A – Ali
Hinata siede in giardino, leggermente assopita, con il viso rivolto al sole e la schiena appoggiata al tronco di uno dei tanti, robusti, alberi, beandosi del tepore del primo pomeriggio dopo una faticosa mattinata.
Si limita ad ascoltare i suoni attorno a lei, senza
pensare, senza riflettere.
La quiete viene brutalmente interrotta dallo starnazzare
rumoroso di un’oca con i suoi piccoli, proveniente dallo stagno.
E poi di nuovo quiete.
Silenzi infiniti si stagliano nella sua immaginazione come
lande luminose.
In fondo, cos’è il silenzio se non la luce dell’udito?
Hinata ha imparato a vivere nel silenzio, a nascondersi e
non disturbare in alcuna occasione.
Composta, temperata, educata e remissiva.
Che altro desiderare da una figlia?
E nonostante tutti si chiedano perché la ragazza venga
bistrattata dal padre, nessuno ha mai la risposta.
Non è mai abbastanza.
Per quanto lei si sforzi, lui non apprezza mai il suo
lavoro, la sua angoscia, le sue rinunce.
E così, Hinata ha capito che non deve stare tra i piedi,
solo tacere, parlare se interpellata e, soprattutto, soffrire in silenzio.
Silenzio.
Probabilmente la parola più ricorrente nella sua vita.
Nascosta dietro un invalicabile muro di timidezza, con
difficoltà nel relazionarsi, ammirata solo da quelle pochissime persone che
hanno saputo andare oltre l’apparenza per scoprire la persona meravigliosa che
lei è in realtà.
Gentile, paziente, disponibile, generosa, affettuosa e,
soprattutto, ambiziosa.
Ha sempre osservato da lontano i successi favolosi ed assolutamente
superlativi di suo cugino Neji.
Amato ed osannato, invidiato da molti padri, Hiashi
incluso, come figlio, e stimato.
Solo tra i molti.
Geniale per natura, con un’indole scostante e diffidente,
passa la vita a ricevere amore senza mai offrirne, senza affezionarsi.
Distaccato da tutto ciò che sia carnale e sensibile, quasi
un asceta in continua ricerca della propria perfezione.
Una ricerca talmente affannosa da renderlo cieco verso i
sentimenti altrui.
E lei nutre uno strano sentimento nei suoi confronti.
In alcuni momenti si sente fiera di lui, orgogliosa di
avere un membro così valido nel clan.
Altre volte il suo spirito smanioso la spinge al desiderio
folle di emularlo per venire ammirata quanto lo è Neji.
In altri istanti lo odia per quanto la fa sentire inferiore
e per come la umilia amaramente.
Ed altre volte ancora vorrebbe trovare in lui un
confidente, un alleato tenero, un’anima comprensiva ed amabile.
Peccato che Neji, invece, questo suo bisogno di dolcezza
non lo ha capito, mai.
Perciò Hinata se ne sta sempre sola, nascosta nell’ombra
che il suo ruolo le impone, perché in una famiglia di aquile regali ed eleganti
gabbiani lei è semplicemente una fragile crisalide in attesa di trasformarsi in
farfalla.
A ciascuno le sue ali.
La figura di Neji appare in tutta la sua severità accanto a
lei, studiandola dall’alto, con leggero disappunto.
Lui che ha dedicato la sua vita al desiderio di
riscattarsi, di rivestire un ruolo di rilievo, di dare un senso alla morte di
suo padre, non capisce la logica pacata che governa Hinata, non coglie
l’eleganza dell’animo di sua cugina.
Quando la guarda, vede solo una giovane sconfitta dalla
vita, senza capire che in realtà quello sconfitto dalla vita è lui.
Perché per quanto lo desideri, è lei che un giorno
sarà il capofamiglia, e lui dovrà sottostare a suo marito e alla sua autorità,
ciò significa che la gloria e gli onori che raccoglie ora…non serviranno a
niente.
“Neji-nii-san?” chiede composta Hinata.
“Hinata-sama?” ribatte lui.
“Penso che declinerò il mio ruolo di capo clan a qualcuno
di più valido ed interessato.”
“Chi, di grazia, sarebbe idoneo a ricoprire l’incarico
secondo te?” domanda Neji, cercando di celare il più possibile la sua
impazienza e bramosia.
“Io avevo pensato a te, a dirla tutta.”Arrossisce
educatamente, voltando il viso in direzione opposta allo sguardo indagatore del
ragazzo.
Hinata non si aspetta che lui capisca le sue motivazioni.
Prima tra tutte la speranza di poter conoscere, un giorno,
la dolcezza nascosta in lui.
La voglia di perdersi nel suo abbraccio rassicurante.
“Perché?” si limita a chiederle.
“Vedi, Neji, ognuno di noi ha le sue ali con le quali
spiccare il volo nella vita. Ed è normale che alcuni animali volino più in alto
di altri, perché è nella loro fisionomia e non si può andare contro natura. Tu
sei un’aquila possente, orgogliosa ed imponente, il tuo compito è dominare e
supervisionare su tutti gli altri. Io invece sono una farfalla, una falena,
estremamente vulnerabile, la mia presenza dura solo poche ore e solo chi è alla
ricerca di determinate cose va alla ricerca delle farfalle, così discrete,
inosservate, piene di grazia, ma semplicemente destinate ad essere degli
ornamenti viventi. Per questo motivo io ti cedo il mio posto: non sarebbe né
giusto né saggio che io perseverassi tentando si fare cose che sono aldilà
delle mie capacità.”
Si guardano negli occhi senza più timori e rancori.
Silenzio.
Lui prende la sua mano fredda, baciandola.
“E perché sono sicura che, prima o poi, a tuo modo saprai
amarmi quanto ti amo ora io…” le parole le muoiono in gola.
Hinata nasconde il viso, rannicchiandosi contro l’albero,
stringe le ginocchia al petto nell’aspirazione di scomparire dalla sua vista
onnisciente.
Neji si china accanto a lei, sedendosi sui talloni, e con
delicatezza si fa spazio fino ad arrivare a prendere il viso di Hinata tra i
palmi delle mani.
Fragile e piccola, timorosa, delicata, sfuggevole.
Ed insanamente catturata dalla sua presa senza scampo.
Sedotta da un bacio appena accennato sulle sue labbra morbide.
“Ma io lo faccio già da tempo, Hinata-sama…- risponde lui
sussurrando con la sua voce profonda e matura –e auspico che tu voglia
allietare il mio volo malinconico con la tua piacevolissima presenza.”
Così, si alzano, tenendosi abbracciati l’uno all’altra, e
camminano insieme, dicendosi tutto quello che non si sono mai saputi
comunicare, ascoltando i fremiti delle loro carezze schive, verso un angolo di
mondo che possa essere dominato dalle ali possenti di un’aquila e da quelle
eleganti e leggiadre di un’effimera farfalla.
Spazio Cos & Miki:
Bene, questo è il primo capitolo di questa raccolta nata
dal genio di Miki.
Io (Cos) sono l’autrice del suddetto, e spero che abbiate
gradito il suo operato, pertanto auspico che recensiate numerosi!
Entrambe speriamo che il nostro lavoro venga apprezzato…dal
canto nostro faremo del nostro meglio per aggiornare costantemente, sempre nel
rispetto di impegni e necessità personali.
Naturalmente, qualsiasi suggerimento è assolutamente
benvenuto!
Un bacio, a presto!
Cos.