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Autore: Akira Kurokawa    22/10/2013    0 recensioni
Salve a tutti questa è la mia prima storia originale. Ci sto lavorando da un po' e spero vi piaccia^^
Tratto dal racconto:
"...sentii sbuffare dietro di me e una voce imprecare credo in un lingua a me vagamente familiare e così mi girai dicendo -Conosci il giapponese?- e lei mi guardò alzando un sopracciglio e solo allora mi accorsi del suo aspetto. Era una ragazza alta, anche se non eccessivamente, doveva essere su un metro e settanta, smilza anche se si poteva vedere che si teneva in forma e aveva lineamenti decisamente orientali. Avrei voluto sotterrarmi. Arrossendo provai a scusarmi, balbettando qualcosa di non molto sensato del tipo "Scusa..è vero, che idiota...ehm..", finché lei non interruppe il mio balbettio dicendo sorridente -Tranquilla, succede. Alla fine, quando cadi addosso a una persona non gli fai la radiografia per vedere di che nazionalità è.- e io annuii incapace di dire o fare altro. Ero improvvisamente in soggezione sotto il suo sguardo penetrante..."
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao ragazze!Eccomi con un nuovo capitolo scusate l'attesa, ma impegni oltre lo schermo non mi permettono di esse più presente^^'' dai però sto migliorando no?Sono passati solo 2 mesi da quando ho aggiornato l'ultima volta. Voglio ringraziare tutti quelli che hanno messo la storia tra i preferiti, i seguiti e le ricordate come sempre e questo capitolo ve lo dedico. Ora un ultima cosa. Alcuni di voi hanno ricevuto un mio messaggio,se non si è perso,ora il mio messaggio era solo una richiesta di aiuto per migliorarmi come scritrice non una publicità forse come alcuni hanno frainteso. Comunque ho imparato non manderò più messaggi del genere^^ Ora vi lascio alla lettura =)


Capitolo V


Passò qualche giorno in cui ci eravamo impegnate moltissimo nel decorare casa e giardino per Natale, non senza qualche incidente con palline rotte e cadute da parte mia, ma a parte quello il risultato finale fu meraviglioso, così decidemmo di festeggiare il nostro successo. O per meglio dire loro scelsero di uscire a festeggiare e a me non restò che accontentarle. Era impossibile resistere agli occhi dolci di Charl. Davvero. Così mi trascinarono nella loro camera per decidere tutte insieme che metterci. Mentre guardavo l'armadio di Charlie, dubito che Eveline e io avessimo minimamente gusti simili benché un po' mi attirassero i suoi vesti dark, chiesi -Dov'è che andiamo alla fine? Quando avete parlato di un pub non ho capito bene il genere di pub che intendevate..- guardandomi sorprese, quasi non credessero che ci fossi arrivata. A quel punto capii. Mi volevano portare in quel locale di cui mi avevano parlato, dalla loro amica...qualunque fosse stato il suo nome che ora mi sfuggiva completamente.

Nel panico più totale guardai prima una e poi l'altra mia amica dicendo -Io..non so se sono pronta..- ma Eve fu subito vicino a me e mi strinse la spalla incoraggiante dicendo -Ehi si tratta solo di un’uscita. Non dovrai far altro che bere qualcosa di analcolico, ricordo di quanto poco reggi l'alcool, e chiacchierare. Poi chissà, ti farai nuove amicizie.- scuotendo la testa non molto sicura sospirai dicendo -Ho altra scelta?- e loro scossero la testa sorridendo. Anzi ghignando maleficamente. Avevano qualcosa in mente, lo sapevo.

Sbuffando dissi -Avanti, togliamoci il pensiero.- e puntai dritta all'armadio di Eveline per prendere un vestito che mi era piaciuto. Se dovevo andare con loro tanto valeva buttare nel cesso tutta la mia reputazione e agire di istinto. Il vestito era interamente nero, non che ci fosse altro nell'armadio di colore o almeno non molto altro, con la gonna che formava delle pieghe a causa dell'arricciatura in vita formata da uno strato di fodera e uno o due di pizzo, difficile a dirsi con un’occhiata così superficiale, sovrapposti più corti sul davanti tanto da arrivare al ginocchio al contrario del dietro che arrivava alle caviglie. Infine il corpetto a cuore era decorato dallo stesso pizzo della gonna e presentava delle stringhe sia davanti, di sicuro solo per bellezza, che dietro, che servivano invece a chiudere il vestito. Guardandomi stupite, mentre io guardai Eve come a chiederle se potevo usarlo enfatizzando la cosa alzando un po' il vestito, dissero insieme -Sicura di volerlo mettere?- neanche fossero gemelle. Sospirando dissi -Si...volevo provare qualcosa di nuovo..se ti dà fastidio lo pos..- non feci in tempo a finire la frase che fui letteralmente trascinata nel bagno privato della camera mentre Charl mi diceva che mi avrebbe aiutato a prepararmi.

Non avessi mai accettato. Uscii da quel bagno solo mezz'ora più tardi con trucco e parrucco perfetti. Mi aveva arricciato i capelli formando dei morbidi boccoli fermati dietro da una spilla a forma di teschio che lasciavano ricadere delle ciocche che mi incorniciavano il viso. Come trucco avevo giusto un filo di matita nera sugli occhi e un rossetto rosso sangue. Non avevo potuto mettermi altro a causa delle mie allergie. Avevo osato un po' mettendomi il fondotinta, ma di certo la volta successiva mi sarei portata anche i trucchi.

Appena mi vide Evelin fece un fischio di apprezzamento dicendo con un tono di apprezzamento -Wow..se non ti cadono tutte ai piedi appena ti vedono sono cieche. Sei uno schianto.- tanto da farmi arrossire. Charl, fingendosi gelosa, disse -Ehi, scusa, ma io non ti piaccio nemmeno un po'?- al che la ragazza rispose prontamente -Non ti sei ancora cambiata..come ti posso fare i complimenti? Ora però il bagno è mio!- e scappò in bagno chiudendosi dentro non prima di aver fatto una linguaccia al suo amore, che non aveva neanche provato a inseguirla, fissando la scena per un attimo allibita per poi scoppiare a ridere. Charl scuotendo la testa prese le sue cose e si andò a cambiare lanciandomi degli stivali e dicendo -Mettili, stanno d'incanto con il vestito.- e sparì.

Sospirando, non ero abituata al loro come definirlo...tornado di azioni? Mi avevano trascinato in mezzo al loro quotidiano in poche parole. Mettendomi gli stivali rigorosamente neri con tacco 11, erano pazze se credevano che sarei riuscita a non rompermi nulla, ma avevo imparato a non obiettare. Finito mi lisciai in automatico la gonna prendendo a giocherellare con l'orlo. Ero nervosa. Chi non lo sarebbe stato alla fine? Era la mia prima volta in un pub. Per di più un pub lesbico da quel che avevo capito. Non so se avevo quel coraggio che avevano Charl, Eve, Himeko o Sthefany. Ripensando a lei mi rabbuiai un po'. Era da quando le avevo mandato un sms per scusarmi per la mancata promessa mantenuta che non si faceva viva. Non avevo mantenuto la mia promessa e va bene, me lo meritavo magari il suo muso, ma addirittura ignorarmi? Bah, chi la capiva.

Mezzora più tardi e molti battibecchi dopo fummo pronte a uscire. Io con sopra un cappotto nero felpato con due tasche laterali e cappuccio. Inoltre aveva i bordi arricchiti con pelliccia sintetica e i bottoni a forma di cuore, con cappio per chiuderli, e una finta allacciatura decorativa sul retro. Amavo quel cappotto decisamente e di certo non mi avrebbe fatto morire congelata. Eve invece aveva optato per pantaloni super aderenti con una maglia nera decorata in pizzo con maniche fatte interamente di esso. Infine aveva delle rose sul decolté e i gancetti a vista sul davanti. A completare l'opera degli stivali senza tacco e il cappotto, che appena lo vidi con il cappuccio tirato su non so perché ma mi ricordò quello di Van Helsing, con anch'esso una finta allacciatura decorativa sul dietro.

Quella più femminile oltre me fu Charlie che aveva indossato un vestito rosso in stile con il periodo lungo fino al ginocchio e calze spesse nere. Infine aveva una giacca rossa con finta pelliccia e scarpe Chanel con tacco basso rosse. A guardarci facevamo davvero un gruppo di stravaganti.

Salite in macchina, ci avrebbe accompagnato il padre, restammo in silenzio. Le fidanzate si tenevano il muso perché una accusava l'altra di non averle dato abbastanza attenzioni, l'altra che pretendeva troppo e che era gelosa di un non nulla. È inutile spiegare chi era chi no? Era abbastanza evidente. Sospirando, sentendomi per nulla in colpa, ormai avevo fatto il callo ai loro battibecchi, guardai fuori.

Arrivata al locale trovammo la fila ad attenderci. Era strano da quello che mi avevano detto non c'era fila per entrare. Potevi uscire e entrare, infatti, liberamente. Scese dall'auto mi accorsi che le mie accompagnatrici erano sorprese quanto me. Così incuriosite ci avvicinammo all'entrata dove chiedemmo a una ragazza in fila il motivo. Guardandoci un attimo stupita disse -Oggi è il giorno del ballo in maschera di Natale. Da domani infatti il locale sarà chiuso per le ferie.- al che ci guardammo allibite. Loro perché se ne erano completamente scordate, io perché non ne sapevo niente. Un ballo in maschera. Faceva tanto rinascimento solo a me? Guardai le mie amiche pronta a dire di tornare a casa, non sapevo ballare la musica moderna figuriamoci quella classica, ma loro erano di tutt'altra idea e mi trascinarono alla coda che scoprii essere quella dei vip. Arrivate alla porta, praticamente non c'era nessuno a parte due o tre, il buttafuori sorrise alle ragazze dicendo -Eveline, Charlie, bentornate. Se passate da Vale vi trova delle maschere, mi raccomando niente alcolici, eh?- e ci fece passare.

Guardandole in cerca di spiegazione dissero solo che come socie avevano il diritto ad entrare come vip e che potevano portare degli amici con loro e mi lasciarono vicino a un tavolo per andare a prendere le maschere e da bere. Bene. Già odiavo quel posto. Guardandomi intorno notai che prevalentemente c'erano coppiette. Era una stanza credo classica per un bar, grande luminosa con una grande pista da ballo e intorno sedie e tavoli con il bancone al lato opposto dell'entrata. Notai solo dopo una seconda occhiata i corridoi che partivano ai due lati del bancone. Di sicuro per i bagni e gli uffici, pensai distrattamente, quando notai una ragazza appoggiata al tavolo vicino al nostro che guardava quasi indifferente la scena. Non che lo potessi molto capire per via della maschera, ma dal suo atteggiamento non dovevo aver frainteso.

Stranamente quel profilo mi era quasi famigliare, ma non feci in tempo a far nulla che tornarono le ragazze con le maschere. Dandomi la mia, Eve disse sbuffando -Senza, Vale si è rifiutata di servirci. Forza mettila e andiamo.- e mi trascinarono con loro. Per un attimo mi sentii quasi osservata, ma quando mi girai non notai nessuno che mi fissava. Scrollando le spalle raggiunsi le mie amiche, che non si erano accorte di niente, prendendo da bere.

Bevendo andai a sedermi, era l'unico modo per non farmi invitare o da Charl o da Eve a ballare, intuii subito, così da lasciarle un po' sole. Prendendo il cell mi misi a messaggiare con Ale chiedendole come stava, che stava facendo e così via. Dopo poco ritornò la sensazione di essere osservata e alzai lo sguardo. La ragazza che avevo notato prima mi guardava. Un po' sorpresa accennai un sorriso arrossendo vistosamente, distogliendo lo sguardo. Ok, era fatta. Prima figura di merda arrivata. Cercando di distrarmi con il cellulare, non mi accorsi quasi di qualcuno vicino a me finché lei non disse -Scusa, sei libera per questo ballo? Non ho potuto non notare che sei qui sola...- e io rimasi un attimo sbalordita guardandola. Quella voce...l'avrei riconosciuta fra mille, ma prima che potessi dire alcunché mi trascinò in pista mettendosi in posizione con me e trascinandomi nel valzer. Arrancando un po', più che altro perché non riuscii a rilassarmi e a lasciarmi trascinare da lei e dalla musica, dissi -Che diamine...??- -Scusa, ma è l'unico modo..e tu non dovresti sapere chi sono, no?- e io la guardai un attimo e lei ribatté dicendo -Siamo a un ballo in maschera, no? Fingi che io sono un'altra persona..io farò lo stesso con te.- e al che non potei che rilassarmi e lasciarmi trascinare.

Finito il ballo un po' ansanti tornammo ai nostri tavoli, ma solo per prendere la mia giacca, che prese lei per poi porgermela elegantemente, e da bere, che invece portò lei forse non troppo sicura del fatto che non l'avrei versata precaria com'ero sui tacchi, perché poi mi trascinò letteralmente fuori attraverso uno dei corridoi che avevo notato, ritrovandoci in un cortile interno dall'aria intima, completamente vuoto. Tenendomi un braccio intorno la vita, più per impedirmi di cadere supposi che per altro, mi trascinò sotto il gazebo.

Guardandola incerta mi lasciai guidare per poi sedermi. Avevo i piedi a pezzi, non ero per niente abituata a portare i tacchi. Guardandomi senza tanti preamboli disse -Sei la ragazza di Maicol vero?- e io la rimasi un attimo a fissare allibita. Come faceva a saperlo? Interpretando la mia sorpresa indicò il ciondolo che ormai indossavo da mesi senza neanche più ricordarmene. Toccandolo, come ricordandomene solo all'ora, mi ricordai della sera che Maicol me lo regalò. Disse che era un amuleto contro ogni male, ma io non ci pensai molto trovandolo un gesto carino, e lo indossai subito. Solo allora mi venne il dubbio che potesse avere qualche altro significato e mi rimbombarono in mente le parole di Charlie “...Stai attenta, ultimamente l'ho visto girare con brutta gente..tipi poco raccomandabili..

-Ehi, ragazzina, mi senti?- disse interrompendo i miei pensieri. Senza riuscire a resistere dissi irritata -Il mio nome è Alex, non ragazzina.- e lei mi guardò un attimo, forse sorpresa o divertita dal mio tono, non saprei dirvelo, con un mezzo sorriso sulla faccia per poi riprendere come se la sua spiegazione non fosse mai stata interrotta.

-Appena ho visto la collana mi sono ricordata delle raccomandazioni di uno del nostro gruppo. Aveva detto di non toccare assolutamente la sua ragazza o sarebbero stati guai e io voglio evitarli, solo che sembra che dovunque vado ti ritrovo..e questo significa di certo qualcosa, no?- e mi guardò come se si aspettasse una risposta. Io feci per dire qualcosa, ma fummo interrotte da un'altra ragazza, che disse –Hime, vieni? Ce ne stiamo andando...è una noia mortale qua.- e mi degnò a malapena di uno sguardo, come se non esistessi. Era una ragazza bassa e anoressica, con capelli quasi corti e neri. La trovai del tutto priva di interesse concentrandomi del tutto su Himeko, che mi guardava a sua volta.

Riguardando la sua amica disse -Dì agli altri che resto..devo finire un discorso con lei.- sembrava stranamente agitata, lo notai perché aveva occhieggiato la mia collana come sperando che l'avesse notata solo lei, e distrattamente me la misi nella maglia. Senza degnarmi, per fortuna, di uno sguardo, guardò interdetta Himeko, ma non disubbidì e se ne andò.

Guardandola aspettai e le spiegazioni non tardarono. Infatti riprese a parlare sedendosi su una panchina e sembrava costarle molto.

-Tu sai che io e Sthefany siamo state insieme, no? Per la precisione..oggi avremmo fatto tre anni insieme..ma non siamo neanche arrivate a uno. L'amavo molto. Più di lei di certo. Non è una bella persona, sai? Come amica forse si, per alcuni mesi, poi inizia a sparire e si rifà viva solo quando le servi. Non lo fa con cattiveria, almeno non l'ho mai creduto, ma le hanno insegnato così i genitori. Non può farci molto, ma questo non ci ha aiutato. Per niente. Ho tentato..di farle capire le cose..di starle vicina..ma puntualmente lei ci ricascava evitandomi o cercandomi solo quando ne aveva bisogno..finché..sai cos'è successo, no? Lei mi tradì per una scommessa. Fu un solo bacio, è vero, ma per me è abbastanza da considerarlo tradimento. Da allora evito di affezionarmi a chiunque e i guai perché questa relazione mi aveva portato moltissimi problemi sia al Conservatorio con alcune persone idiote che in famiglia. Per questo sono finita nel giro di Mike. Ci comprendevamo, eravamo tutti ragazzi con problemi. Solo che compresi troppo tardi che non erano...propriamente dei bravi ragazzi.- la guardai un attimo non capendo dove volesse andare a parare sinceramente, ma la lasciai parlare.

-Per questo..ho tenuto un comportamento freddo con te..ma non sono così..antipatica come sembra. Volevo darti delle spiegazioni per la mia corsa improvvisa dell'altro giorno, ecco tutto. Ora puoi anche tornare dalle tue amiche..non è saggio girare sola per un locale pieno di lesbiche, soprattutto se si legge in faccia che sei alle prime armi.- guardandola un attimo sospirai, dicendo - Non riuscirò mai a capirti, sai..? Più ci provo e più non ci riesco..sembra che vuoi tenere tutti lontano..e solo per non avere problemi? Per me te ne sei creati già abbastanza da sola, non credi? O non avresti problemi a parlare con me..- e mi girai avviandomi, lasciandola sola con i suoi pensieri mentre mi chiedevo dove avevo preso tutto quello slancio di sincerità.

Tornata dentro, cioè riuscii a metterci un piede solo oltre la porta, venni investita da Charlie e consorte che appena mi videro mi abbracciarono dicendo -Ci dispiace averti ignorato! Non sparire più con tizie poco raccomandabili solo per noia però!!- io le guardai un secondo per poi scuotere la testa e aprii la bocca per parlare, ma Himeko scelse quel momento per tornare dentro, quindi ci spostammo per lasciarla passare, con loro che la guardavano tra il sospetto e il curioso e io che evitavo del tutto di guardarla. Una volta sparita dalla vista, Eve disse -Oh, scusaci...non pensavamo che lei fosse qui. Ci eravamo preoccupate per nulla..vai pure da lei.- ma io scossi la testa dicendo -Credo che dovrò scordarmela. Lei non vuole problemi..e io lo sono visto che Maicol a quanto pare fa parte di una banda poco raccomandabile..- e loro si guardarono, come se lo sapessero già, ma io ero troppo stanca di parlare di tutto quello. Volevo solo tornarmene a casa. Capendolo iniziarono a trascinarmi verso l'uscita, aiutandomi a sistemarmi la giacca che portavo ancora abbandonata sul mio braccio, ecco il perché di tutto quel freddo, e uscimmo.

Fuori notammo Himeko che si stava mettendo il casco per andarsene. Guardandola un attimo, non riuscii a non pensare a quanto fosse sexy, e istintivamente andai da lei, con le mie amiche che cercavano di fermarmi. Arrivata da lei mi tolsi la collana gettandola a terra, con lei che mi guardava stupita, e dissi -Non sono una proprietà di Maicol. Scelgo io chi frequentare e chi no..e se tu per una stupida collana ti sei fatta mettere paura..beh, ti ho giudicata male. Credevo avessi un po' più di coraggio.- e girai i tacchi tornandomene delle piccioncine senza darle il tempo di ribattere. Sì, decisamente quella sera avevo bevuto un po' troppa caffeina. Andandocene, il padre era già lì ad aspettarle, si vede che era rimasto nelle vicinanze in un altro locale, notai che Himeko aveva raccolto la collana buttandola in un secchio per poi partire. Forse voleva evitare che qualcuna, vedendola, se ne impadronisse. Di certo era venuto il tempo di parlar chiaro con Maicol.

Passarono così le vacanze di Natale, i miei neanche provarono a convincermi a tornare a casa da loro, e arrivò il momento di tornare a scuola. Non avevo mai desiderato tanto quel momento. Perché avevo evitato per troppo tempo Maicol, sinceramente non che lui si facesse vivo, ma era il momento di finirla. Così quando arrivai in classe lo notai di nuovo con quell'oca di Marie, cosa che mi lasciò per la prima volta del tutto indifferente, anzi forse esultai di nuovo dentro di me, così almeno avrebbe trovato subito con chi rimpiazzarmi e non mi avrebbe torturato troppo. Avvicinatami battei un colpo sulla spalla del mio quasi ormai ex, alla fine se lo doveva anche aspettare, non c'eravamo sentiti per settimane, e dissi -Vieni fuori un attimo? Ti devo parlare.- di certo non l'avrei fatto di fronte a mezza classe. Lui mi guardò un attimo inespressivo e disse alla sua amichetta -Torno subito...sai com'è, sono talmente richiesto e desiderato dalle ragazze.- sapevo che era una frecciatina indirizzata a me e sinceramente me ne fregai.

Una volta fuori lo guardai dicendo -Ti lascio.- lui parve un attimo interdetto per poi dire -Mi lasci? E cosa vorresti fare con ciò? Credi che così potrai fare l'amichetta lesbica di Himeko?- io lo guardai un attimo interdetta, non credevo sapesse di lei. Non doveva sapere di lei. Non poteva sapere di lei. A meno che lei stessa non gliel'avesse detto o chi stava con lei. Guardandomi disse -Sorpresa che la tua amichetta abbia fatto la spia? Alla fine te l'avrà detto, no? Non vuole problemi.- e questa fu l'ultima stoccata al mio cuore. Crollai. Senza altra possibilità. Mi accasciai al suolo con quello che era il mio cuore in pezzi. Io mi ero fidata di lei, era una specie di persona perfetta per me anche se non la conoscevo per niente, si era sfogata con me e io avevo taciuto, solo che lei non l'aveva fatto con me.

Quando riaprii gli occhi mi accorsi di essere in infermeria. Stordita feci per sedermi, ma la mano ferma di Ale mi bloccò dicendo -Resta giù Alex.- e io obbedii, guardandola un attimo interdetta. Senza aspettare le mie domande disse risedendosi sulla sedia vicino al letto -Sei svenuta fuori l'aula dopo aver parlato con Maicol. Non ti dico che spavento..Eve addirittura voleva menarlo credendo che ti avesse fatto qualcosa..ora sono dal preside e io sono qui con te, mentre Charlie aspetta fuori la presidenza.- sospirando, sapevo che prima o poi sarebbe successa una cosa del genere, mi sentii in colpa. Se non avessi seguito Himeko quella sera non sarebbe successo niente.

Interrompendo i miei pensieri la mia compagna disse –Alex, non sentirti in colpa. Non è colpa tua se quell'idiota ha provocato Eveline. Né se ti sei sentita male. Comunque c'è una persona qui fuori che vorrebbe vederti. Dice di essere un'amica di tua sorella.- guardandola perplessa, perché mai Trix aveva rifatto la sua comparsa?, le dissi di farla entrare. Solo che quella che entrò non era Trix, ma bensì Himeko. Prima che potessi parlare però, doveva essere un suo vizio ormai, disse -Da quanto tempo, Alex! Eri una ragazzina quando ti ho visto l'ultima volta.- e io la guardai a bocca aperta. Naturalmente Alessandra, fraintendendo la mia sorpresa, disse che usciva per lasciarci sole, ma che comunque era fuori la porta in caso di necessità. Guardandola dissi -Come fai a sapere di mia sorella?! E come ti permetti di venire qua dopo che hai spifferato la nostra conversazione a Maicol?!- solo che lei mi fece segno di parlare più piano e si sedette vicino a me incurante delle mie accuse. Guardandola in cagnesco aspettai le sue spiegazioni che non tardarono a venire.

-Conosco tua sorella da quando si trasferì in Giappone. Venne un giorno nel dojo di mio padre per imparare a usare la katana e ti devo dire che è portatissima. Per mio padre fu come trovare la figlia che non aveva avuto in me. Sai, non era del tutto contento...della mia passione per il pianoforte. Voleva un erede non una pianista. All'inizio non eravamo in buonissimi rapporti, forse per il fatto che la trattavo con freddezza allucinante. Ora che ci penso mi ricordi un po' lei con i tuoi modi schietti di fare. Comunque dopo un annetto iniziammo a frequentarci e a uscire insieme. Sai, la solita storia amicizie comuni, passioni comuni, eccetera, eccetera. Jin poi era simpaticissimo. Fu una di quelle sere di uscite in gruppo che mi parlò di sua sorella. Era addolorata di non poterla più vedere né contattare per un’ordinanza del giudice. Era così triste..non l'ho mai vista più distrutta di quella sera. Mi fece anche vedere una tua foto di quando avevi 9 anni abbracciata a lei. Disse che se avesse potuto ti avrebbe portato con sé. Che avresti amato il Giappone tanto quanto lei, ma che i tuoi l'avevano battuta sul tempo. Quindi chiese a Trix di darti sue notizie. Ecco perché non ti scriveva mai lei direttamente, perché avrebbe rischiato la denuncia e il carcere. Quando seppe poi che io venivo in Italia mi aiutò tantissimo dandomi consigli e dicendomi cosa mi dovevo aspettare dal vostro paese. Se so così bene l'italiano lo devo anche a lei. Non sa che ci siamo conosciute, ho scoperto solo ieri sera che eri sua sorella, quando l'ho contattata per dirle che finalmente sapevo il nome di quella ragazzina che mi aveva tanto incuriosita. Non credo sia tanto felice delle persone che frequenti e mi ha ordinato tassativamente di portarti lontano da Maicol e che se anch'io non fossi uscita dal quel giro e mi fossi avvicinata ulteriormente a te me l'avrebbe fatta pagare cara. E molto. Credo sia arrabbiata anche con Trix per non averti controllato meglio, ma non la biasimo, ha anche lei una sua vita.- guardandola stordita da tutte quelle informazioni, non mi accorsi neanche di quanto fosse diventata logorroica, alzai una mano per interromperla, perché sembrava intenzionata a continuare, per riprendermi un attimo. Sarah con la querela. Lei e Himeko amiche..troppe informazioni tutte insieme. All'improvviso non potei che nutrire un odio ancora più profondo per i miei genitori e la loro innata attenzione a quello che i vicini andavano a pensare e dire su di loro, pronti però a gettare merda su di loro alla prima occasione.

Non era possibile tutto questo. Era un incubo.

Lei aspettò che mi fossi ripresa da tutte quelle affermazioni venendomi vicino e mettendomi una mano sulla schiena, massaggiandola mentre mi sussurrava parole rilassanti per aiutarmi a regolare il respiro ormai ansante. Una volta recuperato il controllo le dissi -Continua..non mi hai detto ancora che ci fai qui. Che c'è, Sarah ti ha chiesto di controllarmi?- lei scosse la testa dicendo -No, ho deciso io di venire. Hai ragione ho più coraggio di quello che ho dimostrato finora. Ho deciso di riprendermi la mia vita. Cos'è poi la vita senza qualche rischio?- sapevo che nonostante quello che mi diceva la corazza era ancora là. La sentivo fra di noi e sapevo che ci sarebbe voluto tempo per romperla del tutto. Di certo però non mi sarei lasciata comprare così facilmente. Aveva tradito la mia fiducia e questo non sarebbe stato perdonato con delle semplici parole. Così replicai dicendo -E dovevi per forza riferire a Maicol quello che è successo ieri sera?- e lei mi guardò stupita dicendo -Come fa a saperlo? Io non lo vedo da giorni..ehi, pensi che ti mentirei ragazzina?- aggiunse vedendo la mia occhiata scettica. Come potevo fidarmi di lei? Diceva di conoscere Sarah e fin lì ci potevo credere, non mi pareva tanto assurda la questione dell'ingiunta, ma il resto? Chi mi diceva che non era stata lei a contattare Maicol? Alla fine l'aveva detto lei stessa che non ci potevamo frequentare perché ero la ragazza di lui.

Scuotendomi una mano davanti gli occhi disse -Ehi, non rimuginare troppo. Non ti rende molto bella quell'espressione così seria.- sbuffando dissi -Flirti da schifo, lo sai?- facendola rimanere parecchio male, infatti disse, mettendo quello che classificai come un mezzo broncio insieme a un’occhiataccia fulminante, -Di solito le ragazze arrossiscono...- -Sì, perché non sono arrabbiate. Ora io lo sono. Non tanto con te, ma con i miei, con Maicol e un’altra mezza dozzina di persone.- guardandomi disse impassibile traendone conclusione da quello che avevo detto -Non ti riesci a fidare di me. Comprensibile.- e io per una volta non sapevo come ribattere azzittita dal suo tono..impassibile? Come a chi non importava niente di niente. Sapevo che non era così, che magari lo usava solo come difesa, ma ne rimasi comunque spiazzata e un po' ferita, anche se probabilmente ne avevo poco il diritto. Così ci ritrovammo a fissarci di sottecchi restando in silenzio per quelle che mi parvero ore. Io non sapevo che dire, lei probabilmente aspettava che parlassi io. Dopo quello che mi parve un secolo aprì la bocca dicendo -Torno a Tokyo. Parto il mese prossimo.- e lì mi crollò il mondo addosso. Sarebbe andata via e con lei tutte le mie speranze. Guardandola dissi -Perché..?-- Perché è finito il mio tempo di studio. Erano solo due anni che scadono il prossimo mese. Anche per questo probabilmente non mi volevo legare a te..che avremmo potuto concludere? Poi sono la persona meno adatta a te. Sì, mi sono accorta da tempo che ti piaccio..da come mi guardi. Sembri vedere una dea scesa in terra. Ho troppi problemi per rovinarti la vita. Tua sorella ha ragione, così come sono non ti posso restare vicina. Non ti illudo, mi saresti anche potuta piacere in circostanze diverse..ora come ora è inutile non pensi? Considera che sarebbero a dividerci quasi 12 ore di viaggio..- guardandola dissi l'unica cosa che mi veniva in mente -E tutto questo me lo dici solo ora!? Mi avevi già illusa! Io speravo..in noi! In un futuro possibile..ti avrei aiutato..credevo fossi qui..invece che fai!? Mi dici solo ora che ho solo un mese per potermi abituare a non vederti mai più?! Che diamine sei venuta a fare allora?! Potevi tenerti per te tutto quello che mi hai detto oggi..sarei sopravvissuta anche senza notizie di mia sorella, sai!? No, invece hai dovuto..- ma non finii la frase perché fui azzittita dalle sue labbra. Un bacio casto che durò il tempo di due battiti di ciglia, ma il mio primo bacio lesbo e forse per quello che pensavo in quel momento anche l'ultimo. Rimasi a fissarla a bocca aperta una volta che si fu staccata, chiedendole quasi il perché, ma non ricevetti risposta. Semplicemente uscì da quella porta, andandosene. Da allora non la vidi più...si volatilizzò. Provai a contattarla, a cercarla dappertutto, ma semplicemente era sparita. Così il dolore si trasformò in rabbia, che si trasformò in senso di abbandono. Volevo scappare da tutti e da tutte e per questo me ne andai da Roma e mi trasferii da alcuni parenti in alta Italia, ma questa probabilmente è un’altra storia.

  
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