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Autore: _Sunshine 27_    23/10/2013    1 recensioni
Tratto da una storia vera.
La storia di una giovane donna che da bambina è costretta a perdere la persona che ama di più e che dovrà continuare a vivere con la sua ombra accanto.
Ma incontrerà una piccola grande persona che la farà andare avanti.
"Ci saranno i giorni in cui crederai di non farcela. Quelli in cui la vita ti sbatterà in faccia tutti i tuoi sacrifici e tu dovrai ingoiarli a muso duro. Ci saranno giorni in cui nessuno crederà in te, in cui tutto ti sembrerà inutile. Ci saranno giorni in cui ti chiederai perché non sei nato miliardario. Quelli in cui ti chiederai che senso abbia essere ancora onesti in un mondo come questo. Ci saranno giorni in cui crederai che l’amore non basta.
Ma poi verrà il giorno, uno solo, in cui tutto il sudore, tutte le lacrime, tutte le notti insonni prenderanno senso. E sarà il giorno in cui dimostrerai al mondo che il tuo coraggio ti ha salvato." [cit.]
"Eccola. È vicina a me."
"Vicina a te?"
"È proprio qui."
"E che sta facendo?"
"Mi sta tenendo la mano."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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N. d. A.  Scusate per il ritardo, ma ho avuto problemi con Internet… Vi avviso che tra pochi capitoli concluderò la storia (credo che ne verranno dieci circa).
Leggete il nuovo capitolo e recensite, se vi va. :3 Baci a tutti. :*


Passo tutta la notte accanto a lei a vegliare sul suo sonno. Questo glielo devo.
Poi, verso le 9:00, apre timidamente gli occhi e sorride.
Mi faccio indietro e la guardo stirarsi.
Si mette seduta e guarda la stanza un po' perplessa.
Gira lo sguardo finché non incontra il mio.
"Oh. Ciao!" mi dice, sorpresa nel vedermi.
Le sorrido impercettibilmente. "Ciao."
Continua a guardarsi intorno. Poi guarda Rosy, che si è addormentata ai miei piedi e le si illumina il viso.
Dopo una breve pausa, si volta verso di me e inclina lateralmente la testa. Senza perdere il sorriso e la sua calma chiede, più con curiosità che con insistenza o timore. "Dove sono?"
"Sei a casa mia, nel mio letto." le rispondo.
"Oh." dice annuendo, come se improvvisamente avesse capito.
Poi si gira, con aria dispiaciuta. "E lei dove ha dormito?"
Mi limito a sorridere. "Non preoccuparti."
"D'accordo." dice, dispiaciuta e un po' imbarazzata. "Mi dispiace, scusi." aggiunge.
"Ma… mamma e papà lo sanno che sono qui?"
Sento un nodo alla gola. Cosa dovrei dirle? È terribile.
"Lo sanno, signorina?"
Cerco di cambiare discorso.
"Ti ricordi cosa è successo ieri?"
"Certo, sono andata a teatro con mamma e papà ieri sera. Era un mese che aspettavamo di andarci!"
Deglutisco. "E poi… Ti ricordi cosa è successo dopo?"
"Ehm… Ci siamo seduti e abbiamo visto lo spettacolo… E c'era anche lei!" dice sorridendo e indicandomi.
"Poi però…" continua facendosi cupa. "Poi… non lo so, non mi ricordo." dice tranquilla.
Provo a distrarla. "Quanti anni hai?".
"Nove. Li ho compiuti appena ieri. È per questo che siamo andati a teatro, per festeggiare il mio compleanno!"
Cerco di mantenere un'espressione seria e calma, ma sento il cuore che mi si scioglie.
All'improvviso entra Leo sorridendo e salutando la bambina. Ha in mano un vassoio con un'abbondante colazione.
"Per voi" e ce lo porge.
"Per me?" dice la bambina contentissima.
"Sì."
"Grazie!" e prende un croissant. Ne prendo uno anche io. Il cibo è la migliore delle consolazioni.
"E come ti chiami?" le chiedo.
"Eluana. Lily, per gli amici."
Lo stesso identico nome… Eluana… Lily per gli amici…
"Hai un fratello o una sorella?"
"No. Sono figlia unica. Credo che sarebbe bello avere un fratello. Lo dirò a mamma e a papà."
Io e Leo ci guardiamo.
"C'è qualcosa che non va?" chiede Eluana.
"Tutto a posto.". Non sappiamo come dirglielo.
In realtà non sappiamo proprio cosa fare. I genitori sono morti, la bambina andrebbe lasciata al parente più prossimo…
Ad un certo punto, la bambina si guarda perplessa e nota le fasciature che le ho messo.
Le guarda ma non dice nulla.
"Non devo tornare a casa?" dice.
"Per il momento resterai qui. E poi hai la febbre, cerca di dormire e rilassarti."
Mi alzo facendo un segno a Leo per dirgli di seguirmi.
Una volta fuori mi dice: "Ho già spiegato tutto ai tuoi. Hanno detto che ovviamente può restare quanto vuole, ma dobbiamo trovare il parente più vicino e affidargliela."
"Lo so. Dobbiamo fare un po' di giri…"
Dopo un breve silenzio, dico: "E se per caso … non trovassimo nessun parente… Potrebbe restare con noi?"
"Dovremmo sistemare un po' di pratiche legali, ma credo che potrebbe restare." poi mi si avvicina "Vorresti che restasse con te?"
"Altrimenti dove va?"
"In un istituto."
"Meglio che resti qui."
"Come vuoi. Io torno a casa e faccio un giro da Matteo, Clara e Aldo per vedere come stanno."
"D'accordo."
Vado a lavarmi. Dopo un po', torno da Eluana.
È seduta sul letto e guarda fuori dalla finestra. Stavolta però, non sorride.
Mi siedo sul bordo del letto e lei, senza distogliere lo sguardo, mi dice: "Sa, signorina, adesso mi ricordo di ciò che è successo ieri."
Una lacrima le scende sul viso.
"Mi dispiace" le dico.
"Adesso dove andrò? Non ho parenti." mormora.
"Se… se restassi qui? Ti piacerebbe restare con noi?"
"Posso?"
"Certo."
"Be', certo, mi piacerebbe. Mi piace tantissimo questa cagnolina, sa? Come si chiama?"
"Rosy" le dico. Ci vuole davvero poco per far tornare il sorriso a questa bambina. E poi, ha un sorriso bellissimo.
"Tieni" le dico "misurati la febbre."
È scesa: 36°.
Penso di portarla fuori. È una giornata calda e uscire può solo farle che bene.
"Vuoi uscire un po'?"
"Sì. C'è un giardino qui davanti…"
  
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