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Autore: Koa__    23/10/2013    4 recensioni
Quella era l'ultima volta che si permetteva di pensare a Jim, al suo Jim, al suo T'hy'la... Il Kolinahr avrebbe spazzato via tutto quanto e lo avrebbe finalmente epurato dalle emozioni.
[Star Trek: The motion Picture - ispirato al romanzo canon di Gene Roddenberry -]
[Pre-slash]
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Spock | Coppie: Kirk/Spock
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'About V'ger'
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Ho scritto questa storia per ampliare un concetto in cui credo:
amare qualcuno non significa necessariamente farlo in modo fisico, non vuol dire vivere una relazione. Il sesso non ha niente a che fare con l’amore: spesso le due cose si completano, convivono, ma non è necessariamente necessario.
Mia madre è morta l’anno scorso dopo una malattia lunga che ha destabilizzato la mia psiche e anche quella di chi mi vive attorno, alla fine eravamo esausti e sfiniti. Ma sapete cosa mi ha detto mio padre un giorno?
Che lui l’avrebbe rifatto…
Penso che questa sia la forma più alta di amore…
E forse non c’entra nemmeno niente… Insomma
ho scritto questa cosa e la volevo condividere.
Koa



 
 
Addio
 
 


 
Jim, goodbye my t’hy’la…
This is the last time I will permit
myself to think of you or even
your name again. [1]
 


Si era sempre detto sicuro del motivo per il quale aveva deciso di intraprendere il Kolinahr. Era un vulcaniano, Spock e aveva scelto consapevolmente di vivere come tale in quanto figlio di Sarek, pertanto, una volta terminata la missione quinquennale a bordo dell’Enterprise, aveva compiuto la sua scelta. Epurarsi dalle emozioni era un passaggio fondamentale per poter completare il suo cammino come vulcaniano. Purificarsi, per poter essere completo. Non avere emozioni; non sentire mai più il fastidio di provare dei sentimenti per qualcosa o qualcuno.

Non essere più troppo umano, ma solo e soltanto un vulcaniano.

Però, c’era una parte di sé stesso che non la pensava esattamente in questo modo, una parte di lui alla quale non dava ascolto da tempo e che il Kolinahr stava soffocando. Un lato del suo essere, che il suo raziocinio stava uccidendo con inesorabile lentezza. Si trattava della parte umana di Spock, che gridava dentro di lui con la voce più alta e potente con la quale avesse mai urlato e che lo accusava d’essere un bugiardo. Il suo lato debole, affermava con assoluta certezza che anche mentire a sé stessi, era da ritenersi illogico quanto farlo con gli altri. Gli ricordava ogni singolo istante, il vero motivo per il quale aveva deciso di fare tutto quello; come mai avesse preso una decisione tanto drastica.

Jim.

Spock non era mai stato tanto vicino a nessuno come a lui. Avevano vissuto in perfetta simbiosi per cinque anni e avevano condiviso tutto: si erano sostenuti a vicenda, e amati in silenzio. Già, perché si amavano e questo entrambi lo avevano capito. Tuttavia, si erano sempre tenuti a distanza l’uno dall’altro, non avevano oltrepassato quella soglia che divideva l’amore platonico, da una relazione vera e propria.

Forse per paura, forse per buonsenso, ma né lui, né tantomeno Jim avevano mai fatto niente per dare inizio ad un ipotetico rapporto. E Spock aveva capito solo in quel momento, dopo così tanto tempo, il motivo per il quale non aveva mai osato tanto. Aveva sempre temuto la portata dei sentimenti che provava per il capitano, aveva paura del fatto che sentisse per quell’uomo imprevedibile, qualcosa di così forte, da far tremare la sua logica vulcaniana. Più volte durante la missione a bordo dell’Enterprise, aveva sentito la propria parte razionale vacillare pericolosamente e i suoi sentimenti per il capitano, prendere il possesso del suo corpo. Perciò lo aveva sempre tenuto lontano, aveva issato un muro tra lui e Jim, un muro fatto di scuse: lui era il suo capitano, un superiore, un amico e, soprattutto, un fratello. Una relazione tra di loro era impensabile e illogica.

Spock si era inginocchiato al cospetto della sacerdotessa, ma la sua mente era lontana e distante…

Aveva amato Jim, lo aveva fatto davvero, aveva vissuto con lui un rapporto inteso. Certo non avrebbe mai potuto considerarlo come il suo adun, [2] come un compagno o uno sposo, ma non sempre una relazione comprendeva il sesso o doveva essere concepita come un matrimonio. Si poteva amare qualcuno anche senza averlo mai sfiorato e, quello, era decisamente il suo caso. Era stato bello provare quei sentimenti, destabilizzante certo, ma intenso e unico, e Spock non si era pentito un solo momento dei giorni che avevano trascorso insieme. Avrebbe rifatto tutto, anche se ciò avrebbe comportato il soffrire ancora o il dover sopportare tutti quei sentimenti incontrollati. Ora però doveva andare avanti e proseguire per un'altra strada.

Ma quei pensieri, in quel momento, erano inutili e vani perché quella era la fine: il Kolinahr avrebbe spazzato via tutto e lo avrebbe fatto in modo definitivo.

Sollevò lo sguardo verso il cielo, sapeva di non poterla vedere, ma lì da qualche parte c’era la Terra, c’era il suo Jim. Pensò a lui in quegli attimi, e lo fece intensamente. Quella l’ultima volta che si permetteva di rievocare i ricordi di Jim, del suo t’hy’la… Non avrebbe voluto cancellare tutto quello, eliminare l’amore che sapeva di provare, ma superare il Kolinahr gli era necessario e vitale. Lo doveva fare, altrimenti la sua logica ne avrebbe sofferto e il suo amore per Jim sarebbe diventato incontrollabile.

Forse lo avrebbe rivisto un giorno, avrebbero condiviso ancora avventure e missioni al limite dell’impossibile. Ma Spock non avrebbe mai più provato nulla.


La sacerdotessa posò la mano sulla sua guancia: quella era la fine di tutto. [3]


Addio, Jim.

 
Fine


[1] Frase riportata pari, pari dal romanzo canon di Gene Roddenberry: “Star Trek: The motion picture”. Viene pensata da Spock nel momento in cui, nel film, osserva il cielo, prima che la sacerdotessa gli metta la collana.
[2] Adun: parola vulcaniana che significa “marito”.
[3] Ovviamente sappiamo che questa non è la fine di niente, perché la sacerdotessa sente l’amore che Spock prova per Jim e sa che Spock non pensa ad altro. E infatti poi non supera il Kolinahr.

 
   
 
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