Storie originali > Fantasy
Ricorda la storia  |      
Autore: NotError    21/10/2013    2 recensioni
Mi sono sempre ricordato di te. Come potevo dimenticare la bambina che a quel tempo, mi aveva fatto catturare, dandomi ad un orribile museo, in un'orribile città?
Essere demoni è più difficile di quanto si possa pensare .
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Mi sono sempre ricordato di te. Come potevo dimenticare la bambina che a quel tempo, mi aveva fatto catturare, dandomi ad un orribile museo, in un'orribile città?

Essere demoni è più difficile di quanto si possa pensare .

 

Il mio nome è Gary e sono un demone del fuoco.

È da anni che sono rinchiuso in questa gabbia di vetro in questo museo demoniaco . Tutto colpa di quella bambina dai capelli castani e gli occhi blu, in cui ti potevi specchiare... era inevitabile che una come lei portasse guai .

A quel tempo ero un demone di soli 100 anni, che equivalgono a 5 negli anni umani, l'età di quella bambina . Mi ricorderò sempre di lei, quel giorno che mi trovò e mi chiese perché avessi i capelli di fuoco, come se fosse l'unica cosa strana e iniziò ad avvicinarsi allungando le braccia verso di me. Gli dissi solo di starmi lontano, che le avrei fatto del male se si fosse avvicinata di più . Lo avevo capito subito che era una piagnucolona, e così come quei due occhi blu sembravano il mare, si allagarono presto di lacrime rigandole il viso . Sentendo le grida della bambina, un uomo la venne a soccorrere, lo stesso uomo che è ora il direttore di quest'orribile museo e lo stesso che vedendomi, mi catturò. Non la perdonerò mai per questo. Non la perdonerò per non aver fatto nulla, per non aver pianto per me, infondo ero un bambino anche io .

Essere demoni è più difficile di quanto si possa pensare, soprattutto se si è una delle attrazioni del museo demoniaco più famoso al mondo . Infatti non sono l'unico demone qui.

Oggi è un Lunedì, credo. Sono quindi passati quasi 10 anni dal mio arrivo qui e la mia voglia di ritrovarla cresce di minuto in minuto. Possibile che credi ancora in una sua visita?.

L'orologio alla parete segna le 23.59, cinque secondi a Martedì. 55..56...57..58..59..mezzanotte!.

Rimasi qualche secondo fissando il vuoto, cercando di ricordare la foresta che mi era stata portata via... mi decisi a chiudere gli occhi ma dopo poco, sentii qualcosa che si muoveva, vuori dalla mia gabbia di vetro.

Una figura nell'ombra si mosse. Si spostava da parete a parete, avvicinandosi piano piano. Non ero spaventato, volevo solo sapere chi fosse lo spiritoso che gira per il museo a quest'ora.

  • Gary .. - si sentì lievemente – Gary..-

  • chi sei? - chiesi voltando la testa in tutte le direzioni

  • non ti ricordi di me? - in quel momento si accesero le luci, e io li vidi, gli stessi occhi blu mare .. e lo stesso viso di 10 anni fa che mi sorrideva, ormai cresciuto, ma uguale . Per un attimo pensai fosse un sogno.. Infondo, ha aspettato tanto prima di rivedermi, perché non aspettare ancora?

  • Non è divertente – dissi aspramente

  • sono passati 10 anni..Gary, numero 110 – continuò – pensavo che questo giorno non sarebbe mai arrivato -

  • di cosa parli?! - urlai seccato

  • è da 10 anni che speravo di farti le mie scuse .. -

  • scuse? -

  • è solo colpa mia se sei rinchiuso qui..- disse inginocchiandosi a capo chino

  • tu...- risposi tirando le catene che mi tenevano legato

  • tu sai chi sono, vero Gary?

  • Non dirlo nemmeno il mio nome! Farti viva adesso solo per delle scuse? Non me ne faccio niente! Dove sei stata in tutti questi anni?! -

  • non potevo venire qui! E non potrei nemmeno ora! Sono riuscita ad illudere la sorveglianza e mio padre .. il direttore del museo .. non sei nemmeno contento di vedermi?-

feci una pausa – sto aspettando -

  • cosa? - chiese

  • le tue scuse! - ormai era chiaro: eccola finalmente, di fronte a me, la bambina di cui mi ero sempre ricordato.

  • ti farò uscire di qui! - disse alzandosi trionfante

  • non sono delle scuse - risposi senza battere ciglio

  • si, per farmi perdonare ti farò uscire di qui! - appoggiò le mani nella mia gabbia di vetro, più radiosa che mai e di nuovo, vidi quel mare che mi era mancato tanto... - te lo prometto: io, Aida de la Mandre, prometto a Gary, numero 110 sezione D, di liberarlo da questo museo e riportarlo alla sua libertà! -

  • ma smettila -

  • dico sul serio! - continuò felice – ti farò uscire questa notte! -

  • lasciami in pace – risposi . Lo sapevo, cercava di farsi perdonare raccontandomi fantasie, non è possibile uscire da questo schifo. Il motivo? Siamo sospesi nel cielo . Questo museo è sospeso nel cielo. - lo sai meglio di me che è impossibile; vattene - .

  • no – disse trafugando nella tasca della sua giacca, poi mi mostrò delle chiavi, le chiavi della mia gabbia con il mio numero: 110. - ora sei contento? -

la infilò nella serratura della mia gabbia di vetro, la aprì ed entrata mi liberò lentamente dalle manette e sentii un'ondata di aria fresca invadermi da parte a parte e finalmente potevo massaggiarmi i polsi e rivedere le mie stesse mani, per anni legate dietro la schiena. Non ci credevo ancora.

  • e ora? - chiesi

  • finalmente ti fidi. Vieni con me. - mi fece cenno di seguirla e si avviò verso un lungo e stretto corridoio, che non avevo mai visto, dove a ogni metro, nel muro, erano incastonate altre gabbie di vetro e altri demoni

  • fai silenzio – mi disse – se li svegli e vedono che un demone vaga senza manette, cominceranno ad agitarsi, e sai cosa succede se fanno baccano? -

  • lo so – sussurrai . Non mi sembrava ancora vero che fosse lei .

  • cosa? - chiese senza voltarsi

  • niente – ritornai in me. Se avrei avuto fortuna, la stessa che mi aveva abbandonato per 10 anni, sarei uscito da questo museo volante e ritornato nella mia vecchia foresta: che nostalgia...

eccoci dunque ad una piccola porta bianca, dal pomello in oro. Aida si fermò .

  • allora? Non proseguiamo? - le chiesi dopo un po'. Lei fece un sospiro profondo, e aprì la porta, e allora capii perché si fosse fermata. Aperta la porta, il pavimento non c'era più, ma un'immensa distesa di nuvole che dopo qualche minuto, si dissolsero lasciandoci vedere la Terra, il pianeta Terra. Vidi i grattacieli, le case, le piazze, le città! Mi invase una sensazione meravigliosa, mai provata prima!. Il giorno che avevo aspettato tanto, dopo la sua visita, era finalmente arrivato! . Ma poi sentimmo dei passi pesati venire verso di noi e poi le parole di Aida – Gary, è stato bello rivederti, è ora di ridarti alla tua libertà, mi dispiace tanto per 10 anni fa.. - i passi si facevano sempre più vicini – mi sono sempre ricordata di te, spero atterrerai sul morbido! - dettomi queste ultime parole, mi spinse fuori, e io caddi nel vuoto, mentre vedevo gli agenti della sorveglianza portarla via … . Dopo pochi secondi atterrai .

Ero in un prato gigantesco, c'erano alberi, vidi il sole, sentii il vento scuotermi le fiammelle sui capelli … e finalmente potevo mangiare qualcosa di decente..!

Era comunque orribile che ora nei guai ci fosse andata lei per liberarmi, infondo, dovevo cavarmela da solo..

Cominciai a vagare in cerchio, pensando a cosa fare.. alzando lo sguardo, vidi l'isola galleggiante del museo, alla finestra c'era lei che mi salutava. Improvvisamente cominciai a correre, non potevo rimanere con questo peso per altri 10, 100, o 1000 anni!. Quello deve essere fatto va fatto!.

Correndo, la rividi alla finestra, che mi indicava chiaramente di smetterla e di andarmene, così, per farle un dispetto, corsi più velocemente e arrivato su un pendio, lanciai un sasso che avevo reso incandescente, lo misi sul mio capo e come in un vulcano, la roccia venne catapultata fino a raggiungere una delle ampie finestre del museo, così avevo qualcosa per qui scusarmi .

  • ma cosa combini ??? - sentii appena

  • devi uscire da quello schifo! - le urlai

  • non dire cose senza senso, perché dovrei farlo?! -

  • perché devo farti le mie scuse per la finestra rotta! -

  • non lo faresti comunque! Io non posso uscire, se mi lancio muoio! - mi rispose stringendosi i pugni

  • non si ferma mai l'isola?! -

  • si che si ferma, come farebbero altrimenti a salire quelli che vogliono visitare il museo?! - mi disse seccata – ma lascia perdere, so cosa pensi, ma sappi che non mi è consentito fuggire mentre salgono i turisti! -

  • non mi è consentito?? vuoi abbandonare l'idea di fuggire da quello schifo solo perché non ti è consentito? Anche venire da me non ti era permesso, ma sei comunque venuta! -

  • è stata un'eccezione! - mi urlò lei

  • Libera tutti! -

  • cosa? -

  • libera tutti gli altri demoni rinchiusi! -

  • ma tu sei pazzo! - mi disse, poi un uomo le venne vicino, il direttore credo, non lo vedevo bene. Le diede una cosa e mi indicò con il dito senza parlarle. La vidi annuire, e puntarmi quella maledetta pistola contro e senza alcuna esitazione, sparò. Prese le mie fiammelle, fortunatamente, era chiaro che non ci sarebbe mai riuscita a spararmi, ma ero incredulo comunque. . Cosa fai?!- urlai adirato

  • ti tolgo di mezzo, prima che lo facciano il corpo speciale del museo! -

  • il direttore deve averti fatto il lavaggio del cervello! -

  • non è così! - mi disse, e vidi l'uomo allontanarsi – sei un demone, un pericolo pubblico, non posso permettere che la fama di questo grande museo venga infangata per la tua fuga! -

  • io non uccido! -

  • non posso rischiare! Ti rendi conto a che pericolo andrei incontro se quello che mi dici è falso e ti lasciassi in libertà?!- continuò imperterrita

  • sono un demone del fuoco, non un cannibale! -

  • non posso rischiare ho detto! - e sparò nuovamente invano – accidenti! -

  • non mi dai altra scelta! - cominciai a lanciare rocce incandescenti, mettendole sopra le fiammelle, che colpirono tutte il museo, provocando enormi solchi da tutte le parti -

  • smettila subito! - urlò disperata

continuai, cercando di farle capire, che avrei fatto di tutto per distruggere quello schifo di museo .

  • distruggerò tutto quello che ho odiato per 10 anni, distruggerò te e tutti gli altri! - le dissi continuando a lanciare rocce incandescenti una dopo l'altra.

  • Smettila! Non distruggere più! Non ti sparerò ma tu smettila, ti prego! - mi supplicò lei, e vedendo riapparire quel mare che le aveva rigato il viso anche 10 anni fa, smisi e tacqui .

  • Ci tengo molto..- continuò lei singhiozzando – ci tengo tantissimo a questo museo, so che tu non puoi capirlo, perché ne sei stato rinchiuso, ma per me ha un grande valore. Non mi sono mai dimenticata di te, ti ho sempre cercato negli archivi e quando ho riconosciuto il tuo volto, mi sono ripromessa di venirti a fare le mie scuse - fece una pausa – era orribile camminare per i corridoi e vedere tutti i giorni, quegli strani esseri che ti lanciavano occhiate atroci, offese irripetibili, e tantissimo dolore.. -

  • e allora perché quel postaccio ha tanto valore per te? -

  • perché voglio proteggere gli umani sulla Terra! Voi demoni siete un pericolo pubblico, se liberassi tutti quelli rinchiusi qui, scoppierebbe una grande guerra tra umani e demoni, che si concluderebbe in un massacro, questo non è solo un museo, è anche una prigione per i demoni pericolosi, sono costate molte vite catturarli così tanti.. -

  • ma io non ero pericoloso! -

  • mi prendi in giro?! Sei ai primi posti tra i demoni più pericolosi al mondo! Un demone del fuoco e della lava! Potresti fare catastrofi anche con delle rocce! E tu non saresti pericoloso?! - sospirò – non dovrei farlo, ma ti lascerò in libertà, mi fido, non farmici ripensare! - detto questo se ne andò .

    Rimasi a riflettere e a chiedermi come poteva essere successo davvero, la stessa che mi aveva liberato, aveva cercato di uccidermi .

  • Aspetta! - le urlai – allora per quale motivo mi hai liberato ?-

  • è ovvio – disse ritornando alla finestra– per il senso di colpa. Volevo che almeno per un ultima volta, risentissi il piacere di poter correre, sentire l'erba sotto i piedi o nuotare nella tua lava … prima pensavo di liberarti definitivamente, ma saresti un pericolo .

  • Allora grazie -

  • di cosa? -

  • di avermi liberato, ma ti darò dei grandi grattacapi, non ti lascerò ad annoiarti! -

  • in che senso? -

  • farò catastrofi – dissi orgoglioso, incrociando le braccia

  • non provarci nemmeno! -

ero soddisfatto di quello che avevo concluso, di essere in libertà e di voler combinare guai, l'ho odiata per tutto quello che mi ha detto, ma aveva le sue ragioni, in un certo senso, è proprio vero che siamo un pericolo pubblico, ma non decidiamo noi di nascere così!.

Ho continuato a scappare con le urla di Aida dietro, che mi diceva di non fare nulla di cui mi sarei pentito,che sciocchezza! .

  • io erediterò questo museo! Non puoi farmi questo! - continuava invano

  • si che posso farlo, tutto grazie a te! Sentirai ancora parlare di me! -

  • smettila, lo sai che dopo ti verrei a cercare e ti rinchiuderei di nuovo in quella gabbia di vetro! -

  • allora – iniziai – promettimi che non farai catturare altri demoni, altrimenti, causerò catastrofi così enormi, che serviranno millenni prima che riusciate a rimettere tutto come era prima -

  • te lo giuro! Basta che tu non commetta sciocchezze! -

    le sorrisi soddisfatto, non potevo permettere che altri demoni venissero catturati, mi sarei assicurato personalmente di quanto lei mi avesse detto, non potevo rischiare che pensasse di essersi liberata di me .

Dopo quella conversazione, me ne ritornai al mio vecchio vulcano, per fortuna, almeno la mia casa non aveva subito trasformazioni, se non di nuovi arbusti. Per un attimo chiusi gli occhi per sentire i rumori di cui ero stato privato per 10 anni e ripensai al fatto che non potessi fare nulla per liberare gli altri demoni, era chiaro. Se avessi distrutto il museo con la lava, sarebbero morti tutti, compresi loro .. .

ritornai nel vecchio pendio e rividi il museo che accoglieva turisti. Mi misi a fissarli uno per uno, quegli umani, mi sono sempre chiesto come facessero a divertirsi vedendo dei demoni rinchiusi, non riderebbero se ci vedessero senza manette .. continuai a fissarli, sperando che qualcuno mi notasse e scappasse intimorito dalla mia presenza, dalla mia lava che mi ribolliva nei capelli …

scesi dal pendio per vederli meglio, e la vidi, di nuovo la stessa che quella stessa notte, ormai scomparsa da ore, mi aveva liberato .

  • cosa ci fai qui? -

  • volevo risentire l'erba sotto i piedi e tutto il resto – mi disse in tono da sognatrice

  • in che senso ? -

  • non te lo ho detto, ma da quando per colpa mia sei stato catturato, non sono voluta più uscire, almeno fin quando non ti avessi liberato .. infondo, tu, quel giorno di dieci anni fa, avevi solo cercato di proteggermi dalla tua lava -

  • lascia stare, non dovevi aspettare tanto –

  • qualche volta, posso venirti a trovare,tanto il museo nel cielo vaga sempre in questa zona -.

mi sentivo meglio, non era la stessa Aida che aveva cercato di uccidermi o la stessa che aveva pianto per quel posto dove ogni giorno soffrono centinaia di demoni ..

Tutto era accaduto in un solo giorno, che mi sembrava invece un eternità, la sua visita,la mia liberazione, la mia fuga, il nostro ritrovo..

  • si, per me va bene – le dissi

  • perfetto. Allora ritorno al mio museo tranquilla – mi salutò raggiante .

    Il grande conflitto tra demoni e umani non avrà mai termine, perché entrambi vogliono avere il controllo sull'altro, quindi, non mi aspetto nessuna nuova liberazione da parte di quel museo o un cambio di opinione da chi lo dirige. Spero che mi stia sbagliando.

    Ritornai al mio vulcano, ma prima di rientrarci e ricominciare una nuova vita, volli vedere se anche il luogo dove ero stato catturato fosse rimasto lo stesso . Non mi ci volle molto e arrivato, mi invase una sensazione di malinconia, pensando che se, 10 anni prima fossi scappato, la sua prigionia al museo non sarebbe mai avvenuta... era rimasto anch'esso identico, la stessa casetta e lo stesso grande spazio aperto.. mi riavviai al mio vulcano quando vidi, qualcosa scritto sulla vecchia casetta di Aida.. mi avvicinai piano e lessi la piccola frase :

    mi chiamo Aida, ho 5 anni e oggi un mio amico è stato preso dal mio papà per colpa mia, mi dispiace tanto, tra 10 anni, verrò da te! .

Non mi sono mai dimenticato di te, ora ho la conferma che anche per lei è stato lo stesso, anche se per Aida solo per i sensi di colpa e io per rabbia . Mi girai per rivedere il museo e mi accorsi che erano già tutti al lavoro per ripararlo dalle mie rocce incandescenti, mentre rigirandomi verso la vecchia casetta, la immaginavo scrivere quella piccola frase i suoi occhi blu mare che le lacrimavano... ripensandoci, mi veniva da ridere, quindi presi un sasso e incisi su quella stessa casa la frase così, giusto per divertimento:

grazie per esserti ricordata di me, piccola Aida

poi mi allontanai verso il mio vulcano dove ritrovato un mio vecchio solco, lo riempii di lava e vi entrai, come ai vecchi tempi e organizzai le mie nuove eruzioni .

il giorno dopo, con mia grande sorpresa, ne trovai una breve risposta :

non ci è di che .

 

 

NOTA : Ho ingaggiato una sfida con valevale00, se vi è piaciuta la mia storia, vi chiedo di commentarla in modo che possa vincere, grazie in anticipo.

 

 

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: NotError