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Autore: Zomi    20/10/2013    10 recensioni
Se ne stava lì, seduto sul cornicione della finestra, a fissare il cielo riempirsi di nuvole.
Le gambe piegate tra loro, i piedi nudi e le mani abbandonate sui pantaloni scuri, mentre lo sguardo si perdeva nei suoi pensieri nebulosi come il tempo.
Nami storse le labbra impensierita fissando Zoro fermo in quello stato e, emergendo dal suo nascondigli dietro la porta, gli andò vicino.
-Tutto bene, buzzurro?- gli sorrise, piegandosi verso di lui e portando le mani dietro la schiena...
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I DON’T CARE
 
 

Se ne stava lì, seduto sul cornicione della finestra, a fissare il cielo riempirsi di nuvole.
Le gambe piegate tra loro, i piedi nudi e le mani abbandonate sui pantaloni scuri, mentre lo sguardo si perdeva nei suoi pensieri nebulosi come il tempo.
Nami storse le labbra impensierita fissando Zoro fermo in quello stato e, emergendo dal suo nascondigli dietro la porta, gli andò vicino.
-Tutto bene, buzzurro?- gli sorrise, piegandosi verso di lui e portando le mani dietro la schiena.
Lo spadaccino la guardò di sfuggita, non emettendo alcun verso, per poi tornare a puntare l’orizzonte.
La rossa inarcò le sopracciglia: si, qualcosa non andava.
-Zoro, che hai?- si sedette alla sua sinistra, posandogli una mano sulla spalla.
Zoro ruotò l’occhio sano sul dorso limpido e perfetto della manina di Nami, piegando leggermente il capo a fissarla.
-Ti ha mai dato fastidio?- borbottò, fermandosi a studiarle le dita affusolate.
-Cosa? Il tuo silenzio da baka? Nah… dopo un po’ ci si fa l’abitudine- ridacchiò, cercando di smuoverlo, ma ricevendo in risposta solo un mezzo ringhio scontento.
-Parlavo delle mie cicatrici- sbottò secco, assottigliando lo sguardo sulla finestra.
Nami lo fissò silenziosa.
Zoro non era tipo da riflessioni filosofiche, tanto meno riguardanti l’aspetto fisico delle persone, chiedere poi, se mai le sue cicatrici avessero infastidito qualcuno, era un discorso che mai e poi mai si sarebbe immaginata di affrontare con lui.
-Zoro…- lo chiamò dolcemente, accarezzandogli la zazzera.
Lo fece voltare di tre quarti verso di lei, sistemandosi meglio tra le sue gambe per poterlo vedere in viso, accavallando le sue sinuose gambe sopra a quelle atletiche dello spadaccino, accostando i loro petti.
-Perché me lo domandi, buzzurro?- sorrise, opponendo la fronte a quella del verde –Qualcuno ha detto che le tue cicatrici sono sgradevoli?-
Zoro storse il naso, passando le mani sui fianchi della rossa.
-Non sono un bello spettacolo…- parlò schietto e duro -… ne ho ovunque, e gridano al mondo cosa sono e cosa voglio essere-
Alzò lo sguardo sul viso sorpreso della cartografa, fissandola negli occhi nocciola.
-Stare con un uomo deturpato dal suo stesso sogno non dev’essere facile…- spostò lo sguardo al cielo plumbeo -… non dirmi che non hai mai desiderato stare con qualcuno che non fosse cieco di un occhio, i cui piedi non siano stati ricuciti al corpo con del fil di ferro e dal petto sfregiato, diviso in due parti…- sospirò, puntando l’occhio sano alle nuvole cariche di pioggia -… come non possono darti fastidio le mie cicatrici?-
Chiuse gli occhi, stringendo le labbra.
Era un dubbio così stupido e infantile, una stronzata epocale, che, se l’avesse sentita da un’altra bocca, si sarebbe messo a ridere senza ritegno.
E invece era la sua voce, le sue labbra, lui a proferire quelle stesse parole.
Era lui che temeva di perdere la sua donna a causa di tutte le sue cicatrici.
-Ti ha mai infastidito il fatto che fossi una ladra?- la sentì parlare senza preavviso, accarezzandogli le spalle e la nuca.
-Che centra?- soffiò, storcendo il naso.
-O che ti schiavizzi?- chiese ancora Nami, sorridendogli –O che sia tirchia?-
-Non sto parlando di carattere- ringhiò secco, stringendo la presa sui suoi fianchi scoscesi –Sto parlando di fisico-
La rossa gli sorrise bonaria, spostando una mano, dalle possenti spalle, ad una sua guancia, accarezzandola piano.
-Ti ha mai dato fastidio la mia cicatrice sulla spalla?-
Zoro sussultò lievemente, sbarrando l’occhio.
-O i miei piedi freddi, che ti attanagliano le gambe nelle notti invernali?- gli accarezzò piano il profilo del viso, arrivando a sfiorargli le labbra sottili.
-Ti ha mai infastidito che, dopo aver fatto l’amore, mi stringo a te, abbracciandoti con tutte le mie forze, non permettendoti di muoverti di un sol centimetro, rubandoti tutte le coperte?-
-No, no, no e ancora no- sbottò secco, stanco di tutte quelle chiacchiere inutili –Non me né mai fregato niente: non mi importa-
-Esatto- gli sorrise, portandosi vicino al volto il suo –Non mi importa-
Lo baciò piano, bagnandogli lievemente le labbra, mentre se lo stringeva al petto.
-Non me ne importa niente, perché tu sei così, con tutte le tue cicatrici e ferite: io ti amo così, e del resto non me ne importa niente-
Zoro la fissò muto per un lungo attimo.
-Tu sei pazza, mocciosa, lo sai?- le ghignò, stringendosela contro.
-Sai che ti dico?- gli tirò una linguaccia, abbracciandolo –Che non me ne importa niente-



 
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