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Autore: _Ajin_    23/10/2013    1 recensioni
"Tutti i giorni allo specchio si chiedeva chi era,e se prima si rispondeva ‘Il nuovo Idol” adesso ghignava all’immagine riflessa e si rispondeva un secco e malinconico
-Nessuno-
Moon si alzò dalla panchina e sfiorò con un dito l’argentea tela tesa del ragnetto che subito saltò sull’attenti e si girò e rigiro su se stesso nel tentativo di capire chi fosse stato a infastidirlo ma non vide nessuno."
Che altro dire? Entrate e leggete! :D Magari vi piace,magari no ma tentate!
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jongup
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella sera il cielo piangeva,piangeva disperato.
 Le sue lacrime scendevano impetuose.
 La Luna si era spenta per sempre.
 
 
 
La pioggia scendeva fitta e forte,un vento gelato scherniva i visi di tutti i passanti,delle nuvole cariche oscuravano anche la minima luce proveniente dal cielo stellato.
 
Moon si mosse leggermente,i vestiti bagnati non aiutavano nell’impresa.
 
Era sdraiato a terra in mezzo ad una strada in disuso e fissava il cielo e la pioggia che si andava a mischiare con le sue calde lacrime.
 
Provava un dolore al petto indescrivibile,avrebbe voluto strapparsi il cuore a mani nude. Magari il dolore proveniva da qualche colpo che aveva preso allo sterno com’era anche possibile che si stesse direttamente decomponendo dall’interno … era tutto possibile ma sinceramente non gli importava.
 
Quello sarebbe anche potuto essere il suo ultimo giorno di vita e non gliene sarebbe importato nulla.
 
Le lacrime cessarono,finalmente,lasciando un minimo di tregua a i suoi occhi scuri,gonfi,velati come da una sorta di tristezza infinita.
 
La gamba sinistra gli faceva male,ancora,di nuovo. Si maledisse mille e mille volte dopodiché si alzò con immensa fatica e zoppicando si mise a camminare verso un posto impreciso,magari il mare o magari a casa,non ne era certo e non gli importava,senza mai voltarsi,non voleva vedere ciò che lo aspettava.
 
Il silenzio che lo circondava era interrotto solamente dal rumore della pioggia che incessantemente,aveva deciso di affogarlo del tutto. Al contrario dentro la sua testa una guerra ormai senza regole andava avanti da così tanto tempo che Up aveva perso il conto delle ore.
 
Sentì ancora rimbombare quelle parole nei suoi timpani,davanti a i suoi occhi si stagliò ancora il riflesso di quel giorno,il giorno della sua rovina.
 
Si sedette su una panchina che nemmeno ricordava ci fosse e si mise nuovamente a fissare il vuoto,ad un certo punto la sua attenzione venne catturata da qualcosa che sbrillucicava fra la panchina e un lampione,si avvicinò e notò con sorpresa che si trattava di un immensa ragnatela che ospitava un piccolo ragnetto.
 
L’insettino correva da una parte all’altra della superficie appiccicosa tentando di porre rimedio a gli ingenti danni che la pioggia stava provocando alla sua opera d’arte. Moon sorrise leggermente,quello era probabilmente il suo animale/insetto preferito.
 
Al contrario di tanti altri esseri viventi che basavano la loro esistenza  su gli altri,il ragno se ne stava per conto suo,si costruiva la sua tela e non infastidiva nessuno. E già,il ragno così disprezzato da tutti era invece quello meno problematico,voleva solo un angolino nascosto,uno spazio che non serviva più a nessuno per andarci a vivere.
 
Moon sospirò e tornando alla realtà notò che l’insettino non riusciva più a gestire la situazione poiché troppo minuto per quell’immensa ragnatela,così prese un foglio di giornale incolume della pioggia da  un cestino lì accanto e ci coprì il piccolo mondo dell’insettino che felice si fermò a riprendere fiato.
 
Quanto lo invidiava JongUp,per quanto piccolo e fragile fosse riusciva sempre a sistemare tutto,avrebbe voluto essere così anche lui,avrebbe voluto che anche per il suo problema esistesse una cura eppure non c’era,ci aveva pensato a lungo ma il suo era già un caso chiuso.
 
Si sedette di nuovo e si lasciò scivolare sullo schienale,la gamba gli doleva ancora.
 
Chiuse gli occhi nel tentativo di placarsi la mente ma ottenne solo il risultato contrario.

 
 
 
Quella sera il cielo piangeva,piangeva disperato.
Le sue lacrime scendevano impetuose.
La Luna era sparita per sempre.
 
 
 
Moon aveva sempre e solo avuto un unico obbiettivo : ballare.
 
Avrebbe dato la sua vita per poter seguire il suo sogno,avrebbe venduto la sua anima per seguire quel barlume di felicità.
 
Per lui era tutto.
 
Non era mai stato un genio a scuola e non gli era nemmeno mai interessato andare al di sopra del sei. Tutti i pomeriggi scappava di casa e si rinchiudeva in una vecchia sala prove in disuso dove provava le coreografie dei suoi Idol fino allo sfinimento,e questo lo rendeva felice.
 
Era la sua unica fonte di svago,la sua unica ancora di salvezza,la sua unica felicità. Una luce che lo tirava fuori dal suo inferno giornaliero,l’unica che ci riuscisse.
 
Poi un giorno aveva avuto la possibilità di partecipare ad un provino e il suo cuore era scoppiato.
 
Ci aveva riposto tutte le sue speranze e le aveva riposte bene.
 
Pochi giorni dopo lo chiamarono per comunicargli che era stato preso,così se ne andò a Seoul dove stavano introducendo nuovi artisti della break dance nel mondo della musica internazionale.
 
Che dire a fare che Moon si guadagnò subito un posto d’onore tra i migliori e dopo poco tempo divenne un importantissimo ballerino che riusciva a rendere sua e a ballare qualsiasi canzone,qualsiasi musica,qualsiasi arrangiamento. Folle in delirio lo acclamavano,i fan crescevano e non smetteva più di far carriera.
 
JongUp per un momento aveva d’avvero pensato che fosse il suo turno di essere felice ma come si sa già,la teoria dello zero non esiste e se nella tua vita hai sofferto tanto questo non vuol dire che poi dovrai essere felice,anzi,potrebbe andarti anche peggio di prima.
 
Questo lui lo aveva imparato a sue spese.
 
Erano di ritorno da un live in uno dei più importanti Show musicali internazionali e a Moon sembrava che stessero per scoppiargli i muscoli e i polmoni. Aveva ballato fino all’ultimo respiro per dare il meglio di se. Il manager gli aveva detto che la giuria,in delirio per lui,lo avrebbe di sicuro proclamato vincitore.
 
Ci stava riuscendo,stava riuscendo a seguire il suo sogno,era quasi arrivato al cielo.
 
Sorrise felice mentre scorreva l’elenco dei numeri in rubrica,quella sera aveva voglia di uscire a festeggiare con i suoi vecchi amici,quelli che non lo avevano mai abbandonato.
 
Poi d’improvviso ci fu il buio.
 
E il dolore,un dolore indescrivibile in tutto il corpo,infine il nulla.
 
Si risvegliò in una stanza d’ospedale circondato da medici.
 
“Incidente stradale causato da un automezzo impazzito che aveva colpito la macchina in cui il famoso dancer viaggiava con il manager”,ecco cosa lo aveva portato li.
 
Guardò all’uomo baffuto in camice bianco e chiese notizie dall’altro uomo che viaggia con lui,per fortuna niente di grave,giusto qualche piccola frattura e qualche ematoma.
 
Riprese fiato e domandò di se stesso,scherzando chiese se si era sfracellato anche il cervello visto il male che sentiva in tutto il corpo. Il medico baffuto aprì la sua cartella e il suo sorriso scomparve,assieme a quello dei ventenne.
 
Il cuore di Up si gelò all’istante.
 
Nell’incidente aveva riportato varie piccole contusioni e tagli,nulla di che. Il problema erano le fratture.
 
Nell’urto si era fratturato il polso destro in così tanti punti che non si sarebbe mai risaldato completamente,ma il ‘meglio’ veniva dopo.
 
Un pezzo della portiera si era spezzato e gli si era conficcato nella gamba sinistra colpendo il muscolo e i tendini.
 
Up per poco non ebbe un infarto,sentì il cuore fermarsi e il sangue smettere di scorrere,tutto il suo corpo si era fermato a riflettere su una terribile,inevitabile,conclusione:
 
Sarebbe stato impossibile ballare in quelle condizioni.
 
Ma non si diede per vinto e così decine e decine di settimane dopo riuscì nuovamente a camminare per bene.
 
Ma una cosa e camminare e una cosa e ballare,soprattutto la break dance,in quelle condizioni.
 
Il suo corpo non reggeva più i ritmi degli allenamenti e cedeva ogni volta che ballava sul serio.
 
Aveva appena perso la cosa che amava e bramava di più al mondo.
 
La sua unica ragione di vita.
 
 
 
I giorni passarono,così le settimane e i mesi ma le sue condizioni erano uguali,lo aveva detto anche il medico:
 
Era gia tanto che stesse in piedi sulle sue gambe.
 
Ma cos’è un ballerino senza il suo corpo?

 
-Nulla-
 
E di conseguenza cos’era Moon JongUp senza la musica?
 
-Nulla-
 
Provò a sfruttare la sua voce ma la vecchia ombra del ballerino che aveva calpestato i più importanti tappeti rossi tornava a farsi sentire impedendogli di debuttare.
 
Provarono anche a farlo entrare in un gruppo ma finì col fare a botte con un altro ragazzo,non poteva sopportare che gli dessero del fallito.
 
 
 
Fu così che venne semplicemente,freddamente,dolorosamente sostituito.
 
 
 
Sostituito da un nuovo ragazzo,la sua fotocopia,che portava sul volto lo stesso sorriso da sognatore che aveva caratterizzato il suo viso per parecchio tempo e che prima o poi si sarebbe miseramente spento come aveva fatto anche il suo e quello del ragazzo di cui aveva preso il posto a suo tempo.
 
Chi avrebbe mai voluto farlo lavorare?

 
-Nessuno-
 
Questo perché quando venne sostituito non aveva ancora raggiunto una fama tale che costringesse tutti a ricordarlo,ne era consapevole.
 
Tutti i giorni allo specchio si chiedeva chi era,e se prima si rispondeva ‘Il nuovo Idol” adesso ghignava all’immagine riflessa e si rispondeva un secco e malinconico

 
-Nessuno-
 
 
 
Moon si alzò dalla panchina e sfiorò con un dito l’argentea tela tesa del ragnetto che subito saltò sull’attenti e si girò e rigiro su se stesso nel tentativo di capire chi fosse stato a infastidirlo ma non vide nessuno.
 
 
 
Up tornò indietro,su quella strada che si era da poco lasciato alle spalle,la pioggia continuava imperterrita e le sue lacrime ripresero a scendere senza controllo,silenziose.
 
 
 
Pianse.
 
 
 
Pianse un ultima volta in quella sua vita disastrata e scombinata.
 
Pianse di paura.
 
Pianse di rabbia.
 
Pianse di tristezza.
 
Pianse di rancore.
 
Pianse perché sapeva che sarebbe stata la sua ultima possibilità.
 
 
 
 
Girò l’angolo e vide la strada dove si era svegliato,era piena di macchine dalle luci rosse e blu,scintillanti nella notte,delle sirene gli assordavano i timpani come dei bassi mal calibrati.
 
Una folla di persone si era raggruppata attorno a un qualcosa a terra,qualcosa di grande.
 
Un corpo,per la precisione.
 
Era un ragazzo.
 
 Non era molto alto,aveva un fisico allenato e dei capelli blu elettrico risaltavano sotto le gocce d’acqua.
 
Una grossa chiazza rossa all’altezza dello sterno macchiava la sua candida maglietta bianca.
 
Moon si voltò distrattamente e vide un gruppo di ragazzi e ragazze correre fino a i nastri rossi che delineavano la zone,sporgersi per controllare e scoppiare in lacrime,disperati.
 
Un paio di uomini si avvicinarono a loro,quello con la telecamera iniziò a filmare chissà che cosa mentre l’altro faceva delle domande ai ragazzi che poco prima avevano cominciato a piangere.
 
‘Diamo il triste annuncio che questa notte e stato ritrovato il corpo senza vita di Moon JongUp,
il famoso ballerino scomparso dalle scene ultimamente,
nei pressi di un quartiere poco esterno a Seoul.
Vista la sua veloce discesa dal mondo dello spettacolo si pensa che questo
triste fatto sia accaduto durante un qualche scambio di droga,
finito poi in una sparatoria.’
 
Esordì l’uomo col microfono.
 
Un ragazzo dai capelli biondi che fino a pochi secondi prima stava rispondendo alle sue domande sull’Idol da poco scomparso,iniziò a prenderlo a calci finché non gli riuscì a sfilare il microfono per urlare che non era cosi,che il suo Idol non era una persona del genere,che lui era forte e  che in realtà era morto per ….
 Fine,il microfono era tornato nella mani dell’uomo che aveva brutalmente allontanato il ragazzo che in lacrime aveva iniziato a bestemmiare dicendo che lui sapeva la verità.
 
Uppie sorrise malinconico,gli dispiaceva in un modo inspiegabile,gli dispiaceva averli lasciati così presto,inaspettatamente.
 
Gli dispiaceva per lui che al contrario di molti ex-fan che lo avrebbero accusato di essere un drogato,lo avrebbe sempre difeso e avrebbe portato sulle spalle un peso del genere,il peso di aver cercato la verità.
 
Chi avrebbe mai creduto alla versione di un fan in lacrime?

 
 
 
-Nessuno-
 
 
 
 Chi avrebbe tenuto conto della sua versione,della sua testimonianza?
 
 
 
-Nessuno-
 
 
 
‘E così pensano anche che io sia un drogato,e?’
 
 
 
Moon sorrise di nuovo,tristemente.
 
Sapeva fin troppo bene che nessuno avrebbe cercato la verità.
 
A nessuno sarebbe importato.
 
Tutti lo avrebbero dimenticato o peggio,lo avrebbero ricordato come un fallito morto in un fottutissimo stradone deserto.
 
 
 
Tornò alla ragnatela e con immensa tristezza si accorse che era tutto sparito,ragnatela e ragno se li era portati via il vento.
 
Questo perché il ragno,come lui,non era più riuscito a gestire quell’enorme tela che si era creato e che alla fine era stata anche la causa della sua rovina.
 
Jong se ne dispiacque molto.
 
Guardò l’orizzonte e notò che i primi dettagli cominciavano a scomparire.
 
Il nulla si avvicinava sempre di più.
 
Sentì uno strano gelo attanagliarli le membra e un vento glaciale ferirgli le ossa.
 
Sorrise un ultima volta.
 
Quel sorriso che in tanti gli invidiavano si mostrò,ancora,anche nella situazione peggiore.
 
E pensare che quel giorno era uscito di casa solo per andare a fare una tranquillamente noiosa passeggiata.
Poi si era ritrovato davanti una scena raccapricciante,un uomo ubriaco fradicio che minacciava di morte quello che non era nulla di più di un sedicenne capitato lì per sbaglio.
 
La situazione aveva preso il sopravvento e alla fine quella pallottola se l’era presa lui,in pieno petto.
 
Il suo ultimo pensiero fu rivolto a quel ragazzo dai capelli rosa che aveva accidentalmente salvato,le sue lacrime gli erano sembrate così tante,troppe,per uno che si considerava un fallito,le loro vite si erano incontrate per un così corto lasso di tempo eppure Jong aveva sentito l’estremo bisogno di proteggerlo.

 
 
Quella sera il cielo piangeva,piangeva disperato.
Le sue lacrime scendevano impetuose.
La Luna era sparita per sempre.
 
Il nulla.
 
 
 
ANGOLO DELL’AUTRICE:
Beneeeeeee!!!! ^(*.*)^ Che ne dite??? Lo so che non è proprio precisa precisa ma l’ho scritta tutta d’un fiato dopo una giornataccia e l’ho voluta pubblicare. Devo ammettere che è un po’ drammatica e per questo chiedo perdono TT . TT Mi si è spezzato il ( <3 ) cuoricino nell’uccidere il mio amato Jonguppie ma era il personaggio migliore e più adatto *x favore non tentate di farmi fuori per vendicarlo :D xD* comunque,che ne dite? Come sempre ribadisco il fatto che x me (e la mia psiche[?]) le vostre recensioni sono I-M-P-O-R-T-A-N-T-I-S-S-I-M-E!!! E mi basta anche solo un ‘Good!’ o un ‘WTF???’ :D Thank You x l’attenzione *si inchina* spero vi sia piaciuta J alla prossima (si spera non ‘drammatica’ xD) *Bye*
   
 
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