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Autore: Belarus    20/10/2013    2 recensioni
Se solo fosse l’ombra di ciò che la gente va blaterando, se solo quella morsa attorno al suo petto si allentasse appena lasciandogli la possibilità di trarre un vero respiro, Romano varcherebbe quella porta.
[Pour Hope, bon anniversaire~]
{Spamano; Vago Itacest}
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Pirate!Hetalia, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: La otra mitad de la sombra – L’altra metà dell’ombra.
Genere: Romantico; Introspettivo; Lieve Fluff; Abbastanza malinconico.
Rating: Giallo.
Personaggi: Romano Vargas[South Italy]; Antonio Fernandez Carriedo[Spain]; Feliciano Vargas [North Italy] citato.
Coppie: Spamano; Vago Itacest [tentar non nuoce…].
Avvertimenti: AU[Pirate!Hetalia]; Shonen-ai.
Note: È dedicata alla mia Hope, altra spiegazione non saprei trovare. Scritta perché questa è l’unica cosa che posso fare nel mio piccolo, perché è una persona speciale e un po’ come tutte le persone speciali ha dentro di sé più cose di quante se ne riescano a vedere o immaginare. Rien de plus *bacio* Bon anniversaire, mon chouchou~




La otra mitad de la sombra






Rimane in silenzio a sbirciare dalla finestra della locanda, a carpirne come un ladro ogni lineamento olivastro offuscato dalla luce delle candele, ascoltando la sua risata cristallina tra il vociare dei mozzi e degli ubriachi. Rimane in silenzio, attendendo che quegli occhi scivolino oltre le vetrate lerce per errore e magari si ricordino anche di lui. Non sa che altro fare, se non stare lì a vedere la vita di Antonio scorrere senza il proprio broncio a rovinarla.
Non è mai stato coraggioso, quel tipo d’uomo che cammina per la strada senza preoccuparsi di cosa dica la gente vedendolo, né tantomeno uno di quelli che crede di poter cambiare il corso della vita con le proprie forze. La paura la prova ogni giorno, il caratteraccio è arrivato con i cicalecci della gente del paese e la sua vita naufraga e naufragherebbe, anche se dovesse sudare sangue. Se solo fosse l’ombra di quello che gli altri credono, varcherebbe quella porta e andrebbe a quel dannato tavolo con gli occhi di tutti puntati addosso, prendendosi ciò che gli spetta.
Qualcosa d’imprecisato e velenoso pare liquefarsi nel suo stomaco, quando il sorriso, un po’ amaro, del capitano spagnolo ondeggia nella sala scrutando la propria ciurma. Sente i muscoli accartocciarsi sotto la camicia ingiallita che si è gettato addosso senza pensare, le costole contrarsi nella propria gabbia toracica con spasmi sempre peggiori. La mano piena di calli e graffi abbandona per qualche istante la presa della finestra lercia di cera e si serra attorno alla stoffa, la vede tremare ancor prima di aver riconosciuto quella squallida sensazione che ormai lo sta divorando.
Non dovrebbe provarla quella sensazione, dovrebbe fregarsene del mondo intero e ringhiargli contro, ancorarsi magari a Feliciano, a quell’unica metà che riesce a comprenderlo e confortarlo senza troppe spiegazioni. Basta, però, che due bicchieri alle sue spalle coccino al suono di frasi di cui capisce la metà e quella speranza crolla ai suoi piedi, sprofondando nell’ombra che si allunga sul terriccio, dilaniata dalla pozzanghera che lo accoglie.
Serra i denti con tanta forza da sentirli stridere tra le canzoni piratesche e le risate sguaiate, rilascia solo quando la propria zazzera rossiccia batte contro lo stipite della finestra e il capo ricade sulle spalle magre.
Non può fare a meno di quella sensazione, lo sa da ormai troppo tempo. Quell’orgoglio insensato, un po’ infantile, che scivola lungo le sue viscere alla sola vista del galeone spagnolo, ha smembrato la sua anima sino a ridurla a brandelli. Se solo fosse l’ombra di ciò che la gente va blaterando, se solo quella morsa attorno al suo petto si allentasse appena lasciandogli la possibilità di trarre un vero respiro, Romano varcherebbe quella porta. Lo farebbe senza alcuna remora o paura, cercando quella tanto agognata metà che Feliciano non riesce a occupare e che pare essersi incagliata in quei dannati occhi verdi.
La porta cigola alle sue spalle e un’altra ombra si allunga accanto alla sua, quella che ha imparato a conoscere e aspettare in silenzio, quella per cui prova vergogna senza alcuna apparente spiegazione, quella che pare allentare la presa attorno al suo petto e rafforzarla al contempo.
Serra nuovamente i denti, ispira affondo il profumo di salsedine mista a sangria e drizza il capo come se gli avessero appena riservato una bastonata, quando quella mano che ha imparato silentemente – e con non poco imbarazzo – ad amare, scivola tra i suoi capelli e lo coccola come il più prezioso dei tesori.
«Romano!» cantilena una voce poco più su, mentre il proprietario si accovaccia accanto a lui.
Un nuovo sorriso si delinea sulle labbra dello spagnolo e Romano ha la vaga impressione di star precipitando da un punto imprecisato, sprofondando in quell’intollerabile consapevolezza che lo perseguita dalla prima volta in cui i suoi occhi hanno incrociato quelli verdi del capitano. Sente il viso prender fuoco e l’unica cosa che riesce a fare per difendersi da quell’amore che cerca disperatamente e che l’altro gli regala senza riserve, è recitare la parte che tutti gli hanno affidato.
«Ti ho detto mille volte di non accarezzarmi bastardo!»
Antonio ride incassando lo spintone che come sempre l’altro gli elargisce, basta poco però, perché allunghi nuovamente le mani e stringa l’italiano al proprio petto.
«Me sei mancato, Romano! Me sei mancato tanto…»
Romano chiude gli occhi e resta lì. Immobile, affondando finalmente i vecchi stivali nell’altra metà della propria ombra.









  
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