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Autore: Jack Le Fleur    22/10/2013    1 recensioni
Sospirò. Quella non poteva essere estate. L'estate era piena di sole, caldo, sorrisi, giornate lunghe, vacanze. E invece era lì, dentro casa con il maglione che le aveva regalato sua nonna a Natale perchè faceva talmente freddo che pareva dicembre, con la pioggia che cadeva inesorabile degna della peggiore delle tempeste, con i compiti di tedesco del recupero da finire e quelli di matematica abbandonati da qualche parte sulla scrivania in attesa che lei avesse il coraggio di provare a risolverli. Ma a lei non andava.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A little piece of heaven

 

Sara fissò lo sguardo fuori dalla finestra della camera. Pioveva. Di nuovo. Con i compiti di tedesco ancora in grembo, si girò completamente verso il veto freddo ruotando sulla sedia con le ruote che popolava la stanza ormai da anni. Odiava la pioggia: era fredda, bagnata e metteva addosso una malinconia così pressante da schiacciarla. Gettò i compiti sul letto con poca grazia. Sapeva che non sarebbe riuscita a finire con quel continuo ticchettare. Sospirò. Quella non poteva essere estate. L'estate era piena di sole, caldo, sorrisi, giornate lunghe, vacanze. E invece era lì, dentro casa con il maglione che le aveva regalato sua nonna a Natale perchè faceva talmente freddo che pareva dicembre, con la pioggia che cadeva inesorabile degna della peggiore delle tempeste, con i compiti di tedesco del recupero da finire e quelli di matematica abbandonati da qualche parte sulla scrivania in attesa che lei avesse il coraggio di provare a risolverli. Ma a lei non andava. Quella non era l'estate che voleva: non le interessava saper parlare tedesco, non aveva alcuna intenzione di andare in Germania, né tanto meno credeva che saper calcolare la formula di un arco di parabola le sarebbe servito a qualcosa. Lei voleva solo disegnare, un po' perché era brava e un po' perché era uno dei pochi modi che aveva per staccarsi dalla realtà. Le piaceva prendere la chitarra e suonare perché la musica è vita e lei lo sapeva bene. Amava anche scrivere perché a volte le parole dicono di più di ogni altra cosa. Ma forse ciò che bramava di più era una speranza. Forse per questo stava sveglia fino a tarda notte a parlare al pc con lui. Lui che era a più di novemila chilometri di distanza e si era appena svegliato. Lui che a volte la deludeva, se ne andava, ma poi tornava ogni volta perché lei era l'unica che riusciva a scorgerlo sotto l'ego, la fama, sotto la maschera che si era creato e che portava sempre più spesso, tanto che forse stava iniziando a cambiare. Lui nonostante tutto era lì e lei lo sapeva. Le aveva detto che la amava e lei ne era così felice! Lei lo amava più di quanto lui pensasse. Più di una volta aveva speso nottate a piangere per lui, a voler urlare anche se lui non poteva sentirla. Lui era la sua speranza.

Per questo guardava fuori dalla finestra sognando novembre, quando lui sarebbe arrivato. E allora avrebbe potuto fargli capire quanto i suoi sentimenti erano veri e sarebbe stata felice, avrebbe sorriso. Fissava la pioggia aspettando il suo piccolo pezzo di paradiso.







Angolo autrice

Salve salve! Devo solo dire che questa storia è dedicata alla mia bff a cui piaceva tanto (credo) e che mi sopporta da più di undici anni. Quindi grazie, Zucchero.

 

  
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