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Autore: michellemichelle    20/10/2013    2 recensioni
Un momento. Un unico momento strappato allo scorrere consueto del tempo, breve ma mai più dimenticato, due ragazzi vittime delle proprie scelte.
Nda. La guerra magica e la ricerca degli Horcrux avvengono dopo la fine dei M.A.G.O. quindi tutto slitta di un anno! Buona lettura!
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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draco hermione In Sala Grande si respirava la stessa aria allegra e giocosa di sempre.
Soltanto due persone sembravano non essere minimante toccati dall'atmosfera circostante.
Hermione stava fissando, triste e malinconica, Draco che, almeno all'apparenza manteneva la sua classica posa regale con un'espressione sprezzante dipinta sul viso bianco. La ragazza non poteva saperlo ma il Serpeverde era torturato dai suoi stessi pensieri.

Entrambi si chiedevano se fosse stato un errore e, anche se fosse stato soltanto questo, da cosa era stato dettato? Dalla solitudine, dalla frenesia del momento? Da un desiderio che entrambi celavano agli occhi degli altri e persino a loro stessi? Desiderio che era stato soddisfatto per pura casualità, quando si erano ritrovati da soli in una situazione differente da tutte le altre in cui erano invece scontrati? Differente perchè poi? Perchè non avevano spettatori ad osservare i loro aspri battibecchi, battibecchi non alimentati da una reale antipatia ma da questioni più profonde, questioni come il nome, l'astio tra le case, la situazione familiare, lo stato di sangue, pregiudizi che i maghi si trascinavano dietro da secoli e che influenzavano addirittura i rapporti personali, e perchè quindi si erano trovati, per la prima volta senza maschere, senza pubblico da intrattenere e compagni -amici- da cui essere giudicati?
Interrogativi complessi, troppo complessi, per trovare una risposta in quel momento. Chissà se l'avrebbero mai trovata?

                                                     

Il giorno prima
Le terribili due ore di Pozioni, erano appena terminate,i Grifondoro erano infuriati come poche volte era accaduto, i Serpeverde allegri e sghignazzanti. Per comprendere le ragioni di tale rabbia e spensieratezza, bisogna andare un po' indietro.
Tiger e Goyle quel giorno erano particolarmente ispirati perciò, nonostante la loro rinomata stupidità, avevano portato il caos nell'aula fumosa dei sotterranei; di comune accordo avevano rovesciato il loro calderone, pieno di pozione Urticante (nda: non credo che esista nei libri della Rowling), verso la parte destra della stanza, dove ovviamente sedevano i Grifoni. Nel giro di qualche istante non solo tutti gli studenti si stavano grattando rabbiosamente fino a scorticarsi la pelle, ma nelle braccia e nel viso di quasi tutti cominciavano a comparire degli orridi tentacoli verdi, questo perchè, come volevasi dimostrare, la pozione dei due cervelloni non era nemmeno ben fatta! Un professore giusto ed onesto avrebbe analizzato la situazione ma Piton non era affatto un giusto ed onesto professore perciò, da buona serpe, diede, senza nemmeno pensarci, la colpa al povero Neville. I suoi compagni cercarono di difenderlo, facendo gentilmente notare che il calderone non era quello del giovane Paciock o che i Serpeverde erano rimasti del tutto illesi, e che erano loro a ridere, sicuramente non i ragazzi ricoperti di escrescenze dalla dubbia natura ma,come sempre, non servì a nulla, l'infido professore tolse loro ben cinquanta punti per il ferimento ingiusto dei compagni di casa ,come se lui non ne fosse -neanche troppo segretamente- felice ed altri trenta per aver sporcato l'aula, fatto perdere tempo prezioso alla lezione ed aver creato una pozione assolutamente disastrosa.
Dopo l'ingiusto trattamento, poichè ormai le due ore canoniche erano terminate, i Grifondoro si precipitarono, indignati e tra le risate delle serpi da Madama Chips e in pochissimo, furono rimessi a nuovo. Anche se il loro aspetto era ormai come prima dell'accidentale avvenimento la loro rabbia non era assolutamente scemata, riunitosi nella Sala Comune non sembravano neanche più loro, tanto erano assetati di vendetta. Tuttavia, dopo qualche minuto di irate discussioni giunsero alla conclusione di non fare nulla, da bravi Grifoni (almeno nell'attesa dell'occasione propizia).

Una Grifondoro e un Serpeverde, insofferenti all'allegria e alla rabbia che si respiravano nelle rispettive Sale Comuni, si rifugiarono nella Stanza delle Necessità, ignari di cercare la stessa cosa. Prima uno poi l'altro chiesero alla Stanza 'un luogo dove potersi rilassare in santa pace'. Draco, dopo aver fatto tre volte avanti e indietro di fronte alla parete magica, entrò in una stanza debolmente illuminata, l'unica fonte di luce proveniva da una finestra da cui si poteva scorgere l'immagine di un riposante panorama, dove vi erano decine e decine di letti, poltrone, amache, sedie, tappeti dall'aria incredibilmente comoda. Scelto un letto sulla sinistra, enorme e completamente bianco, si sdraiò, svuotò la mente e socchiuse gli occhi. Dopo pochi minuti anche Hermione, in cerca del medesimo ristoro, entrò nella stanza, ignara di chi vi avrebbe trovato. Anche elesse il grande letto bianco come giaciglio e anche lei si distese, nella parte sinistra. Quasi all'unisono, percepirono l'uno la presenza dell'altro e si sfiorarono la mano, ormai, nonostante la debole luce si erano riconosciuti ma non sembravano nemmeno essere loro, in quella stanza sospesa nel nulla.
-Granger- sentenziò il ragazzo.
-Malfoy- disse di rimando lei.
Si avvicinarono di più reciprocamente, timidi come una coppia di sposini e si abbracciarono, come se non avessero mai avvolto nessun'altro con le braccia.
Sciolto l'abbraccio, Draco fu il primo a parlare di nuovo.
-Perchè sei qui?- domandò,questa volta tralasciando il formale uso del cognome, non avevano identità, erano loro ma senza esserlo, senza le differenze che alimentavano i loro continui dissapori.
-Cercavo tranquillità- rispose.
-E l'hai trovata?- chiese l'altro con voce roca.
-Non il tipo di tranquillità che pensavo-
-Pensavi o speravi?-
-Non lo so. Certe cose sono indefinibili. E tu?-
-Anche io cercavo la stessa cosa.-
-E...?-
-Vuoi sapere se sei tu ciò che volevo trovare qui? Certamente non l'ho mai pensato,ma prendo le cose per come vengono,e tu sei venuta-
-Ok- disse l'altra semplicemente, stupita dalla reazione del ragazzo.
-Come vanno le cose? Non abbiamo mai parlato molto- Chiese lui.
-Beh, direi che questo è un eufemismo!- E rise, tirandosi su con la schiena scosse il capo, muovendo di qua e di là i folti ricci indomabili che le accarezzavano la schiena. Rideva anche Draco e all'improvviso prese tra le dita una ciocca dei capelli di Hermione, come a saggiarne la consistenza.
-Sono morbidi- notò, non senza un po' di stupore.
-Sono capelli-
-Ah,grazie! Me ne ero accorto...solo che sembrano così boscosi, fitti ed intrecciati a vederli, non pensavo lo fossero, ecco-
-Perchè, la morbidezza dei miei capelli è un tuo pensiero fisso?-domandò ridendo la giovane Grifondoro.
-No,certo che no!- rispose l'altro mentre un lieve rossore si diffondeva sulle gote pallide, nessuno l'aveva mai messo in imbarazzo! Era un Malfoy,dannazione! A farlo vergognare era stato il rendersi conto che in effetti diverse volte si era chiesto come sarebbe stato accarezzare i capelli della ragazza.
-Non preoccuparti! Io scherzavo!- disse lei,continuando a ridere.
-Lo so!- Anche il suo cervello stava scherzando vero? Lo sperava ardententemente o forse..non gli importava nemmeno?
-Comunque, non hai risposto alla mia domanda ..come vanno le cose?- Chiese, sperando di far cambiare rotta alla propria mente e seriamente incuriosito dalla ragazza che gli siedeva vicino. La fioca luce illuminava debolmente il suo volto, rendendone tratti più marcati del consueto ma la sua bellezza si poteva comunque intravedere dalla pelle delicata, i grandi occhi ambrati che lo scrutavano e la linea della bocca, prima sorridente ora piegata in una smorfia amara.
-Non mi va molto di parlarne. Io e Ronald abbiamo litigato, di nuovo- disse, mentre un velo di tristezza le offuscava lo sguardo.
-Ah, si, tu e Lenticchia- constatò, poi rendendosi conto della propria indelicatezza, si scusò, cosa assolutamente nuova per lui -Mi dispiace- e si accorse di esserlo davvero, anche questo non capitava quasi mai, gli dispiaceva che d'improvviso la sua luce,la scintilla dei suoi occhi, si fosse affievolita. Inoltre, aveva notato, non sapeva da dove derivasse questa conoscenza di quella che la sua educazione gli aveva imparato a chiamare sanguesporco, che quando litigava con quella sottospecie di essere smetteva di riferirsi a lui con "Ron" per passare al suo nome completo.
-Non preoccuparti,sul serio,lui...non mi capisce e non smette mai di fare il bambino, sembra che gli interessi solo di mangiare e di giocare a Quidditch,diamine!- pronunciò queste parole, piuttosto calma se consideriamo l'ardore con cui avevano discusso lei e il suo (forse ex?) ragazzo ma lasciandosi sfuggire un'imprecazione non molto da lei.
-Non mi stupisce affatto. Basta guardarlo, anche un canarino è più sveglio di lui!-
-Non è vero!- berciò, prendendo (inaspettatamente) le difese del rosso -Lui sa essere dolce, e premuroso,carino..-
-Anche un gatto può esserlo! Non basta questo!- replicò l'altro, infervorato.
-Non basta per cosa?- chiese lei, incalzante, pur conoscendo la risposta.
-Lo sai- rispose l'altro con ovvietà.
Lei annuì, arresasi all'evidenza. Entrambi sapevano per cosa non bastava, e nostante Hermione volesse molto bene a Ron, neanche quello bastava.
Durante la conversazione di cui è impossibile determinare la reale durata i due si erano avvicinati sempre di più, senza nemmeno rendersene conto,i due corpi si toccavano e Draco riusciva a sentire il profumo della ragazza. -Sa di buono, di vaniglia e fragola- si sorprese a pensare, nonostante lui non li avrebbe accostati, su di lei stavano così bene, sembravano davvero essere la sua essenza. Anche lei non era indifferente all'odore di lui, talmente intenso da incendiarle i sensi. Non in modo negativo, s'intende. Muschio e tabacco la risucchiavano, cosi gli si avvicino ancora e, mossa da un'intraprendenza inaspettata, strinse la sua mano. Il Serpeverde era immobile, ovviamente sentiva le dita sottili e fresche che stringevano le sue ma non era preparato a quel moto d'ingenuità e dolcezza. Non voleva aspettare, lui prendeva e basta, senza accordare permessi, come gli era stato insegnato. Tutto e subito, oppure niente. A quel punto, troppo smanioso per attendere ancora, la baciò con irruenza. Lei, dapprima stupita, lo respinse, spingendo i palmi sul petto di lui, poi, sopraffatta, piacevolmente, si arrese.
Le bocche si cercavano con urgenza, l'uno insaziabile dell'altro. Anni di soprusi, rabbia, fervore si stavano concentrando in quell'interminabile scontrarsi ancora, in modo diverso questa volta. Draco fece scorrere le mani su tutto il corpo della ragazza, lentamente. Sembrava davvero non ci fosse niente tranne loro. Tutto, in quella stanza che sembrava non appartenere neanche allo stesso mondo di Hogwarts era infuocato dai loro sospiri. Ormai, persino la sorpresa era svanita. In quel limbo di sensazioni niente riusciva ad entrare. Il ragazzo spinse ancora di più sulla bocca di lei e sentì le sue labbra schiudersi, arrendevoli come tutto il resto del corpo. Contemporaneamente le strinse il fianco con la mano destra e risalendo cominciò a slacciarle i bottoni della camicetta, rigorosamente allacciata fino all'ultima asola. Lasciate le labbra morbide della Grifondoro si concentrò sul suo collo, mordendo e succhiando la pelle candida, riuscendo a strapparle qualche gemito.
 D'improvviso Hermione lo spinse via.
-Basta!- gridò.
Draco la fissò correre via, sconvolto. L'ultima cosa che vide furono i ricci cespugliosi vorticarle intorno al viso congestionato e le gambe muoversi velocemente per portarla via da lì. Il boato della porta che si chiudeva risuonò per tutta la stanza, come un eco continuò a rimbombare nella sua testa, emblema della solitudine estrema in cui aveva l'impressione di essere stato abbandonato. La mezzosangue, dopo tutto quello che era successo, l'aveva lasciato lì, rosso in viso e ansante, a domandarsi cosa fosse improvvisamente cambiato.

Avevano parlato, per la prima volta, senza nessuna maschera, senza pregiudizi e involucri pre-costruiti ad avvolgerli. E lei aveva rovinato tutto. Stupido orgoglio Grifondoro! Era così deplorevole baciare un Serpeverde? Un figlio di un Mangiamorte? Oh si, certo che lo era. Come per la sua educazione era vergognoso anche solo prendere in considerazione una Sanguesporco come la Granger. Eppure per qualche istante non si era nemmeno reso conto di cosa stesse facendo. Sangue, casate, amici e compagni non esistevano più. Ogni cosa sembrava immersa nel loro desiderio reciproco. Draco sapeva che non si era trattato solo di questo, durante la loro strana e breve conversazione si era sentito a suo agio. Non gli era mai capitato. Lui sembrava sempre essere padrone della situazione, elegante e composto, prevaricava gli altri con una facilità estrema. Ma si era trattato di qualcosa di diverso. Si era sentito come in famiglia, sensazione che non aveva mai provato nemmeno nel suo sfarzoso maniero con suo padre e sua madre, essi lo trattavano con talmente tanta freddezza! Anche con i compagni di Serpeverde non aveva quel rapporto. L'unica vera cosa che li univa era la superiorità con cui trattavano tutti gli altri, di conseguenza andavano d'accordo ma più per conoscenza tra le varie famiglie purosangue e abitudine che per un affetto sincero. Solo con Blaise si trovava meglio, erano amici da una vita ed il loro era un vero legame, ma non aveva niente a che vedere con le sensazioni che aveva provato con la Granger, con lei si era sentito davvero a casa, mai aveva percepito tutto quel genuino calore, come se il posto più giusto per lui fossero le braccia accoglienti di lei.
-Non posso sfuggire al mio destino- questo pensiero lo travolse inaspettato, mentre si rendeva conto di quanto fosse vero.
Per Draco ammettere tutto ciò sarebbe stato inaudito, perciò, rabbioso ed insoddisfatto se ne tornò nei Sotterranei.

Nel frattempo Hermione era tornata nella sua Sala Comune. Durante la strada aveva rallentato il passo ed all'apparenza era molto più tranquilla. Dentro, un tramestio di sensi di colpa, dubbi, domande, poco convincenti risposte miste a spiegazioni razionale per qualcosa che di razionale non aveva nulla, rischiavano di soffocarla. Era perfettamente consapevole di non essersi comportata bene. Lasciarsi baciare in quel modo e fuggire via? Avrebbe almeno dovuto dire qualcosa di più, dov'era il suo coraggio. Si era affidata al suo orgoglio, orgoglio che le sussurrava, poco convinto anche lui, che fosse piuttosto sconveniente starsene lì a baciare la sua nemesi come se niente fosse, mentre a livello puramente teorico era ancora la ragazza di Ronald. Velocemente passò alla fase della negazione, cercando di auto-convincersi che nulla era accaduto, che aveva bevuto una strana pozione allucinogena o che si era addormentata nella Stanza-delle-Necessità ed aveva fatto un gran bel.. terribile incubo. Dovette presto rendersi conto, i bottoni della camicetta erano ancora slacciati e in bocca aveva ancora il suo sapore, che era tutto realmente avvenuto. Così passo alla fase del vittimismo, -è stata tutta colpa di Ronald! Quella sottospecie di mangiatore compulsivo mi ha ferito talmente tanto da portami dritta dritta tra le braccia di Malferret!- urlò rabbiosamente, sperando che nessuno l'avesse sentita, visto che tutti sembravano essere scomparsi. Poi diede anche la colpa a Malfoy, sostenendo che con le sue arti da seduttore serpentesco l'aveva plagiata. Infine, anche la sua stoica razionalità fece capolino e si arrese all'evidenza. Chissà per quale razza di motivo - intuiva che avesse in qualche modo a che vedere con la voce vellutata o con la pelle candida,o con la sua affascinante supponenza...- aveva ceduto al Furetto. Non poteva cambiare le cose. Quel che era stato, era stato. L'unica soluzione era far finta di nulla. A quel punto, sorgeva un problema, superato il limbo di sensazioni che l'aveva assalita poco prima, aveva ben chiara una cosa, non si era mai sentita così calma. Mentre erano sdraiati su quel letto non aveva davvero pensato alle conseguenze, si era lasciata trascinare dagli eventi, nonostante fosse eufemistico dire che si trovava in una situazione surreale. Sarebbe potuta rimanere su quel giaciglio accanto a lui per tutta una vita, lì, tutto sembrava scomparire. I conflitti, la guerra e il sangue in quell'istante non la toccavano minimante. -Ma ci sono- pensò amara -ed io non posso lasciarmi trascinare in queste storielle da ragazzina quando là fuori la gente muore per colpa di individui come suo padre- concluse.
                       
Senza saperlo, entrambi avevano preso una decisione.
                                                                     


                                                                      **********************


I giorni passavano e tutto sembrava come prima. A Draco ed Hermione non capitò più di incrociarsi, se non per qualche battutina sprezzante o sguardi silenziosi e malinconici. Il destino sembrava volerli aiutare, tutti erano impegnatissimi per i M.A.G.O  ai quali mancava ormai un mese soltanto, quindi non sorsero problemi di qualsivoglia tipo. La situazione non era propriamente serena ma Hermione giustificò la propria perenne assenza agli amici adducendo come scusa, neanche troppo irrealistica, lo studio. Draco, beh, non era noto per il tempo che passava con i compagni, escludendo Blaise e anche lui si arrese ai continui silenzi dell'amico.

Il momento di prendere una decisione, già stabilita perarltro, arrivò per entrambi.
Hermione partì alla ricerca degli Horcrux insieme ad Harry e Ron. La morte di Silente aveva accelerato gli eventi  e terminati gli ultimi esami erano partiti.
Draco era entrato definitavamente nelle schiere dei Mangiamorte, più per vigliaccheria che per fedeltà a Voldemort.



20 ANNI DOPO
Nella stazione di King's Cross  un pallido volto affilato emerge fra tutti. Draco Malfoy, Mangiamorte pentito, accompagna suo figlio Scorpius all' espresso per Hogwarts insieme a sua moglie Astoria. E' più irrequieto del solito mentre si sofferma sui volti dei numerosi genitori che lo circondano. Ne cerca uno solo. Un timido sorriso si affaccia sul suo volto altrimenti impassibile. Hermione Granger è a una decina di passi da lui, insieme a quel pezzente di Weasley, hanno due figli e sono accompagnati da San Potter e la moglie. Nessuno di loro è particolarmente cambiato. La mezzosangue in particolare è bella come lo era anni addietro. Sembra felice, nota l'uomo con disappunto. E' soltanto un istante: si guardano, come a cercare entrambi ricordo di quello che era stato. L'uno cerca conferma nell'altro. Ciascuno la trova. Quel momento giace tra loro, è un filo che li lega e li divide allo stesso tempo. Un filo labile eppure impossibile da spezzare.
Nei loro sguardi si riflettono soltanto rimpianto e malinconia, rimpianto per essere stati vittime delle loro stesse scelte.

Draco guarda il figlio, biondo come lui, freddo come lui.
-Speriamo sia migliore di me- pensò con disappunto.
-Scorpius- chiamò.
-Si papà?-
-Devi sempre ricordarti una cosa-
-Di non parlare mai con i sanguesporco, come mi ha insegnato nonno Lucius- disse, fiero della sua affermazione.
-No- disse perentorio, sorridendo amaro nel ricordare che anche lui era stato così ingenuamente crudele - che puoi fare qualunque cosa tu desideri, basta che ti renda felice. Non arrenderti di fronte ai problemi. Mai. Ogni cosa può essere risolta.-
-Davvero, papà? Quindi posso parlare con chi voglio?Posso finire in qualsiasi Casa?-
-Si, puoi, ma non diventarmi un rammollito!- lo rimbeccò allegro.
L'uomo chiuse gli occhi. Sperava che il proprio figlio avrebbe preso le giuste decisioni, che non fosse un vigliacco, come invece era stato ed ancora era lui.
Sospirò, perdendosi nel ricordo dei morbidi capelli della sua Mezzosangue, che davvero sua, era stata soltanto per qualche istante.




---Spazio autrice---

E' soltanto una piccola one-shot scritta di getto e  senza pretese, ho sempre voluto scrivere qualcosa su Harry Potter e beh, nonostante non sia un granchè, l'ho fatto!
Recensite numerosi!







  
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