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Autore: Ari_92    21/10/2013    5 recensioni
CrissColfer Week, everybody :)!
Day#1_ Bye bye Glee.
Day#2_ Music & Lyrics.
Day#3_ Off the Map.
Day#4_ Tour.
Day#5_ Fireworks.
Day#6_ Home is where the Heart is.
Day#7_ Just for now.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Hi everybody :)
Dato che non pubblico qualcosa da un totale e che EFP mi manca tantissimo, ho colto l’occasione di questa CrissColfer week per scrivere qualcosina :) Non sarà niente di che: solo qualche brevissima OS scritta in una mezz’ora (dannata maturità come fai ad essere pesa già in ottobre??) che spero potrà comunque farvi compagnia per quei cinque minuti che ci si impiega a leggere ^-^
Detto questo mi smaterializzo, non prima di aver sottolineato il fatto che ci tenevo a partecipare alla CC week perché (anche se di solito scrivo nella sezione di Glee, in particolare su Kurt e Blaine) adoro l’idea di Chris e Darren insieme. E no, con questo non voglio contestare il fatto che siano fidanzati con altre persone: a me piacciono insieme, tutto qui, e quindi scrivo di loro. Poi nella vita vera possono anche stare rispettivamente con mia nonna e con il camaleonte della pubblicità dei Sofficini, basta che siano felici <3
Fatta questa purtroppo doverosa precisazione (ormai sono imprescindibili se non si vuole essere scannati) vi lascio alla shottina :)
Happy CC Week, everybody <3
 
Per qualunque cosa, il mio ask: http://ask.fm/Nonzy9
e la pagina facebook: https://www.facebook.com/pages/Ari_92-EFP/409314062440527?ref=hl
 
 
 
 
 
CrissColfer Week #1 “Bye bye Glee”
 
 
Sarebbe stato il momento perfetto per un abbraccio di gruppo.
Il tempo di rievocare decine di stupidi aneddoti sentiti un’infinità di volte, ma che in quelle circostanze avrebbero fatto ridere tutti come se si trattasse della prima. L’ora dei bilanci, della soddisfazione, dell’ottimismo e di qualunque altra cosa fosse giusto provare a quel punto.
Eppure Darren, mentre i tecnici smontavano le impalcature e disfacevano il set per l’ultima volta, non aveva in corpo lo spazio per qualcosa di diverso dalla tristezza. Tutte le cose finiscono e bisogna farsene una ragione; ma quando le cose in questione sono speciali, allora bisogna iniziare a ricordarsi come era la vita prima di loro, e non era affatto sicuro di volerlo fare.
 
Si guardò distrattamente intorno, riconoscendo nei volti di tutti i ragazzi del cast il suo stesso sorriso triste, forzato, alla ricerca comprensione negli sguardi degli altri. Pochi parlavano, e chi lo faceva non sembrava davvero prestare attenzione a quello che diceva. Darren si sentiva intontito esattamente come se si fosse appena svegliato da un sonno lunghissimo; nel suo caso, in effetti, era durato cinque anni.
Scosse la testa nel tentativo di riacquistare un po’ di lucidità, e fu a quel punto che se ne accorse: non tutti i membri del cast erano lì. Di sicuro, Chris non era lì. Girò su se stesso e aguzzò la vista, senza tuttavia vedere altro all’infuori di operatori, roulotte e persone che stringevano la mano ad altre persone.
Si stava muovendo ancor prima di avere deliberatamente deciso di andare a cercarlo. Per qualche ragione, adesso più che mai, sentiva che era la cosa giusta da fare.
 
Non fu così difficile trovarlo, in realtà. Era convinto che fosse nella sua roulotte, invece lo sorprese seduto appena fuori, sul secondo dei tre gradini dell’ingresso. Darren strinse le labbra per non sorridere nel vederlo con i pantaloni della tuta mentre stava ancora indossando la camicia e la giacca della scena del matrimonio tra Kurt e Blaine, girata neanche un’ora prima. Guardava fisso l’asfalto con l’aria di chi non l’ha mai visto in vita sua, le braccia appoggiate sulle ginocchia.
«Ehi.» Chris sobbalzò leggermente, come se non lo avesse sentito arrivare. E – lo realizzò in quel momento – probabilmente non lo aveva davvero sentito arrivare.
«Ah, sei tu.» Darren non si impedì più di ridacchiare, mentre si sedeva sul bordo del gradino più basso.
«Deluso?» si guadagnò un piccolo sorriso.
«Un po’.» rispose, guardandolo un po’ più a lungo del dovuto, come se volesse accertarsi che non fraintendesse la battuta.
«Volevo venire di là con gli altri, sai. Ma volevo anche starmene per conto mio. Così... » allargò le braccia e le fece ricadere sulle ginocchia, stringendosi nelle spalle.
«Così sei rimasto a metà strada.»
«Già.»
«Finché non sono arrivato io a rovinarti i piani.»
«Non lo fai sempre?» Darren finse un’aria indignata e gli diede una piccola spinta. Chris gli sorrise con un po’ più di convinzione, prima di tornare a rattristarsi.
 
«Abbiamo avuto tutto il tempo del mondo per prepararci a questo giorno. E l’ho fatto, o almeno credevo di averlo fatto.»
«Chris, è normale sentirsi così. Se fossi venuto laggiù avresti visto che siamo tutti nelle stesse condizioni.» Chris sospirò, appoggiando il mento sul palmo della mano.
«Sembra un salto nel vuoto, hai presente? Tutti questi anni passati con la certezza che per quanto male ci sarebbero potute andare le cose avremmo comunque avuto un posto dove andare. Adesso c’è solo... il nulla. Niente di certo, niente di definitivo. Niente più Kurt Hummel.» disse alla fine con una piccola risata nervosa, sfiorando il bordo della giacca che indossava. Darren ricambiò il suo sorriso, anche se Chris non lo stava guardando.
«Ti mancherà Kurt, uhm?»
«Che razza di domanda idiota, Darren! È ovvio che mi mancherà.»
«E a me mancherà la mia dose di insulti quotidiana.»
«Solo quando te li meriti.» Darren alzò gli occhi al cielo, per poi tornare a posarli su di lui.
«Mi mancheranno tutti, lo sai.» Chris annuì distrattamente, ignaro dell’enorme mole di coraggio che Darren stava riesumando dai meandri delle sue viscere per continuare quella frase. Alla fine lo fece. «...Ma soprattutto mi mancherai tu.»
 
Chris si voltò a guardarlo, questa volta sul serio. Sembrava avere finalmente la sua completa attenzione, e Darren non era sicuro se si trattasse di una cosa positiva o meno. Perché in tutta probabilità stava per mandare tutto a puttane, e non sapeva se amarsi o odiarsi per essere arrivato al punto oltre al quale stava per spingersi.
«Io? E perché dovrei mancarti più degli altri?» sembrava davvero intendere quello che stava chiedendo. Come se per tutto quel tempo non se ne fosse mai accorto. Era possibile che non se ne fosse mai accorto?
«Darren?»
«Perché. Uhm... noi, beh. Qui è ufficialmente finita, voglio dire: non avremo più un contratto che ci obbliga a vederci praticamente ogni giorno. Uhm, dipenderà da noi, da adesso in avanti.» Chris stava sorridendo. Darren avrebbe candidamente dato un rene per sapere per quale motivo stesse sorridendo.
«Chris?»
«Va’ avanti.» lo incoraggiò, senza smettere di guardarlo con interesse, come se non vedesse l’ora di sentire dove sarebbe andato a parare. Darren non era affatto sicuro che avrebbe voluto saperlo, con il senno di poi.
«Io, uhm... è tutto. Credo.» Chris inarcò un sopracciglio.
«È tutto? Sei sicuro?»
«Ehm, sì. Sì, sicuro.»
«Okay.»
 
Darren si diede dell’idiota in tutte le lingue che conosceva. Come aveva potuto essere così stupido? Per quale ragione si comportava come un ragazzino incapace di ammettere una cosa così banale, ovvia e scontata? Pensava che Chris lo avesse capito da un pezzo, pensava che fosse chiaro che provava qualcosa per lui.
Non avendo la minima idea di cosa fare e si alzò goffamente dai gradini della roulotte, sentendosi un povero ebete.
«Io torno di là. Dovresti venire, se vuoi.» lasciò andare tutto il fiato che si era accorto di aver trattenuto – probabilmente aveva avuto la faccia viola per buona parte del tempo – e diede le spalle a Chris, che per qualche strana ragione stava ancora sorridendo.
Fece circa tre passi prima di sentirsi picchiettare la spalla con la punta di un dito. Si voltò e beh, Chris era ancora lì, questa volta in piedi, proprio di fronte a lui. Ingoiò a vuoto e provò a farsi venire in mente qualcosa da dire. Qualunque cosa.
«Beh, quanto temp- » Darren, comunque, non fu costretto a sforzarsi particolarmente.
Aveva a malapena aperto bocca quando le sue parole andarono a spegnersi sulle labbra di Chris, che avevano appena raggiunto le sue. Si fece prendere dalla sorpresa solo per un momento prima di rispondere al suo bacio e stringergli le braccia dietro al collo. Anche Chris lo stava stringendo – lo stava stringendo quasi disperatamente, in realtà –, e non lo lasciò andare fino a quando entrambi non ebbero bisogno di separarsi per tornare a respirare normalmente. Il che era abbastanza difficile se pensava che fino a mezzo secondo prima si stavano baciando, baciando sul serio, non come Kurt e Blaine, ma come Chris e Darren. Ricevette un piccolo sorriso, al quale rispose immediatamente.
 
«Era questo che non hai aggiunto prima, o sbaglio?» Darren annuì. Poi si sentì un idiota, così decise di parlare.
«Sì. È che non sapevo come dirtelo, e non sapevo se tu avevi capito. E finché potevamo vederci tutti i giorni era un conto, ma senza Kurt e Blaine di mezzo non avevo idea di che scusa inventarmi per passare del tempo con te o per- » deglutì a vuoto. Di nuovo. «O per- uhm, baciarti.» Il sorriso di Chris si allargò ulteriormente.
«E adesso sarebbe carino che dicessi qualcosa.»
«Diciamo che verrò ricordato nella storia come unica persona in grado di farti balbettare, Darren.»
«...»
«O arrossire.»
«Uhm- »
«O entrambe le cose.» Darren roteò gli occhi, senza riuscire a non sorridere.
«Dai, andiamo dagli altri. Dopotutto è il giorno del gran finale.»
«Da un certo punto di vista, è solo l’inizio.»
  
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