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Autore: Moonshine Quinn    21/10/2013    3 recensioni
Tratto dalla storia :"Sono fuori da ormai mezz'ora e, anche se è buio, decido che è meglio se corro a cercarla, prima che sia troppo tardi, così torno al dormitorio e, in silenzio e di nascosto, prendo una pila, lo skateboard e la giacca, per poi dirigermi verso il bosco. Non è molto distante dalla casa discografica, una mezz'ora a piedi circa, ma con lo skate dovrei arrivarci prima."
Spero che ciò possa avervi incuriosito :3 Chissà se accorrerete in tanti, per il momento vi auguro... Buona lettura!
Genere: Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sorpresa, Zelo
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ti vendicherò!

 

Sbatto la porta d'entrata e mi avvio lungo la via che costeggia le case di mattoni e cemento armato che compongono il quartiere in cui c'è la TS Entertainment, la casa discografica in cui lavoro e dove ormai vivo.

Questa non ci voleva. Tra tutte le disgrazie al mondo che possono esistere, proprio a me doveva capitare? O meglio, proprio a Moonshine? La mia migliore amica, l'unica ragazza a qui abbia mai tenuto più di chiunque altro, l'unica di cui mi fido ciecamente e a cui racconto tutto! No, deve esserci stato un enorme errore, una falsa pista, una falsa testimonianza, un... un qualcosa! Magari è solo scomparsa perché è scappata di casa, e ora sta sicuramente vagando per Seoul alla ricerca di un posto in cui passare la notte. Lo sanno tutti che nella sua famiglia le cose non vanno per niente bene, e che da tempo vuole trovare un altro posto in cui andare, ma perché scappare così, senza avvisare nessuno? Senza nemmeno avvertire me, che sono una delle ultime persone che le sono rimaste! Sa benissimo che al dormitorio la posso ospitare, che può benissimo contare su di me per qualsiasi cosa! I fondi non mi mancano, ho solo il problema della maggiore età, ma a quello posso rimediare. Ma no, lei è una testarda, ha una testa di marmo, e quando decide di fare una cosa, più nessuno la distogliere dalla sua decisione, poi ha un altro difetto... non vuole pesare a nessuno, e preferisce fare le cose da sola, senza aiuti, e ciò potrebbe averle causato un problema non indifferente e, temo, quasi fatale.

Stringo i pugni e me li ficco in tasca, per ripararli dalla gelida aria autunnale di Seoul. Nella fratta di uscire mi sono dimenticato di prendere la giacca, e ora che sono fuori in maniche corte me ne pento amaramente.

Mi mordo il labbro inferiore, continuando a camminare e pensando dove diavolo possa essere andata a cacciarsi in una notte così, ma l'unico posto che mi viene in mente è il bosco, siccome quella è l'unica parte di Seoul che entrambi conosciamo bene. Ci andavamo ogni estate, li passavamo nottate e giornate intere, ad allenarci con il tiro con l'arco o a sfogarci. Era il nostro piccolo posto segreto, ma purtroppo da quando ho cominciato ad esibirmi e a cantare, il tempo libero si è ridotto a poco meno di una decina di minuti al giorno, che adopero per sentire la mia famiglia o lei per telefono. Bene, allora, nel bosco... ma nel bosco dove? Dove può andare una ragazza di 18 anni in un bosco a quest'ora? Mi sforzo al massimo, ma proprio non mi viene in mente nessun altro posto che non sia... ma certo! La nostra casa sull'albero! L'avevamo costruita alla fine delle elementari, e da quello che ricordo è ancora in buono stato. Beh, avevamo scelto un posto piuttosto riparato e abbastanza in alto, oltretutto difficile da individuare se non conosci bene il bosco. Tanto vale cominciare a cercarla da li. La polizia sicuramente non si muoverà molto in fretta, e nemmeno in modo abbastanza approfondito, siccome il sergente ha definito la sua fuga “Una scappatella adolescenziale”. Era venuto al dormitorio, sapendo che Moonshine è una grande amica mia e del gruppo in cui canto, i B.A.P, e sperava di trovarla li, ma la notizia a sconvolto sia me che i miei compagni. Naturalmente, essendo il più giovane, il poliziotto mi ha subito preso di mira, chiedendomi se davvero non ne sapessi niente o se non l'avevo per caso aiutata a scappare, ma vedendo la mia reazione, evidentemente aveva capito che di tutto ciò ne sapevo quanto prima.

Sono fuori da ormai mezz'ora e, anche se è buio, decido che è meglio se corro a cercarla, prima che sia troppo tardi, così torno al dormitorio e, in silenzio e di nascosto, prendo una pila, lo skateboard e la giacca, per poi dirigermi verso il bosco. Non è molto distante dalla casa discografica, una mezz'ora a piedi circa, ma con lo skate dovrei arrivarci prima.

Prendo la rincorsa e sfreccio il più velocemente possibile lungo le strade, che ormai sono quasi deserte, arrivando quasi allo sfinimento muscolare e psicologico. Avrei potuto domandare a Yong Gook di accompagnarmi in auto, ma mi avrebbe certamente risposto che avrei dovuto lasciar fare il lavoro del detective a chi ha studiato questo mestiere, ma sono troppo in ansia, e non posso aspettare. Se... se le dovesse succedere qualcosa di male non me lo perdonerei mai!

Finalmente arrivo davanti al bosco, così scendo dalla tavola e la nascondo in un cespuglio, per poi prendere la pila ed addentrarmi nella fitta boscaglia. Ho il cuore che batte a mille e il fiato corto dal tanto sono spaventato e preoccupato, e il fatto che le fronde degli alberi siano talmente fitte da non far passare nemmeno un raggio di luna non gioca a mio favore.

Faccio mente locale, cercando di focalizzare il punto in cui mi trovo e quello in cui si trova la casa, ma non riconoscendo la mia posizione esatta, fatico a procedere, e temo in continuazione di sbagliare direzione quando, come una manna dal cielo, individuo una linea rossa su un tronco. Evvai! È la direzione esatta! Quelle linee le ho disegnate io stesso nel caso una volta mi fossi perso. Moonshine diceva che erano inutili, siccome il bosco lo conoscevo come le mie tasche, ma a quanto pare si sbagliava. Adesso quelle linee mi sono di grande aiuto! Ci sono di grande aiuto.

Puntando la pila sui vari tronchi, procedo spedito, purtroppo, non puntando la pila a terra, inciampo un po' di volte, facendomi male, ma procedo ugualmente.

Dopo aver svoltato l'ultimo angolo, trovo l'enorme albero con la scala a pioli fatta con piccoli rami, ormai quasi secchi, perciò devo salire arrampicandomi con la corda. Non sono mai stato un grande arrampicatore, ma l'adrenalina che ho in corpo in questo momento mi toglie gran parte della fatica, dandomi energie da vendere. Infilo la torcia in tasca e mi arrampico sul per la corda, fino a raggiungere l'entrata della casa. Ho le braccia doloranti, ma le ignoro, riprendendo la pila e puntandola contro il pavimento, le pareti, perfino contro il soffitto, ma le uniche cose che trovo sono disegni, frecce, ragnatele e foglie secche.

Moonshine, dove sei?

Leggermente abbattuto, scendo dall'albero e mi dirigo nuovamente verso la strada. Stringo i pugni e mi avvio. Purtroppo non avevo messo in calcolo che di fronte a me ci fosse il laghetto, la benedizione estiva, così ci vado a finire direttamente dentro con una gamba, bagnandomi fino al ginocchio. D'istinto mollo la pila, che cade nell'acqua e, ovviamente, si spegne. Ci mancava anche questa! Inoltre il terreno fangoso mi impedisce di muovermi liberamente e, ormai, la mia scarpa è di almeno dieci centimetri dentro di esso. Faccio presa con il piede libero, poggiandolo sulla riva, ma con il solo risultato di scivolare e cadere totalmente in acqua. Annaspo e mi rialzo di scatto, aggrappandomi alla prima cosa che mi capita sotto mano. In principio non ci faccio troppo caso, pensando solamente a tirarmi fuori da quella melma, ma appena realizzo che ciò che la mia mano sta reggendo è viscido, bagnato, freddo e poco stabile, lancio un urlo e corro fuori dall'acqua. C-Che diavolo ho toccato?!

La pila non ce l'ho più... devo solo sperare che l'iPhone sia ancora funzionante, o rischio di non uscire più da questo posto. Mi frugo nelle tasche dei pantaloni ma niente, così infilo una mano nella tasca destra della giacca, e ne estraggo un oggetto freddo e metallico. Trovato! Schiaccio il pulsante in cima e noto, con grande piacere e soddisfazione, che ancora funziona. Qualcuno lassù si è ricordato di me!

Attivo il video con il flash e illumino il laghetto... sbianco.

Faccio un passo indietro, trattenendo appena un urlo e scuoto il capo, portandomi una mano alla bocca. Sulla superficie dell'acqua sta galleggiando un... un corpo... Prendo un ramo abbastanza lungo e, in qualche modo, tolgo i capelli dal viso dello sfortunato...

N-No! Non è possibile...

«NOOOO!» urlo. Mi rigetto in acqua e prendo il corpo della mia migliore amica, trascinandolo sulla riva e girandolo, in modo da vederla in viso. Ha le labbra viola, gli occhi chiusi ed è talmente fredda che un blocco di ghiaccio a confronto può sembrare caldo. Scuoto insistentemente il capo e la scrollo, sperando che non sia morta davvero ma è tutto inutile. Moonshine è morta. Ma come... come può essere successo? Non è possibile che sia caduta dalla casa, è troppo in la rispetto al laghetto... magari è inciampata e l'improvviso impatto con il freddo deve averle fatto perdere i sensi.

In preda al panico, illumino la via con il telefono e corro fuori dal bosco, recuperando lo skateboard nel cespuglio e riprendo a correre a perdifiato ma non verso casa, bensì verso la centrale di polizia. Butto uno sguardo veloce al telefono, giusto per vedere l'ora, e mi sorprendo nel vedere che sono le undici passate. Non importa, devo arrivare alla polizia il più in fretta possibile, devo avvisare qualcuno!

Dopo l'ennesima corsa, ecco che mi ritrovo davanti alla centrale, intento a schiacciare ripetutamente il campanello e ad urlare «Aiuto! Vi prego, aiutatemi!»

Finalmente un poliziotto risponde al citofono e mi dice «Che c'è? Non hai nulla di meglio da fare che prenderti gioco delle autorità?»

Orami con le lacrime agli occhi e la voce sempre più roca, rispondo «N-No! Voi non capite, ho bisogno d'aiuto!»

Il poliziotto esita appena, per poi aprire la porta e farmi entrare. Abbandono lo skate sul pavimento e corro verso la porta della ricezione e, un attimo prima di bussare, un uomo sulla quarantina esce e mi guarda da cima a fondo, con circospezione.

«Ragazzo, non mi sembra il clima adatto per farsi un bagno, nemmeno il modo di presentarsi alla polizia è il migliore»

Scuoto il capo e lo prendo per il bavero della giacca, continuando a piangere «No! Moonshine... Moonshine è morta!»

L'uomo inarca un sopracciglio e mi allontana appena «Capisco che una perdita può far male, ma noi cosa centriamo, scusa?»

«L-L'ho trovata nel laghetto che si trova nel bosco qui vicino! È... È fredda... era scomparsa... M-Moonshine...» sfinito, cado in ginocchio e mi piego su me stesso, piangendo a dirotto.

D'un tratto l'atteggiamento del poliziotto nei miei confronti cambia radicalmente e mi prende per un braccio, aiutandomi delicatamente a rialzarmi. Mi poggia una mano sulla spalla e mi fa sedere su una sedia, per poi prendere taccuino e penna e chiedermi «Come ti chiami ragazzo?»

Deglutisco e, tra i singhiozzi, rispondo «Choi Jun Hong»

«Quanti anni hai?»

«N-Ne ho 18»

L'uomo annuisce e, dopo essersi marcato le informazioni, prende il telefono e compone un numero, dicendomi che sarei stato accompagnato a casa da un suo collega. L'indomani sarei dovuto tornare, ma ora dovevo fare una doccia e riposare, siccome secondo lui ne ho bisogno. Ma come faccio a riposare se la mia migliore amica è morta? Come faccio a stare tranquillo sotto le coperte se so che la ragazza che... a cui tengo di più è ormai in un posto migliore?!

Sospiro e, dopo essermi alzato, seguo il poliziotto che mi accompagna ai parcheggi, dove c'è una macchina ad attenderci. Il poliziotto mi presenta velocemente al collega e mi fa dare le indicazioni necessarie per arrivare al dormitorio, in modo che possa accompagnarmi senza problemi a destinazione.

Dopo una ventina di minuti, il poliziotto mi avvisa che siamo arrivati a destinazione, ma io ora mi sento più morto che vivo, devo anche avere un aspetto cadaverico, siccome l'uomo sembra essersi sorpreso di vedermi aprire la portiera e uscire, ringraziandolo. Come uno zombie, mi avvio verso la porta del dormitorio, reggendo lo skateboard sottobraccio e frugandomi nelle tasche, alla ricerca delle chiavi. Dannazione, devo averle perse quando sono caduto nel laghetto. Indifferente a ciò, suono il campanello, sperando che YoungJae sia ancora sveglio, almeno lui, ma non ricevendo nessuna risposta, suono nuovamente. Ancora nulla. Sospiro e metto lo skate davanti alla porta, per poi girare lo stabile ed andare davanti alla nostra camera da letto. La finestra è chiusa, ma non è un problema, da quando sono qui, ho imparato ad aprirla anche da fuori. Prendo un piede di porco, attentamente nascosto sotto un cespuglio di gerani, ormai appassito, per poi far leva sulla parte inferiore della finestra ed aprirla. La alzo, per poi infilarmi dentro ed accendere la pila. DaeHyun dorme della grossa, mentre JongEop sta ascoltando musica, mentre sfoglia svogliatamente un libro. Lascio ricadere la giacca fradicia sul pavimento e mi dirigo verso il bagni, sempre più a pezzi, ma prima che io riesca ad aprire la porta, ecco che compare YongGuk, che si blocca e mi fissa preoccupato e arrabbiato.

«Dove sei stato?» comincia, freddo.

«Nel bosco» ribatto mormorando. Sono a pezzi, ho bisogno di una doccia, e non il terzo grado da parte tua, hyung*, siccome già me lo faranno domani.

«Nel bosco a quest'ora?! Lo sai che è un posto pericoloso e sopratutto che diavolo ci facevi nel bosco?»

«Cercavo Moonshine»

«Moonshine sta bene, è sicuramente solo scappata, vedrai che la polizia la troverà e verranno a dirti che è tutto risolto» dice, parlando come se la cosa interessasse solo me, come se lui con Moonshine non avesse niente a che fare.

Scuoto il capo e lo guardo, con le lacrime che mi scivolano lungo le guance infangate «Moonshine è morta»

Il leader sgrana gli occhi e mi guarda, cercando conferma delle mie parole nel mio sguardo.

«C-Che cosa?! E tu come lo sai?!»

«Perché sono stato io stesso a trovare il suo cadavere nel piccolo lago che c'è nel bosco» concludo, per poi scappare in bagno e chiudermi dentro a chiave. Non voglio spiegare niente a nessuno! Adesso ho solo bisogno di una doccia e di dormire, e possibilmente di un miracolo. Apro l'acqua e mi metto sotto il getto bollente, per poi insaponarmi, sciacquarmi ed uscire. Prendo il training dall'armadio, mi vesto, uscendo e correndo in camera, o meglio, andando a sbattere contro YongGuk.

«Che vuoi hyung?» chiedo, per poi alzare lo sguardo e notare che tutti e cinque i miei compagni mi stanno guardando con uno sguardo tra preoccupazione, sconforto e rabbia.

«Perché te ne sei andato senza dire niente?! Saremmo venuti con te!» esclama DaeHyun.

«Perché domani abbiamo da fare, basterò io malato, adesso se non vi spiace vorrei andare a dormire» liquido i miei compagni e corro in camera, fiondandomi nel letto e affondando il viso nel cuscino, per poi mettemri a piangere copiosamente. Da li a dieci minuti, dopo che i ragazzi hanno capito che tentare di parlarmi o consolarmi è totalmente inutile, mi addormento. Non l'avessi mai fatto... passo una notte tremenda, e mi alzo alle cinque del mattino sudato e con il cuore che batte a mille.

Tanto vale fare l'ennesima doccia e prepararsi, in fondo so benissimo che non dormirò più, perciò è inutile che io stia ancora a letto.

Mi alzo e, dopo aver acceso il telefono, mi dirigo verso il bagno, per poi chiudermi dentro e fare le mie cose. Una volta pulito, esco e vado in cucina, ma la fame manca, perciò mi limito a sedermi e a guardare nel vuoto. Rimango così per un'ora, con la mente che ripercorri i ricordi della notte passata, alla fine mi alzo e guardo l'orologio: le 6:30. L'orario in cui si alza YongGuk e, effettivamente, eccolo che arriva, già pronto, ma con ancora il viso assonnato.

«'Giorno maknae*» mi saluta, ma io mi limito ad un cenno con la mano, per poi andare verso la camera, ma YongGuk mi blocca, dicendomi di prepararmi, che fra dieci minuti saremmo partiti per andare alla polizia. Ora tutta la casa discografica sa certamente ogni cosa, e a me non resta fare altro che ascoltarli e rimanere buono al mio posto.

Vado all'entrata e prendo un paio di scarpe, una giacca e l'iPhone, per poi poggiarmi alla porta ed aspettare il mio amico e collega. Come promesso, ecco che dieci minuti dopo appare anche lui, pronto per partire, con già le scarpe e la giacca, e in mano le chiavi dell'auto.

Sospiro e lo seguo, entrando in macchina, sedendomi al mio solito posto, per poi perdermi nel mio stato vegetale per tutta la durata del viaggio.

Arrivati alla polizia, scopro che hanno già perlustrato il bosco durate la notte, e hanno recuperato il cadavere. C'è un gran movimento e tutti sembrano spaventati e preoccupati. Passando accanto a due poliziotti, riesco a sentire che sono preoccupati per i loro figli, e dicono che sarebbe meglio diramare un annuncio che raccomanda i genitori di non far uscire i bambini e i ragazzi fuori di casa appena cala la notte.

Sospiro e mi presento alla reception, accanto a YongGuk che, però non sa cosa dire, ma l'uomo dietro alla finestra di vetro opaco, mi riconosce, e ci fa entrare, per poi farci accomodare entrambi in una stanzetta. Il poliziotto ci fa attendere un attimo, ed esce dalla stanza. Io e YongGuk rimaniamo così fermi, a guardare in due direzioni diverse, mentre aspettiamo. Ad un tratto lo hyung si schiarisce la voce e mi dice «Qualsiasi cosa succederà sappi che io e i ragazzi ti appoggeremo sempre, okay?»

Annuisco e lo ringrazio. Anche lui soffre solo che, a differenza di me, non lo fa vedere. Ma forse dipende anche dal fatto che quello più legato a Moonshine ero io.

La porta si riapre ed entrano due persone, uno è il poliziotto, e l'altro un uomo con vestiti distinti e una ventiquattro ore. Chi è questo qui?

«Uhm, ti sei ricordato di venire vedo, bene, cominciamo, te la senti?»

Annuisco appena, sospirando. Ovvio che mi sono ricordato di venire! Voglio sapere chi è che ha ucciso Moonshine! Voglio... voglio solo dirgli due parole.

«Bene, allora, verso che ora hai trovato il corpo?» mi chiede, giocherellando con la penna e il taccuino.

«Erano le dieci e quarantacinque» rispondo.

«E che cosa ci facevi nel bosco a quell'ora?»

«Cercavo Moonshine» mantengo costantemente lo sguardo basso, ma non perché sono pentito, ma per paura di scoppiare a piangere di fronte alla legge.

«Capisco» scrive «Perché proprio li?»

Mi tremano le mani e la voce, ma spiego ugualmente il motivo.

«Così conosci bene il bosco, hm?»

Annuisco.

«Mi spiace ragazzo, so che sei sincero, ma devo metterti come primo sospettato»

YongGuk sgrana gli occhi e guarda il poliziotto, con la bocca aperta «Aspettate, mi state dicendo che pensate che Jun Hong potrebbe essere l'assassino?! Era la sua migliore amica, stavano sempre assieme e si volevano bene! Perché mai il maknae dovrebbe averla uccisa?!» chiede, quasi urlando.

«Magari perché non ricambiava un amore, o per una lite. Ogni pista può andare bene. In ogni caso adesso degli esperti sono sulla scena del crimine e stanno esaminando tutto più approfonditamente, alla ricerca di qualche prova. Inoltre sono stati trovati dei segni sul collo della ragazza, il che ci fa pensare che sia stata strangolata da una corda abbastanza grossa e robusta» spiega il poliziotto.

Intanto che lo hyung e il poliziotto discutono, io rimango zitto nell'angolino, rintanato nel mio mondo, nella tristezza e nella depressione. Chi le ha fatto questo la pagherà, spero che gli facciano passare ciò che ha passato lei! E poi perché sospettare di me? Ero il suo migliore amico, l'unica persona a questo mondo che sembrava volerle bene davvero! E invece no, sono il principale indiziato.

Finito l'interrogatorio, sia io che il mio collega ci alziamo e facciamo per uscire, quando un altro uomo entra di corsa e ci fa segno di fermarci. Ha con se una busta, contenente un pacchettino giallo con scritto sopra “Indizio 1”, ma fatico a leggere il resto dell'etichetta, siccome è parzialmente coperta dalla plastica del sacchetto. Il tipo porge l'indizio al poliziotto, che subito lo prende e lo scarta, rivelando un paio d'occhiali semplici, con la montatura metallica e le lenti rotte, per poi guardare il collega e chiedergli se fossero già stati analizzate. L'uomo annuisce ed esce dalla stanza.

Assieme all'indizio, dalla busta era scivolato fuori anche un foglio, che l'ufficiale, dopo essersi accorto del pezzo di carta, prende in mano e legge.

«Ragazzo mio, è il tuo giorno fortunato. Questa prova, trovata ad una quindicina di metri dal punto in cui è stato rinvenuto il cadavere e ti scagiona, siccome hanno... hanno trovato le impronte digitali sia della vittima che di un'altra persona. Ora bisogna solo scoprire chi è questa perso... oh! Guarda, c'è già un riscontro» dice l'uomo, sorpreso.

Inclino appena il capo e mi sporgo sul tavolo «Chi?! Chi è stato?!» chiedo, quasi urlando. L'uomo alza una mano e mi fa segno di calmarmi e di sedermi di nuovo. Sbuffo e mi butto sulla sedia, incrociando le braccia al petto e guardandolo trepidante. Voglio sapere chi è! Voglio fargliela pagare a tutti i costi!

L'ufficiale si schiarisce la voce e comincia a giocherellare con la penna «Un certo Choi SeungHyun, è per caso tuo parente?»

Sgrano gli occhi e scuoto insistentemente il capo.

«Lo conosco! Non siamo parenti ma lo conosco! Quasi tutta la Corea del Sud lo conosce!»

«Ah si? Chi sarebbe?» chiede lui. Prendo il telefono dalla tasca e, dopo averlo sbloccato, cerco la sua foto. Una volta trovata l'immagine, la mostro al poliziotto, che alza entrambe le sopracciglia e mi guarda sorpreso.

«T.O.P?! Questo ragazzo è l'idolo di mia figlia! Mi stai dicendo che è lui l'assassino?!»

Annuisco piano «A meno che non ci siano altri Choi SeungHyun, temo di si»

L'uomo sbuffa e si passa una mano fra i capelli, dicendoci che siamo liberi di andare, ma che dobbiamo rimanere comunque in zona, in caso fossero serviti ulteriori chiarimenti. A quelle parole mi alzo di scatto dalla sedia e scappo fuori dalla centrale.

Il viaggio verso il dormitorio è silenzioso e pesante, e YongGuk che sbuffa ogni tre per due mi ha fatto salire un nervoso tale che metà è abbastanza.

Una volta arrivati a quella che è ormai “casa”, corro in camera e mi butto capofitto sul letto, affondando la testa nel cuscino, pregando gli altri di non disturbare almeno fino a sera.

Non ho fatto ne pranzo ne cena, e la cosa ha preoccupato tutti, ma non per il mio bene, ma per quello della band. Insomma, se uno di noi manca, il gruppo è incompleto, e le fan non sono felici, senza parlare del fatto che se avessimo chiesto al direttore di rinviare le date, ci avrebbe sicuramente strozzati.

Ma delle fan e del gruppo in questo momento non mi frega proprio niente, tanto che rimango in questo stato vegetativo per tre giorni consecutivi. So che la polizia sta aggiornando i miei compagni sull'accaduto, so anche che un certo JoonChen si sta occupando del caso. Da quello che ho capito è uno dei migliori detective in circolazione, perciò sembra che il caso sia in buone mani e che stia procedendo in fretta.

Comunque, il terzo giorno, vengo disturbato da HimChan, che mi dice a chiare lettere e senza mezzi termini che probabilmente hanno trovato SeungHyun, e che hanno bisogno che io parli con lui.

Sbuffo e, dopo aver raccolto tutte le mie forze, mi cambio, indossando i primi vestiti che mi capitano sotto mano, ed esco, aspettando lo hyung in macchina. Questa volta ad accompagnarmi è HimChan, che cerca in tutti i modi di mantenere il silenzio che aleggia nell'abitacolo meno pesante per entrambi, mettendo su musica o fischiettando, ma ogni cosa mi fa sentire ancora peggio, perciò dopo un po' spegne tutto, lasciandomi solo nella mia bolla di depressione.

Finalmente arriviamo alla polizia e, più trascinandomi che camminando, entro nell'edificio. Lo stesso poliziotto che mi aveva accolto il giorno in cui ho ritrovato la mia migliore amica, mi venne in contro, sorridendo e accompagnandomi in un'altra stanza d'interrogatorio. Mi fa segno di aspettare, per poi uscire con HimChan e andare da un'altra parte. Sbuffo e picchietto col piede sul pavimento, guardandomi attorno, cercando una qualche distrazione, ma nulla da fare, sono nervoso.

Ad un certo punto la porta si apre nuovamente e un poliziotto entra, spingendo un ragazzo oltre alla soglia e buttandolo sulla sedia. Mi fa un cenno con il capo, per poi uscire.

Ecco arrivato il momento della verità, la causa per cui sono così distrutto, ridotto male e debole.

Alzo lo sguardo e fisso intensamente e con rabbia SeungHyun, che invece sembra guardarmi con noncuranza, come se non fossi degno di attenzioni. Assottiglio lo sguardo e sibilo fra i denti «Perché lo hai fatto? Era tua amica!»

Silenzio.

«Rispondimi!» urlo.

Lui sposta lo sguardo su di me e si stringe nelle spalle «Mi ha provocato, okay?»

Inarco un sopracciglio e lo guardo, senza capire «In che senso ti ha provocato?» chiedo, ma lui di nuovo non mi risponde. Sbuffo «Senti, sei stato beccato, ora sei in carcere, e probabilmente uscirai a cinquant'anni, perciò che ti costa rispondere alle mie domande?! Era la mia migliore amica, e tu lo sapevi, perciò, per favore, rispondimi! Ti prego! Ho bisogno di sapere perché diavolo l'hai uccisa»

Ma lui continua a rimanere in silenzio, e mi fissa con lo sguardo vuoto. Tiro un pugno sul tavolo e mi avvicino di più a lui «Dim-me-lo!»

«Lo vuoi proprio sapere, pivello?» mi chiede, quasi divertito.

Annuisco.

«Bene, come ho detto alla polizia, e come ho detto al detective, la amavo, ma lei non ricambiava. Amava... amava te!» soppesa l'ultima parola, enfatizzandola con estremo disprezzo, come se la cosa ne gli andasse giù.

«Lei ti amava, ma mi illudeva, si divertiva anche! Cinque giorni fa siamo andati a fare un giro nel bosco, dopo aver passato una bella serata assieme, e l'ho baciata. Dio quanto desideravo farlo! Ma lei no! Lei mi ha respinto! Lei ha detto di no... a me!!! E... E allora li non ci ho più visto. L'ho spinta in un lago che c'è in mezzo al bosco, tentando di affogarla, ma nella foga di salvarsi, mi ha trascinato dentro con se. Avendo il mantello, ho rischiato io di affogare, mentre quella... quella stronza se la dava a gambe, ma io... io non le ho dato il tempo necessario per fuggire» sorride maligno, come se il ricordo gli mettesse addosso una spietata felicità «Sono uscito dall'acqua, togliendomi il mantello e gettandolo via, in un cespuglio di felci ma che quei poliziotti bastardi hanno trovato, e l'ho rincorsa. L'ho fermata e le ho sussurrato che se avesse smesso di opporsi, se mi avesse accettato, l'avrei trattata come una dea, ma lei no, urlava e scalciava, mentre urlava il tuo nome! Così ho afferrato d'istinto la prima cosa che mi è capitata fra le mani e, quando ho capito che si trattava di una corda, l'ho uccisa, strangolandola... se l'è meritata, cagna com'era!»

Non ho ormai più forze ne fiato, e sento che sto per svenire, ma alle sue ultime parole, riprendo quel poco di lucidità e gli saltato al collo, tentando di strangolarlo, ma non passano trenta secondi, che un gruppo di poliziotti mi salta addosso e mi separa da lui. Io mi dimeno e tiro pugni e calci, ma inutilmente. Sono debole, e le mie energie mi dicono bye bye proprio nel momento sbagliato, facendomi svenire. L'ultima cosa che ricordo è una risata e un “Non sarà mai più tua, ho vinto”, dopodiché il buio e il silenzio.

Apro piano gli occhi e mi guardo attorno, per poi strofinarmeli e mettermi seduto. Sono in camera mia, al dormitorio, e i miei amici si sono messi di fronte a me, con un'espressione preoccupata dipinta sul viso. Non appena mi sono mosso, ecco che tutti scattano verso di me, all'unisono. Inarco un sopracciglio e li guardo, non capendo, ma mi basta incrociare lo sguardo severo e deluso di HimChan per capire tutto.

Ho perso la mia migliore amica... ho cercato di uccidere il suo assassino, ma ho fallito nell'intento. Non mi rimane che una cosa da fare, l'ultima e unica possibilità!

Stringo i pugni e guardo di fronte a me, sussurrando «Ti vendicherò, Moonshine, te lo giuro! Preparati SeungHyun, la tua morte si avvicina molto più velocemente di quanto pensi!»


Bene, bene, bene, eccomi qui dopo un luuungo periodo di pausa/assenza. Okay, questa è la mia prima one shot, perciò perdonatemi se è tanto lunga, e scusate gli errori che probabilmente avete incontrato. 
Comunque sia, spero che la storia sia stata di vostro gradimento e, cosa importante, vi prego non aggreditemi per chi ho messo come assassino ;-; È solo che la sua parte in Iris mi ha ispirata molto, perciò... ecco che è nata la sua versione cattiva. 
Uhm.... beh, detto questo, vi ringrazio di essere arrivati fino a qui e vi ringrazio ancora di più se, non lo so... se, per puro caso, una qualche piccola recensione corona questa piccola storia. Fatemi sapere cosa ne pensate :3 

Un saluto 


Moonshine Quinn

 

 

 

 

 

   
 
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