lo ispirava, gli intimava di non fare parola con nessuno del loro segreto e Gilbert non aveva mai tradito la fiducia del Perfetto, non gli aveva mai disubbidito, lasciava che guidasse la sua mano omicida senza opporsi, perché così era giusto, così andava fatto. Lui sapeva, lui credeva, lui era illuminato.
E lo è tutt’ora ma nessuno lo riconosce, si illudono tutti di avere una morale e degli ideali, dimenticando da dove essi provengano.
Uccidere è sbagliato per gli uomini, uccidere non è sbagliato per l’Onnipotente né per chi ne fa la rappresentanza. Lui ha creato, Lui distrugge.
Chi decide per mano di chi?
 
 
Un altro grido devasta la stanza delle torture, un lieto sorriso si dipinge sulle sue labbra, sereno, mentre schiude lentamente le palpebre. È lì.
«Che cazzo hai da sorridere? »
Chiedono, ma il prussiano li ignora, loro non possono capire, non possono vederlo, loro sono pazzi.
Lacrime di commozione gli rigano le guance per la prima volta dopo anni, mugola, si spinge verso la mano divina, rossa e crudele come il Male. Non osa guardarlo negli occhi, china il capo sotto gli artigli affilati, gli accarezzano i capelli albini, gli stringono la gola, rubano la sua anima.
 
«Che vede il pazzo?»
 
Il respiro lo abbandona, il silenzio porta con sé il segreto.
Il suo corpo giace tra il metallo, al gelo.
La sua anima nel fuoco.
 
 
 
 

*Puttana in tedesco.
#Angolo della disperazione
Allurs. Come sempre, non è venuta come speravo ma ho capito una cosa di me stessa.
Sono una persona pigra. Sigh.
In ogni caso, penso che spiegare una storia sia superfluo e insensato in quanto ognuno dovrebbe dare una propria interpretazione.
Però non vorrei nascessero delle perplessità. Mi scuso se Prussia sembra in OCC, ho messo l'avvertimento, ho solo amplificato un pochettino il suo egocentrismo LOL
In ogni caso, Prussia è pazzo ma crede che gli altri siano pazzi perchè non vedono "L'Essere Divino" che tanto divino non era. LOL
Volevo scrivere questa cosa da un pò ma mi sono demoralizzata quando l'ho riletta ç_ç Ma okay, ormai mi sono applicata per scriverla, almeno la iscrivo al contest u.u
Un biscotto a chiunque abbia letto fin qua <3
AlfiaH <3
 
 
 
  
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