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Autore: sibley    22/10/2013    1 recensioni
[Wonder Woman]
Doveva solo lasciarsi alle spalle ogni sensazione, così solo avrebbe potuto affrontare quella sorta di tempesta di pensieri, ed ormonale, che le capitava a volte. Perché prima di essere una supereroina, Diana era una donna. Ed era una donna che in tantissimi volevano, ma che veniva sempre snobbata da quelli che lei voleva. Altro effetto del suo "radar sfiga". Anche se adesso avesse deciso di conquistare Arthur, tanto solo per levarsi di torno l'idea di stare con lui, cosa sarebbe successo? Solo altri casini.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era probabilmente un amore impossibile. Ma lei ci credeva davvero, bastava anche solo pensare al fatto che tutto quello che le era sempre accaduto, era comunque roba praticamente sovrannaturale e niente più la poteva preoccupare. Sembrava avere una calamita per gli alieni pazzi, per le catastrofi naturali, e per le guerre tra mondi paralleli, o peggio. La guerra contro Atlantide era stata vinta. Eravamo riusciti a farli ritirare di nuovo sott'acqua e Aquaman si era ripreso Atlantide, il suo regno. Già, Arthur. Le mancava, anche se non sapeva spiegarsi il perché. Le piaceva tantissimo guardarlo negli occhi, e poi ridere senza motivo. Con Aquaman, sebbene fosse il suo rivale, anche se poi si pentì, poteva ridere e scherzare anche nel momento meno opportuno. Si sentiva in colpa, aveva appena rotto con Superman, e non le sembrava esattamente corretto pensare già ad un altro, in particolare perché Clark avrebbe potuto pensare che fosse finita proprio a causa di Aquaman. Sperava solo che almeno Kara fosse riuscita a consolarlo. Doveva farlo, in fin dei conti. Clark era tutto quello che le rimaneva, e sarebbe sicuramente riuscita a fargli capire che non cadeva il mondo per una cosa del genere. Diana ci sperava, ma sapeva che anche per lui ci sarebbe voluto del tempo. Tanto, tantissimo tempo. 

Doveva solo lasciarsi alle spalle ogni sensazione, così solo avrebbe potuto affrontare quella sorta di tempesta di pensieri, ed ormonale, che le capitava a volte. Perché prima di essere una supereroina, Diana era una donna. Ed era una donna che in tantissimi volevano, ma che veniva sempre snobbata da quelli che lei voleva. Altro effetto del suo "radar sfiga". Anche se adesso avesse deciso di conquistare Arthur, tanto solo per levarsi di torno l'idea di stare con lui, cosa sarebbe successo? Solo altri casini. Ricordava l'opposizione ferrea di Lanterna Verde quando si mise insieme a Superman. Ricordava le sue parole come se fossero state pronunciate solo poche ore prima.

"Quando vi lascerete, cosa accadrà? Scioglieremo la Justice League solo perché voi due non vorrete più guardarvi in faccia?"

Ed in effetti, l'idea di non guardare mai più in faccia Clark non era esattamente malaccio, ma voleva evitarsi un sonoro "Te l'avevo detto" da parte della saccente Lanterna. Di conseguenza, anche se tutti sapevano della rottura, lei continuava a salutare allegramente Clark, come se non avessero mai rotto, come se non fossero mai stati insieme. E Clark, ovviamente, le dava manforte, evitando atteggiamenti che potevano essere scambiati per ostilità. Non avevano bisogno di prediche da parte della Lanterna, e nemmeno da parte di qualcun altro. Certo, sarebbero sorte le malelingue, se lei avesse iniziato ad entrare in intimità con Arthur, ma in fin dei conti, cosa importava? Era combattutissima tra l'uscire allo scoperto, provarci con Aquaman, e magari riuscire pure a starci insieme, o il rimanere nelle retrovie, fino a soffocare quello che iniziava a provare nei confronti del Re di Atlantide. Era una di quelle decisioni da prendere lentamente, senza lasciarsi colpire da desideri insani, o da consigli esterni. Era qualcosa che lei, e solo lei poteva decidere, e doveva farlo a mente fredda, a mente lucida. Non serviva a niente ricordare come aveva lasciato Clark. Non occorreva a niente pensare al momento in cui, con la massima delicatezza, gli aveva detto che i suoi sentimenti stavano cambiando.

"Io, penso che le cose stiano cambiando. Forse è un problema mio, anzi, sicuramente è un problema mio... Ma è un po' che rimango con te perché ti voglio davvero bene. Tengo a te più di qualsiasi altra cosa al mondo, e non vorrei ferirti... Ma io non ti amo più. Non come una volta. Ti chiedo scusa... Io, davvero, speravo che tenendo duro le cose sarebbero tornate ad essere uguali a prima... Ma non è stato così. Non posso continuare ad ingannarti per sempre, non posso rimanere in questa situazione di stallo. Ti prego, scusami..."

E lì, Clark l'aveva abbracciata, per poi posarle un rapido bacio sui capelli, e lasciarla andare, senza dire una parola, rispettando la sua voglia di stare sola. Più Diana ci pensava, più il viso di Arthur le saltava in mente. Era ormai un bivio ma bisognava decidersi in fretta. Non poteva rimanere ferma lì di nuovo, un'altra volta. Sarebbe stato come gettare il sasso, e poi riprenderselo dritto in faccia. Aveva lasciato Clark, e tutto perché voleva sentirsi libera, perché iniziava a non sentire più niente nei confronti di quel poveretto. Certo, era semplice pensare di mettersi lì un po' e far cascare tra le sue braccia Arthur. Non era affatto difficile, in fin dei conti. Diana era una donna meravigliosa, stupenda, a dir poco splendida, però quando pensava ad Arthur, il viso di Clark tornava a far capolino nella sua testa, insieme a possibili scenette tristissime, in cui Clark l'accusava di averlo lasciato per Aquaman, o in cui Aquaman la considerava una facile, e solo perché improvvisamente aveva iniziato a considerarlo un bel ragazzo. C'erano anche alcuni momenti in cui l'ottimismo la faceva da padrone, però ormai erano sempre più rari quei pochi istanti. Ricordava bene anche le ultime parole che Arthur le aveva detto, e che l'avevano stregata.

"Ehi, Diana. Sei una donna bellissima, continuo a non capire per quale motivo ti ostini a nasconderti. Potresti fare di tutto, oltre alla tua 'professione' di supereroina. Potresti iniziare a fare anche la modella, se necessario. Ah, beato Clark Kent che può starti accanto. Non capisco chi ti rifiuterebbe. Per me è come se tu fossi una sorellina minore, ma questi problemi nessun altro se li fa... Tu non avrai mai il problema di rimanere Single troppo a lungo, se non per scelta. Mia cara Diana, sei fortunata. Al tuo fianco, hai l'uomo più buono al mondo, e come amico hai me, che sarei pronto a venire ad aiutarti anche alle quattro di mattina, se necessario. Non ti pare di vivere una vita da sogno?"

No, non le pareva, nemmeno un po'. Escludendo i combattimenti quasi mortali, certo, era una gran vita. Ma adesso, non c'era più tempo da perdere. Poteva rimanere lì a rimuginare, così come poteva mettersi all'opera per decidere qualcosa del SUO destino. Come sempre, era questione di scelte.
  
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