Fanfic su artisti musicali > Mika
Segui la storia  |       
Autore: _welcometomylife_    20/10/2013    1 recensioni
'A cosa pensi papà?' Gli chiese Jenna. Lui la guardò con attenzione prima di rispondere.
'Stavo pensando a tua madre piccola mia'. Gli occhi della ragazza si erano sgranati, lasciò i piatti immersi nel sapone e corse fino alla sedia in cui era seduto suo padre.
'Non avevi mai nominato la mamma...' Disse lei con una punta di eccitazione.
'Non mi piace parlare delle cose brutte... '
Genere: Generale, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Chapter One


In una cittadina appena a sud del Nevada, nel pieno vigore dell'era digitale, vi era un piccolo sobborgo. Era uno spettacolo nel vero senso della parola. Un quartiere a dir poco pittoresco per niente intaccato dalla modernizzazione dell'uomo, le case in legno sembravano giocattoli, le staccionate bianchissime erano, molto spesso, adornate con rampicanti da cui sbocciavano bellissimi fiori violetti. Insomma, era il posto perfetto, l'ideale per chi voleva godersi la vecchiaia in pace ed è proprio lì che si trovava il nostro amato Michael Holbrook Penniman Jr. 60 anni più vecchio, si trovava nella cucina di casa sua. Rifletteva, come era solito fare davanti alla finestra. Sua figlia lo era venuto a trovare e con se si era portato i suoi due figli poco più che adolescenti, di solito Jenna Margaret Penniman lo veniva a trovare quando doveva recuperare alcune cose dalla soffitta, tutta quella robaccia che a casa sua era di troppo ma che poi all'occasione diventavano importanti.
'Jackson! Mettilo giù non è tuo.' Urlò Jenna a suo figlio che si stava mettendo in tasca un vecchio orologio d'argento. Quel tipetto... Diventava un terrorista ogni giorno che passava, per Michael era troppo da ridere, a volte la figlia lo credeva pazzo, ma lui ci aveva fatto l'abitudine. Finalmente Jenna convinse Jackson a sfilarsi di dosso l'orologio. E oltrepassò il salotto per raggiungere il vecchio Holbrook in cucina. Poggiò l'orologio sul tavolo e cominciò a darsi da fare per lavare i piatti. Michael la guardò in viso, nonostante non fosse più una ragazza aveva ancora un visetto grazioso, angelico. Tutta sua madre.
'A cosa pensi Papà?' Gli chiese Jenna. Lui la guardò con attenzione prima di rispondere.
'Stavo pensando a tua madre piccola mia'. Gli occhi della ragazza si erano sgranati, lasciò i piatti immersi nel sapone e corse fino alla sedia in cui era seduto suo padre.
'Non avevi mai nominato la mamma...' Disse lei con una punta di eccitazione.
'Non mi piace parlare delle cose brutte... Non che tua madre sia stata una cosa brutta, tutt'altro!' 'Papà... Ti prego... Fai uno sforzo! Ho il diritto di sapere qualcosa su chi mi ha dato la vita' Il vecchio, vedendo la ragazza sull'orlo delle lacrime non poté fare a meno di sentirsi in colpa, nella sua infanzia aveva da sempre omesso la verità sulla morte di sua madre. Anzi non ne faceva mai parola e aveva proibito a chiunque di mettere in ballo l'argomento. Naturalmente, Jenna non aveva mai perso l'occasione per mettere sua madre in mezzo nella speranza che il signor Penniman Jr. cambiasse idea e vuotasse il sacco ma sono stati tentativi piuttosto vani.
'Va bene.' Disse dopo uno sbuffo.
'Mamma andiamo oppure no?' Chiese Jamie, il fratello maggiore.
'Andate a guardare la televisione, rimarremo per pranzo.' Rispose Jenna con fermezza per poi ritornare con lo sguardo a suo padre in attesa che iniziasse il suo racconto. 'Ti ho detto che quando ero giovane ero un cantante, ma non ti ho mai detto quali vette ha raggiunto il mio successo! La mia voce raggiungeva delle note altissime, con ammirazione ma anche invidia di tutti...'
'Si papà, ho ascoltato qualcosa, eri piuttosto bravo, ma capisci ora non vai più di moda' disse Jenna ridacchiando tanto per fare al padre un dispetto che nel frattempo la guardava di sottecchi.
'Vuoi sapere si o no?'
'Si. Scusa, continua'
'Come stavo dicendo, ad un certo punto della mia carriera stimavo un grosso successo e le tournée sembravano infinite! Ebbi tempo di fare una piccola sosta soltanto in occasione dell'addio al celibato di un carissimo membro della mia band, Fred Taylor, penso che si chiamasse così. Ci aveva portati a Las Vegas, lui adorava fare le cose per bene. E come ogni addio al celibato che si rispetti, andammo in uno strip club, di quelli che andavano per la maggiore. Non ero molto contento all'idea di entrare in un posto simile, ma allo stesso tempo non volevo deludere i miei amici. Appena entrati nel locale dovevo ammettere, rimasi a bocca aperta. Tutto, dal bar ai pali per le spogliarelliste, sembravano essere al quanto pittoreschi ma del resto era una delle magie di Las Vegas. Comunque sia, eravamo lì da appena due minuti e già il proprietario del casinò si era preso il disturbo di venire a presentarsi, si avvicinò a noi con una bottiglia di champagne dall'aria costosissima e ci strinse la mano calorosamente. "E' un piacere conoscervi, mi chiamo Josef Kosocof, proprietario dell'intero edificio" ci disse con un sorriso a trentadue denti, la sua voce rauca e l'accento russo gli davano un'aria più dura di quello che sembrava ma poco importava poichè, dopo pochi minuti ci sedemmo al nostro tavolo e tutti si diedero alla pazza gioia, alcuni ubriachi dopo solo due bicchieri, altri intenti con le loro 'donne' per così dire, io invece parlavo con questa donna, si chiamava Jessica Price, aveva poco più che vent'anni ma era stata costretta a fare la spogliarellista per poter sopravvivere. I suoi genitori erano morti in un incidente qu
quando ne aveva sedici e non volendo essere sballottata da una famiglia affidataria all'altra, decise di diventare indipendente. Parlare con lei era davvero piacevole, era divertente, spontanea e anche molto intelligente. Poi arrivò il giorno delle nozze, dall'altra sera nessuno si riprese, nemmeno lo sposo che se non altro era stato uno dei più controllati, anzi aveva l'aspetto piuttosto malaticcio e sembrava che sudasse freddo, mi preoccupai, così andai a vedere cosa gli fosse successo.
'Hey, tutto a posto? Oggi ti sposi! Non è incredibile?' Dissi con enfasi.
'Mika, dobbiamo parlare non ce la faccio più' rispose con un tono più che preoccupato.
Lo seguii nella stanza vuota più vicina e parlai per spezzare quel silenzio che si era fatto snervante 'Che succede? Di cosa volevi parlarmi?' Lui mi guardò in tralice con il respiro affannato.
'Ieri sera...'
'Non mi dire che hai tradito Juliette!'
'Cosa? No! Beh... Sono successe cose che... Non mi sono piaciute amico... Per niente. Questa roba mi sta spaventando a morte.'
'Avanti parlami, sii più chiaro per favore' lo esortai, ma fummo interrotti dalla damigella d'onore che annunciava l'inizio della cerimonia.
'Parliamo dopo va bene?' Disse Fred che si avvio quasi di corsa verso l'altare nemmeno avesse i razzi nelle scarpe. Io lo seguii e dopo nemmeno due minuti iniziò la marcia nuziale. Guardai Juliette con il suo abito da sposa e un viso radioso mentre avanzava al passo con la musica. Dopo esserci messi ognuno al proprio posto cominciò la cerimonia. Ero davvero felice per Fred, era parte della famiglia e gli volevo davvero bene, così come per Juliette che era letteralmente fatta per lui inoltre era una donna di una bellezza semplice ma che allo stesso tempo levava il fiato.
'Fred Taylor, vuoi tu prendere Juliette Richards come legittima sposa?' Disse solenne il prete, preparai gli anelli da dare al momento delle promesse ma mentre prendevo la scatolina nella tasca interiore della giacca sentii uno sparo, alzai lo sguardo appena in tempo per vedere il sangue che mi schizzò dritto in faccia, Fred era steso a terra in una pozza di sangue e un'uomo dallo sguardo psichedelico sbandierava una pistola e blaterava qualcosa in russo per poi andarsene di corsa. Non riuscii a fare niente, rimasi lì immobile con gli anelli in mano, tutto intorno a me c'era il caos ma stranamente non sentivo un accidente, la sposa non era più candida e radiosa, il vestito che le fasciava il corpo si era fatto rosso scarlatto e il viso era stato rigato dal trucco colato via con le lacrime. Poi finalmente realizzai, Fred era morto. Non c'era più'.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Mika / Vai alla pagina dell'autore: _welcometomylife_