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Autore: Francilla    22/10/2013    0 recensioni
Anno 2111 il nostro caro pianeta Terra è ormai quasi praticamente disabitato , dato che la maggior parte degli esseri umani si sono trasferiti su altri pianeti . I pochi rimasti convivono quotidianamente con malattie gravi e inquinamento.
Questa storia parla di una famiglia qualunque che come tante altre vive nel distretto addetto allo sviluppo delle nuove tecnologie.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Casa dolce casa

 

-Sono a casa.-

Esclama a voce alta l'uomo di scienza , che con indosso il suo camice bianco si appresta a liberarsi dalle scarpe troppo strette , abbandonandole all'ingresso di casa sua. La porta si richiude rumorosamente dietro di lui , e il rumore prodotto precede la venuta di una donna sulla quarantina . Una bella donna vestita con una gonna a tubino verde e una maglia a fiori rossi , una bella donna sorridente che prende a strofinare le mani in un panno già sporco di salsa.

-Jeff tesoro , quante volte devo dirti di passare a prendere El a scuola dopo il lavoro? -

Esordisce lei facendo capolino dalla cucina dalla quale si sente arrivare un buon odorino.

-Si lo so è colpa mia , la prossima volta me ne ricorderò .-

-Bene-

Risponde la donna che sfreccia verso di lui per salutarlo con un dolce bacio sulle labbra , per poi ritornarsene in cucina appena sente lo stridulo suono di un timer .

Si stiracchia e sbadiglia l'uomo che poi si passa una mano fra i capelli brizzolati e fra la barba ispida , cresciuta da appena una settimana . Si strofina gli occhi e con ai piedi delle ben più comode pantofole s'avvia e raggiunge il salotto , dove si accascia flaccidamente sul divano in pelle .

-Anita , che ne pensi se qualche volta viaggiamo un po' . . . potremmo vedere pianeti nuovi , conoscere gente nuova. -

Chiede a voce alta per farsi sentire dalla mogli impegnata a cucinare, intanto che afferra il telecomando e accende il televisore .

-Si . . . perchè no?! -

Gli viene risposto dalla coniuge indaffarata a sfornare un bel pollo arrosto , il cui profumo intenso riempie la casa infondendole un atmosfera accogliente.

Sorride compiaciuto e s'abbandona alle comodità della sua casa , quest'uomo che da tanto tempo non rincasava .

Ma la pace non dura mai per lunghi periodi , e difatti , la porta si riapre e una ragazzina in uniforme scolastica di un rosso scolorito entra in scena. Si dirige immediatamente in salone parandosi davanti alla tv , incrocia le braccia sotto i seni e ingaggia un espressione imbronciata.

-Dovevi venirmi a prendere a scuola.-

Borbotta piagnucolando la mora dai lunghi capelli neri e gli occhi di un bellissimo blu intenso , lo stesso blu di cui erano tinte le iridi del padre .

-Si tesoro , me ne sono dimenticato . . . ma ora El , fa la brava e siediti qui con papà.-

L'espressione della giovane diventa seria d'improvviso , porta le mani istantaneamente lungo i fianchi , come se stesse sull'attenti , e come ordinatole va a sedersi sul divano .

-Brava la mia bambina .-

Esclama sorridendo il padre che con una mano scosta la gonna della giovane per accarezzarle il ginocchio con movimenti lenti .

-Domani il tuo papà ti porta al mare, ne sei contenta?-

 

 

“Un ultimo saluto”

 

Il sole alto nel cielo emana un tepore piacevole tipico degli ultimi giorni d'estate , il vento fresco soffia piano . Seduto su una sedia a rotelle un anziano signore sta sonnecchiando beato nella veranda di casa sua , una veranda soleggiata e tranquilla , immersa in un giardino dal prato curato di un bel colore verde . A delimitare il perimetro della grande villa a due piani,dalle pareti bianche, una lunghe fila di cespugli di rose blu . Il profumo dei fiori è delicato e assieme al vento entra nella residenza riportando alla mente del vecchio tanti ricordi , ricordi che oggi più che mai gli ritornano vividi .

Riapre gli occhi piano rivelando le iridi color noce , occhi stanchi di chi ha visto tante cose in vita sua .

Le rughe marcate , la pelle cadente , le mani grandi ma magrissime , gli ormai bianchi capelli ; un uomo dallo sguardo malinconico che non vede ormai più in la del cespuglio di rose .

Poggia le mani sulle grandi ruote della sua sedia e con la forza che gli resta fa muovere quella carrozzella in avanti , piano , con affanno .

Si ferma poi giunto al limite della veranda le quali assi di legno scricchiolano un po' al suo passaggio , poi tacciono come tace il resto.

La casa è silenziosa , i dintorni sono animati solo da sporadici rumori flebili , che l'anziano ormai non percepisce più .

Le assi tornano a farsi sentire ancor ,più di prima , qualcosa di più pesante pare si stia muovendo svelto su di esse . Il rumore poi s'arresta , il vecchio volta il capo per guardarsi alle spalle , mentre una mano giovane, di donna gli si posa sulla spalle.

-Dimmi , quante rose vedi ?-

Domanda il vecchio nel tanto che il suo petto si alza e si abbassa vistosamente , la sua voce è bassa , esile e affannata , ma chiara e calda come il sole .

-Elaboro . . . sono sicuramente dieci .-

Afferma la voce femminile dietro di lui .

-Ti sbagli amore mio . -

-No, sono sicura che i miei calcoli siano corretti .-

Scuote piano la testa e sorride l'uomo che porta la sua mano a stringere quella della donna, due mani completamente diverse , divise evidentemente dall'età che intercorre fra i due .

-Non la vedi ? La rosa più bella è qui accanto a me . . . sono undici le rose che oggi vedo .-

-Sei sdolcinato come al solito.-

Afferma con voce seria e a tratti metallica la donna .

Il vecchio continua a sorridere ,poggia la testa sulla spalla dove la sua guancia va a sfiorare la mano di lei .

Lei che è una giovane donna alta e magra , vestita di nero e con ai piedi un paio di anfibi , una donna dai corti capelli neri e senza cuore.

-Resta ancora un po' con me . . . Hyde , voglio sentirti dire ancora che mi ami. -

Dice poi mentre poggia l'altra mano sulla testa dalla chioma bianca accarezzandola piano , sfiorando appena quei fili sottili che sembrano quasi brillare alla luce del sole .

Sorride gioiosamente il vecchio , sorride ancore e ancora , mentre i suoi occhi color noce si chiudono piano , il suo respiro rallenta , rallenta sempre più .

-Addio , mio amato Hyde.-

La mora scosta piano le mani non appena sente esalare il di lui ultimo respiro . S'accosta poi a lui guardandolo per qualche istante prima di portargli un braccio dietro la schiena e l'altro dietro le ginocchia prendendolo in braccio senza difficoltà , tenendolo stretto a se . La testa dell'uomo va a poggiarsi sul petto della donna che scende con calma i tre scalini della veranda , mentre sotto i suoi passi e il suo peso le assi scricchiolano nuovamente .

Giunge nel bel mezzo del giardino dove coperta da un telo verde v'è una buca profonda , stretta e lunga quasi due metri .

-Non ti lascerò mai più solo . -

Sussurra il prototipo Eleven all'orecchio dell'anziano già dipartito .

Con un piccolo salto atterra nel mezzo della buca e lì vi adagia con cura il corpo dell'amato , gli incrocia le mani sul petto e gli posa sulle labbra ormai violacee un bacio .

-Adam!-

Chiama a gran voce la donna. E non passa più di un baleno prima che appaia correndo un giovanotto ben piazzato dai fulvi capelli riccioluti , il viso pallido dall'aria innocente impreziosito da due occhi che sembrano topazi e delle labbra sottili e rosee .

-Si ,signora!-

Esclama mettendosi sull'attenti , e vestito della divisa militare porge il suo ultimo saluto ai due.

La mora si stende sorridendo accanto all'amato poggiando la testa sul petto di lui, lì dove per anni ha riposato, in modalità stendby, ascoltando costantemente il ritmico suono del cuore dell'uomo che amava quando ancora provava sentimenti veri .

Piano , piano e zoppicando un po', anche un altro figuro familiare si è avvicinato alla fossa , e ora sorride guardando i due distesi l'uno accanto all'altro . Anche questo come Adam porge il saluto militare ai due .

-Agente speciale Hyde, mi faccia sapere se anche dall'altra parte si possono pilotare le navicelle .-

Esclama ridacchiando il vecchio e arzillo ex pilota .

-Sei un fissato nonno Dorian.-

-Non chiamarmi nonno , rottame .-

Risponde a tono aizzando il suo bastone contro l'androide che scuote il capo e alza gli occhi al cielo.

-Buona notte , ci vediamo nell'inferno degli androidi prototipo undici.-

Afferma una volta ritrovata la serietà il rosso militare . Cammina piano verso il cespuglio , lì dove una vanga giace arrugginita . La sposta prendendola in mano , rivelando dietro di essa un piccolo bocciolo acerbo di rosa , che diversamente dagli altri dieci , non è ancora sbocciato.

La vanga sprofonda nella terra raccogliendone una grossa manciata che viene lanciata sui due amanti nella fossa , e la prima manciata viene seguita da una seconda, una terza , sino a che la fossa non è completamente ricoperta .

Il sole è tramontato , il colore delle nuvole è divenuto di un rosa intenso che sfuma sino a diventare viola, poi si perde nel blu scuro della notte che incombe.

Sospira l'androide che lancia l'attrezzo lontano verso il cespuglio dal quale l'ha preso , si pulisce le mani sulla divisa sporcandola di terra e fa dietrofront .

-Andiamo nonno!-

Esclama risvegliando l'anziano Dorian seduto a terra con le spalle a stretto contatto con la navicella , il cui motore produce quel bel tepore come sempre. Si alza in piedi il vecchio che risale sulla navetta andandosi a sedere al panello di guida .

-Muoviti!-

Urla con voce roca richiamando il giovane intento a guardarsi alle spalle con aria malinconica.

-Si , eccomi.-

Risale anche lui , il portellone si chiude ermeticamente , poi con un sommesso rumore di motori la navicella riparte rapida lasciando dietro di se una scia di fumo bianco che si dissolve rapidamente .

 

 

Fine...

 

 

Finito .Eccoci arrivati all'ultimo capitolo di questa mia prima storia . Spero che vi sia piaciuta , spero che continuerete a seguirmi (perchè ho intenzione di scrivere altre storie ) e spero di aver allietato magari il vostro tempo libero con una storia diversa dalle altre , una storia che anche se scritta dall'inesperta scrittrice che sono , riconosco non essere una cretinata campata per aria senza capo ne coda.

In ogni caso , grazie a chi ha letto la mia storia arrivando con me a questo ultimo capitolo che non è null'altro che un “Cosa è successo dopo?”.

Spero di poter postare presto il primo capitolo della mia nuova storia, che sarà una storia figlia di due autrici diverse (me e una mia timida amica di cui non faccio il nome).

Ancora una volta invito tutti voi , se ne avete voglia , a lasciarmi una recensione , negativa o positiva che sia .

Ancora una volta vi esorto a scrivermi tutto quello che vi passa per la testa :

domande;

curiosità;

interrogativi;

dubbi dubbiosi;

Insomma tutto quello che vi pare inerente a questi capitoli e a questa storia.

Comunque senza tergiversare , grazie, grazie , grazie ancora , e alla prossima storia.

  
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