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Autore: Onedinmyheart    22/10/2013    3 recensioni
Ultimo anno alla London Accademy.
Quante cose sono successe, quanti ricordi, quanti pensieri.
Il discorso della rappresentante d'istituto cercherà di racchiudere il tutto, parlando anche di qualcosa che interessa tutti noi e che ci aiuterà ad affrontare con un sorriso la nostra vita.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(Vi consiglio di ascolare questa, mentre leggete: The Fray - How to save a life.) 





Cos'è un amico?
Questa domanda me la sono posta tante volte.
Un amico è colui che ti fa compimenti, è colui che fa sempre il tifo per te, o è colui che ti passa  le soluzioni durante il compito di matematica?
Forse un amico è colui che ti accompagna alle feste, colui a cui piacciono i tuoi vestiti.
O magari un amico è la persona con cui condividi simili opinioni.
La verità è che io non so che sia un amico.
Un vero amico.
Non lo so perchè non ne ho mai avuto uno.
E se mai nella mia vita ne ho avuto uno, ed intendo uno vero, l'ho lasciato stupidamente scappare.






<< Sono nervosa. >> dico ad Loren, indossando la larga tunica rossa.
La ragazza sorride << Andrà tutto bene: è finita, finalmente. E' l'ultimo anno, dobbiamo solo prendere il diploma e poi addio, sarà un ricordo. >>
Abbasso lo sguardo, come può pronunciare queste parole con tale entusiasmo?
Infondo mi mancherà tutto ciò: questi anni, questa scuola, questi libri, questi muri.
Afferro il capello, sospirando, è lo stringo stretto alle mie mani, per poi avviarmi verso l'auditorium della scuola.
<< Rachel! >>
Mi giro, scrutando nel corridoio chi abbia pronunciato il mio nome.
Sorrido, per poi andare incontro al mio amico.
<< John, caro. >>
Mi abbraccia, schioccandomi un bacio sulla guancia.
<< Pronta? >> chiede, aggiustandomi il colletto della tunica.
Sogghigno << Stavo per chiedertelo io! >> abbozza un sorriso << E comunque si, più o meno. >>
<< Sei grande, non preoccuparti. Sai, sei bellissima anche con questa tunica sgualcita. >>
Perchè non ci trovo nulla di vero nelle sue parole?
Sorrido lo stesso << Ti ringrazio. >>
Mi fa l'occhiolino << Ci vediamo in auditorium! >> esclama, correndo verso la sala.
Resto immobile lì, nel corridoio isolato, per qualche secondo.
Guardo il mio armadietto prendendo un lungo respiro. Può sembrare assurdo, ma anche quel piccolo oggetto ha enorme valore per me.
Riprendo a camminare e raggiungo anch'io l'auditorium, dove è già tutto preparato. La preside discute con gli insegnanti, di argomenti ancora sconosciuti e alle loro spalle c'è una grande cattedra, seguita da l'insegnante di lettere, che dispone su di essa alcune pergamene, se possiamo così definire i nostri diplomi, chiusi da un nastro rosso, legato a fiocco.
L'ansia aumenta sempre di più.
Seduti sulle numerose sedie che compongono la nostra migliore sala della scuola ci sono parenti, amici, genitori e tutti coloro che assisteranno alla nostra presa del diploma.
Quasi mi commuovo a pensare che andrò via da questa scuola.
Vengo "svegliata" dai miei pensieri e dalle mie emozioni da Lucinda, che mi trascina con se.
<< Ehi, amore, non puoi stare qui! Vieni con me, dobbiamo andare nel retro per la presa del diploma. Le persone devono vederci il meno possibile. >>
Inarco un sopracciglio: siamo tutte delle spose?
Faccio spallucce << Ok, a-amore. >>
Mi conduce nel retro dove, oggettivamente, si trovano tutti gli alunni della scuola che devono diplomarsi, dal primo all'ultimo.
E' impressionante come persone di ceti sociali così diversi, ora, siano costretti a trovarsi nello stesso luogo, per fare la stessa cosa.
<< Ciao Rachel, ti ricordi di me? >> chiede una vocina nasale, alle mie spalle.
Mi giro, scrutando il mio interlocutore.
Chino il capo da un lato << Come? >>
<< Sono Theodor Mcelly! Ti ho passato quasi tutte le soluzioni nei compiti di matematica, eravamo anche nella stessa aula di scienze, al primo anno, ricordi? >>
Cerco di penetrare nei suoi occhialoni spessi, per guardarlo meglio negl'occhi: è possibile che l'abbia dimenticato dopo tutto ciò che ha fatto? Insomma, lui si ricorda ancora di me.
Anche se in questa scuola sono davvero poche le persone che non mi conoscono.
Il ragazzo abbassa la testa sospirando << Perdonami, non puoi ricordarti di me. >> bisbiglia, portando gli occhiali più su, con un dito.
Apro di poco la bocca, sorpresa e dispiaciuta.
<< Rebecca, ho paura! Paura, paura, paura! >> si lamenta una voce da gallina alle mie spalle.
Roteo gli occhi << Jennifer, è Rachel. >>
<< Ed io che ho detto?! Ho paura! >>
Prendo per le spalle la biondina dietro di me, ancora più truccata del solito << Jennifer, devi smetterla. Ti ho già spiegato che devi solo prendere il foglio e andare al tuo posto. >>
La biondina annuisce nervosamente << Sicura? >>
<< Sicura. >>
Mastica rumorosamente la cicca alla fragola che sta mangiando << Grazie Roxanne, sei un'amica! Mi ringrazierai nel discorso di fine anno. >>
Tralasciamo che ha sbagliato, di nuovo, il mio nome.
<< Emh.. s-si. >> balbetto, incerta.
Si tuffa sul mio collo, stringendomi e inondando le mie narici dei tre litri di profumo che ha indossato.
Me la stacco di dosso, abbozzando un sorriso.
La biondina si dilegua e arriva nella stanzetta in cui ci troviamo in massa, l'insegnante di teatro.
<< Ragazzi, tra cinque minuti s'inizia. Imbocca al lupo a tutti e buona fortuna per tutto. >> esordisce, con il suo solito fare materno e in un certo qual'modo, giovanile.
Ammicca ed esce dalla stanza, lasciandoci di nuovo da soli, tra urletti di panico, mormorii e abbracci infiniti.
Prendo un lungo sospiro, chiudendo gli occhi.
Afferro un bigliettino dalla tasca che contiene il mio discorso.
Lo apro frettolosamente, ripetendolo.
"Cari ragazzi,
questo è il nostro ultimo anno. Avete visto? Ce l'abbiamo fatta!
A parte gli scherzi... sono passati i nostri cinque anni migliori, che ci hanno introdotto alla vita che affronteremo dopo le vacanze.
Una vita più difficile, più matura.
In queste "odiate" quattro mura abbiamo affrontato di tutto: i nostri primi amori, le nostre prime avventure, abbiamo conosciuto amici che faranno parte della nostra vita per sempre.
Qui dentro abbiamo pianto, abbiamo riso, abbiamo combattuto contro tutto e contro tutti.
Volevo ringraziare tutti voi per aver reso anche i miei anni indimenticabili.
Un ringraziamento speciale alle mitiche cheerleader della nostra scuola e anche alla nostra magica squadra di basket, che non ci ha mai fatto fare brutte figure."

Perchè questo ringraziamento speciale?
Questo discorso non mi convince.
Sento la voce della preside, metallizzata dal microfono, salutare i presenti e dare il via alla cerimonia.
Perdo un battito.
Ho paura, ho una profonda ansia, tremo, sono nervosa, e nonostante tutto, no, non sono pronta.
Non c'è nessuno a cui posso confidare questi sentimenti e non c'è nessuno che mi può capire.
Guardo tra la folla che mi circonda, trovo Loren, Jennifer, John, Robert, Elinor, Bob, Zack, Tracy, Amanda, Mike e tanti altri miei cari amici ma no... nessuno è quello giusto.
Mi gira la testa, pian piano vengono chiamati tutti i nomi dei maturandi e, pian piano, la sala si svuota.
Sono l'ultima dell'appello, resterò da sola.
Ho ancora più paura.
<< Niall Horan. >> sento dire, nonostante non riesco a vederla.
Niall.
Perdo un altro battito.
Perchè tra tutta quest'inutile folla non ho riconosciuto Niall?
Rachel, pensaci.

<< E la nostra ultima alunna, Rachel Wright. >>
Tremo ancora.
Ho ancora paura.
Ho ancora troppa ansia.
Sono ancora troppo nervosa.
Sono ancora troppo insicura per andare lì e per parlare.

Insicura di non so cosa, ma ho un peso. Un enorme peso sul cuore, del quale non conosco nemmeno la causa.
I numerosi (e rumorosi) applausi dei miei compagni e di tutti i presenti m'incitano ad andare e quindi, prendo un profondo respiro, per poi andare verso la preside.
Un sorriso spontaneo e commosso si dipinge sul mio volto, saluto con una mano il pubblico, per poi andare dalla professoressa di lettere che mi porge il diploma e mi stringe affettuosamente una mano.
Anche la preside fa lo stesso, sorridendomi calorosamente. Afferra, poi, il microfono, riprendendo a parlare.
Ecco la parte più difficile, per me.
<< Ed ora vorrei che ascoltaste le parole di quest'ultima nostra alunna, rappresentante del nostro istituto per questi anni, che ha saputo svolgere il suo compito al meglio. >>
Un altro boato di esclamazioni, applausi ed incitazioni concludono la mia breve presentazione attuata dalla preside.
Rido, prendendo il microfono e acquistando il centro del piccolo palco attrezzato per l'occasione.
Tossisco, schiarendo la voce per poi battere due dita sul microfono, che emette uno stridulo.
I presenti si tappano le orecchie.
Sorrido << Scusate, dovevo farlo. >>
Tutti scoppiano a ridere ed io li imito.
Estraggo il mio discorso dalla tasca e, una volta che il silenzio ritorni nella sala, riprendo a parlare.
<< Cari ragazzi,
questo è il nostro ultimo anno. Avete visto? Ce l'abbiamo fatta! >> altre lievi risate si formano nella sala, facendo dipingere un sorrisetto sul mio volto.
<< A parte gli scherzi... sono passati i nostri cinque anni migliori, che ci hanno introdotto alla vita che affronteremo dopo le vacanze.
Una vita più difficile, più matura.
In queste "odiate" quattro mura abbiamo affrontato di tutto: i nostri primi amori, le nostre prime avventure, abbiamo conosciuto amici che faranno parte della nostra vita per sempre.
Qui dentro abbiamo pianto, abbiamo riso, abbiamo combattuto contro tutto e contro tutti.
Volevo ringraziare tutti voi per aver reso anche i miei anni indimenticabili ma... non vorrei fermare il mio discorso qui. >> divento improvvisamente più seria e, come me, anche tutti gli altri.
Guardo i miei compagni, uno per uno, per poi puntarmi su Niall.


<< Attenti, sfigati. >> ci apostrofò un tipo del terzo anno.
Guardai Niall, il mio migliore amico, che face spallucce.
Girammo il corridoio, per poi ritrovarci ai nostri armadietti, posti uno accanto all'altro.
Su di essi, come su tutti gli altri, vi trovammo un volantino, attaccato abbastanza male.
C'era  scritto "ELEZIONI RAPPRESENANTI DI CLASSE/ISTITUTO. ISCRIZIONI APERTE A TUTTI. VOTAZIONI IN DATA DA DESTINARSI."
<< Hai visto, Niall? Che dici, mi propongo? >> chiedi, scherzando.
Niall si toccò il mento << Non sarebbe una cattiva idea. Almeno così saprei chi votare! >>
Lo guardai stupita << Credi davvero che io ne possa essere capace? Sono una sfigata.. >> dissi, amareggiata.
Niall scosse la testa << Non lo sei. Sei la migliore, io i sarò sempre vicino, qualunque cosa succeda. E poi guarda qui... "Iscrizioni aperte a tutti." >> disse indicando la scritta << Provaci, hai già un voto! >> sorrisi, abbracciandolo.
Infondo non era una cattiva idea.

<< Non cambiare mai, Rachel. Sii sempre te stessa, non diventare ciò che non sei per farti piacere dagli altri. Sii sempre te stessa, ricordalo. >>

<< Rachel, possiamo parlare un attimo? >> chiese il biondino, a una ragazza seduta sul tavolo della mensa, che ridacchiava con le amiche.
<< Non vedi che sono occupata? >> rispose quella lì, con fare arrogante.
<< Ti prego, un minuto solo. >>
La ragazza roteò gli occhi << A dopo, ragazze. >>
Scese dal tavolo e si diresse agli armadietti, seguita dal ragazzo che appariva così inutile, piccolo e stupido a confronto di quella ragazza, che era così diversa e non solo mentalmente.
<< Beh, che c'è? >> chiese, una volta arrivati.
<< Sei cambiata, ecco che c'è. >>
Lei sbuffò, non era la prima volta che affrontavano quel discorso.
<< Non sbuffare, accetta le critiche. Tra amici ci si aiuta, ci si sostiene e si accetta tutto ciò che si dice, di positivo o no. Voglio solo aiutarti. >>
Niall posò la sua mano su quella della ragazza, che si allontanò e lasciò la presa, non guardandolo nemmeno in viso.
<< Sei più che cambiata, Rachel e mi avevi promesso che non l'avresti fatto. Da quando sei la rappresentante non ti riconosco più. Addio, per sempre. >> proferì il suo vecchio amico, con le lacrime agli occhi, mentre si allontanava.
Si, il suo vecchio amico. Perchè l'aveva perso, per sempre.
O meglio.
L'avevo perso per sempre.


Mi ripresi dal mio stato di shock e presi un respiro, mentre tutti attendevano una mia parola.
<< Scusate è che... il discorso che avevo preparato, mi sono resa conto, che non va bene.
Vorrei discutere di altro.
Vorrei discutere di noi. Infondo... oggi è il nostro giorno.
Siamo ragazzi, ragazzi tanto diversi fra noi. Siamo amici, ma siamo anche nemici.
C'è poi chi di amici non ne ha mai avuto uno.
Oppure, chi come me, non ha mai avuto uno vero. >>
Si alza un mormorio mentre tutti dicono qualcosa contro di me.
Scuoto la testa, agitando una mano << Vi prego, ascoltate.
Ciò che voglio dire è... Cos'è un amico?
Questa domanda me la sono posta tante volte.
Un amico è colui che ti fa compimenti, è colui che fa sempre il tifo per te, o è colui che ti passa  le soluzioni durante il compito di matematica?
Forse un amico è colui che ti accompagna alle feste, colui a cui piacciono i tuoi vestiti.
O magari un amico è la persona con cui condividi simili opinioni.
La verità è che io non so che sia un amico.
Un vero amico.
Non lo so perchè non ne ho mai avuto uno.
E se mai nella mia vita ne ho avuto uno, ed intendo uno vero, l'ho lasciato stupidamente scappare.

Pensate adesso al vostro amico, a quello che considerate il migliore e poi riflettete: lo è davvero.
Ho pensato molto a cos'è un vero amico. E sono giunta alla conclusione che il vero amico è colui che ti sostiene, che ti vuole bene, che ti fa complimenti ma... che sa anche criticarti.
Il vero amico è colui che di te vede il bene ed il male e cerca di fartelo capire, di aiutarti a correggere i tuoi errori.
Il vero amico è soprattutto colui che cerca di fare i tuoi problemi i suoi, colui che, state certi, non vi abbonderà alla prima difficoltà.
Seppure in questa scuola ho vissuto bellissime avventure con delle fantastiche persone, non tutti siamo stati così felici.
Siamo stati divisi, nelle idee, nelle scelte. Un pò in tutto.
E' stato facile criticare gli altri, ma mai noi stessi.
E' sempre facile prendere in giro chi ha qualche difficoltà, o chi si comporta in modo buffo non per sua volontà. Ma non è facile ironizzare su di noi, prenderci in giro.
Tenevo a esprimere questo concetto in modo che un giorno io, voi, noi tutti, possiamo inviarlo ai nostri figli, che lo invieranno ai loro nipoti e così via.
Oppure sarà un semplice insegnamento di vita.
Ragazzi, ora o mai più, impariamo ad amare, ad accettare chiunque. Impariamo a essere tutti amici.
Però mi raccomando: tutti veri amici. >>
Il silenzio più totale.
Non è piaciuto?
Si sente battere solo un paio di mani, non riesco a distinguere chi sia. Ma da un paio, poi, si battono tante altre mani, fino a riempire quel silenzio che mi affliggeva.
Essere amico di qualcuno lo considero come salvare una vita.
L'amico ti salva e ti aiuta in ogni circostanza e le persone sole, senza amici, non meritano di vivere una via così.
<< Volevo aggiungere un'ultima cosa.
Mi ricorderò di tutti voi, da Jennifer Lloyd a Theodor Mcelly, so che da grande diventerei un genio in matematica, non come me!
Mi ricorderò di John Wood ed i suoi tiri a canestro come di Brian Jakson e tutte le volte che centrava il cestino con i fazzoletti usati. Mi ricorderò delle grandi coreografie di Lea Bennet come dei fantastici disegni, poco conosciuti, di Yvonne Clark.
Insomma, ragazzi, non vi dimenticherò.
E non dimenticherò nemmeno il mio primo e forse unico vero amico: Niall Horan, che vorrei non fosse più conosciuto come il ragazzo "sfigato" ma come quello che sapeva suonare la chitarra meglio di un angelo. >>
Poso il mio sguardo sul biondino, che mi sorride imbarazzato.
Gli applausi ricevuti sono interminabili e mi riempiono il cuore di gioia e gli occhi di lacrime.
Prendo il mio cappello e, insieme agli altri, lo lancio in aria, come se fossero tanti uccelli rossi che volano insieme.




















Hello! Questa è la mia pria OS, quindi non è un granchè. Accetto critche, quindi fatemi sapere che ve ne pare.
Baci xx

 
  
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