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Autore: Totallyawesomegeek    23/10/2013    5 recensioni
Ispirata alla canzone dei Fort Minor con il medesimo titolo. Kurt è a Los Angeles per un internato presso un giornale di moda. Blaine, medico a tempo pieno, lo aspetta nella loro casa di New York. Il resoconto di un anno passato lontani, e delle conseguenze che derivano dal dover affrontare la scelta tra amore e lavoro.
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Where'd you go Verse'
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Nota iniziale: Ciao a tutti, mi chiamo Mary (il nickname è ancora work in progress ma volevo presentarmi con il mio vero nome). Scrivo da un po’ di tempo ma questa è la mia prima ff. Amo due cose sopra ogni altra: Darren Criss e scrivere, e ho pensato di unire i miei due amori per vedere cosa ne sarebbe venuto fuori. Questo è il risultato. È un po’ triste, e un po’ malinconica, ma spero vi piaccia.


 



Where'd you go



Where’d you go I miss you so
Seems like it’s been forever since you’ve been gone
Please come back home.

 

“Mi manchi.” Non è neanche un sospiro. Meno di un alito di vento. Dall’altra parte della cornetta un respiro più profondo. Altrettanto sofferente.
“Lo so, ma non sarà per sempre.”
E nonostante tutto lui ci crede. La data sul calendario dice che Kurt è partito da sei mesi, e ancora non è tornato a casa. Non per un giorno, o per un fine settimana. Non per un paio d’ore. Sono sposati da un anno, metà del quale vissuto separati. È dall’altra parte del paese. E Blaine sente la distanza nel sangue come qualcosa di fisico, un metro per volta.
 

Some days i feel like shit.
Some days I wanna quit,
and just be normal for a bit.
 
 
“Non li sopporto. Sono tutti falsi e superficiali. Non è quello che mi aspettavo. Non è quello che volevo. Volevo scrivere di moda, non di feste mondane e gossip.”
La voce di Blaine è come un’ancora nella tempesta.
“Te ne pentiresti. Non è per sempre. Giusto?”
Ed è quello che Kurt ha ripetuto negli ultimi otto mesi. Che questo lavoro è temporaneo. È un primo passo verso il loro sogno. Ma Kurt è a Los Angeles con il giornale, e la moda, e le sfilate.
E Blaine è a migliaia di chilometri da lui. Con i suoi pazienti e i suoi malati. Nella loro casa di New York. Una casa vuota e silenziosa. E per Blaine niente sembra più temporaneo. La distanza sembra trasformarsi poco alla volta. Diventare un muro insostenibile tra di loro. Ma c’è l’amore a fargli compagnia. E tutto si sistemerà.


 
I don’t understand why you have to always be gone.

 
 
“Buon compleanno amore mio. Non sono riuscito a rintracciarti prima di andare al lavoro. Ci sentiamo al tuo risveglio. Passa una buona giornata. C’è un regalo per te nella cassetta della posta.”
 

And, I find myself trying to stay by the phone,
'Cause your voice always helps me to not feel so alone,
But I feel like an idiot, workin' my day around the call,
But when I pick up I don't have much to say

 
 
“Mi dispiace. Ho lavorato tutto il giorno. E i colleghi hanno voluto organizzare una cena per festeggiare. E poi hanno insistito che andassimo a bere qualcosa, ed era troppo tardi ormai per chiamare. Non volevo svegliarti.. Blaine?”
Un sospiro.
“Non è il mio compleanno che hai dimenticato Kurt.” Ed è un’accusa più di ogni altra cosa, perché il giorno del suo trentesimo compleanno, l’uomo con cui ha speso la maggior parte della sua vita si è dimenticato di lui. Non una chiamata. Non un messaggio.
“Ho atteso tutta la giornata una tua chiamata. Ho tenuto questo stupido cellulare per le mani durante ogni riunione.”
“Blaine..”
“Buonanotte Kurt.”
Il suono muto della linea riagganciata è come un eco di quello che è ormai la loro storia.
Un messaggio. “mi dispiace, ti amo.” Nessuna risposta.

 
 
 You know the place where you used to live,
Used to barbecue up burgers and ribs,
Used to have a little party every Halloween with candy by the pile,
But now, you only stop by every once and a while


 
 
“Hai bisogno di una mano con quegli humburger?”
La voce di Burt è rassicurante. Quasi una coperta attorno al freddo del suo cuore. È una tradizione, la loro. Quella di riunirsi ad Halloween. Cucinare fuori, in giardino. Aspettare i bambini travestiti in cerca di dolcetti. Una tradizione di famiglia, iniziata ancora prima che una famiglia esistesse. Quando erano solo due ragazzini delle superiori. Due sedicenni senza alcuna esperienza di vita.
Un diniego, accompagnato da un sorriso.
“È sempre toccato a me il barbecue. A te tocca il riposo. Carole ti lancia occhiatacce da un po’.”
Una risata.
“Ho imparato a gestire le sue continue preoccupazioni.” Silenzio. “Non è ancora tornato.”
“No. Sono passati nove mesi.”
“Tornerà.”
Nessuna risposta.

 
 
I'm doin' fine, and I'm plannin' to keep it that way,
You can call me if you find that you have something to say


 
 
È l’ultimo paziente della giornata. La stanchezza lo lacera in ogni parte di sé. Ma è quella mentale ed emotiva a trascinarlo giù.
“E questo era l’ultimo.” La voce di Kate è una benedizione. Una distrazione dal vuoto che si porta dentro.
“E’ ora di tornare a casa non credi?”
La domanda ormai è quasi di routine. Come la risposta. Ma questa volta…
“No. No Blaine. È ora di uscire. Andiamo.”
“Kate..” L’obiezione è lì sulla punta della lingua. Ma si blocca. Quelle mura silenziose sono diventate troppo da sopportare e il letto un luogo a lui sconosciuto.
Forse è quello il segreto. Forse è il cambiamento che gli serve.
“Dove andiamo?”
E il mondo diventa un luogo un po’ più colorato.
“Hei Blaine. Speravo di sentirti prima andare a lavoro, ma il telefono è staccato.” Silenzio. “Chiamami appena puoi.”
 
 
Where'd you go?
I miss you so,
Seems like it's been forever,
That you've been gone,
Please come back home...


 
 
“Sono passati dieci mesi Kurt.”
La sua voce ormai è stanca. La voglia di lottare poca. Ma come lasciar perdere? Come non lottare per quello che hanno? Per quello che hanno sempre condiviso?
“Lo so. Prometto di essere a casa per Natale.”
“Kurt..”
“E’ solo qualche settimana Blaine. Ascolta adesso devo andare, ma ti richiamo presto Ok?”
“Ok..Ti amo.”
Ma la linea è già disconnessa. E i suoi sentimenti caduti nel vuoto.
 
È la vigilia di Natale. La casa è vuota. L’albero all’angolo del divano è in attesa di essere addobbato. L’hanno comprato lo scorso Natale, prima che Kurt partisse. Lo avevano adornato con nuove decorazioni e ricordi d’infanzia.  Con mille luci colorate. Adesso sembra prenderlo in giro. Lui non c’è. Lui non è tornado. Lui non tornerà.
I regali sono impacchettati. Blaine è stanco. Le valigie per partire e tornare in Ohio dalla loro famiglia sono pronte. Solo un paio di giorni, ma è Natale e a Natale la famiglia viene prima di tutto.
È la vigilia di Natale. E il messaggio nel suo cellulare lo prende in giro più dell’albero non decorato.
“Non posso liberarmi. Và dai miei. Ci vediamo a casa.”
Ma lui non può farlo, perché sa cosa accadrebbe. Conosce gli sguardi pietosi malcelati degli altri. Sa che aspettano che la corda si spezzi.
È la vigilia di Natale e Blaine è stanco.
È la vigilia di Natale.

 
 
It seems one thing has been true all along,
You don't really know what you've got 'til it's gone,
I guess I've had it with you and your career,
When you come back I won't be here and you can sing it...


 
 
La casa è buia e silenziosa quando apre la porta. Manca da casa da 12 mesi ormai. È il 28 Dicembre, e avrebbe dovuto essere a casa una settimana prima, ma il lavoro è stato pressante e tornare a New York impossibile. La voce di Blaine in quell’ultima chiamata è stata straziata e straziante. Quel paio di week-ends rubati in cui Blaine è riuscito a volare a Los Angeles troppo pochi.
Ma ce l’hanno fatta, e sarebbero sopravvissuti ancora, se fosse stato necessario. Blaine non avrebbe permesso che lui rinunciasse ai suoi sogni. Per niente al mondo.
Ma c’è qualcosa che va. L’aria è troppo ferma. I brividi che gli percorrono la schiena sono tutto fuorchè positivi.
La luce si accende. È tutto troppo statico. Troppo silenzioso. La scrivania di Blaine accanto al camino è la prima cosa ad attirare la sua attenzione. È vuota.
Così come metà delle mensole nella loro collezione di CD.
Una sensazione mai provata prima lo paralizza. È paura. La corsa verso la camera da letto è breve ma allo stesso tempo lunghissima. Poi le lacrime. La disperazione.
L’armadio, i cassetti.. è tutto vuoto. La valigia al lato del cassettone non c’è più.
Sul letto una nota. Le sue mani tremano quando la raggiunge. L’anello che cade sul pavimento è lo stesso che ha messo al dito del suo fidanzato quando gli ha chiesto di sposarlo. Lo stesso che diceva al mondo che quell’uomo era suo.
“E’ finita.” Due parole. Un colpo al cuore.
Perché Blaine. Il magnifico, dolcissimo, insostituibile Blaine è andato via. Ha smesso di lottare per lui, per loro.
E tutto torna in mente. Ricordi felici, momenti dolorosi. Il senso di colpa per non esserci stato. Per aver distrutto l’unica cosa preziosa della sua vita.
Adesso tutto sembra futile. Le lunghe ore al lavoro. Il rifiuto di mollare anche solo per un secondo.
Non è servito a niente, se non a perdere l’uomo che ama.
Le lacrime non sono un suo diritto, ma scendono comunque. È tutto finito. E non sa come ripararlo.
Non sa come mettere a posto i pezzi ormai rotti della sua vita.
Tira fuori il cellulare. La vista è annebbiata e scrive solo due parole.
“Ti aspetterò.”
Ma il numero è disconnesso e il messaggio rimane sospeso nell’aria. Così come il loro amore.
Nessuna risposta.

FINE.

 
Note finali: E questo è quanto. Fatemi sapere cosa ne pensate, ditemi la vostra. Siate gentili ma sempre veritieri.
Inoltre. L'idea per un sequel più lungo si sta velocemente cementando nella mia mente. Se qualcuno ovviamente sarà interessato a leggerlo.
*Kisses and Hugs*
Mary
   
 
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