- Sono in ritardo! – urlò la ragazza mentre continuava a correre – Ma come ho fatto a non sentire la sveglia, cavoli! Se arrivo tardi a scuola la prof mi ammazza. -

-Tifa!!! – una voce la chiamò alle sue spalle.

La ragazza smise un momento di correre, per vedere una ragazzina di qualche anno in meno correre verso di lei.

- Tifa, aspettami! –

La ragazzina in questione era un po’ bassa, magrolina, i capelli corti castani scuri quasi neri, gli occhi castani e con un cerchietto verde in testa.

- Yuffie! In ritardo anche tu? – disse Tifa riprendendo a correre affiancata dall’amica.

- Sì, sono uscita tardi da casa –

- Dobbiamo sbrigarci se vogliamo arrivare in tempo a scuola. –

- Uffa, ma quanto ci mette ad arrivare? – si lamentò il biondo continuando a guardare l’uscio della porta della classe. – Non è da lei arrivare così in ritardo.-

- Dai, Cloud, di che ti preoccupi? Vedrai che arriverà. –

- Lo so, Zack, dico solo che è strano che sia in ritardo –

Di che parlate?

Una voce femminile lì interruppe.

Si girarono e davanti a loro c’era una bella ragazza, alta con dei lunghi capelli castani raccolti in una treccia che le arrivava alla vite, e dei bellissimi occhi verdi.

Zack subito si animò.

- Ehilà, Aeris. – Disse andandole incontro e baciandola- Era da un po’ che non ci vedevamo.-

- Ma se ci siamo visti ieri? – Rise la ragazza.

Zack aveva un sorriso stampato in volto.

Una delle cose che lo rendeva più allegro era vedere Aeris felice, perché amava le sue risa, il suo sorriso, era sempre così dolce, qualunque cosa facesse.

Amava Aeris, più di qualunque altra cosa.

- Non potreste andare altrove a baciarvi? Magari nella vostra classe – li interruppe Cloud.

- Uff, che noia che sei – si lamentò il ragazzo- Come ti pare, andiamo Aeris, così non romperemo più le scatole al biondino.-

- Ok, ciao Cloud – Lo salutò mentre si allontanava.

- Cloud, eccomi – La ragazza che tanto aspettava era arrivata.

- Tifa – Sorrise mentre le andava incontro – era ora, non è da te arrivare in ritardo. –

- Sì, scusa, lo so, ma la sveglia non ha suonato e mi sono svegliata tardi…-

Fu interrotta dall’arrivo della professoressa

- Seduti tutti, comincia la lezione -

La professoressa era una donna non molto giovane, coi cappelli biondi raccolti.

- Ci siete tutti? Benissimo, allora cominciamo la lezione, prendete fuori i libri di letteratura.

- Si professoressa Scarlet – risposero i ragazzi in coro.

Nessuno la chiamava mai per cognome, lei odiava che lo si facesse.

Ormai nessuno se lo ricordava nemmeno il cognome della prof.

Tifa intanto scrutava per riuscire a vedere e salutare uno dei suoi migliore amici, Reno.

Lo vide intento a scarabocchiare sul diario, come faceva sempre quando era annoiato o c’era qualche materia o prof che odiava.

In questo caso erano validi tutti e due i motivi.

Due ore passarono in fretta e finalmente suono la campana dell’ intervallo.

Tifa ne approfittò per andare a parlare col suo ragazzo, Cloud Strife, nonché il suo migliore amico d’infanzia.

Si conoscevano da sempre e avevano sempre giocato insieme.

- Ehi, Cloud. – Il ragazzo era intento a mangiare un panino e le diede un cenno per farle capire che la stava ascoltando.

- Io vado a salutare Yuffie, vieni anche te? –

Con un altro cenno il biondo le fece capire che veniva.

Così si diressero nel piano inferiori, dove stavano tutte le classi prime, inclusa quella della loro amica.

Stavano per entrare, quando delle urla provenienti dalla classe li fecero sobbalzare.

- Io ti uccido ,ti strangolo stavolta! -

Videro Yuffie intenta a cercare di strangolare un suo compagno

- Yuffie?!-

La ragazza si fermò un istante e si voltò per vedere chi l’aveva chiamata.

- Tiffy, Cloud, ciao, che ci fate qui? – chiese con un sorriso stampato in faccia come se nulla fosse successo, ma tenendoancora le mani attorno al collo del ragazzo.

- Ehm… che stai facendo? –

- Questo idiota mi ha fatto cadere il panino giù dalla finestra!

Io sto morendo di fame, ho passato la lezione pensando a quel panino, è da ieri pomeriggio che non mangio niente! –

- Perché? -

- Tutta colpa di quell’impiastro che mi ritrovo come sorellastra! –

- Hai litigato di nuovo con Shelke? -

Ieri mi ha rotto il computer, e quando mi sono incavolata con lei, mio padre si è arrabbiato dicendo che la devo trattare bene e mi ha chiusa in camera per "riflettere sulle mie azioni"!

E stamattina, sempre per colpa sua, mi sono svegliata tardi, e quindi non ho potuto fare colazione, sto morendo di fame. –

- Tranquilla Yuffie, ti do metà del mio panino. – Le disse tifa porgendoglielo.

- Oh Tiffy!!! Ti voglio bene, sei gentilissima!!-

- Yuffie, attenta! Così mi fai…-

Non finì la frase che perché l’equilibrio e caddero tutte e due.

- Voi due non siete normali – Osservò Cloud sorridendo, anche se un po’ perplesso.

- Che ci vuoi fare, è la vita. – Disse Tifa rialzandosi.

- Waaa, che fame!- Urlò Yuffie mangiandosi il panino.

Parlarono per altri 10 minuti, finchè non suonò la campanella e Cloud e tifa tornarono alla loro classe.

- Ah, Yuffie, allora viene anche tu oggi al cinema? – chiese Tifa prima di andarsene.-

- Certo! Ci vediamo là alle 15:45.-

- Ok, ciao –

- Ahhh,finalmente è finita anhe un'altra giornata di scuola! – si esaltò Zack all’uscita- Oggi non ne potevo proprio più, è stata più dura del solito.-

- Sempre a lamentarti, tu- Gli sorrise Aeris – Per me non è stato così terribile.-

- Sarà, ma la scuola non è mai una passeggiata, e anche quando lo è, rimane difficile perché è la scuola.-

- Wow, quanti ragionamenti oggi- Li interruppe una voce alle loro spalle.

- Oh, ciao Vincent – lo salutò Aeris.

- Avete visto Lucrecia? Appena è suonata la campanella si è volatilizzata –

- Io no, ma sarà qua in giro. A proposito, allora voi venite oggi pomeriggio al cinema? Ci troveremo tutti insieme: Yuffie, Reno, Cloud, Tifa e Sephiroth.-

- Sì,veniamo sia io che Lucrecia, a che ora?-

- 15. 45 –

- Ok, ci vediamo là, intanto vado a cercarla, ciao – Li salutò mentre correva via.

- Zack, mi accompagneresti a casa? –

- Certo bellezza, andiamo. – Le rispose, mettendole il braccio attorno alla vita.

E i due si incamminarono.