About the King's Queen

«A volte mi sembra che voi sfruttiate coloro che si definiscono vostri compagni solo per i vostri scopi… Camminare su di loro per raggiungere la vetta, come se fossero dei meri strumenti…» disse la principessa Charlotte una sera al comandante Grifis, della squadra dei Falchi.
Aveva sentito più e più volte molti nobili parlare male di lui; alcuni lo definivano un mostro, altri un egoista, altri ancora lo consideravano vanitoso… I meno severi dicevano semplicemente che era troppo ambizioso per le sue umili origini. Charlotte non credeva a nessuno di loro; lei lo considerava Grifis la persona più nobile, gentile e dolce che avesse mai incontrato, e sin dal loro primo incontro aveva desiderato conoscerlo e stargli accanto. Più lo conosceva, più la sua ammirazione e il suo amore per quello strano e misterioso uomo crescevano.
«E’ un dato di fatto, principessa, che gli esseri umani si dividano in vantaggiosi e non vantaggiosi. Io tento solo di realizzare il mio sogno, servendomi dei talenti di ognuno.» le spiegò sorridendo l’albino, seduto accanto a lei, nella vastità del giardino del palazzo reale, pieno di piante ed alberi di ogni tipo, immerso solo nel verde dell’erba e nell’azzurro del cielo, che Charlotte riusciva a vedere anche negli occhi del cavaliere di fronte a lei.
«Li usate come se fossero una scala…» dedusse infelicemente la principessa
«Preferirei definirli sassi. Pezzi di pietra, di dimensioni più o meno elevate, asseconda.» precisò Grifis, sorridendole come un bambino.
«Pietre…» a quelle parole Charlotte distolse lo sguardo, abbassando leggermente la testa e stringendo le spalle. Davvero pensava quelle cose?
«Ho detto qualcosa di sbagliato?» le chiese Grifis, prendendole il viso tra due mani, alzandoglielo per guardarla negli occhi. Ogni volta che gli occhi azzurri dell’albino incontravano quelli della principessa, quest’ultima rimaneva come incantata da quella visione; quegli occhi sembravano così puri e sinceri, sembravano non nascondere nessuna impurità, e sembrava che quella bocca non potesse dire nient’altro se non le stesse parole dolci che dedicava a lei quando erano soli.
«Anche io sono solo una pietra? Una piccola, piccolissima pietra…?» la malinconia che la ragazza provava traspariva dal tono di voce debole ed impaurito con cui proferiva quelle parole al falco bianco, che non distoglieva lo sguardo, fiero.
«Voi, mia principessa, siete una montagna.» spiegò semplicemente l’altro, senza dare troppe spiegazioni, già aspettandosi un ulteriore domanda da parte della principessa, che non tardò ad arrivare.
«Io vi servo per la realizzazione dei vostri scopi, Lord Grifis..?»
«Non solo per quelli, Charlotte.»
«Significa forse che sono importante per voi?» gli occhi di Charlotte in qualche modo si illuminarono, e li alzò per fissare il suo cavaliere. Adorava sentirlo parlare in quel modo, adorava udire quelle parole rivolte a lei e solamente a lei.
«Moltissimo; sia per l’avverarsi del mio sogno, sia perché un regno ha bisogno di una sua regina, così come il suo re..» concluse Grifis, dandole bacio leggero a fior di labbra, casto e dolce, come solo lui sapeva fare.