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Autore: A_Eltanin    20/10/2013    0 recensioni
Tutto inizia così: 'Ho bisogno di parlarti, stasera sulla torre di astronomia alle 21.00'
E poi...'volevo sapere come fosse la tua vita … perché i tuoi genitori sono babbani … perché ne sei così fiera … fiera di essere Hermione Jane Granger la figlia magica di due babbani … fiera delle tue origini nonostante tutti gli insulti di questi anni non hai mai dubitato di te stessa'
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hermione Granger, Sorpresa
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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It can't be

It can’t be …

‘Ho bisogno di parlarti, stasera sulla torre di astronomia alle 21.00’

- Ancora queste lettere Herm? Non credi che sia uno scherzo? O peggio: una trappola?-

- Santo cielo, Harry, non credi di essere un po’ paranoico? Insomma gli auror controllano tutta la nostra posta, se ci fosse qualche pericolo loro lo saprebbero, e comunque è uno studente di Hogwarts a scrivermi, non devi preoccuparti!- cerco di convincere il mio migliore amico che la persona che mi manda queste lettere non abbia cattive intenzioni, anche se non so neanche io chi sia.

E’ cominciato tutto questa estate, una persona, un ragazzo, che studia ad Hogwarts ha iniziato a scrivermi, non so chi sia, ma è un bravo ragazzo, non so a quale casa appartenga, non ha voluto dirmelo, so solo che quando durante le vacanze di Natale ha smesso di scrivermi per qualche settimana mi sono sentita sola. Abbiamo parlato del nostro passato, di come abbiamo vissuto prima di arrivare ad Hogwarts, di cosa facciamo durante l’estate, lui mi fa molte domande sul mondo babbano, è un purosangue e non è mai uscito dal mondo magico; e da quando siamo arrivati ad Hogwarts abbiamo iniziato a parlare di noi stessi, di cosa ci piace, delle nostre paure, dei nostri sogni. Lui è sempre un po’ ermetico su questo discorso, non parla mai del futuro né dei suoi desideri, mentre io sono più estroversa.

Ripensando alle prime lettere non mi accorgo che sto arrivando in ritardo alla lezione di trasfigurazione così mi precipito verso l’aula lasciando la mia colazione nel piatto senza averne mangiato neanche la metà.

Ormai la lettera le è arrivata, la osservo mentre corre fuori dalla Sala Grande, forse in ritardo per la lezione. Non so cosa mi sia preso, perché le abbia scritto di volerla incontrare. O meglio, lo so, ma vorrei non saperlo, fingo di non saperlo.

Io mi sono innamorato di lei.

Sempre così dolce nelle sue lettere; combattiva quando si tratta di far prevalere la sua opinione; coraggiosa e leale verso i suoi amici. In poche parole: una vera Gryffindor.

Sono le 20.15 e io ho già finito di cenare, così lascio Harry e Ronald ad ingozzarsi in Sala Grande e salgo verso il dormitorio per cambiarmi.

Mi tolgo la divisa e mi faccio anche una doccia veloce, poi mi infilo un paio di comodi jeans, una felpa e le scarpe da ginnastica. Metto la bacchetta in una tasca e prendo il mantello dell’invisibilità, che Harry mi ha gentilmente prestato per non farmi scoprire a girovagare nei corridoi.

Salgo sulla torre con cinque minuti di anticipo, ma la trovo già occupata: Draco Lucius Malfoy è lì di spalle e sta accarezzando un gufo. Aspetto nascosta sotto il mantello dell’invisibilità che lui se ne vada ma dopo dieci minuti si gira e si siede con la schiena contro il muro, solo allora riconosco il gufo: è tramite quell’uccello che mi arrivano le lettere! Draco Malfoy è il ragazzo con cui ho quella fitta corrispondenza! Sono sconvolta! Tiro fuori la bacchetta e mi tolgo il mantello

- Sei arrivata finalmente!- esordisce senza alzarsi da terra – Mettila via, non ti servirà, voglio solo parlare e sono disarmato - dice accennando alla bacchetta

- Chi mi assicura che posso fidarmi di te?- domando con tono di sfida

- Nessuno - risponde candidamente. ‘Sembra molto stanco, come se non dormisse da molto, è sempre più pallido e più magro ogni giorno che passa’, mi ritrovo a pensare preoccupandomi per lui, ma non abbasso la bacchetta

- Cosa hai in mente Malfoy?- domando

- Voglio solo parlare con te, confidarmi se preferisci. Sei l’unica di cui mi possa fidare -

- Tu stai male! E a proposito, non dovresti essere in infermeria?-

- Non sei l’unica che sa come muoversi di nascosto Hermione – mi ha chiamata con il mio nome di battesimo, non ci posso credere, è la prima volta che accade – Non ti dispiace vero se uso il tuo nome?-

- N-no – perché sto balbettando ora?

- Bè, io sono Draco, e sono … -

- Uno Slytherin, purosangue, stronzo, figlio di un Deatheater?- concludo

- Bè si, in parte. L’altra parte di me la conosci solo tu -

- Stai dicendo che non stavi fingendo mentre scrivevi?-

- Sei davvero la studentessa più brillante di Hogwarts -

- Evita il sarcasmo, Malfoy -

- Era un complimento. Comunque si, mentre scrivevo ero sincero, e ora immagino tu capisca anche perché non ho sempre potuto scriverti di me molto apertamente, vero?-

- Controllano le tue lettere?-

- Lui le controlla, controlla tutto quello che io e mia madre facciamo, e non ha problemi a punirmi se sbaglio qualcosa, Lui sa sempre tutto - si copre il viso con le mani, io sono ancora in piedi con la bacchetta puntata, e non ho la minima intenzione di abbassarla anche se un po’ mi fa pena

- Quando dici ‘Lui’ intendi colui-che-non-deve-essere-nominato?-

Non risponde, annuisce soltanto, poi fa scivolare le mani dal viso  e mi guarda

- Ho mentito, non sono disarmato … - prende la sua bacchetta da una tasca del mantello e me la porge – Non mi sento mai sicuro se non la porto sempre con me. Ma per stasera tienila tu, se serve ad aumentare la tua fiducia nei miei confronti - mi avvicino e prendo la bacchetta, aspettandomi qualsiasi cosa da lui, tranne che rimanga immobile e mi consegni la sua bacchetta aprendo la mano quando avvicino la mia.

- Di cosa vuoi parlare?- domando un po’ più tranquilla sedendomi accanto a lui

- Di tutto e di niente. Cosa vuoi sapere?- mi guarda girando la testa

- Sei stato tu ad incantare Katie?-

- Si- risponde con voce piatta tornando a fissare davanti a se

- Perché?-

- Non ci arrivi? Sai quello che pensa Potter di me, e lo pensi anche tu vero?-

- Cosa dovremmo pensare di te?-

- Non fare l’ingenua, Potter è certo che io sia un Deatheater sin da quando ci siamo visti da Madam Malkins questa estate -

- Bè io non credo che tu lo sia, insomma hai soltanto sedici anni!- mi giro a guardarlo per cercare conferma alle mie parole, ma il suo sguardo non ammette errori – Sei davvero uno di loro!- scatto in piedi

- Grang … Hermione! Permettimi di spiegare!- urla, ma io sto già scendendo le scale di corsa.

Senza curarmi di rimettermi il mantello mi avvio verso la sala comune, ma arrivata in cima alle scale davanti al ritratto mi accorgo di avere ancora la sua bacchetta, se entrassi nel dormitorio poi non potrei più uscire senza che i miei compagni ficcanaso non se ne accorgano, per di più con due bacchette in mano, così faccio dietrofront e mi dirigo verso la stanza delle necessità.

‘Ho bisogno di pergamena, piuma e inchiostro’ penso non appena entrata e subito la mia richiesta viene esaudita.

L’infermeria è buia e mi muovo nell’oscurità protetta anche dal mantello di Harry, nell’ultimo letto in fondo alla stanza c’è Malfoy, sta dormendo, ma non credo stia facendo bei sogni. Dopo avergli lanciato un ultimo sguardo poggio la bacchetta sul comodino e mi dirigo verso la Sala Comune.

- Sei sempre in anticipo tu?- domando appena lo vedo

- ‘Domani stessa ora stesso posto’ e io sono arrivato alla stessa ora di ieri – afferma continuando a guardare il panorama, così mi avvicino a lui – Credevo non saresti venuta in effetti, e sinceramente un po’ ci speravo –

- Cosa stai farneticando? Sei tu che hai voluto ci incontrassimo ieri sera, hai per caso cambiato idea?-

- Non capisci che non si tratta di un invito a bere un tè? Se io dicessi qualcosa di troppo, finiremmo entrambi nei guai e non voglio che tu finisca nei guai a causa mia … - mi giro a guardarlo di scatto

- Cos … - mi blocca con un’occhiata e va a sedersi dove era seduto ventiquatt’ore fa

- Ieri sera mi hai chiesto perché ho fatto del male alla Bell, giusto?- annuisco girandomi e poggiando i gomiti alle merlature della torre – Vuoi ancora sapere tutta la storia?- annuisco di nuovo – Allora ti conviene sederti perché è una storia lunga, ti dico solo che Potter aveva torto –

- Allora non sei uno di loro, vuoi solo farlo credere!- affermo felice, lui fa una smorfia strana

- Ascolta tutta la storia, senza scappare come ieri, permettimi di spiegarti tutto, poi trarrai le tue conclusioni – annuisco e vado a sedermi accanto a lui – Sappi che non è facile raccontare tutto, e non posso neanche dirti tutto – guarda fisso di fronte a se

- Quando lo scorso giugno mio padre e altri Suoi seguaci sono stati arrestati e portati ad Azkaban, Lui non ne era affatto contento. Ha deciso di punire mio padre e così dopo un po’ mi ha affidato un compito, se fallirò ucciderà me e i miei genitori, altrimenti ha detto che mi ricompenserà. Io ero entusiasta all’idea di essere stato scelto, rappresentava il modo per dimostrare a mio padre che sono migliore di lui, e ammettiamolo, mi avrebbe portato gloria e onori! Solo dopo mi sono reso conto che non è un compito semplice, e che lo ha affidato a me, per punire mio padre, perché Lui sa che io fallirò, vuole che io fallisca. Fino ad ora ho fatto due tentativi per portare a termine questo compito, ed entrambi sono falliti, Katie era solo uno strumento, se lei non avesse toccato la collana, non le sarebbe successo nulla, non volevo farle del male te lo giuro! Poi ci sono state le vacanze di Natale, e io sono tornato a casa, non avevo fatto progressi con il mio compito e per questo sono stato punito, Lui ha deciso di tenermi ancora di più sotto controllo. Dopo avermi torturato per svariati giorni di fila ha deciso di marchiarmi, e se decide una cosa quella deve essere, così sono diventato uno di loro. Da bambino era il mio sogno sai? Ma solo ora ho capito che è piuttosto un incubo. Vivo nella paura costante che faccia del male a mia madre, lei è l’unica persona che abbia mai dimostrato di tenere a me, di volermi bene. Non è come tua madre Granger, lei non cucina, non mi coccola, lei al massimo mi poggia una mano su una spalla, ma quel contatto è migliore di tutti gli abbraccia che io possa mai ricevere. E ora ho paura, paura che per colpa mia debba soffrire. Non riuscirò a finire il mio compito, e lei ne pagherà le conseguenze … - la sua voce si rompe e vedo le lacrime solcargli le guance pallide e scavate, ama davvero sua madre

- Mal … Draco – lo chiamo per nome e gli stringo la mano

- Ho iniziato a scriverti questa estate … dopo che mi aveva scelto … una sera ho pensato che non ce l’avrei fatta … volevo sapere come era la tua vita … perché i tuoi genitori sono babbani … perché ne sei così fiera … fiera di essere Hermione Jane Granger la figlia magica di due babbani … fiera delle tue origini nonostante tutti gli insulti di questi anni non hai mai dubitato di te stessa - mi guarda ancora piangendo

- Andrà tutto bene Draco, se solo tu lo dicessi a Dumbledore, lui ti aiuterebbe, sai che può farlo! Se gli dici tutto lui lo farà!- dico poggiandogli una mano sulla schiena

- Tu non capisci! NON CAPISCI!- si gira di scatto scacciando la mia mano – Non sai cosa significa, tu non lo sai! Sei io vado da Dumbledore, Lui lo verrà a sapere!- si siede nuovamente a terra.

Io mi inginocchio accanto a lui e lo abbraccio

- Draco …-

Prendo il suo viso tra le mani e lo bacio sulle sue labbra che tante volte mi hanno insultata.

  
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