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Autore: remsaverem    10/04/2008    4 recensioni
Un pericoloso s.i. torna dal passato di Gideon e rapisce Reid.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jason Gideon, Spencer Reid
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Quando Hotch vide Morgan varcare la soglia della sede del BAU con Reid portato quasi in spalla, per poco non cacciò un grido, ma il suo status composto glielo impedì

Quando Hotch vide Morgan varcare la soglia della sede del BAU con Reid portato quasi in spalla, per poco non cacciò un grido, ma il suo status composto glielo impedì.
“Morgan...” disse solo, con uno sguardo che era a metà tra il disappunto e la sorpresa. E poi, con un tono autoritario ma dolce “Spencer...”
Reid salutò con la mano e con un sorrisetto tirato dei suoi.
“Sto bene, Hotch, grazie!” scherzò “Adesso, dovete dirmi tutto quello che non so”
“Ma...ma cosa vi è...” ...saltato in testa, voleva dire. Ma non fece in tempo, perché JJ arrivò di corsa dall’altro lato della sala e si buttò tra le braccia di Reid: gli afferrò il volto tra le mani e gli stampò un bacio sulla fronte.
“Riunisci la squadra, JJ” le disse, rubando la frase di Hotch e Gideon “ci sono elementi che mi mancano. E cose che devo dirvi”
Si sedettero nell’ufficio di Garcia: ci stavano stretti, ma Reid aveva puntualizzato che il suo contributo sarebbe stato determinante. Hotch gli illustrò ogni dettaglio del caso: il ragazzo ascoltava annuendo, come se ogni informazione in più non fosse che un tassello in più al puzzle che aveva costruito nella sua mente.
“L’S.I....” cominciò “emh...Alan Bird ha iniziato ad avvelenare le vittime in seguito ad un trauma. Non ha niente contro di loro, e non le sceglie con criterio, non fa distinzione fra uomini e donne, non privilegia fasce d’età. Ciò che lui desidera è solamente rivivere un evento del suo passato...un evento che non è riuscito a superare e che egli pensa di potersi lasciare alle spalle solo quando avrà imparato a non temerlo. Lui assiste alla morte della vittima per avvelenamento. Le guarda tutto il tempo. Ma le tiene al buio perché ha paura di guardarle in faccia mente muoiono. Prova per loro anche un sentimento contrapposto: di odio e di tenerezza contemporaneamente. Gli parla come se le conoscesse, cerca di stabilire un legame di confidenza con loro: attraverso questo procedimento, cerca di trasformare degli sconosciuti in quell’unica persona che vuole dimenticare. Garcia...” si rivolse alla ragazza, che rispose con un grande sorriso che era il suo modo di dire ti voglio bene piccolo “...prova a cercare tutte le morti per suicidio di Las Vegas e dintorni, risalendo indietro di un lasso di tre anni dalla data del primo omicidio di Bird”
“Tutte, tesoro? Saranno un’infinità!”
“Individua solo le morti per avvelenamento”
Garcia si mise al lavoro. Dopo poco mostrò loro una lista.
“Ci sono 12 persone su tutta la zona”
“Bene” fece Reid stropicciandosi il mento “Bene. Dobbiamo fare un controllo incrociato, adesso. Mi serve sapere se una di queste persone possa aver avuto contatti con Alan Bird. Sicuramente non risulta dal suo fascicolo...se il legame tra lui e questa persona fosse stato palese, sarebbe emerso prima”
“Caro il mio bel ragazzo, la regina di tutte le risposte esaudirà i tuoi desideri, le serve solo un po‘ di tempo...”
Hotch si avvicinò a Reid e gli posò entrambe le mani sulle spalle.
“E in quel tempo tu ti alzi di qui e vai a stenderti. E’ un ordine”



Quanto tempo poteva essere trascorso? Gideon non poteva quantificarlo. Ore, di sicuro.
Se il profilo che avevano abbozzato di Bird era esatto e lui era pienamente convinto di questo, allora Alan non avrebbe resistito e sarebbe tornato per chiedergli l’unica cosa che voleva sentirsi dire.
Gideon ci pensò un po’ su.
Una volta che gli avesse risposto sarebbe diventato totalmente inutile per lui, d’altra parte se non l’avesse fatto…
L’unico modo era di tirare il più in lungo possibile.
Fino a quando gli fosse stato utile Alan Bird non l’avrebbe ucciso.
La porta si riaprì di nuovo con uno scricchiolio.
Bird accese la luce della lampadina che penzolava sulla testa di Gideon.
“Ciao Alan” fece Gideon sorridendogli. In realtà cominciava ad accusare le ore trascorse legato e completamente immobile, ma non desiderava che lui se ne accorgesse…che si accorgesse di avere un reale potere su di lui.
L’uomo non rispose. Sembrava scocciato
“Qualcosa non va?”continuò Gideon affabile.
L’uomo taceva ostinatamente. Dopo qualche istante cominciò a d andare su e giù per la piccola stanza, inquieto.
“Tu Gideon credi di sapere tutto vero?”
“Mai detto niente di tutto questo” rispose lui con un sorriso. Eccoli di nuovo a quel punto. Da una parte Bird voleva interrogarlo, desiderava che lui avesse delle risposte, dall’altra non voleva sapere…temeva quello che lui gli avrebbe potuto rivelare sul suo conto.
“Sai, quel ragazzino era sicuro che l’avresti trovato”. Bird fece una pausa per studiare la sua reazione “eppure, si sbagliava. Giusto? Se non avessi proposto lo scambio sarebbe morto”.
Gideon non disse nulla.
“E questo dimostra che non sei infallibile. Come avresti gestito la cosa Jason? Con un’altra fuga? Mi dicono che sei piuttosto bravo in questo genere di cose”.
Gideon inspirò profondamente, la sua unica via di salvezza era conservare la calma, qualsiasi cosa Bird gli avesse detto.
“Dimmi Jason, sono proprio curioso di sapere cos’hai fatto dopo essertene andato sei mesi fa. E non raccontarmi quelle stronzate sulla pesca…voglio sapere tutto, quello che sentivi, quello che provavi, il rimorso per la tua amica e quella ragazza all’università…scommetto che ti ha fatto piacere vedere Frank morire eh? Confessalo Jason!”.
Gli era così vicino che poteva vedere fino in fondo alle pupille dei suoi occhi...lì forse dove nasceva la follia, la follia in agguato in ognuno di loro.
“No non mi ha fatto piacere” rispose Gideon aspro.
“Oh andiamo, vorresti davvero convincermi che veder morire la persona che ha ucciso la tua cara amica non ti ha arrecato alcun piacere? Non ci credo!”.
“Puoi credere quello che ti pare, ma…”.
Si bloccò. La lama di un coltello a qualche millimetro dalla sua carotide “Voglio al verità Jason!”.
“Dopo essermene andato ho vagato per un certo periodo a est. Non avevo mai visitato quei posti. E mi dava sollievo stare in luoghi diversi, che non avevo mai visto. Luoghi a cui non dover associare nessun ricordo, volti che mi erano perfettamente sconosciuti. Per una volta, forse per la prima volta non avevo responsabilità. Nessuno di cui occuparmi, nessuno di cui dover rendere conto, nessuno da tener d’occhio, nessuno da…” esitò per una frazione di secondo.
“Proteggere” sussurrò per lui Bird.
Gideon annuì suo malgrado “e così mi sono goduto quella sensazione. Leggevo, studiavo, andavo a zonzo senza mai fermarmi. Perché sapevo che se avessi messo radice da qualche parte, se mi fossi fermato più di qualche giorno io…”.
“il tuo lavoro era diventato la tua maledizione vero Jason?”.
Gideon non rispose.
Aveva continuato a viaggiare fino a Bray city. E lì si era imbattuto in un caso. Sebbene si fosse ripromesso di non ficcare più il naso in niente che non fosse più che pagare una bolletta della luce, non aveva potuto fare a meno di dare una mano alla polizia locale in seguito alla scomparsa di una bambina.
“Sono stato un vigliacco” ammise Gideon in un soffio” anche se avevo notato tutti i segnali non mi sarei fatto avanti forse, se non fosse stato per la madre di quella bambina”.
Credeva di essersi spinto lontano, molto lontano, là dove nessuno lo conosceva, là dove avrebbe potuto essere uno chiunque, uno nella massa. Ma la sua fama lo aveva raggiunto anche lì.
L’aveva riconosciuto ecco tutto. E lui aveva partecipato alle indagini in qualità di consulente.
E di nuovo, aveva capito di non poter fare a meno del suo lavoro.
“Bene, Jason, sono contento di sapere che hai anche tu le tue debolezze. Non che non ne dubitassi comunque…però dimmi come la metti con Sara, non ti senti più in colpa per lei? Hai messo a tacere tutto di lei? Sei riuscito a darti una spiegazione sul perché una donna buona, generosa e capace doveva morire così, solo perché ti conosceva? Eh? Come la metti Jason?”.
Gideon tacque, incapace di rispondere. Se solo avesse saputo che la squadra era vicina gli sarebbe saltato al collo.
“Oh Jason non è stato capace di salvarla!” lo canzonò Bird “Jason ha fallito...ecco cosa sei Jason, solo un fallito che pensa di avere ancora qualcosa di speciale…ma non hai niente Jason. Tu non hai niente!”.
Gideon lo lasciò sfogare continuando a tenerlo d’occhio.
Bird giocherellava con la pistola
“Sai che cos’ho fatto al tuo amichetto?”.
“Ho visto benissimo cosa gli hai fatto!” rispose Gideon guardandolo negli occhi.
“Già, dimenticavo, scusa…quel ragazzo a cui tieni tanto, ha visto l’inferno grazie a te. Dovrebbe ringraziarti non trovi? E’stato così fortunato a conoscerti, proprio come Sara”.
Gideon lo fissava così intensamente che avrebbe potuto incenerirlo con lo sguardo, se solo avesse potuto liberarsi…
“E nel momento di maggior bisogno tu non c’eri…” continuò Bird “l’hai abbandonato, su dillo Jason che l’hai abbandonato, l’hai tradito, perché è questo che sei!!” tuonò Bird agitando la pistola in aria.
“E tu” riprese Bird “vorresti spiegarmi perché ho ucciso quelle persone”.
<> pensò Gideon. E’ questo che voleva sentirsi dire fin dall’inizio.
Voleva dire che il suo delirio era arrivato al culmine, che di lì a poco non avrebbe più avuto nessun controllo.
“Tu…” azzardo Gideon, ma un forte colpo alla nuca lo zittì. Cadde riverso al suolo, con mille scintille che gli esplodevano intorno.
Sentì dei rumori intorno a lui, qualcuno che trafficava lì vicino.
“Zitto!!” gli gridò Bird in un orecchio.
Gideon si morse un labbro incerto se continuare a provocarlo o meno. Era una situazione estremamente delicata e ci voleva tutta la sua conoscenza acquisita negli anni per gestirla.
“Le persone che hai avvelenato, le morti a cui hai assistito sono tutte…” gli mollò un altro schiaffò, rompendogli un labbro.
“Smettila!!” fece l’uomo portandosi le mani alle orecchie, per coprire la sua voce.
“E adesso chi sarebbe il vigliacco?!Eh” continuò Gideon imperterrito. Era una azzardo, ma doveva provarci. Se riusciva a confonderlo si sarebbe potuta creare una buona occasione di liberarsi di quelle manette…d’altra parte se avesse fallito…
“Adesso chi si gira dall’altra parte? Chi non vuole ascoltare la verità?! Il vero vigliacco sei tu Alan!!”.
“NO!!”Bird si voltò verso di lui, la pistola nella sua mano “non osare dirlo mai più hai capito?!!! Non sono io il vigliacco che ha preferito andarsene, non sono io quello che è andato via…”
“Tu...sei stato lasciato” mormorò Gideon guardandolo negli occhi.
Bird scosse la testa con veemenza.
“Chi è stato a…”
Bird si gettò su di lui con tutto il suo peso, trascinandolo a terra, facendogli sbattere la testa con forza e privandolo del respiro “Non dirlo mai più!! Non provarci mai più non osare mai più nominarla!! Hai capito!!mi hai capito??!! Oh giuro che..” e si bloccò all’istante, tirandolo su.
“Tu…tu, tu mi aiuterai Jason Gideon. Tu sei qui per me. Sei qui per questo…solo, ora ...”. Aveva uno sguardo nuovo sul volto. Una nuova determinazione, qualcosa che Gideon non riusciva ancora a identificare.
Con due mosse veloci lo liberò dalla sedia.
“Che cosa vorresti fare Alan?” domandò Gideon arretrando piano, finché non sentì una superficie dura contro le spalle. Doveva farlo parlare.
“Tu mi aiuterai Jason sì, tu lo farai”.
Quella luce negli occhi.
Lo prese di sorpresa, inchiodandolo al muro con un braccio. La pistola attaccata alla sua tempia “oh sì tu lo farai”.
Non riusciva a respirare e di conseguenza a pensare lucidamente, mentre mille scenari gli passavano davanti. Sarebbe finita davvero così? Sarebbe morto lì in quell’angolo sperduto con un pazzo vaneggiante come unico testimone?
Almeno Reid è in salvo pensò e questo bastava. Se lui doveva morire perché quel ragazzo potesse vivere allora niente sarebbe stato inutile.
Ma non era questo che Bird voleva da lui.
“Uccidimi Jason!” esclamò Bird con un largo sorriso, il primo che vide spuntare su quel volto allucinato.


  
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