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Autore: FlyWithLeonetta__    20/10/2013    5 recensioni
Sulle note di Nuestro Camino, Violetta ricorda i momenti più belli passati con Leon, rimpiangendo di averlo sempre usato per i suoi scopi.
Non lo sente da mesi e forse lui si sarà già fatto una nuova vita con una nuova ragazza e questo lentamente la sta logorando dentro.
Deve affrontare una dura scelta ma per fortuna qualcuno le farà cambiare idea.
Dal racconto
"Lentamente fece scivolare la zip della sua minuscola borsa per aprirla, per poi tirar fuori un vecchio foglio spiegazzato, un testo di una canzone che ormai non riusciva a cantare da mesi per la troppa malinconia.
Quando si era accorta di amare Leon, ci aveva messo tutto il suo cuore per scrivere questa canzone"
This is Nuestro Camino ♥
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Violetta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Violetta era solitamente una ragazza sveglia, piena di talento e ben voluta da tutti coloro che la conoscevano.

Non sapeva cose fosse l’amore, per lei era una cosa irraggiungibile.

Circa due anni fa ritornò nella sua città natale dopo tanto tempo e il padre, dopo essere stato supplicato un mare di volte, le promise che si sarebbero stabiliti lì per sempre. La ragazza definiva la sua vita “un aeroporto al mese” perchè a causa dei continui spostamenti per il lavoro del padre, non poteva avere un vita sociale e stabilire rapporti d’amicizia duraturi e magari, trovare l’amore della sua vita.

La prima volta che atterrò sulla sua terra natale era entusiasta all’idea di vivere insieme a Olga, la collaboratrice nonché una figura molto importante per lei poiché sostituiva un po’ la mamma, venuta a mancare quando lei era molto piccola.

Poi c’era Roberto, il collaboratore del padre : per Violetta molte volte è stata un’ancora di salvezza poiché il padre le proibiva severamente di uscire di casa invece lui era molto più flessibile e l’aiutava con qualche bugia a fin di bene.

Una di queste bugie era di non far scoprire al padre che frequentasse lo Studio 21, una scuola di ballo e canto dove poteva esprimere le sue passioni.

Il padre era molto contrario poiché non accettava l’idea di avere la stessa carriera di sua mamma.

Maria, la mamma di Violetta, era morta a causa di un incidente stradale eppure German si ostinava a credere che era un segno del destino e che aveva sbagliato a scegliere la strada della fama e della musica.

Finalmente Violetta conobbe le sue prime amiche in quella scuola : le più importanti erano Francesca e Camilla che la appoggiavano sempre qualunque fossero le sue scelte, poi c’erano Lena e Nata, due timide sorelle che anche se non lo dimostravano molto, la volevano bene.

Purtroppo non sono sempre tutte rose e fiori : in quella scuola c’era anche una ragazza che cercava sempre di metterla in cattiva luce, una ragazza superba e cinica che non si faceva problemi e non aveva pietà con nessuno, soprattutto con chi cercava in tutti i modi di metterla in secondo piano.

Ludmilla, così si chiama questa ragazza, si sentì impotente quando Violetta varcò le porte dello Studio. Dopo tanti anni qualcuno aveva osato contraddirla e non poteva accettare di non essere più la Supernova.

In tutti i modi cercò di distruggere quella Violetta, ma dopo poco lei ritornava sul campo di battaglia più forte di prima, grazie alle sue amiche che la aiutavano sempre e anche grazie a due ragazzi.

Due ragazzi molto importanti.

Uno di questi era Thomas : Violetta soffriva sempre per lui poiché non ricambiava il suo amore, era troppo attirato dalla bellezza di Ludmilla ma nonostante ciò la difendeva anche contro lei.

E poi Leon : un ragazzo all’apparenza pieno di se, ma dentro si sentiva vuoto.

Vuoto perchè per tanti anni era stato al fianco di Ludmilla e a causa sua non poteva essere felice poiché gli venivano proibiti tutti i divertimenti . Mentre gli amici se la spassavano lui doveva aiutare Ludmilla a fare shopping, doveva scrivere canzoni e suonare alla sua amatissima tastiera. Lui era l’alunno perfetto, a costo di eseguire una melodia alla perfezione restava ore chiuso in casa. Era un alunno testardo e fino all’arrivo di Violetta la sua vera ragione di vita era solo la musica.

Violetta contagiò anche lui con il suo splendido sorriso e con la sua voce angelica e lo fece innamorare per la prima volta.

Leon pensava di essere innamorato di Ludmilla, ma quando era con Violetta provava una emozione che lo rendeva stranamente timido.

Tutto il contrario di lui : un ragazzo forte, a volte malvagio e sfrontato.

Violetta lo cambiò totalmente e in qualche mese il Leon che si atteggiava come un superiore era completamente scomparso. Era diventato dolce e buono, forse anche troppo. A causa delle numerose delusioni che gli procurava Violetta, era anche diventato sensibile e possessivo.

Dopo due anni che ormai era stabilita lì, Violetta ormai si poteva definire una ragazza adolescente e non una principessa in gabbia.

Il padre voleva tenerla rinchiusa in casa per non farle provare quelle brutte sensazioni che anche lui aveva sperimentato sulla propria pelle : delusione e paura.

Violetta fece la sua scelta e dovette pagarne le conseguenze.

Ora si trovava al parco e fissava il sole che si levava alto nel cielo e fissava l’oceano con le lacrime agli occhi.

Erano mesi che si era accorta per la prima volta di provare un sentimento più forte dell’amicizia nei confronti di Leon ma se ne era resa conto troppo tardi, da quando Thomas era partito per la Spagna e l’aveva lasciata senza una ragione.

Forse Leon era riuscito a coronare il suo sogno d’amore con un’altra ragazza e il pensiero che non sarebbe stata lei la stava lentamente logorando dentro.

Piangere disperatamente per una delusione d’amore era troppo?

Non troppo quando scoprì che era incinta di Leon.

Questa notizia l’aveva scioccata ma poteva immaginarlo, poiché per colmare il vuoto d’amore di Thomas approfittava dell’anima vulnerabile di Leon.

Accarezzò piano il suo grembo, purtroppo non aveva altra scelta se non abortire.

Camminò barcollando vicino ad una panchina e pianse nervosamente per qualche minuto fino a quando le lacrime si esaurirono.

Lentamente fece scivolare la zip della sua minuscola borsa per aprirla, per poi tirar fuori un vecchio foglio spiegazzato, un testo di una canzone che ormai non riusciva a cantare da mesi per la troppa malinconia.

Quando si era accorta di amare Leon, ci aveva messo tutto il suo cuore per scrivere questa canzone.

 

_________________

 

Tanto tiempo caminando

junto a tì

Aun recuerdo el dìa

en que te conoci

 

Violetta camminava sul marciapiede guardandosi ripetutamente intorno, per scorgere occhi indiscreti.

Era la prima volta che camminava da sola nella sua città natale e aveva la tremenda paura di perdersi.

Passò velocemente la via ma si fermò in mezzo a essa alla vista di un’auto nera parcheggiata là vicino, nella quale sedeva la sua matrigna che non si era accorta minimamente della ragazza, troppo impegnata a limarsi le unghie.

Violetta sentì un rombo di moto e alcuni fischi così si voltò e rendendosi conto di essere ancora in mezzo alla strada sbarrò gli occhi e iniziò a tremare.

Non aveva la forza di spostarsi e di lì a poco qualcuno l’avrebbe investita.

Qualcuno le afferrò il braccio fino a sollevarla in aria portandola di corsa sul marciapiede.

Sentì un respiro affannato e aprì gli occhi ritrovandosi puntati addosso due pupille di un color verde smeraldo.

Per rompere il ghiaccio, Violetta tossì e sorrise nervosamente.

“Stai bene?” pronunciò il ragazzo guardandola con aria preoccupata.

“S-si. Grazie” disse senza scomporsi Violetta per poi fare dietro front.

Il ragazzo la fermò nuovamente “Io sono Leon” disse mostrando un debole sorriso.

“Violetta” disse lei stringendogli la mano.

“Allora…ci vediamo” disse grattandosi il capo confuso Leon.

Lei abbozzò un sorriso annuendo e si allontanò piano.

 

 

El amor en mi nacio

Tu sonrisa me enseno

Tras las nubes siempre

va a estar el sol

 

Violetta corse piangente fuori dalla scuola, dopo l’ennesima figuraccia che le aveva procurato la sua acerrima nemica, Ludmilla.

Si sedette con le mani sul volto in un bar non molto distante dalla scuola.

“Violetta” sentì una voce soave.

Poteva distinguere quella voce tra mille.

Leon.

“Cosa succede?” disse prendendole le mani e notando il suo volto paonazzo.

Intuendo il motivo, Leon si sedette non scomponendosi.

“Domani gliela faremo pagare, ti va?” chiese Leon sorridendo.

Violetta annuì confusa sorridendo.

“Mi piace quando sorridi” affermò il ragazzo accarezzandole una guancia.

“Vuoi vedermi sempre sorridere?” chiese Violetta guardandolo negli occhi.

“Certo” disse Leon.

“Allora stai qui con me, e non lasciarmi” concluse la ragazza.

 

 

Te confieso que sin

ti no se seguir.

Luz en el camino tu eres para mi

Desde que mi alma te vio.

Tu dulsura me envolvio

Si estoy contigo se detiene el reloj

 

Lo sentimos los dos

El corazon nos hablo

Y al ido suave nos susurro

 

 

“Eccoci qui” disse Leon togliendo le sue mani dagli occhi di Violetta.

“E’…spendido!Dove siamo?” chiese curiosamente la ragazza.

“E’ il nostro posto segreto da oggi” affermò Leon.

Violetta divenne completamente rossa a quell’affermazione.

“Leon…è tutto perfetto qui : l’atmosfera, il paesaggio…” disse la ragazza per poi continuare ma fu azzittita da Leon.

“Manca solo una cosa, ma promettimi di chiudere gli occhi” disse lui.

Violetta chiuse confusa gli occhi e lui si avvicinò dolcemente per poi baciarla a fior di labbra.

 

 

Quiero mirarte

Quiero sonarte

Vivir contigo cada instante

Quiero abrazarte

Quiero basarte

Quiero tenerte junto a mì

Pues amor es lo que siento

Eres todo para mi

 

Leon accompagnò Violetta a casa dopo una festa in maschera.

“Questa serata è stata magnifica” concluse Violetta stiracchiandosi una volta andata alla soglia di casa.

“Perchè c’eri tu” disse Leon guardandola amorevolmente.

Violetta, imbarazzata, lo attirò a se accarezzandogli la guancia.

“Forse non te l’ho mai detto, ma ti amo” disse lui.

Violetta si staccò bruscamente.

“Tu hai...io..” balbettò.

“Ho detto che ti amo, sono sicuro di questo” disse sorridendo.

Violetta abbassò lo sguardo e dopo qualche secondo rispose.

“Anche io..”

“Anche io cosa?” si accigliò il ragazzo.

“Anche io ti amo”

 

 

En tus ojos veo el mundo

de calor

En tus brazos descubri

yo el amor

Vera en mì ella lo mismo?

Querra el estar conmigo?

 

Dime que tu lates

por mi tambien

Lo semtimo lo dos

El corazon nos hablo

Y al oido suave

nos susurro

 

Leon era seduto su una panchina dello Studio, muoveva il piede nervosamente e batteva le mani sulle gambe.

Andres si avvicinò preoccupato.

“Amico, cosa ti prende?” chiese con una faccia preoccupata per poi sedersi.

“Niente Andres” disse Leon portandosi le mani al mento.

“Sono il tuo migliore amico e puoi dirmi tutto” disse dandogli una pacca sulla spalla.

“Oggi vorrei dichiararmi a Violetta, ma ho paura di non piacerle” sibilò Leon.

Andres lo guardò confuso.

“Ma come? Tu sei molto sicuro di te e non capisco come ora tu sia così nervoso e imbarazzato” concluse l’amico scioccato.

Da lontano Violetta camminava allegramente e Leon iniziò a fissarla incantanto.

“Abbiamo perso Leon, decisamente” affermò l’amico ridendo.

 

 

Quiero mirarte

Quiero sonarte

Vivir contigo cada instante

Quiero abrazarte

Quiero basarte

Quiero tenerte junto a mì

Pues amor es lo que siento

Eres todo para mi

 

_______________________________

 

Violetta concluse la canzone, ricordando quei bei momenti che non sarebbero mai più ritornati.

Sospirò profondamente continuando a guardare il mare che si infrangeva sugli scogli e il cinguettio di alcuni uccellini.

Si perse nei suoi pensieri, attuando addirittura un piano di fuga dalla casa.

Non poteva non rivelare al padre della decisione che stava per prendere e lui l’avrebbe presa molto male.

Abortire era una cosa difficile, ma quando sarebbe nato le avrebbe ricordato sempre Leon e il suo piano era di toglierselo dalla testa definitivamente.

Un rumore di passi la fece girare e vide un Leon sorridente fissarla per poi sedersi sulla panchina.

“Leon, cosa ci fai qui?” chiese Violetta scandalizzata alzandosi dalla panchina.

“Ho ascoltato la tua canzone, è molto bella” affermò Leon incrociando le braccia.

Violetta deglutì e lui avvertì la sua paura.

“L’hai composta per noi due, vero?” chiese lui prendendole timidamente la mani.

La ragazza annuì imbarazzata da quel contatto che non avveniva da mesi col proprio amato.

“Lo so che mi hai dimenticato, ma ci tengo a dirti che ti amo ancora” sibilò Leon.

Violetta alzò lo sguardo scandalizzata.

“Tu…mi ami?” sussurrò con la gola secca.

“Si, e amo anche questo” disse appoggiando la mano sul grembo di Violetta.

Come sapeva tutto?

“Tu lo sai” disse Violetta tremando come una foglia.

“Si e ti starò accanto, come ti ho promesso quel giorno” disse per poi avvicinarsi accarezzandole una guancia.

“Affronteremo tutto insieme, qualunque cosa accada” concluse per poi baciarla dolcemente.

  
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