Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
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Autore: Etiell    21/10/2013    0 recensioni
Raccolta di One-Shot partecipante al concorso "Hetalia, pls -Fan Fiction week" organizzato dalla pagina facebook "Hetalia, pls."
Spero ne possa uscire qualcosa di buono dato che è il primo concorso a cui partecipo! E vi auguro buona lettura :)
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Germania/Ludwig, Inghilterra/Arthur Kirkland, Nord Italia/Feliciano Vargas, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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2 - "Eternità"

"Caro Diario,
nessuno potrà mai dare un nome a questa storia, forse destino oppure casualità. Io mi limiterei a chiamarlo amore. Sì, un amore che continua nei secoli. Siamo popoli diversi ma mondi vicini, legati dal tempo, meschino ed inesorabile. Io Italia e tu Germania, entità diverse aventi  in comune lo stesso passato. eravamo un unico impero finché tu non hai preferito lasciarlo, per capire fino in fondo che cosa volesse dire diventare importanti. Ma poi mi cercavi, sempre e comunque ero nei tuoi pensieri, come un'ardente fuoco che ti opprime l'anima.
Sorgevano le monarchie in Europa, mostrando fino in fondo il loro coraggio allo scopo di crearsi una strada prospera per il futuro. Noi invece no, perché un'altra cosa che ci legava era l'instancabile sogno di un Impero. E siamo diventati le vittime, il nostro territorio era lo scenario di feroci scontri che miravano alla nostra sottomissione. Forse era perché a loro mancava un sogno e volevano il nostro.
Anche noi abbiamo provato ad inseguire quel desiderio, cercando colonie oltre i nostri confini, sfortunatamente nemmeno in quel caso riuscimmo ad avere la meglio. Furono il vicino Francese e quello Inglese a prendere il sopravvento. Potevamo ancora puntare sulla cultura, lei che ci ha sempre rappresentato al meglio, attraverso le opere di importanti ed umili uomini  che sono riusciti a farla emergere e predominare sul mondo. E poi c'erano i tuoi artisti, Germania. Loro che mi facevano visita continuamente. Cercavano in me la vera storia, quella che tu gli negavi, loro erano solo desiderosi di capire fino in fondo ciò che veramente ci lega dall'inizio dei tempi.
Ed io ti ho sempre stimato, mostrandomi orgoglioso verso di te e verso tutto il tuo popolo. Non ero un frequente visitatore ma il mio cuore era sempre con te. Forse perché divisi dal fratello austriaco che tanto mi desiderava. E ricordi il vecchio ed amaro "Patto di Londra", quello che mi costrinse a separarmi da voi durante la prima Grande Guerra? Fu anche colpa sua, colpa di quell'austriaco che ancora aveva le mie terre, quelle terre che non voleva darmi a nessuna condizione. Ma io volevo la mia unità, volevo essere un paese forte quanto lo sei tu. Hai poi capito cosa provavo in quel triste periodo dopo la disfatta della seconda Guerra Mondiale, quando in quegli anni di follia maturasti la strana idea di dominare il mondo, sterminando così milioni di persone innocenti. Cominciasti a capire quando gli Alleati si appropriarono di te, spartendosi senza ritegno la tua bellissima terra avvelenata dall'odio. E non ci fu più una Germania, bensì due. Quella sotto il controllo sovietico e quella sotto il controllo americano. Arrivò anche per te il momento dell'esasperazione, quello che ti spingeva a voler riunire il tuo popolo, la tua gente, la tua cultura, consapevole di aver ormai espulso quel veleno mortale che ti lascia comunque una profonda cicatrice sul cuore.
Finalmente giunse quel 3 ottobre del 1990, quando riuscisti ad ottenere la tua riunificazione. Io ero felice quel giorno, felice ma invidioso, perché sapevo che saresti diventato nuovamente più forte di me, saresti tornato la grande potenza, benvisto dagli occhi del mondo. Ma non ti odio affatto per questo, perché il mio amore è ancora forte e sono convinto che il suo infinito potere che ha oltrepassato guerre, rivoluzioni e riunificazioni, possa continuare. Da qui fino all'eternità."


Ludwig finì di leggere quelle parole provando una pesante sensazione di malinconia. Non avrebbe dovuto aprire il diario di Feliciano, era sbagliato e lo sapeva bene ma ci aveva trovato dentro più di quanto potesse immaginare. Quell'italiano, tanto sbadato e buffo all'apparenza, dietro ad un foglio di carta riusciva ad esprimere la sua vera essenza. Fu questo che lo meravigliò.
Richiuse lentamente quel piccolo quadernino verde e si avvicinò al letto nel quale dormiva tranquillamente il suo amante, il suo compagno di vita. Lo osservò, lo studiò, comprendendo che nemmeno l'eternità sarebbe bastata per capire quanto unico e speciale fosse quel piccolo a sbadato italiano che tanto amava.
  
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