Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: Dian Nefer    11/04/2008    1 recensioni
Anne, la giovane ritratta nel quadro “La cucitrice” di Mary Cassat, ha imparato a cucire la vita con il filo delle promesse. La trama tinta d'azzurro cielo e blu mare saprà confezionarle l'abito di una vera donna. Premessa: Questo racconto, puramente di fantasia, si ispira all'omonimo dipinto “La cucitrice” di Mary Cassat, e mi è stato commissionato da un'amica a scopo scolastico. Il testo è stato valutato con 9 dalla sua professoressa del liceo Classico del mio paese. XD (Ne vado molto fiera, non so se si era capito LOL) BUONA LETTURA.
Introduzione modificata per uso scorretto del tag b e per tag i non chiuso.
Charlie_2702, assistente admin
Genere: Romantico, Triste, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

LA CUCITRICE







Il signor Melburn sarebbe giunto a momenti.
Anne sistemò il suo nuovo abito grigio, con molta agitazione ed altrettanta meticolosità, lasciando scivolare le candide mani affusolate sull'ultimo bottoncino posto a sinistra, sul fondo del suo bustino.
Lo aveva cucito lei stessa e questo la rendeva fiera di sé. Ormai era in età da marito e saper cucire un bottone, significava per lei potersi occupare di qualcosa di più di quello che quel gesto effettivamente valeva.
Da quando aveva intrapreso il suo debutto in società, le parole della famiglia e l'osservare le persone più grandi attorno a lei, avevano sviluppato nella sua giovane mente, la convinzione che essere una buona moglie e madre di famiglia, fosse di vitale importanza per una donna.
Per questo motivo, voleva essere impeccabile nel presentarsi al signor Melburn; perchè lui potesse affermare quanto fosse graziosa e ordinata la figlia dei signori McVille.
Sperava che il signor Melburn potesse, un giorno, benedire il fidanzamento, che Anne da lungo tempo desiderava, tra lei e il figlio, Josh Melburn, colonnello della Marina Inglese.
Quando bussarono alla porta il signor McVille diede un occhiata veloce alla moglie e alla figlia, e l'attimo dopo lui stesso fece in modo che l'ospite entrasse in casa, lasciando che il maggiordomo si occupasse del suo soprabito.
Il signor Melburn si preoccupò immediatamente, dopo aver salutato tutti i membri della famiglia ed aver fatto altrettanto con il signor McVille, della salute della moglie; con la quale smise di discorrere solo per far notare ai genitori di Anne, quanto la giovane fosse cresciuta e maturata dall'ultima volta in cui aveva avuto occasione d'incontrarla.
Il fatto aveva alquanto compiaciuto il gioioso oggetto di conversazione, che vedeva aprire davanti a sé i bastioni del suo futuro in compagnia di Josh.
Dato che il radioso tempo primaverile lo permetteva, i signori McVille, Anne e il signor Melburn si recarono in giardino, dove, all'ombra di una secolare betulla, accompagnarono le chiacchere sulle avventure di Josh e quelle della gioventù dei due uomini, con un aromatico tea finalizzato a ristorare le loro corde vocali.
Giunto per l'ospite il tempo di congedarsi, Anne domandò ad egli, se fosse possibile che anche il resto della famiglia Melburn, in futuro, potesse recare loro visita.
Naturalmente accettarono tutti la proposta con un sorriso e la data dell'incontro fu subito fissata, ma con una clausola. Sarebbero stati i signori McVille a recarsi alla villa dei signori Melburn, in modo da pareggiare i conti.
Giunto il crepuscolo del dì successivo, Anne fissò ogni suo pensiero su d'una piccola lettera
recapitatale dal maggiordomo, il quale le aveva riferito, che il mittente fosse il giovane signor Melburn.
Mia dolce Anne,” recitava la sottile scrittura inclinata di Josh, “da molto tempo ormai le nostre famiglie si conoscono e da tempo trovo che tu sia uno splendido bocciolo, agli inizi della sua fioritura.” Le gote della giovane si tinsero per un istante di rosa.“I tuoi gesti a volte infantili m'inteneriscono, ma il tuo comportamento da donna riporta il mio pensiero a ciò che entrambi siamo in realtà. Quando sono al tuo fianco, mia Anne, mio delicato fiore, il mio cuore palpita al ritmo di marcia e respira il tuo profumo che risveglia in me le forze assopite d'un cavaliere, che tutto ciò di cui è in grado farebbe per ottenere dalla sua dama anche solo il più breve sguardo, il più piccolo, dolce sorriso.” Anne riflesse su quelle parole, leggendole come se fossero la più bella poesia mai letta. “Un'avventura fantastica ci attende subito dopo il passo che stiamo compiendo. Ma quest'impresa, non sarebbe per me la stessa, se al mio fianco non ci fossi tu, mia dama, mia Anne.” Il cuore della giovane prese a battere all'impazzata. Le lacrime velavano i suoi occhi e un sorriso gioioso illuminava il suo viso. “Ho intenzione di chiedere la tua candida mano ai tuo genitori, quando verrete a trovarci, mio bocciolo. Per allora, spero, tu avrai avuto tempo di riflettere su questa lettera e solo allora ti chiederò di sentenziare il tuo verdetto, mio angelo.
Sempre tuo devoto ed innamorato

Josh Melburn

Anne si alzò, raggiunse il suo letto e si sdraiò su di esso, stringendo in un pugno la stessa coperta che stava pian piano inumidendo con le proprie lacrime.
Quanto aveva spettato quel giorno? Quanti pensieri vi aveva speso? Quanto di quello che c'era scritto in quella lettera condivideva?
Decine, centinaia di domande si formularono nella sua mente, tanto che le fu difficile rispondere anche solo ad una di esse in quanto, quando tentava di farlo, subito un altro quesito si intrometteva nella soluzione. Così, dolcemente, si addormentò tra le lacrime e mille pensieri.
Il giorno dell'incontro tra le due famiglie, Anne indossava il suo abito grigio, quello a cui aveva ricucito il bottone mal confezionato dalla sarta.
Quello stesso bottone che aveva torturato per tutto il viaggio, dalla villa dei suoi genitori a quella dei signori Melburn.
Non aveva rivelato della lettera a nessuno dei suoi due compagni di viaggio e non aveva intenzione di farlo in carrozza. Perciò giunse alla villa Melburn con il timore della reazione dei suoi genitori e quella dei genitori di Josh.
A ricevere la famiglia McVille fu il giovane Josh, che condusse i tre nel parco, dove i signori Melburn li attendevano.
Si sedettero al tavolo del grazioso gazebo bianco che troneggiava sul paesaggio e lì senza dover attendere troppo venne posta ai genitori di Anne la fatidica domanda.
La signora McVille guardò raggiante la figlia, in attesa di una sua reazione; il signor McVille, dopo aver intuito l'assenso della consorte, fece altrettanto concedendo il permesso al ragazzo solo nel caso in cui, la dolce figlioletta avesse accettato la proposta.
Così, il ragazzo avanzò il suo quesito, inginocchiandosi davanti al suo bocciolo e guardandola negli occhi. Ad Anne balenò per un attimo l'idea di buttarsi tra la braccia del suo amato e ripetere quel “si” decine, centinaia di volte, ma quello che in realtà fece, fu quello di osservare spaesata i genitori di Josh, sicura che avrebbe trovato in loro una qualche nota di stupore o disappunto, mentre in realtà, inaspettatamente le sorridevano quasi divertiti.
Sollevata si alzò in piedi, prese tra le mani il viso di Josh e dopo aver sussurrato quel dolce e desiderato “si”, lo fece alzare. Insieme abbandonarono il gazebo e steso un telo sull'erba vi si sedettero sopra.
Il giovane fece notare ad Anne che il bottoncino infondo e a sinistra del suo busto era più grande degli altri, perciò le chiese se ci fosse un significato particolare in quella minuzia. Lei gli raccontò allora, di come, appena allacciato, quel bottone si fosse scucito, come lei lo avesse poi sostituito con le proprie mani, dopo averlo smarrito, con quello attuale.
Josh si mise composto, assunse un espressione seria e rivelò ad Anne che per qualche mese avrebbe dovuto recarsi in mare.
Per la giovane fu un amara sorpresa a cui non voler credere.
Josh estrasse dalla sua tasca un fazzoletto di seta color crema e le domandò se sapesse ricamare.
Anne, attonita, annuì; incapace ormai di parlare. Mentre le lacrime bussavano insistenti ai suoi occhi, trovò la forza di domandare cosa avrebbe potuto cambiare quella particolare abilità del cucito, nella situazione in cui si trovavano.
Josh le sorrise e con il fazzoletto le asciugò le lacrime. Le chiese di ricamare durante la sua assenza le iniziali dei loro nomi intrecciati da un filo blu e di conservare il morbido pezzo di stoffa fino al suo ritorno.
Copiose lacrime rigarono il volto della giovane donna che stringeva il fazzoletto tra le sue mani come un prezioso tesoro.
Josh racchiuse quella mano nella propria e la guardò negli occhi, promettendole di tornare, promettendole di tornare a riprendersi il suo tesoro, il simbolo del loro amore.
Fu così che la notizia della partenza di Josh per il lungo viaggio che lo aspettava fu promulgata ai signori McVille e ai signori Melburn. Tra lo stupore e la preoccupazione di tutti.
Il giorno successivo Anne si recò in giardino, si sedette su una seggiola e, quando lei sapeva che Josh si sarebbe dovuto imbarcare, puntò l'ago in un angolo del delicato fazzoletto color crema, iniziando a ricamare.


FINE


  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Dian Nefer